
Elezioni, Cappato perde il ricorso: nessun rinvio del voto. Ma è pronto un reclamo urgente
Il giudice di Milano ha dato ragione al governo, escludendo la lista dell’ex leader radicale per aver utilizzato le firme digitali. La battaglia però non finisce qui: “Stiamo preparando un reclamo urgente e ricorsi a giurisdizioni internazionali”, ha dichiarato il leader di “Referendum e Democrazia”
Ricorso respinto. Il giudice di Milano Andrea Borrelli ha rigettato le ragioni dI "Referendum e Democrazia", la lista di Marco Cappato, togliendo gli ultimi dubbi sull'esecuzione del voto di domenica 25 settembre. Motivo del contendere: la scelta della lista di raccogliere le firme in digitale anziché in cartaceo. A giudizio si era costituito anche il governo che, attraverso l’Avvocatura dello Stato, aveva dichiarato che se “dovessero essere riconosciute le loro ragioni sarebbe inevitabile il rinvio delle elezioni”
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IL RICORSO A ORGANISMI INTERNAZIONALI – "Nel silenzio assoluto da parte di Governo, Parlamento e Presidente della Repubblica il giudice di Milano si è trovato a dover decidere in condizioni di oggettivo ricatto prodotto dall'inerzia istituzionale. Anche per questo la nostra azione non finisce qui. E' in preparazione un reclamo urgente e ricorsi a giurisdizioni internazionali", ha dichiarato Cappato dopo la pubblicazione dell'esito del ricorso
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LA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELLUOMO - Tra i probabili soggetti ai quali si rivolgerà Cappato ci potrebbe essere la Corte europea dei diritti dell'uomo, che ha sede a Strasburgo, in Francia. La Corte infatti riconosce il diritto di voto (articolo 3 del primo Protocollo alla Cedu) come cardine per due diritti che sono la doppia faccia della stessa medaglia: il diritto di votare e quello di competere per essere eletti. Il mancato riconoscimento delle firme digitali potrebbe configurarsi come violazione di questa prerogativa
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LA CONSULTA – Già alcuni giorni fa il legale della lista di Cappato aveva reso noto un'altra possibile via in caso di rifiuto. “Nel caso in cui non venisse accolto il ricorso, chiederemo di sollevare una questione di legittimità costituzionale, per la palese irragionevolezza del presunto divieto di presentazione in forma elettronica di liste in occasione delle elezioni, laddove da più di un anno la stessa identica procedura è ammessa invece per le iniziative referendarie e le iniziative di legge popolare”, aveva dichiarato l'avvocato Giovanni Guzzetta
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I FATTI – Il movimento dell’ex storico leader radicale, noto per le sue battaglie soprattutto sul fine vita, aveva raccolto in occasione delle elezioni le firme necessarie per presentare i propri candidati in tutta Italia ma in diversi collegi del Nord Italia non è andata a buon fine: la Corte di Appello aveva infatti bloccato Referendum e Democrazia perché considerava le firme per la lista non valide
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LA SCELTA DI CAPPATO – Per questa ragione il leader Cappato aveva chiesto e scritto sia alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese che al premier Mario Draghi chiedendo di intervenire con un decreto, visto che la presentazione di firme digitali è consentita per i referendum (ultimo esempio quello sulla cannabis e eutanasia) ma non per la presentazione di un simbolo. “Costituisce una violazione dell'articolo 3 della Costituzione”, ha dichiarato il legale del partito, l'avvocato Giovanni Guzzetta

COSA SIGNIFICA IL NO A CAPPATO – Oltre a Cappato molti altri partiti più piccoli hanno messo in discussione la democraticità di queste elezioni, visto che presentare le firme, specie in pieno agosto, non è stato facile. Nella memoria al tribunale di Milano il governo ha rilevato come comunque le formazioni politiche "di qualche consistenza" siano riusciti a raccogliere le firme. In questo senso la firma digitale avrebbe permesso a partiti meno strutturati sul territorio di presentarsi

PERCHÉ NON SI È INTERVENUTO PRIMA? – Nel 2017 il Parlamento aveva emanato una legge delega (n.165 articolo 3 comma 7) chiedendo al governo di legiferare e stabilendo che, “entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definite le modalità per consentire la raccolta con modalità digitale delle sottoscrizioni necessarie per la presentazione delle candidature e delle liste in occasione di consultazioni elettorali, anche attraverso l’utilizzo della firma digitale e della firma elettronica qualificata”. Il governo però non è mai intervenuto