Pa, Brunetta: "Smart working al 15%”. Il piano per il rientro divide i partiti e sindacati
Annuncio del ministro: si definiranno le regole contrattuali per quanto riguarda disconnessione, produttività, risultati, e si ricorrerà ad una piattaforma online. Romina Mura (Pd): “Riorganizzare il lavoro senza tornare indietro”. Elisa Tripodi (M5s): "Fine di un a un approccio lavorativo che ha rivoluzionato gli uffici pubblici”. Frenano le parti sociali: “Evitare atti unilaterali, sì contrattazione”
Lo smart working nella Pubblica amministrazione non sarà abolito, è auspicabile resti per una quota fino al 15%. Ad annunciarlo, sul Corriere della Sera, è il ministro Renato Brunetta. Il ministro punta comunque al ritorno in presenza della burocrazia, come catalizzatore della ripresa, in questo momento sospinta anche dal superbonus 110% nell'edilizia
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Lo smart working, per una parte, però, rimarrà. In particolare, si definiranno le “regole del gioco” contrattuali per quanto riguarda disconnessione, produttività, risultati. E una piattaforma informatica
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Il tema dello smart working nell’ultimo periodo è stato al centro del dibattito. “Se la pubblica amministrazione è capace di controllare le performances dei dipendenti, lo smart working può entrare anche negli enti pubblici”, ha detto il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico
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“La pandemia ha offerto questa opportunità: certamente bisogna controllare, ma già da tempo in Inps accade che si lavori per obiettivi, e si valorizzino le prestazioni dei dipendenti. Se c'è sicurezza per lo Stato, lo smart working è possibile”, ha aggiunto
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"Rispetto alla possibilità di riorganizzare il lavoro non si può tornare indietro: una rinnovata efficienza della PA passa anche da uno smart working che funziona. Con questo spirito pienamente collaborativo interloquiremo con il ministro Brunetta”, ha detto la presidente della commissione Lavoro della Camera Romina Mura (Pd)
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"Decidere di mettere fine all'esperienza dello smart working significa mettere fine a un approccio lavorativo che ha rivoluzionato la nostra pubblica amministrazione. La decisione del ministro Brunetta non tiene conto dei molteplici benefici riscontrati per quanto riguarda il benessere dei dipendenti, in termini di sostenibilità e riduzione del traffico”, ha affermato Elisa Tripodi, vicepresidente del Movimento 5 Stelle alla Camera
Anche i sindacati frenano, sottolineando che la materia deve essere oggetto di negoziazione nel confronto per i rinnovi contrattuali del settore. I sindacati chiedono di evitare atti unilaterali e di lasciare che la materia sia regolata dalla contrattazione. In questo momento il tema si intreccia con quello del green pass che potrebbe essere esteso oltre i comparti della sanità e della scuola
"Auspico che eventuali decisioni che correggano le norme attuali che sono quelle della fase di emergenza - afferma la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti - vengano assunte previo confronto, In questi mesi lo smart working ha consentito da dare continuità all'attività tutelando la salute pubblica"
"Va evitato - aggiunge il segretario confederale della Cisl Ignazio Ganga - qualsivoglia intervento unilaterale su un tema delicato come il lavoro agile nella PA. L'impegno assunto nel Patto per l'innovazione del lavoro pubblico rimanda il lavoro agile alla contrattazione, con il rinvio alla definizione della sua disciplina da parte dei contratti collettivi. Lo smart working è un tema che dovrà essere affrontato con meno invadenza di leggi e più relazioni sindacali e contrattuali"
"Nell'incontro con l'Aran sul contratto delle Funzioni centrali abbiamo stabilito che il lavoro agile sarà argomento delle prossime riunioni per il contratto - ha detto il segretario della Uil-PA, Sandro Colombi. Come sindacati consideriamo un atto gravissimo una eventuale incursione normativa sul tema prima di fine anno quando scadrà lo stato di emergenza"