I partiti che sostengono il governo Draghi lavorano alla risoluzione da votare martedì dopo le comunicazioni del premier sul Consiglio Ue. Resta il nodo sul sostegno anche militare a Kiev su cui arriva l'opposizione del M5S. Malumori interni nel Movimento per la posizione del ministro degli Esteri
I partiti della maggioranza lavorano a una risoluzione sul tema Ucraina da votare martedì dopo le comunicazioni del premier sul Consiglio Ue. Le forze politiche che sostengono il governo Draghi hanno concordato per ora su 5 dei 6 punti contenuti nel testo, rimandando l'ultimo a una riunione prevista per lunedì. Tutti d'accordo sull'adesione di Kiev all'Ue, la revisione del Patto di Stabilità, gli interventi per famiglie e imprese in difficoltà per gli effetti della guerra, il RepowerEu per l'energia e il rafforzamento delle proposte sul futuro dell’Unione. Resta il nodo armi, con il M5S che lavora allo stop ad aiuti militari. Il ministro Luigi Di Maio si dissocia però da questa linea: "La Nato è un'alleanza difensiva, se ci disallineamo dalla Nato mettiamo a repentaglio la sicurezza dell'Italia". E all'interno del Movimento si registrano tensioni (GUERRA IN UCRAINA: LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI).
Risoluzione M5S: no a ulteriori invii armi
I senatori del Movimento Cinque Stelle lavorano a una risoluzione in vista del voto di martedì in cui si leggerebbe che "si impegna il governo a non procedere, stante l'attuale quadro bellico in atto, a ulteriori invii di armamenti che metterebbero a serio rischio una de-escalation del conflitto pregiudicandone una soluzione diplomatica". Altri impegni sollecitati al governo riguardano il cessate il fuoco e il sostegno al popolo ucraino. Il testo parte dalla premessa che il conflitto "dura ormai da oltre 100 giorni e sta assumendo sempre più le caratteristiche di una guerra di logoramento segnata dal mancato rispetto del diritto internazionale umanitario" e che gli ucraini stanno "combattendo per il proprio diritto all'autodeterminazione". Dopo una giornata di fibrillazioni crescenti nella maggioranza, la capogruppo del M5s al Senato Mariolina Castellone deve intervenire per mettere in chiaro che la bozza in questione "non è la risoluzione alla quale stiamo lavorando con tutta la maggioranza. Abbiamo un testo condiviso che stiamo completando" e all'interno del quale "per noi è importante che si parli di de-escalation militare e della centralità del Parlamento nelle scelte sulla guerra".
Di Maio: "Nato è un'Alleanza difensiva"
Commentando le notizie di giornata, il ministro degli Esteri Luigi di Maio, intervenendo da Gaeta, ha detto: "Ho letto in queste ore che c'è una parte dei senatori della forza politica cui appartengo che avrebbe proposto una bozza di testo da inserire nella risoluzione, che di fatto ci disallinea dall'Alleanza Nato e ci disallinea dall'Ue. Ora non devo dirlo a voi questo che significa. La Nato è un'Alleanza difensiva, grazie alla Nato abbiamo costruito lo sviluppo con i nostri partner negli ultimi decenni e se ci disallineiamo dalla Nato mettiamo a repentaglio la sicurezza dell'Italia". "Se è un'Alleanza difensiva e ci siamo tutti quanti dentro - ha poi sottolineato - lavoriamo tutti quanti insieme per una soluzione pacifica. Non è che ci sganciamo e cominciamo a fare cose che magari possono essere utilizzate dalla propaganda russa per dire che l'Italia sta un pò di più con la Russia che con la Nato: questo non ce lo possiamo permettere".
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Le polemiche nel M5S
Intanto sulla bozza, all'interno del M5S ci sono pareri discordanti. "Sono usciti degli articoli che dicono che al Senato, i miei colleghi, hanno scritto una risoluzione nella quale chiedono di non inviare armi all'Ucraina. Di certo questa è una posizione che, secondo me, non potrà vedere neanche tutta la maggioranza d'accordo. Mi auguro che non sia questa la strada, perché la situazione è veramente molto importante e sul filo di lana. Io di sicuro non voterei una risoluzione, qualora presentata dal mio gruppo, che va fuori dalla collocazione storica dell'Italia", sono le parole del vice Ministro dell'Economia e delle Finanze, Laura Castelli, intervenendo al 1° Blue Forum Italia Network in corso a Gaeta.
Le critiche a Di Maio
La vicenda sta spaccando il M5s. Gli esponenti più vicini a Conte esprimono malumore nei confronti di Luigi Di Maio. "Ci rappresenta ancora nel governo" come ministro degli Esteri o "sta rappresentando solo sé stesso?”, chiede senza giri di parole Michele Gubitosa, uno dei 5 vice di Giuseppe Conte. E poco dopo l'altra vicepresidente Alessandra Todde rincara la dose: "Parlando così, si sta ponendo fuori dal Movimento". I due invocano una discussione davanti al Consiglio nazionale e inizia a serpeggiare lo spettro della scissione.
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La nota del M5s: "Stiamo lavorando compattamente"
Intanto, in una nota congiunta i parlamentari del MoVimento 5 Stelle delle commissioni Politiche Ue ed Esteri e i coordinatori dei comitati area Difesa ed Esteri hanno fatto sapere che "il MoVimento 5 Stelle sta lavorando compattamente, e con il coinvolgimento dei capogruppo di Camera e Senato oltre che delle commissioni competenti, sulla risoluzione di maggioranza che verrà votata prima del Consiglio Europeo. La nostra linea è chiara, vogliamo inserire nella risoluzione due concetti per noi basilari: la de-escalation militare e la centralità del Parlamento per ogni scelta sulla guerra in Ucraina". "Il M5S - aggiungono - sta lavorando come sempre con lealtà e senso di responsabilità verso il Paese senza mettere mai in discussione la nostra correttezza verso gli alleati e l'Unione Europea, così non è in discussione la nostra appartenenza all'Alleanza Atlantica e il nostro massimo sostegno all'Ucraina".
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Ambasciatore russo Razov: "Non tutti d'accordo su invio armi"
L'ambasciatore russo a Roma Razov, in un'intervista a Scenari Internazionali, ha affermato che "la logica secondo cui la massiccia fornitura di armi all'Ucraina sarebbe un mezzo per arrivare alla pace mi sembra quantomeno bizzarra. In sostanza si tratta di alimentare all'infinito la situazione di conflitto e di moltiplicare vittime e distruzioni. Questa logica, a quanto mi risulta, è lungi dall'essere condivisa da tutti, anche in Italia". "Il fatto è che le armi italiane - ha aggiunto - saranno utilizzate per uccidere militari russi. Questo introduce nelle nostre relazioni bilaterali un altro elemento negativo che non possiamo ignorare". "Le parole dell'ambasciatore russo sull'invio delle armi sembrano purtroppo un plauso alle intenzioni espresse dalla risoluzione M5s che sta girando in queste ore. L'endorsement di Razov a quella che è l'apparente posizione di una parte del M5s ci riempie di imbarazzo e vergogna. Rischiamo di portare il M5S e l'Italia dalla parte sbagliata della storia", ha detto il senatore Primo Di Nicola, molto vicino a Di Maio. "Non si può giocare con le alleanze e la sicurezza del nostro Paese. Non possiamo fare un favore a Putin mentre continua a bombardare l'Ucraina. Cosa hanno in mente i vertici M5S? Spero ci ripensino per il bene dell'Italia".