Rush finale per la conquista del Nazareno. In vista della settimana decisiva, i giudizi positivi sul premier, prima del segretario uscente dem e poi del governatore dell'Emilia-Romagna, incendiano il dibattito tra i democratici. Dure critiche di Orlando e Provenzano, Schlein: "Non condivido la loro posizione"
Con i risultati delle elezioni regionali ormai alle spalle, nelle ultime ore la partita per la guida del Nazareno si è accesa sul giudizio dato da Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna e candidato in corsa per la guida del Pd contro Elly Schlein, sul lavoro di Giorgia Meloni come premier. Ieri, nel corso di un'intervista, ha infatti parlato del presidente del Consiglio come di "una persona certamente capace", invitando a tutti alla "misura nelle critiche". Ma a dare fuoco alle polveri erano state prima le parole di Enrico Letta al New York Times, in cui il segretario uscente del Partito democratico aveva certificato un buon comportamento di Meloni su bilancio e Ue, confermando però un giudizio negativo su tutto il resto dei 100 giorni.
Letta: "Meloni migliore di quanto ci aspettassimo"
Al quotidiano statunitense, Letta aveva affermato che il premier italiano fino a questo punto è stato "migliore di quanto ci aspettassimo" sulle questioni economiche e finanziarie. Poi ha aggiunto che Meloni ha abbandonato l'aggressività chiaramente dichiarata nei confronti dell'Ue, decidendo di "seguire le regole" ed evitando di "commettere errori". Per Letta, "la realtà è che lei è forte. È in piena luna di miele, senza un'alternativa all'interno della maggioranza e con l'opposizione divisa". Non si è trattato tuttavia di un endorsement, anche perché il leader dem, "come altri critici del governo, sottolinea come ci sia molto da preoccuparsi anche su questioni come l'immigrazione, la giustizia e i diritti degli omosessuali e dell'aborto, anche se ha riconosciuto che in questi settori finora non è stato fatto nulla di spettacolare, nulla di drammatico", si legge ancora sul New York Times.
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Bonaccini: "Meloni è persona certamente capace. Non è fascista"
Poche ore dopo, Bonaccini, rispondendo a una domanda sulle parole di Letta durante una diretta televisiva, ha dichiarato che "Meloni non è una fascista, è una persona certamente capace". Il ragionamento del presidente dell’Emilia-Romagna non è stato scevro da critiche e timori rispetto all'avvio del governo di centrodestra. Ad esempio, il candidato segretario Pd ha segnalato che "il fatto che l'Italia sia stata esclusa dal vertice dell'Eliseo non è un buon segnale". Nonostante questo, ha aggiunto Bonaccini, "mi pare che Meloni abbia tutto l'interesse a stare dentro il Patto Atlantico e all'Eurozona". Quanto alla maggioranza, Bonaccini ha sottolineato: "Sono partiti baldanzosi, ho l'impressione che siano incorsi in qualche incidente di troppo e soprattutto voglio vedere come si comporteranno rispetto al tema Europa". Tuttavia, il governatore ha invitato ad evitare critiche affrettate: "Serve misura", ha specificato, ricordando che, ad esempio, "sui balneari, con cui siamo sempre andati d'accordo nella mia regione, le gare vanno fatte".
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Da Orlando e Provenzano critiche a Letta e Bonaccini
Il giudizio tutto sommato positivo sull’operato del governo del candidato segretario hanno subito provocato la reazione dell'area della sinistra dem. Il primo a controbattere è stato l'ex ministro del Lavoro Andrea Orlando. "Qualcosa non va", ha attaccato, "mettiamoci d'accordo: se sosteniamo che la manovra di bilancio incentiva l'evasione, non aiuta l'economia reale e premia le rendite, colpisce i poveri e non affronta la crisi salariale. Se diciamo che il decreto Ong è contro la Costituzione, i trattati internazionali e il senso stesso di umanità. Se diciamo che esponenti del governo, coperti dalla premier, si sono resi responsabili di comportamenti gravi e di un utilizzo inaccettabile delle istituzioni contro l'opposizione. Come si fa a dire contemporaneamente che sono capaci (di cosa?) o che sono meglio di quanto ci aspettassimo? Davvero, mettiamoci d'accordo compagni e amici". Sulla stessa linea anche il vice segretario Peppe Provenzano: "Il governo Meloni è il peggiore di sempre. Nel Pd c'è chi pensa di no? È il governo delle disuguaglianze, come si fa a dire che 'è capace' e di 'misurare le critiche'? Pensiamo a fare opposizione e costruire l'alternativa. Le primarie servano a questo. O almeno a fare chiarezza".
