Sparatorie nella capitale libica durante la notte, dopo le voci, poi confermate, relative all'uccisione di Abdel Ghani al-Kikli, detto Ghniwa, capo del Support and Stability Apparatus (Ssa). Il ministero della Difesa del governo di unità nazionale libico ha annunciato stamattina di avere il pieno controllo dell'area di Abu Salim
Dopo una notte di scontri e colpi di arma da fuoco nella periferia sud di Tripoli il ministero della Difesa del governo di unità nazionale libico ha annunciato il pieno controllo dell'area di Abu Salim, roccaforte di Abdel Ghani Al-Kikli, leader dell'apparato di supporto alla stabilità (Ssa), ucciso ieri. Lo ha reso noto su X The Libya Observer, aggiungendo che il premier Abdelhamid Dbeibah si è congratulato per la vittoria con i ministeri dell'Interno e della Difesa. Secondo Al Wasat gli scontri sarebbero scoppiati tra la 444esima Brigata da combattimento e l'apparato di supporto alla stabilità dopo che si era diffusa la notizia dell'uccisione di Al-Kikli. Una fonte della sicurezza libica ha confermato al canale televisivo Al Wasat che Al-Kikli sarebbe stato ucciso proprio nel quartier generale della 444esima brigata, dove sarebbe stato "attirato per partecipare a una riunione". I media locali parlano di almeno sei feriti negli scontri. Il ministero dell'Interno aveva invitato i cittadini delle zone occidentali di Tripoli a rimanere nelle proprie case per la loro sicurezza. A scopo precauzionale, gli aerei in arrivo e in partenza dall'aeroporto di Mitiga a Tripoli sono stati evacuati e trasferiti all'aeroporto di Misurata.
Era accusato di torture, abusi, sparizioni ed esecuzioni sommarie
Secondo Refugees in Libya, "Gheniwa era uno dei comandanti di milizia più temuti nell'ovest della Libia ed è stato a lungo accusato da organizzazioni locali e internazionali per i diritti umani, tra cui Amnesty International, di gravi abusi, tra cui torture, sparizioni forzate ed esecuzioni extragiudiziali". Refugees in Libya, su X, afferma che "poche settimane fa Gheniwa era stato avvistato in Italia, scatenando indignazione dopo le rivelazioni secondo cui era entrato in Europa con un visto Schengen rilasciato da Malta, nonostante fosse implicato in reati che potrebbero essere considerati crimini contro l'umanità". Proprio ieri La Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) aveva espresso "profonda preoccupazione" per l'escalation militare e le crescenti tensioni a Tripoli e nell'area occidentale del Paese, lanciando un appello urgente a tutte le parti coinvolte affinché "si astengano da ogni azione provocatoria e risolvano le controversie attraverso il dialogo".
