Pnrr, i nodi in Parlamento

Politica

Jana Gagliardi

Tempi e insidie, viste le turbolenze in maggioranza, che attendono provvedimenti cruciali per ottenere i fondi dall'Europa. Come la riforma della giustizia, quella fiscale e la legge sulla concorrenza. Con lo spettro della ratifica del Mes che incombe

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Col cambio di passo nei rapporti fra governo e maggioranza, dopo la difficile tornata elettorale per il capo dello Stato, arrivano adesso al pettine una serie di nodi legati al Pnrr: in Parlamento ci sono provvedimenti cruciali sui quali crescono le preoccupazioni dell'esecutivo soprattutto riguardo ai tempi. Che sono stretti, ma le tensioni al momento sopite nella maggioranza, e fra esecutivo e partiti, rischiano di tornare a esplodere rallentando ulteriormente il percorso già difficile di riforme legate ai fondi attesi dall'Europa.

Il Pnrr: fondi e tempistiche

Cento obiettivi da raggiungere entro la fine dell’anno, 45 entro giugno (finora ne sono stati portati a termine 3) con in ballo solo in questo semestre fondi europei per 24,1 miliardi che vanno sbloccati. Ecco perchè la preoccupazione del governo, in particolare al momento sui tempi, per tre dei provvedimenti all'esame del Parlamento: la delega con la riforma fiscale, il disegno di legge sulla concorrenza e il codice degli appalti.

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La delega fiscale e la riforma del catasto

La delega al governo per la riforma del fisco, che contiene l’intricato nodo del catasto che il centrodestra vorrebbe stralciare, procede a rilento alla Camera e in commissione è già stato chiesto il rinvio rispetto all'arrivo in aula previsto il 28 febbraio. L'argomento è particolarmente spinoso perché alla riforma del catasto Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia ritengono legato il rischio concreto che venga di fatto istituita una nuova patrimoniale e per questo la discussione è stata e resta così accesa da portare a rallentamenti significativi e rinvii.

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Ddl concorrenza e nodo balneari 

Sul ddl concorrenza, che Draghi ha auspicato venga approvato entro marzo, così che i decreti attuativi vedano la luce per la fine dell’anno, in commissione in Senato sono state chieste oltre 100 audizioni e la Lega ha già promesso modifiche alla riforma delle concessioni balneari appena approvata dall'esecutivo. L'intero centrodestra non ha mai fatto mistero della sua contrarietà all'applicazione rigida della direttiva Bolkestein, specie riguardo alla questione delle spiagge e degli stabilimenti balneari attualmente gestiti da famiglie o imprenditori italiani, spesso da generazioni. Secondo il centrodestra la liberalizzazione col possibile ingresso di grandi imprenditori anche dall'estero mette a rischio un patrimonio tradizionalmente nazionale e l'economia di intere famiglie. Per questo nel testo varato da Palazzo Chigi sono state inserite specifiche tutele ma la cosa non è bastata, specie alla Lega, che dopo averlo comunque votato in Consiglio dei ministri ha annunciato modifiche in Parlamento.

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La fitta agenda del Senato

Sempre in Senato riprende in commissione lavori pubblici la riforma del codice degli appalti, varata addirittura a giugno scorso ma su cui le posizioni sono molto diverse: Pd e 5 stelle difendono le misure attualmente in vigore, il centrodestra, Italia Viva e Azione - seppure queste ultime due con toni diversi - considerano invece da superare ed eliminare una serie di provvedimenti perché con la loro rigidità bloccherebbero investimenti e lavori che proprio coi fondi del Pnrr dovrebbero avere impulso.

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La Lega non rinunica alla flat tax

Nel frattempo ancora a palazzo Madama arrivano gli emendamenti al decreto Sostegni ter, con uno dei quali la Lega potrebbe voler riproporre la flat tax fino a 100 mila euro, cavallo di battaglia del Carroccio che però ha strada difficile visto che il governo ha già avvertito: non è il caso di presentare emendamenti che incidano sui costi.

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La riforma della giustizia

Fra le riforme cruciali anche per il Pnrr c'è quella della giustizia e del Csm. In commissione alla Camera almeno sugli emendamenti sull'ergastolo ostativo le votazioni dovrebbero esserci fra martedì e giovedì. La riforma del Csm è ferma in commissione Giustizia alla Camera da novembre, si annuncia una corsa contro il tempo in Parlamento visto che le nuove regole dovrebbero valere per il rinnovo del Csm a luglio. E l’approvazione della riforma entro maggio consentirebbe anche di assorbire tre dei cinque referendum sulla giustizia che la Consulta ha appena dichiarato ammissibili.

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Lo spettro del Mes

E mentre già su tutto questo il confronto fra i partiti - e fra partiti e governo - non sarà facile, dietro l'angolo c'è il Mes, del quale da mesi l'Europa chiede la ratifica e che da sempre è fieramente osteggiato dalla Lega ma anche dai 5 stelle. Il Carroccio in particolare - che definisce il Meccanismo Europeo di Stabilità una vera e propria trappola - promette battaglia e questo rischia di spaccare la maggioranza ed è ulteriore fonte di preoccupazione per il governo.

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Nuove tensioni sul Green pass

E per finire c'è sempre il tema Covid: mentre in Parlamento si esamina l'ultimo decreto, quello con l'obbligo vaccinale per gli over 50, che va ratificato, emergono nuovamente le diverse posizioni e la Lega si unisce a Fratelli d'Italia nel presentare e votare emendamenti contro il parere del governo, tornando a rilanciare l'abolizione totale del green pass dopo la fine dello stato d'emergenza il 31 di marzo.

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