Imu doppia per coniugi, prime richieste di rimborso dopo decisione Consulta
La questione nasce con il decreto legge n. 201/2011, che introduce il concetto di "nucleo familiare": una coppia sposata deve fissare la dimora abituale del proprio nucleo, e su quella non pagherà l'Imu, presupponendo che i coniugi abitino sempre insieme. Una coppia non sposata, invece, non costituendo "nucleo familiare", non deve indicare un'unica dimora abituale, con l'effetto di poter godere di una doppia esenzione Imu
Con la sentenza del 13 ottobre 2022, la Corte Costituzionale ha stabilito che non è giusto penalizzare le coppie legalmente unite rispetto alle altre: queste ultime, fino alla decisione della Consulta, godevano di molteplici esenzioni Imu sulle prime case
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Alla luce di quanto stabilito, stanno partendo le richieste di rimborso da parte dei cittadini. La restituzione dei fondi, come specifica Il Messaggero, non sarà automatica. Gli enti locali, che dovranno aspettarsi una significativa perdita di gettito, chiederanno di dimostrare l’effettiva dimora nelle abitazioni in questione prima di prendere in considerazione le domande di rimborso
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Il rimborso spetta ai coniugi in relazione alla maggiore imposta versata negli ultimi cinque anni. Andando a ritroso potranno perciò essere accolte le richieste relative alle somme pagate dal 2017 al 2022
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La Cassazione ha in seguito chiarito che decorso il termine di decadenza (5 anni), l’interessato non ha più nessuna forma di tutela
La questione nasce con il decreto legge n. 201/2011, che introduce il concetto di "nucleo familiare": una coppia sposata deve fissare la dimora abituale del proprio nucleo, e solo su quella non pagherà l'Imu, presupponendo che i coniugi abitino sempre insieme
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Sugli altri immobili posseduti dalla coppia, anche se occupati abitualmente, ad esempio per motivi di lavoro, non scatta l'esenzione e si paga la tassa regolarmente. Una coppia non sposata, invece, non costituendo "nucleo familiare", non deve indicare un'unica dimora abituale, con l'effetto di poter godere di una doppia esenzione Imu
La Consulta è intervenuta proprio su questa distinzione: "Nel nostro ordinamento costituzionale non possono trovare cittadinanza misure fiscali strutturate in modo da penalizzare coloro che, così formalizzando il proprio rapporto, decidono di unirsi in matrimonio o di costituire una unione civile", si legge nella sentenza che ha dichiarato illegittime le norme che, per i componenti del nucleo familiare, limitano l'esenzione ad uno solo degli immobili
Una distinzione che ormai è anche anacronistica, spiega la Corte, perché "dall'aumento della mobilità nel mercato del lavoro, dallo sviluppo dei sistemi di trasporto e tecnologici, dall'evoluzione dei costumi, è sempre meno rara l'ipotesi che persone unite in matrimonio o unione civile concordino di vivere in luoghi diversi, ricongiungendosi periodicamente, ad esempio nel fine settimana, rimanendo nell'ambito di una comunione materiale e spirituale"
Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, sottolinea anche come sia "importante il richiamo della Corte alla responsabilizzazione dei Comuni ad effettuare adeguati controlli sul corretto utilizzo dell'agevolazione fiscale", perché c'è chi potrebbe approfittare della doppia esenzione indicando residenze che poi non occupa nella realtà
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