Midterm 2018: le sfide più interessanti nelle elezioni Usa

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(Getty Images)

I duelli per conquistare i seggi alla Camera e al Senato corrono in parallelo a quelli per le cariche di governatore in 36 Stati. Occhi puntati su diversi candidati: le novità e le sorprese potrebbero essere molte

È arrivato il giorno delle elezioni di metà mandato degli Stati Uniti (COSA SONO). Si rinnovano l'intera Camera (435 seggi) e 35 seggi del Senato, oltre a 36 governatori e una serie di amministrazioni locali. Un voto che, in un modo o nell’altro, invierà al presidente Donald Trump un messaggio, con i sondaggi che danno in testa i Democratici per lo meno alla Camera. Caratteristica delle midterm elections sono i duelli nei vari Stati: da quelli in bilico a quelli dove le soprese sono dietro l’angolo, ecco le principali sfide per queste elezioni.  

Il primo segnale: il Kentucky

La possibile “onda rosa” americana (257 donne in corsa per Camera e Senato che, se elette, potrebbero segnare un record) parte dal Kentucky, tra i primi Stati a chiudere le urne a mezzanotte. Qui In lizza per la Camera ci sono il repubblicano Andy Barr e la democratica Amy McGrath, ex pilota nei Marines e prima pilota donna di un F18 in combattimento, che se dovesse vincere manderebbe un primo segnale al Gop. Importante tenere d’occhio l'area di Lexington dove nel 2016 Trump vinse con 15 punti di vantaggio. In Indiana, invece, il senatore democratico Joe Donnelly spera di mantenere il seggio contro il repubblicano Mike Braun. Se non ce la fa, si complica la strada dell'Asinello di conquistare il Senato.

New Jersey, Pennsylvania e Missouri

In New Jersey corrono per il settimo distretto della Camera il repubblicano Leonard Lance, che rappresenta l'area dal 2008, e il democratico Tom Malinowski. Si tratta di un duello importante per i democratici che sperano nella vittoria di Malinowski, dato in vantaggio negli ultimi sondaggi. Stessa speranza anche in Pennsylvania: alla Camera, il repubblicano Brian Fitzpatrick se la vede con il democratico Scott Wallace, che ha speso ingenti somme per la sua campagna, in particolare con la sua fondazione filantropica. In Missouri, la senatrice Claire McCaskill, democratica “moderata” che ha condiviso alcune posizioni di Trump, conta di resistere al repubblicano Josh Hawley.

Le “nuove” candidate

Tra le novità che queste elezioni di midterm potrebbero portare, c’è anche l’ingresso di due donne musulmane al Congresso. In Michigan, corre la democratica Rashida Tlaib, mentre in Minnesota, nel distretto più progressista (che non manda un repubblicano al Congresso dal 1962), c’è la 37enne di origini somale Ilhan Omar. Se sconfiggesse la conservatrice Jennifer Zielinski, sarebbe la prima rifugiata africana e la prima a indossare l’hijab in Parlamento. Un’altra prima volta potrebbe segnarla in Kansas Sharice Davids, candidata democratica alla Camera. Se vincerà sarà la prima donna nativa americana a entrare al Congresso nella storia degli Usa (o una delle prime, con Deb Haaland che corre in New Mexico). Sarà inoltre la prima deputata omosessuale del Kansas.

Le millenials di New York e Illinois

L’attenzione degli elettori si rivolge poi ad altre donne. Nel 14esimo distretto di New York, che comprende Bronx e Qeens, una 29enne di origine portoricana, Alexandria Ocasio Cortez potrebbe essere il più giovane parlamentare della storia degli Stati Uniti. Nelle primarie ha battuto, con ampio margine, Joe Crowley, deputato di lungo corso e esponente di punta dell’establishment del partito. Il senatore radicale del Vermont Bernie Sanders è stato il suo mentore. Un’altra millenial, la 32enne afroamericana Lauren Underwood, potrebbe essere eletta nelle fila della Camera in Illinois. Sostenuta da molte donne, Underwood è un’infermiera ed ex consulente dell’amministrazione Obama e difende la riforma sanitaria voluta dall’ex presidente che i repubblicani vogliono smantellare.

Il Texas: lo stato “rosso”

Occhi puntati anche sul Texas, Stato tradizionalmente repubblicano. La corsa al Senato vede il confronto tra un vecchio leone repubblicano, l'uscente Ted Cruz, nel passato anche candidato alla Casa Bianca, e il democratico Beto O'Rourke, astro nascente del Partito democratico che diventerebbe il primo senatore dem del Texas da decenni. La corsa è molto difficile e i sondaggi gli attribuiscono uno svantaggio di circa 7 punti percentuali. Nonostante questo, durante la campagna elettorale O’Rourke ha mostrato di avere carisma, coraggio e talento, e soprattutto la capacità di mobilitare grandi quantità di persone.

Il voto “latino” in Nevada

In Nevada, il senatore repubblicano Dean Heller se la vede con il democratico Jacky Rosen, e i democratici sperano in una vittoria per strappare ai repubblicani i due seggi necessari per ottenere la maggioranza al Senato. La sfidante dem punta sul “voto latino”, ma spesso gli ispanici non votano nelle elezioni di midterm, nonostante i toni duri sull’immigrazione simil-Trump usati da Heller in campagna elettorale.

La democratica California

Tra gli ultimi Stati a chiudere i seggi, per via del fuso orario, c’è anche la “liberal” California. Nel sud, ci sono in palio sei distretti repubblicani che potrebbero passare ai democratici: a contendersi un seggio, un veterano ispanico che ha vinto 266 milioni alla lotteria, Gil Cisneros, e una repubblicana coreana, Young Kim. Nello Stato è aperta anche la sfida per la carica di governatore e se la giocano Gavin Newsom, ex sindaco di San Francisco (dato per favorito) e il repubblicano John H. Cox.

La sfida dei governatori: Florida e Georgia

Non sono solo i seggi al Congresso al centro delle attenzioni degli americani. I due Stati dove si giocano le partite più attese per la poltrona di governatore sono Florida e Georgia. Nel primo, uno Stato molto amato da Trump e da sempre in bilico, il sindaco di Tallahassee, Andrew Gillum, se la gioca con il repubblicano Ron DeSantis, trumpista della prima ora. Gillum nei più recenti sondaggi ha un lieve vantaggio, all'interno però del margine di errore. Se eletto, sarebbe il primo governatore afroamericano dello Stato e rappresenta l’ala più progressista dei dem. Similmente, in Georgia, la democratica Stacey Abrams punta a diventare la prima governatrice afroamericana, ma se la deve vedere con Brian Kemp, attuale segretario di Stato locale, che ha anche il compito di sovrintendere il contenzioso elettorale (ci sono già state polemiche per i numerosi blocchi delle registrazioni di 53 mila elettori, per lo più afroamericani). Kemp negli ultimi sondaggi è in vantaggio di due punti. Mentre la candidata democratica scommette sulle minoranze, i “liberal” delle città e i moderati, Kemp punta sulle posizioni anti-immigrazione e pro-armi che rendono popolare il presidente da queste parti.

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