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Da Banfi a Cuccarini, la politica e quella nostalgia per gli anni Ottanta

Politica

Paolo Volterra

Per entrare in sintonia con la nuova politica, la cosa migliore è rispolverare un televisore col tubo catodico, una radio a transistor o un giradischi. Ecco perché 

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Mettiamo da parte gli smartphone, silenziamo i social, cancelliamo lo streaming. Per entrare in sintonia con la nuova politica è molto meglio rispolverare un televisore col tubo catodico, una radio a transistor, un giradischi. 

Perché sono analogici e nostalgicamente "anni Ottanta" gli agit prop del dibattito pubblico contemporaneo: Heather Parisi e Lorella Cuccarini, Claudio Baglioni e Lino Banfi.

Brigadiere Zagaria, Nonno Libero e l'Unesco

Proprio lui, il brigadiere Zagaria, l'allenatore nel pallone, il rivale di Fracchia la belva umana, il Nonno Libero del Medico in famiglia (coetane del cavalier Berlusconi) entra nel pantheon dei professoroni che compongono la commissione nazionale italiana dell'Unesco. Scelto per volontà di Luigi Di Maio nel giorno in cui la parte Cinque Stelle del governo celebra l'approvazione del reddito di cittadinanza, misura voluta con pervicacia dal movimento fin dai suoi albori e contestata da alcuni perché riproporrebbe un assistenzialismo da prima repubblica. La Prima Repubblica, quella che non si scorda mai, quella di Checco Zalone e del suo Quo vado: dove proprio Banfi intepreta il senatore Nicola Binetto, consigliori di Checco e drastico difensore del posto fisso a oltranza.

Heater Parisi e Lorella Cuccarini

L'operazione nostalgia della nuova politica (cominciata forse ai tempi della rottamazione: ma questo è un altro discorso...) vede contrapporsi oggi due principesse della televisione anni Ottanta. Lorella Cuccarini versus Heather Parisi, un format del fu duopolio Rai-Mediaset: tv pubblica contro tv commerciale, canone contro pubblicità, Fantastico contro Drive In, Silvio Berlusconi contro Biagio Agnes; che poi era come dire Bettino Craxi contro Ciriaco De Mita, in un sorprendente anticipo di telecrazia dell'alternanza, con l'emittenza che arrivava ben prima delle leggi elettorali.
Oggi Heather e Lorella battibeccano su chi è più o meno sovranista, magari con qualche incespicamento ideologico. La più amata dagli italiani si accapiglia con l'americana che cantava Cicale e flirtava con Maradona, una rivalità trascinata fin dai tempi di Fantastico e di Festival (il varietà di canale 5 che segnò il passaggio per una sola stagione di Pippo Baudo alla corte di Berlusconi) e passata attraverso qualche migliaio di pagine di rotocalco stropicciate nelle sale d'attesa o dal parrucchiere.

Claudio Baglioni e i migranti

E ancora. Ecco la sinistra che rivaluta adesso quel Claudio Baglioni che trent'anni fa disprezzava: per le magliette fine, per i passerotti che non devono andar via, per le tante sere chiuse come chiudere un ombrello. Bastano due frasi due contro le politiche sull'immigrazione di (tutti) gli ultimi governi - pronunciate dal palco di Sanremo - che il cantautore intimista diventa un barricadero anti-populista e anti-sovranista, seppure in versione pop e vagamente sentimentale. Segue telefonata riparatrice fra il ministro dell'Interno e il presentatore del festival...

La nostalgia, quindi, quella che viaggia sui social grazie a chi negli anni Ottanta aveva dieci o vent'anni e che adesso rimpiange il pentapartito, il Pci di Berlinguer, il debito pubblico, l'Italia senza migranti, le pensioni col retributivo e il futuro che ancora doveva arrivare.

Nostalgia canaglia, immancabilmente, come quella cantata da un monumento canzonettistico del secolo breve: Albano Carrisi, già ospite al Viminale di Matteo Salvini e trascinato anche lui, dannazione, nel vortice impazzito della democrazia dei like.