
L’ex presidente della Bocconi è stato un economista influente e un personaggio politico importante degli ultimi anni: dal 2011 al 2013 guidò il governo tecnico che subentrò all'esecutivo di Silvio Berlusconi in uno dei periodi più neri della storia repubblicana recente, dando avvio ad una serie di riforme che ancora oggi vengono menzionate. Grazie alla nomina dell’ex capo di Stato Giorgio Napolitano, oggi siede a Palazzo Madama come senatore a vita

“La Repubblica gli è riconoscente”. In questo modo lo scorso 7 dicembre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha salutato il senatore a vita Mario Monti nella cerimonia di congedo dell’ex premier dall’università Bocconi, dove ha ricoperto il ruolo di presidente dal 1994 fino al 2022. Nei suoi 80 anni di vita, che compie oggi, essendo nato il 19 marzo 1943, ha rivestito numerosi importanti incarichi nazionali ed internazionali, dalla Ue a Palazzo Chigi
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PROFESSORE, ECONOMISTA E CONSULENTE – Dagli anni ’70, l’attività di docenza di Monti (prima a Trento, poi a Torino e infine a Milano) si accompagna a numerose consulenze per lo Stato. Infatti è relatore della commissione sulla difesa del risparmio finanziario dall'inflazione (1981), presidente della commissione sul sistema creditizio e finanziario (1981-1982) e membro della Commissione Sarcinelli (1986-1987), oltre che membro del Comitato Spaventa sul debito pubblico, su diretta nomina del governo De Mita. Siede inoltre nel CdA di Fiat e Banca Commerciale Italiana
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COMMISSARIO EUROPEO– Nel 1994 il governo Berlusconi I lo designa come Commissario per l’Italia nella nascente Commissione Santer. Il ruolo con deleghe al Mercato interno, servizi finanziari e integrazione finanziaria, fiscalità e unione doganale resiste per soli 4 anni, prima della caduta della Commissione nel 1999 a causa di uno scandalo di corruzione. Resta a Bruxelles anche con la commissione Prodi, per la quale segue il fascicolo della Concorrenza (in foto Mario Monti con il presidente Romano Prodi)
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IL CASO MICROSOFT – A far conoscere Monti fu la multa da 497 milioni di euro che il commissario europeo alla Concorrenza inflisse a Microsoft nel 2004, accusandola di “abuso di posizione dominante”. La vicenda era nata dalla denuncia nel 1998 di Sun Microsystems, che contestava la presenza del riproduttore Windows Media Player su tutti i computer. “La ragione per cui non accettammo un compromesso è che ritenevamo importante stabilire una certezza giuridica sull’abuso di posizione dominante nel settore dell’informazione”, disse Monti ricordando i fatti nel 2010
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LA NOMINA A SENATORE A VITA – La svolta politica avviene nel 2011: il governo Berlusconi IV, in crisi soprattutto a causa della situazione dei mercati, porta il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a optare per un cambio. Così il 9 novembre 2011, Mario Monti viene nominato senatore a vita, “per i suoi altissimi meriti in campo scientifico e sociale”. È l’inizio della sua carriera politica (in foto il suo esordio a Palazzo Madama, l'11 novembre 2011)
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IL POST BERLUSCONI – Infatti, appena 4 giorni dopo, il 13 novembre, il neosenatore a vita è già al Quirinale, dove, appena poche ore prima, Silvio Berlusconi era salito per rassegnare le dimissioni. Il governo Monti viene composto rapidamente: il 16 novembre il nuovo esecutivo presta giuramento e il 18 è già pienamente in carica, avendo ricevuto una fiducia schiacciante (la più alta della storia repubblicana) sia al Senato che alla Camera (in foto Mario Monti e Giorgio Napolitano al Quirinale per il giuramento del nuovo esecutivo)
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L’ECONOMIA – Gli affari economici vennero gestiti in prima persona dall’allora presidente del Consiglio, che mantenne la delega. Una decisa riforma venne fatta in ambito fiscale, dove si sostituì l’Ici con l’Imu. “La prima casa è importante per i cittadini ma consuma risorse pubbliche: ci vogliono infrastrutture intorno alle case. In tutti i Paesi contribuisce al mantenimento dei servizi pubblici”, disse a “Porta a Porta” del dicembre 2011. Da ricordare anche il pareggio di bilancio in Costituzione, le liberalizzazioni e la razionalizzazione della spesa pubblica
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LE PENSIONI – Altro intervento per cui viene ancora ricordato è quello sulle pensioni, insieme all’allora ministra del Lavoro Elsa Fornero. La “Legge Fornero” di fatto allungava i tempi necessari per andare in pensione ed estendeva il metodo contributivo. Il problema furono alcune categorie particolari, come gli “esodati”, persone che avevano accettato il licenziamento in cambio di aiuti economici per arrivare alla pensione. Così questi esodati si ritrovarono in un limbo, un periodo scoperto sia dagli assegni frutto dell’accordo che da quelli pensionistici
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LE PROVINCE – Il decreto “Salva Italia”, al cui interno vi era la “Legge Fornero”, conteneva anche le disposizione per la soppressione di enti intermedi come le province, che diventarono enti di secondo livello e in alcune circostanze diventano “Città metropolitane”. “Si risparmieranno 5 miliardi di euro”, disse allora Monti. Il taglio drastico del 2012 venne successivamente alleggerito, passando dalla formula delle 40 province alle oltre 80 di oggi, a cui vanno aggiunte le città metropolitane e gli enti di decentramento territoriale

L’EUROPA – Migliore rispetto al suo predecessore fu il rapporto con l’Europa. Il fondo salva-Stati e anche la nota formula “Whatever it takes” del presidente della BCE Mario Draghi furono, secondo l’ex presidente del Consiglio, frutto anche di un ritrovato peso politico di Roma, grazie soprattutto alle sue riforme. Un pensiero non condiviso. “Il cambio di passo da parte della BCE fu indipendente”, ha dichiarato Ferdinando Giugliano, opinionista di Bloomberg in un articolo del Post del 2021 (in foto, Mario Monti con l'ex presidente della Commissione Barroso, 2013)

SCELTA CIVICA – Nel dicembre 2012, Monti si dimise dopo l’annuncio del ritiro dell’appoggio da parte di Silvio Berlusconi, tra gli azionisti di maggioranza dell’allora governo. In questo modo Monti maturò anche una svolta politica personale, decidendo di candidarsi alle elezioni del febbraio 2013 alla guida della coalizione centrista “Con Monti per L’Italia”, con Scelta Civica, movimento da lui fondato e presieduto, in prima linea. Il risultato delle urne lo classificò in quarta posizione, dietro centrodestra e centrosinistra e il Movimento 5 Stelle

L’ATTIVITÀ SUCCESSIVA – Nonostante la rappresentanza da semplice senatore a vita, a seguito dell’allontanamento da Scelta Civica, Monti ha continuato ad esercitare una discreta influenza sull’attività politica italiana. Ha votato "No" alla Legge Rosatellum e dato la fiducia ai governi Gentiloni, Conte II e Draghi. Il senatore a vita è anche tornato ad essere presidente della Bocconi, per il quale ha ricoperto l’incarico per 28 anni, il più lungo nella storia dell’Ateneo (in foto, Monti di spalle dopo il discorso d'apertura dell'anno accademico in Bocconi, 2012)
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