Manovra, ok della Camera a voto fiducia. Ma resta tensione sul 2%

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Approvata con 330 sì, 219 no e un astenuto. Il governo è pronto a riscrivere alcuni punti al Senato. Duello Lega-M5s anche su "bonus malus" che incentiva la diffusione delle auto a basse emissioni, punendo le inquinanti. Tria: "Mie dimissioni ipotesi che non esiste"

Primo via libera della Camera sulla manovra: a Montecitorio hanno votato la fiducia, con 330 sì, 219 no e un solo astenuto. Il governo gialloverde è però già pronto a riscrivere la legge di bilancio nel secondo giro al Senato. Resta aperto il fronte sulla trattativa con Bruxelles. E la tensione è alta tra gli alleati anche sull'ecotassa per le auto più inquinanti. I Cinquestelle insistono sulla norma - “è nel contratto di governo”, dicono - mentre Salvini ribadisce: “Tutelare l'ambiente, ma senza nuove tasse”. Intanto, si fa quadrato intorno al ministro dell'Economia Giovanni Tria, assente per via dell'impegno a Milano alla prima della Scala. Lui stesso ha smentito le voci sulle sue dimissioni: "Sono un'ipotesi che non esiste". E lo stesso ha fatto anche il vicepremier Luigi Di Maio. Fonti di Palazzo Chigi, inoltre, ribadiscono: "Sta svolgendo il suo lavoro con serietà e impegno, in piena sintonia con l'azione dell'esecutivo. Tutto il resto sono fantasiose ricostruzioni destituite di ogni fondamento". 

Resta alta la tensione sulla trattativa con l'Ue

Non c'è ancora, però, una soluzione al grande rebus della trattativa con l'Europa per evitare le sanzioni. Matteo Salvini e Luigi Di Maio fino ad adesso hanno respinto le ipotesi messe sul tavolo da Tria e dal premier Giuseppe Conte per tagliare il deficit fino al 2%. Dal rinvio a giugno di "quota 100" e reddito di cittadinanza, fino alla idea "estrema" di aumenti selettivi dell'Iva, che Tria aveva già prospettato a settembre, in fase di gestazione della manovra, e avrebbe rispolverato in questi giorni. Nonostante il susseguirsi dei colloqui a Palazzo Chigi, dove Conte riceve Salvini e Giancarlo Giorgetti, una sintesi non sembra esserci. Il tempo intanto corre: se entro la prossima settimana non si raggiunge un'intesa con l'Ue, si rischia non solo la procedura d'infrazione ma anche di piombare nell'esercizio provvisorio di bilancio.

Si cerca intesa sul 2%

Intanto le opposizioni denunciano che la legge di bilancio è "finta". E Silvio Berlusconi torna a invocare un governo di centrodestra e boccia una manovra "senza contenuti". "Superiamo la legge Fornero, votata anche da FI, e tanto altro: Berlusconi lo sa?", replica la Lega con i capigruppo Molinari e Romeo. Salvini, intanto, è proiettato sull'appuntamento a piazza del Popolo di domani (8 dicembre). E Di Maio è impegnato sul tema del fronte no-Tav. Ecco perché, spiegano diverse fonti di governo, diversamente arriveranno risposte questo weekend. La prossima settimana, però, "si deve chiudere". A Jean Claude Juncker, che potrebbe vedere a cena mercoledì, Conte deve portare una soluzione. E anche un nuovo Documento programmatico di bilancio, approvato dal Consiglio dei ministri e votato dal Parlamento, che certifichi il calo del deficit e un piano triennale di riduzione della curva del debito. I leader di M5s e Lega tengono ancora l'asticella ferma al 2,2% di calo del deficit e si dicono pronti a scendere al massimo al 2,1%. Ma siccome Bruxelles chiede l'1,9% (un taglio di circa 9 miliardi) è a un'intesa sul 2% che puntano Conte e Tria. 

L’ecotassa che divide M5S e Lega

Ma è anche l’ecotassa a mettere alla prova l’alleanza tra Lega e M5S. Stavolta l'oggetto del contendere è il "bonus malus" inserito nella manovra per incentivare la diffusione delle auto a basse emissioni, “punendo” allo stesso tempo con un aggravio quelle inquinanti. Una vera e propria tassa, inserita da un governo che di aumenti della pressione fiscale non ha mai voluto sentire parlare. In base alla norma così come approvata in commissione Bilancio della Camera, frutto di un blitz del Movimento 5 Stelle pienamente sostenuto dal ministero dello Sviluppo economico, nel gruppo delle vetture considerate dannose per l'ambiente, e quindi da tassare, rientrano non solo le auto di grossa cilindrata, ma anche una serie di utilitarie a prezzo più o meno basso, diffusissime in Italia, come la Panda o la Clio. Un dettaglio che, secondo alcuni, rischia di penalizzare anche gli automobilisti meno danarosi, oltre che di mandare definitivamente a gambe all'aria un mercato già in difficoltà con quelle che il Csp stima 100mila immatricolazioni in meno, e che per questo ha fatto insorgere costruttori e consumatori. Il governo ha già annunciato correzioni nella seconda lettura della legge di bilancio al Senato.

Le modifiche al Senato

E al Senato, dove i tempi per l’esame sono stretti, sono diverse le misure che potrebbero cambiare. Dalla pace fiscale, non come condono ma sotto forma di saldo e stralcio, alle pensioni d'oro (Di Maio assicura un taglio fino al 40%). A Palazzo Madama sono attese le misure chiave su reddito e pensioni, dalla riforma della legge Fornero al taglio appunto degli assegni previdenziali più alti. C'è da risolvere anche il mancato rifinanziamento per gli orfani di femminicidio, che potrebbe essere corretto. E c'è poi il capitolo Roma, per il quale sono in arrivo "stanziamenti importanti", è l'annuncio del sottosegretario Vito Crimi. 

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