Le sanzioni della polizia municipale possono essere contestate facendo ricorso al prefetto oppure al giudice di pace, ma ci sono degli elementi da considerare: a partire dall'importo della violazione notificata e del rischio di pagarla doppia
Può capitare di ricevere una multa per un divieto di sosta che si è sicuri non fosse segnalato correttamente, o comunque per una causa che non si ritiene legittima. Le sanzioni della polizia municipale possono essere contestate facendo ricorso al prefetto oppure al giudice di pace. In entrambi i casi non è necessario farsi assistere da un legale. Bisogna ricordare che, se si intende fare ricorso, si devono rispettare dei tempi e la multa non deve essere stata già pagata, il saldo della sanzione preclude la possibilità di presentare ricorso. Altroconsumo ha fornito ai cittadini una serie di consigli e informazioni su come presentare il ricorso.
La differenza tra il ricorso al prefetto o al giudice di pace
Il ricorso per una multa al prefetto è gratuito, va fatto entro 60 giorni dalla notifica della sanzione e se viene emessa un’ordinanza di pagamento si sborserà un importo pari ad almeno il doppio della multa contestata. Il costo per il ricorso al giudice di pace è di almento 43 euro di bolli e va fatto entro 30 giorni dalla notifica della sanzione. Se l’istanza non viene accolta bisogna pagare la multa. Sia che si faccia ricorso al prefetto che al giudice di pace, in caso di esito negativo si può impugnare il provvedimento. Se l’ordinanza - ingiunzione è stata emessa dal prefetto, si può ricorrere al Giudice di pace, se invece ci si è rivolti al Giudice di pace, si può impugnare dinnanzi al Tribunale. Il ricorso al prefetto può essere presentato a mano al comando dell'organo accertatore (per esempio polizia municipale) o a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento (A/R) al comando stesso o all'ufficio del prefetto. La raccomandata deve essere pagata da chi presenta il ricorso. Se il ricorso è accolto, si dispone l'archiviazione degli atti e non si deve pagare la multa. Il ricorso al giudice di pace va presentato nel luogo in cui è stata accertata la violazione del codice della strada e deve essere depositato presso la cancelleria del giudice di pace personalmente dal ricorrente o da altra persona munita di delega, oppure inviato a mezzo posta raccomandata A/R. È obbligatorio indicare il codice fiscale del ricorrente.
Leggi anche
Rifiuti lanciati dalle auto, dalle multe all’arresto: cosa si rischia
Quanto costa fare ricorso al giudice di pace
Per fare ricorso al giudice di pace, al contrario del prefetto, si deve pagare il contributo unificato in base all’importo della multa. Per ricorsi fino a 1.033 euro il contributo è di 43 euro; ricorsi da 1.033,01 a 1.100 euro contributo di 43 euro + spese 27 euro; ricorsi da 1.100,01 a 5.200 euro contributo di 98 euro + spese 27 euro; ricorsi da 5.200,01 a 15.493,71 euro contributo di 237 euro + spese 27 euro. Se il giudice respinge il ricorso, applica una multa uguale o superiore rispetto a quella iniziale. Si può impugnare la sua decisione in Tribunale.
Leggi anche
Multe, spesa record per le famiglie italiane: 2 miliardi nel 2024
Attenzione alle multe notificate 90 giorni dopo
Quando si riceve una multa, è bene fare attenzione alla data in cui è stata commessa l’infrazione. Le multe devono essere notificate entro 90 giorni dal giorno in cui si è violato il codice della Strada, altrimenti sono illegittime.
Leggi anche
Aria condizionata in auto, multe fino a 444 euro. Quando si rischia?
Si può chiedere la rateizzazione della multa
Se l’importo della multa è superiore a 200 euro, si può chiedere di pagarla a rate ma solo se i 200 euro (o più) riguardano un unico verbale e se il richiedente ha un reddito annuo imponibile non oltre 10.628,16 euro. La richiesta di rateizzazione della multa deve essere presentata, entro 30 giorni dalla data di notifica, al prefetto (se la violazione è stata accertata da polizia stradale, carabinieri…) o al sindaco (se la violazione è stata accertata dalla polizia municipale). Se entro 90 giorni prefetto o sindaco non rispondono, la richiesta si intende respinta. L’importo di ogni rata non può essere sotto i 100 euro e il numero massimo è di 60 (se l’importo della multa supera i 5.000 euro). Con la richiesta di rateizzazione, si rinuncia al ricorso. Il Codice della Strada permette di pagare la multa col 30% di sconto entro i primi 5 giorni dalla data di accertamento della violazione (se si viene fermati) o dalla notifica del verbale (se la multa arriva a casa). Se il 5° giorno è festivo la scadenza è prorogata al successivo. Non è ammesso lo sconto per violazioni che prevedono sospensione della patente o confisca del mezzo.
Leggi anche
Sospensione e ritiro della patente, il nuovo Codice della Strada
Cosa sono le multe cumulative
Se in un'unica azione si infrange più volte il codice oppure si commette la stessa infrazione più volte, si paga una sanzione cumulativa, aumentata fino al triplo. Per esempio, se in un mese si supera il limite di velocità più volte allo stesso autovelox, si può chiarire al giudice che non si era a conoscenza della presenza dell'apparecchio e chiedere di considerare le violazioni come una unica e pagare solo la multa più grave, moltiplicata per tre. La regola non riguarda violazioni in aree pedonali urbane e in ZTL.