
Partito Comunista Italiano, cento anni fa la fondazione a Livorno
Il 21 gennaio del 1921, al Congresso del Partito socialista nel capoluogo toscano, la minoranza di sinistra ruppe con il resto del movimento. Da quella scissione nacque il Pci che avrebbe vissuto una storia lunga 70 anni, caratterizzata da diverse stagioni e varie evoluzioni, fino allo scioglimento del 3 febbraio 1991. LA GALLERY

Esattamente un secolo fa, il 21 gennaio del 1921, nasceva a Livorno il Partito comunista italiano
Enrico Berlinguer, 35 anni fa l'addio al leader del Pci. LA FOTOSTORIA
In occasione del Congresso del Partito socialista, la minoranza di sinistra decise di rompere con il resto del movimento per fondarne uno proprio, a quattro anni di distanza dalla Rivoluzione russa

E proprio con l’idea fondamentale di difendere la Rivoluzione russa, secondo Achille Occhetto, ultimo segretario del Pci, sarebbe nato un partito di stampo prettamente leninista

Il Partito comunista dovette ben presto fare i conti con il regime fascista che il 5 novembre del 1926 lo soppresse, ma i suoi militanti continuarono la loro attività, seppur clandestinamente

Alcuni militanti rimasero in Italia, dove formarono, nei limiti che il contesto consentiva, l’unico partito antifascista, anche se solo embrionale. Altri lasciarono il Paese, per ritirarsi in Francia e in Unione Sovietica

Tra gli esponenti del partito rimasti in Italia c’era anche Antonio Gramsci, secondo Segretario generale, succeduto a Amadeo Bordiga. Gramsci venne processato e condannato a oltre 20 anni di carcere dal Tribunale Speciale Fascista. Il 27 aprile del 1937, dopo essere passato alla libertà condizionale e già in gravi condizioni di salute, si spense all’età di 46 anni. Alla guida del partito aveva raccolto il suo testimone, già dieci anni prima, Palmiro Togliatti (nella foto con Nilde Iotti)

Alle prime elezioni politiche italiane del 1946 dopo il periodo fascista, il Partito Comunista ottenne quasi il 19% delle preferenze, alle spalle della Democrazia Cristiana (35,21%) e del Partito Socialista (20,68%). A un anno dal voto, il Pci sarebbe passato all’opposizione in seguito alla decisione di Alcide De Gasperi di estromettere le sinistre dall’esecutivo

Seguì una fase particolarmente tesa nella politica italiana che culminò nell’attentato, il 14 luglio del 1948, a Palmiro Togliatti, ferito gravemente alla nuca e alla schiena da Antonio Pallante, estremista anticomunista, a Roma, all’uscita della Camera dei deputati

Dopo la Resistenza e la fine della Seconda Guerra Mondiale, il Partito comunista italiano rafforzò progressivamente il proprio legame con l’Unione Sovietica, in un Paese in cui, al contrario, la maggioranza di governo spingeva nella direzione opposta, quella del blocco occidentale guidato dagli Stati Uniti (nella foto Pietro Ingrao, ex capofila dell'ala movimentista del Partito comunista italiano)

Il rapporto del Pci con il blocco sovietico non fu privo di contraddizioni e apparve sempre più controverso. Il momento di massima tensione lo si raggiunse sicuramente nel 1956 quando il Pci mancò di condannare l’invasione sovietica dell’Ungheria, in cui il tentativo rivoluzionario venne represso nel sangue dall’Armata Rossa
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Con Enrico Berlinguer, succeduto a Luigi Longo alla Segreteria nazionale nel 1972, si aprì una stagione completamente nuova per il Partito comunista italiano, una fase ispirata al pacifismo e ai diritti della persona

Non a caso, nel 1974, il Pci promosse la campagna per il "no" al referendum abrogativo della legge sul divorzio vincendo la propria battaglia, visto che nel maggio di quello stesso anno oltre il 59% degli italiani si espresse contro l’abrogazione della legge

Enrico Berlinguer fu anche il principale protagonista, insieme a Aldo Moro, del cosiddetto "Compromesso storico", ovvero il tentativo di riavvicinamento del Partito Comunista con la Democrazia Cristiana nel corso degli anni Settanta

E proprio sotto la guida di Berlinguer il Pci ottenne il miglior risultato elettorale della propria storia, toccando il massimo consenso alle elezioni del 1976, alle quali conquistò più del 34% delle preferenze (nella foto i funerali di Enrico Berlinguer a Roma, il 13 giugno del 1984)

Sull’onda emotiva della scomparsa di Berlinguer, alle europee del 1984 il Pci completò il sorpasso sulla Democrazia Cristiana diventando il primo partito italiano. Quel risultato, però, non sarebbe stato più replicato. Il partito si sciolse il 3 febbraio del 1991, in occasione del XX Congresso Nazionale quando la maggioranza dei delegati approvò la cosiddetta "Svolta della Bolognina" del segretario Achille Occhetto (nella foto con Craxi) che, contestualmente, costituì il Partito Democratico della Sinistra, che aderiva all’Internazionale Socialista
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