Bola Tinubu, il presidente del Paese più popoloso d’Africa, ha invitato la popolazione a collaborare per proteggere la Nazione. In una dichiarazione rilasciata dal Palazzo dello Stato ha ordinato alla polizia di reclutare 20.000 nuovi agenti da schierare nelle zone ad alto rischio
Dopo i rapimenti di massa che si sono verificati nell’ultima settimana, la Nigeria ha ufficialmente dichiarato “emergenza nazionale per la sicurezza”. In soli sette giorni, infatti, gruppi di uomini armati (su cui le autorità continuano ad indagare), hanno rapito 25 studentesse, 38 fedeli, 315 studenti e insegnanti e più di 20 giovani donne e ragazze in diverse parti del Paese. “Siamo di fronte ad una situazione critica a cui stiamo cercando di rispondere schierando più militari nelle aree con i maggiori problemi di sicurezza” ha dichiarato il presidente nigeriano Bola Tinubu. Diverse proteste sono divampate in tutto il Paese.
Tinubu: “Per schierare truppe nelle aree a rischio servono nuove reclute”
In una dichiarazione rilasciata dal Palazzo di Stato, il presidente ha ordinato alla polizia di reclutare 20.000 nuovi agenti, portando il numero totale di assunzioni previste a 50.000. "Cari nigeriani, i tempi richiedono l'impegno di tutti. Come cittadini, dovremmo impegnarci per proteggere la nostra nazione", ha detto il presidente Tinubu. A ricevere l’ordine di reclutare più guardie addestrate per operare nelle foreste, il Dipartimento dei Servizi di Stato (DSS): “Il DSS ha la mia autorità per schierare tutte le guardie forestali che sono già addestrate per stanare terroristi e banditi che si nascondono nelle nostre foreste”.
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Le Nazioni Unite condannano i rapimenti di massa
L'ONU che hanno condannato l’ondata di rapimenti di massa hanno invitato le autorità ad adottare misure urgenti per fermare gli attacchi e assicurare i responsabili alla giustizia. "Esortiamo le autorità nigeriane, a tutti i livelli, ad adottare tutte le misure legali per garantire che tali vili attacchi vengano fermati e a chiamare i responsabili a risponderne", ha dichiarato ai giornalisti a Ginevra il portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, Thameen Al-Kheetan. “Le autorità devono avviare indagini tempestive, imparziali ed efficaci sui rapimenti e assicurare i responsabili alla giustizia" ha concluso. Al momento risulta che decine di persone, tra cui le 13 studentesse rapite all’inizio della scorsa settimana, sono state rilasciate e altre sono fuggite ma, i 265 minori tra gli 8 e i 17 anni e i loro insegnanti rapiti venerdì da un collegio cattolico nello stato del Niger, risultano ancora dispersi.
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Nella parte nordorientale del paese opera Boko Haram che rimane una delle minacce più attive in termini di numeri di attacchi, in quella occidentale invece sono diversi i gruppi armati che si nascondono nelle foreste (dove la presenza dello Stato è scarsa) e che organizzano rapimenti a scopo di estorsione. Le bande in questione hanno accampamenti in un territorio boschivo che si estende su diversi stati, tra cui Zamfara, Katsina, Kaduna, Sokoto, Kebbi e Niger, da dove lanciano gli attacchi. Distinguere gli attori non statali quindi, è tanto importante quanto evitare generalizzazioni sensazionalistiche perché nel primo caso è fondamentale l’ideologia, nel secondo caso, invece, i gruppi armati sono più pragmatici e operano per denaro a causa di più fattori tra cui: corruzione, povertà, controllo delle risorse naturali. In questo senso il contesto nigeriano è molto complesso: ogni rapimento può essere motivato da ragioni diverse. È indubbio che le milizie islamiste rappresentino una grande minaccia e che ci siano state negli anni incursioni che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del paese come è il caso del rapimento di massa che ha sconvolto la Nigeria nel 2014, quando Boko Haram ha rapito 276 ragazze adolescenti a Chibok, nel nord-est, scatenando un'ondata di proteste a livello internazionale. E dove, molte delle ragazze non sono mai state ritrovate. Limitare lo scenario a questo però, oltre che essere fuorviante potrebbe alimentare disinformazione e propaganda: in Nigeria il rapimento è diventato un mercato.
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Secondo un recente rapporto di SBM Intelligence, nei 12 mesi tra luglio 2024 e giugno 2025, almeno 4.722 persone sono state rapite in 997 incidenti e almeno 762 sono state uccise. “Le conseguenze macroeconomiche e sociali dei rapimenti di massa sono gravi. L'insicurezza deprime la produzione agricola, aggrava l'inflazione alimentare e gli sfollamenti, e continua a interrompere l'istruzione nonostante il calo delle retate di massa nelle scuole” si legge nel rapporto. “Le aziende si trasferiscono o riducono le attività a causa dei rischi di estorsione. La fiducia dei cittadini si deteriora. Il 68% dei nigeriani giudica scarsa l'operato delle forze di sicurezza, stimolando la mobilitazione dei vigilanti che complica un sistema di sicurezza già frammentato”.
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Nel corso degli ultimi anni sono aumentate le proteste dei civili che accusano il governo di negoziare con i rapitori. Questo perché di fatto, i dettagli rivelati alla popolazione sulle circostanze in cui gli ostaggi vengono rilasciati sono molto rari. Il pagamento del riscatto però, è un argomento molto delicato in Nigeria perché è illegale dal 2022 ed è punibile con un minimo di 15 anni di carcere. Le autorità – accusate di essere profondamente corrotte - non hanno mai ammesso di aver pagato il riscatto, ma è "molto probabile che venga pagato per liberare le vittime", ha affermato Confidence MacHarry, analista geopolitico di SBM Intelligence. Dopo il rilascio di 24 studentesse da Kebbi, il governatore dello stato Nasir Idris ha affermato che il rilascio è stato ottenuto attraverso sforzi diplomatici.
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Da tenere d’occhio in questa storia sono anche gli Stati Uniti, soprattutto se considerate le accuse di persecuzione mirata contro i cristiani nel paese africano mosse da Trump all’inizio di novembre. Il presidente americano aveva anche minacciato di intervenire militarmente. La Nigeria ha deciso di rafforzare la sua "partnership in materia di sicurezza" proprio con gli USA, respingendo le accuse al mittente. Secondo una dichiarazione rilasciata dal governo nigeriano, una delegazione del Paese, tra cui il consigliere per la sicurezza nazionale Nuhu Ribadu, si è infatti recato la scorsa settimana a Washington per incontrare alti funzionari statunitensi e discutere di queste preoccupazioni. "A seguito degli incontri, il governo degli Stati Uniti ha affermato la sua disponibilità ad approfondire la cooperazione in materia di sicurezza con la Nigeria", ha affermato Bayo Onanuga, consigliere speciale del presidente nigeriano, precisando che la cooperazione include un maggiore supporto in materia di intelligence, l'accelerazione delle richieste di attrezzature per la difesa e la "potenziale fornitura di articoli di difesa in eccedenza".