
Governo, la Legge di bilancio parte da 21 miliardi di dote: tre quarti per caro energia
La fetta più consistente delle risorse sarà destinata a quello che il governo considera la priorità: il pacchetto di aiuti per famiglie e imprese. Meloni e il titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti, hanno già fatto il punto, insieme ad altri ministri, proprio per decidere come procedere: ecco le prossime tappe e le misure in discussione

I diversi dossier economici stanno mettendo alla prova il governo di Giorgia Meloni. Si tratta di un incastro complesso, ma che che comincia ad assumere uno schema: le stime del deficit programmatico che si stanno definendo nell’aggiornamento della Nadef delineano infatti la dote iniziale da cui parte la Legge di bilancio. Si tratta di una cifra compresa tra 10 e 21 miliardi
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Intanto, si sa già che la fetta più consistente, i tre quarti delle risorse, sarà destinata a quello che il governo considera la priorità: il pacchetto di aiuti per famiglie e imprese sul fronte del caro-energia. L’intenzione è di lavorare con una tempistica molto stretta per garantire il pieno rispetto dei tempi. E Meloni e il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti hanno fatto il punto il 28 ottobre, insieme ad altri ministri, proprio per decidere come procedere
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La Cgia di Mestre però ha già sottolineato che anche se il governo disponesse nell'ultima parte del 2022 di circa 15 miliardi, tale importo non sarebbe sufficiente. Di questi 15 miliardi, 10 sono stati "lasciati in eredità dall'esecutivo Draghi e altri 5 dovrebbero giungere dall'Ue". Ma se "il governo estenderà anche per il prossimo mese di dicembre le misure" del dl Aiuti ter "a nostro avviso gli altri 10 miliardi a disposizione sono certamente rilevanti, ma non sufficienti a sterilizzare gli extra costi che famiglie e imprese saranno chiamate a sostenere"

Ma quali sono le prossime tappe? Il quadro programmatico, per il quale si attendono gli ultimi dati dell’Istat sul Pil nel terzo trimestre in calendario lunedì, dovrebbe fissare l’asticella del deficit nel 2023 a un valore compreso tra il 3,9% e 4,5% del Pil. Considerando che la previsione tendenziale è al 3,4%, questo aprirebbe uno spazio di manovra per il prossimo anno tra 9,5 e 20,8 miliardi. La Nadef dovrebbe arrivare in Cdm, insieme al Dpb e al Rapporto sull’evasione ereditato dal precedente governo, ai primi di novembre

Sarà poi la volta della Relazione sull’aggiustamento di bilancio, che richiede l’approvazione a maggioranza assoluta del Parlamento, necessaria per poter utilizzare il ’tesoretto’ di circa 9,4 miliardi di minor deficit lasciato dal governo Draghi per finanziare il nuovo decreto Aiuti ’quater’

Ma si sta lavorando anche per riuscire a trovare altre risorse per arricchire il decreto puntando su aiuti più incisivi per famiglie e imprese: potrebbe trattarsi di una replica del bonus da 150 euro già concesso a novembre, oppure l’introduzione di uno scudo di 6 mesi per la morosità incolpevole per chi non riuscirà a pagare le bollette

Una volta che ci sarà il decreto Aiuti quater, ci si concentrerà sulla manovra. I tre quarti delle risorse, fanno sapere fonti del governo, andranno come detto al pacchetto energia, il resto alle altre misure. Si lavora sul cuneo fiscale e sulle pensioni

Per accrescere il reddito disponibile delle famiglie, si studia anche una estensione dei beni primari con l’Iva ridotta al 5%, che potrebbe comprendere i prodotti per l’infanzia, come indica il programma di FdI

È poi quasi certa una modifica della norma sugli extraprofitti, per la quale si studiano due correttivi: modificare la base imponibile oppure alzare la percentuale (ora al 25%) del prelievo. In arrivo anche l’innalzamento del tetto al contante: si passerebbe dagli attuali 2mila euro a 5mila

Ma proprio sul tema del contante si anima il dibattito, con il presidente dell’Anticorruzione Busia che mette ha già avvertito: “Oltre certi importi ormai non si paga più cash, a meno che non si tratti di attività illegali o di economia sommersa”
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