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Usa 2020, svolta dem: Beto O'Rourke pronto a correre per la Casa Bianca

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"L’Obama bianco", come è stato ribattezzato, non esclude la sua candidatura alle primarie del Partito democratico. Texano, un passato turbolento, deputato per due mandati, ha perso di poco la sfida in Texas per le elezioni di Midterm

Beto O'Rourke, astro nascente del Partito democratico, "l'Obama bianco" come è stato ribattezzato, non esclude di candidarsi alle presidenziali 2020. È stato lui stesso ad affermarlo per la prima volta il 27 novembre 2018, dopo avere negato fino a quel momento una sua eventuale candidatura alla Casa Bianca. Una svolta che potrebbe imprimere un'accelerazione in casa democratica in vista dell'inizio della campagna elettorale per le primarie.

La risicata sconfitta alle elezioni di midterm

Un perdente di successo. Sembra questo il destino di O'Rourke, 46 anni, che nelle elezioni di Midterm (COSA SONO) ha sfiorato l'impresa di conquistare uno dei due seggi senatoriali del Texas dopo un lungo testa a testa col senatore uscente, ed ex candidato presidenziale, Ted Cruz. Un duello perso per meno di 3 punti percentuali con uno dei pesi massimi del Grand Old party nel "red state" più grande, dove i dem non vincono un seggio al Senato da 30 anni e una carica statale dal 1994, facendo registrare le strisce negative più lunghe.

Un passato turbolento

Texano con solidi radici irlandesi, un passato da bassista di un gruppo punk, Robert Francis O'Rourke, per tutti Beto (diminutivo ispanico del suo nome), è stato uno studente modello alla Columbia University a New York, dove ha capitanato la squadra di canottaggio. Dopo aver fondato una società di informatica che sviluppa software, ha iniziato la sua esperienza politica tra i seggi del consiglio municipale di El Paso dove è stato eletto per la prima volta nel 2005. Dopo una fortunata carriera a livello locale, nel 2012 arriva il salto, con l’elezione alla Camera dei rappresentanti, dove è stato riconfermato nel 2016. Qualcuno lo ha già ribattezzato l'Obama bianco, altri hanno rievocato il suo aspetto un po' kennediano, apprezzandone l'oratoria brillante e un passato giovanile un po' scapestrato. Nel suo curriculum, anche due arresti: uno per furto nel 1995, con l’accusa di esser entrato, saltando una staccionata, all'interno di una proprietà privata dell'Università del Texas (accuse che poi la polizia ha fatto cadere), l'altro nel 1998 per aver guidato in stato di ebbrezza (accusa ritirata dopo un corso di rieducazione). Un fatto di cui poi si è scusato più volte.

Liberal ma contro gli schemi

Nell'ultima campagna presidenziale aveva sostenuto Hillary Clinton, ma ora si è schierato contro la leadership di Nancy Pelosi. È considerato, a differenza dell'altra nuova stella del partito Alexandra Ocasio-Cortez (CHI È) un liberal moderato, ma lui è contro gli schemi e confessa di non sapere come si colloca nello spettro politico. Le sue idee sono però chiare: difesa dell'ambiente, liberalizzazione delle droghe leggere, rispetto dei diritti Lgbt, sì all'aborto e no ai dazi, maggior controllo sulle armi, scuola e sanità più accessibili a tutti, tutela dei dreamers. Ha guidato pure una delle proteste contro la separazione dei bimbi dai genitori immigrati al confine col Messico. A dargli notorietà è stato inoltre un viaggio "bipartisan" di 2400 km in auto con un collega repubblicano per tornare a casa: lungo il percorso diffusero in diretta Facebook le loro discussioni politiche on the road. Beto non ama i radicalismi e dopo che alcuni attivisti hanno costretto durante la campagna elettorae l’avversario Cruz e la sua famiglia ad abbandonare un ristorante, ha invocato "rispetto".

L’ultima campagna elettorale

Durante l’ultima campagna elettorale ha battuto palmo a palmo tutte le 254 contee, anche quelle dimenticate dai dem, con una campagna energica, anche sui social. E una raccolta fondi record da 70 milioni di dollari che ha fatto impallidire il suo avversario, anche perché realizzata con piccole donazioni, rinunciando ai più condizionanti finanziamenti dei comitati elettorali (Pac). Dopo aver vinto le primarie dem con il 61,8%, Beto aveva conquistato in particolare i millennials, compresi i numerosi latinos, a cui si rivolge con uno spagnolo fluente (LE SFIDE PIÙ IMPORTANTI NELLE MIDTERM).

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