
Il 7 gennaio 2015 due individui mascherati e armati entrano negli uffici del giornale, dichiarandosi affiliati di Al-Qaeda. Sparano e uccidono 12 persone. È l'inizio di quello che sarà il quarto attacco terroristico per numero di vittime in Francia. LA FOTOGALLERY

Il 7 gennaio 2015, a Parigi, la sede del giornale satirico Charlie Hebdo venne presa di mira da due uomini armati di Kalashnikov. Il bilancio dell'attentato - rivendicato dalla branca yemenita di Al-Qaeda (o Ansar al-Sharia) - fu di 12 vittime e 11 feriti

Si è trattato del quarto attentato per numero di vittime in Francia, dopo l'attentato multiplo del 13 novembre 2015 al teatro Bataclan, allo Stade de France e a tre ristoranti parigini (130 vittime); la Strage di Nizza sulla Promenade des Anglais del 14 luglio 2016 (87 morti e 302 feriti); e l'attentato a Vitry-Le-François del 18 giugno 1961 durante la guerra d'Algeria (28 morti)
Terrorismo in Francia, la tensione da Charlie Hebdo agli attacchi
Dopo l'attentato del 9 gennaio 2015, un complice degli attentatori si barricò in un supermercato della zona, appartenente alla catena Hypercacher, prendendo alcuni ostaggi e uccidendo 4 persone. In seguito all'attentato il bilancio è stato di ulteriori 8 vittime: i due responsabili, il complice di Porte de Vincennes, 4 ostaggi di quest'ultimo e una poliziotta, portando così il totale a 20 morti

Charlie Hebdo è un settimanale satirico francese fondato nel 1970 dalla linea editoriale dissacrante, con vignette e articoli irriverenti a tema politico e religioso nei confronti di rappresentanti di estrema destra, cristianesimo, Islam ed ebraismo. Il 9 febbraio 2006 Charlie Hebdo pubblica una serie di caricature di Maometto già apparse sul giornale Jyllands-Posten, provocando forti proteste

La vignetta satirica pubblicata sulla copertina della rivista il 2 novembre 2011 mostra Maometto che afferma: "100 frustate se non muori dalle risate". Il titolo, "Charia Hebdo", è un gioco di parole tra Shari'a e il nome del giornale. Appena prima dell'uscita di questo numero speciale, dedicato alla vittoria del partito fondamentalista islamico nelle elezioni in Tunisia, la sede del giornale viene distrutta da bombe Molotov

Quando si trovano all'interno degli uffici aprono il fuoco contro i dipendenti, sparando e gridando in lingua araba Allāhu Akbar ("Allah è grande"). Muoiono 12 persone, tra le quali il direttore Stéphane Charbonnier, giornalisti, vignettisti e alcuni poliziotti

I due attentatori fuggono a bordo di una Citroën C3 nera, dopo aver ucciso il poliziotto responsabile della sicurezza del giornale. Alla Boulevard Richard-Lenoir incrociano un veicolo della polizia: sparano di nuovo e uccidono con un colpo alla testa un altro poliziotto, per poi scappare su un'automobile rubata a un civile

In diverse città della Francia scattano le ricerche tra i membri della famiglia Kouachi. Nella notte, i due sospetti vengono intercettati nei pressi di Reims. Dopo aver fatto perdere le tracce, l'8 gennaio 2015 i due uomini armati si fermano in una stazione di servizio. Il governo francese dispiega un ampio e capillare sistema di indagini in tutto il Paese per individuare i fuggitivi

Alle ore 8 del 9 gennaio 2015, i due fratelli abbandonano l'auto e rubano a Montagny-Sainte-Félicité una Peugeot 206. La polizia, però, è sulle loro tracce. Inseguiti, i sospetti si nascondono all'interno di una tipografia e Dammartin-en-Goële, che viene circondata dagli uomini delle forze armate

Poco più tardi, attorno alle ore 10, un giornalista riesce a entrare in contatto con i due fratelli. Kouachi Cherif afferma di essere stato finanziato da Al-Qaeda in Yemen e che entrambi sono stati addestrati da Anwar al-Awlaki, un imam americano di origine yemenita
.jpg.transform/gallery-horizontal-mobile/8902b36990394fcdd4ee2ba0bd4ecf11c7f9a8a1/img.jpg)
Intanto la mattina dell'8 gennaio, nella città di Montrouge, a sud di Parigi, scatta un secondo allarme. Un altro terrorista, il trentaduenne di origini maliane Amedy Coulibaly, spara sulla polizia, chiamata sul posto per un incidente stradale, causando la morte di una poliziotta. Coulibaly, si scoprirà in seguito, è legato ai fratelli Kouachi

Coulibaly riesce a fuggire, e il giorno successivo si barrica nel supermercato kosher Hypercacher di Porte de Vincennes, a est di Parigi. Qui prende in ostaggio 17 persone: per il loro rilascio chiede la liberazione dei due attentatori di Charlie Hebdo. Durante l'irruzione, Coulibaly uccide tre cittadini francesi di religione ebraica: l'attentato si prefigura come un attacco dichiaratamente antisemita

Nel pomeriggio del 9 gennaio 2015 la polizia fa irruzione nella tipografia e uccide i fratelli Kouachi. Contemporaneamente, le forze speciali irrompono all'interno del supermarket Kosher a Porte de Vincennes e uccidono Coulibaly. Quattro dei 17 ostaggi sono morti, altri quattro feriti gravemente

La Francia e il mondo intero piangono le vittime degli attentati e i loro familiari. L'11 gennaio le strade di Parigi sono percorse da un corteo di oltre due milioni di persone tra le quali sono presenti anche alcuni premier e leader politici di altre nazioni, come Benjamin Netanyahu e Abu Mazen. Secondo le autorità francesi è la più grande manifestazione nella storia del Paese
Parigi, attacco vicino ex redazione Charlie Hebdo: due gravi