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Schlein: "Non condivido le parole di Bonaccini su Meloni"
A scandagliare deputati e senatori dem, il partito sembra diviso tra chi considera le parole di Bonaccini "dal sen fuggite" o, comunque, "dette in buona fede, solo per segnalare che l'opposizione va fatta sui temi e non in maniera ideologica". C’è anche chi liquida la faccenda come la dimostrazione del "nervosismo che circola nell'area Bonaccini: si sentono il fiato sul collo". Il governatore rimane favorito per la vittoria finale, ma alcuni dati rilevano una certa crescita delle quotazioni di Schlein. La deputata, dal canto suo, ha sottolineato "di non condividere le parole di Bonaccini su Meloni". E ha spiegato di credere che Giorgia Meloni "non abbia ancora trovato la postura nel nuovo ruolo. Lo penso dal primo discorso che ha tenuto alla Camera e sulla vicenda Delmastro e Donzelli. Credo che la destra non abbia aumentato la portata del proprio consenso, ma ha saputo mantenerlo. Alle ultime Politiche hanno preso gli stessi voti del 2018. Credo che non passerà molto tempo per la prossima delusione", ha aggiunto, ricordando che il governo ha "fatto una manovra che colpisce i poveri, ha colpito le pensioni del ceto medio e delle donne, non ha messo un euro agli enti locali, non un euro al trasporto pubblico e al Sud". Poi ha concluso sostenendo che Meloni “sta facendo male e che in Europa rischia di isolarci gettandosi tra le braccia del gruppo Visegrad".
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Fonti del Nazareno: "Parole di Letta travisate"
Ad alimentare lo scontro interno al Pd è sceso in campo direttamente anche il Nazareno, tirato in causa dalle parole di Orlando. Alcuni fonti vicine al segretario uscente hanno sostenuto come l’ex ministro abbia travisato “completamente le dichiarazioni di Enrico Letta al New York Times ai fini di una polemica interna che non ha alcun fondamento. Il segretario si è limitato ad esprimere al quotidiano statunitense un giudizio positivo, che peraltro conferma, sul fatto che la premier Giorgia Meloni non ha infranto le regole di bilancio e le regole dell'euro, a differenza di quanto negli anni aveva detto di fare. Basta del resto leggere per intero l'articolo, con i virgolettati testuali, perché non sorgano fraintendimenti". Lo staff di Orlando si è chiesto, però, a nome di chi abbia parlato il Nazareno, mentre fonti della sinistra dem hanno rimarcato che "a Letta compete una funzione di garanzia in questo congresso", fino a dopo le primarie. "Dispiace che fonti anonime del Nazareno, che non si sa se parlino a nome di tutto il partito, scambino per polemica una osservazione rivolta da Andrea Orlando sul rischio di messaggi contraddittori. Una opinione in quanto tale generica, che non si può ridurre a polemica. Di questo il Pd non ha bisogno", hanno rimarcato dall'ufficio stampa di Orlando.
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Il governatore dell'Emilia-Romagna: "Il rispetto istituzionale lo do a tutti"
L’ultimo atto dello scontro è spettato allo stesso Bonaccini che, interpellato sulle reazioni interne al partito alle sue parole, ha risposto: "Bisogna evitare polemiche strumentali. Ho detto che Meloni è parsa una persona capace perché ha tenuto la posizione sul patto Atlantico. Sono stato a Bruxelles e ho incontrato la presidente Metsola e gli altri commissari e ho detto che è stato incredibile che l'Italia sia stata estromessa dai vertici principali europei, se ci fosse stato Draghi non sarebbe mai successo". Il governatore dell’Emilia-Romagna ha poi provato a chiudere la polemica chiedendo di "evitare polemiche strumentali, la destra preferisco batterla nelle urne piuttosto che nelle interviste". E oggi ha sottolineato: "Mi si rimproverava di non parlare troppo male di Salvini tre anni fa e contemporaneamente mi si diceva: perderai se non ne parli male. Ho vinto con quasi 10 punti di distacco. A me piace vincere nelle urne, a qualcuno del Pd piace vincere nelle interviste e nei talk show. Poi però si perde e io preferisco che la destra non vada al governo, preferisco che governiamo noi". Poi, riguardo il suo giudizio sul premier, ha specificato: "Il problema non è l'elegia di nessuno, ci mancherebbe, io il rispetto istituzionale lo do sempre a tutti. Ma io la destra la voglio battere nelle urne, nei voti dei cittadini, perché non l'ho eletta io Giorgia Meloni. Purtroppo con una sinistra che ha continuato a perdere e un Pd che continua a perdere per l'ennesima volta abbiamo avuto anche questa prova e novità del governo Meloni e mi dispiace molto".
Lunedì 20 febbraio il Confronto su Sky TG24, domenica i gazebo
Il clima però resta elettrico in vista del confronto televisivo tra i due candidati alla leadership del Pd in qualità di finalisti della competizione in programma lunedì 20 febbraio in diretta negli studi di Milano di Sky TG24, in apertura di una settimana decisiva per la corsa alla segreteria del Partito democratico che si concluderà il 26 febbraio con il voto nei gazebo allestiti in tutta Italia.