
Sharia, cos’è e cosa prevede la legge islamica a cui si ispirano i talebani
Nei Paesi islamici esistono diverse interpretazioni del Corano, il libro con le rivelazioni di Allah a Maometto, e della Sunna, l’insieme degli atti e dei detti di Maometto. Le milizie che hanno conquistato l’Afghanistan si ispirano a una forma radicale dei precetti religiosi che vanno a stabilire anche principi penali e scale di accettabilità nelle azioni quotidiane. Dibattuta la situazione della posizione femminile. I talebani tornati al potere: “Donne studieranno e saranno al governo, nel rispetto della Shari'a"

La Shari’a, la legge sacra della religione islamica basata sul Corano, è tornata d’attualità con il ritorno al potere dei talebani in Afghanistan, che si fanno portatori di un’interpretazione particolarmente rigorosa dei suoi precetti. "L'emirato islamico non vuole che le donne siano vittime, dovrebbero essere nelle strutture di governo sulla base di quanto prevede la Shari'a”, ha detto uno dei leader talebani dopo aver preso il controllo di Kabul. Ma cos'è e cosa prevede la legge islamica?
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La Shari’a, oltre a essere basata sul libro che contiene le rivelazioni di Allah a Maometto (il Corano), si ispira alla Sunna (l’insieme degli atti e dei detti di Maometto, classificati nel corso dei secoli)
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In arabo la parola "shari'a" letteralmente vuol dire "strada battuta", anche se il senso comune è "legge". La Shari’a si estende fino a comprendere ogni atto umano, da quelli individuali e interiori, legati al culto, a quelli esteriori, come quelli legati all’interazione sociale, dalla sfera personale a quella politica
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Ogni atto è classificabile secondo una scala di accettabilità rispetto alla religione, che vede al primo posto gli obblighi di fede (i “pilastri dell’islam”) e in fondo gli atti vietati
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La Shari’a comprende anche il diritto penale, nel quale i “reati” al primo posto sono i delitti contro Dio, ossia l’apostasia e la blasfemia, quindi l’adulterio, il consumo di bevande alcoliche, il furto e la rapina. Per questi la Shari’a stabilisce pene severe (hudud) fino alla morte

I principi della Shari’a sono "la principale fonte della legislazione" dei Paesi islamici: come nel caso dell'Egitto che, pur moderato e con una rispettata minoranza cristiana, ha scolpito questo concetto nell'articolo 2 della propria Costituzione, quella che sta consentendo progressi nei diritti delle donne

La Shari’a e il suo diritto sono stati la legge degli Stati islamici fin dai primi califfati arabi. Successivamente è stata abolita quasi ovunque negli Stati moderni, sull’onda della modernizzazione e del nazionalismo guidato da principi laici, ed è stata sostituita da sistemi giuridici che ricalcano quelli europei, con alcune eccezioni notevoli

I Paesi in cui è applicata in pieno nella vita pubblica sono una manciata, tra cui l’Arabia Saudita, l’Iran, il Pakistan. In altri Paesi, ad esempio quelli del Nord Africa e del vicino Oriente l’approccio è più laico: i principi religiosi regolano solo i rapporti privati (ad esempio il diritto di famiglia)

Ci sono però interpretazioni estreme della Shari’a come quelle invocate dai terroristi islamici per giustificare i loro attentati e sgozzamenti, o da Stati come Nigeria, Arabia Saudita, Sudan, Emirati Arabi Uniti, Pakistan, Yemen e, appunto, Afghanistan per mantenere addirittura la lapidazione nella propria legislazione, sebbene manchino riferimenti diretti nel Corano a questa barbara punizione

Ma sono anche la decapitazione, la mutilazione di arti (in teoria il furto viene punito con il taglio della mano destra) e le frustrate a confliggere con i principi del diritto occidentale, che peraltro non riconosce come delitti scelte quali l'adulterio, il consumo di alcol e l'apostasia, ossia il cambio di religione: tutti comportamenti inammissibili per la Shari’a

La legge islamica vede uomini e donne come uguali agli occhi di Dio, ma i diritti e gli obblighi loro conferiti (in particolare quelli economici) non sono identici, con discriminazioni del genere femminile in fatto ad esempio di eredità e libertà personali, limitate dal tutore maschile quando si tratta ad esempio di viaggiare all'estero

Quando i talebani furono al potere in Afghanistan, tra il 1996 e il 2001, vietarono alle donne di guidare, indossare gioielli, di avere rapporti con uomini diversi dal marito o dai familiari e di studiare come i loro coetanei maschili

Dopo la presa di Kabul del 15 agosto 2021, un portavoce dei talebani ha dichiarato che il nuovo Emirato islamico sarà rispettoso dei diritti delle donne, garantendone l'accesso all'istruzione e alle cariche governative, sempre "nel rispetto della Shari'a"

Fonti citate dal Guardian hanno dichiarato che i comandanti dei talebani avrebbero ordinato agli imam delle aree sotto il loro controllo di fornire liste con i nominativi di donne tra i 12 e i 45 anni non sposate. L'intento sarebbe quello di darle in spose ai soldati di guerra