Nigeria, 50 dei 303 studenti rapiti in una scuola sono fuggiti. Cosa vogliono i rapitori
MondoDopo il rapimento avvenuto lo scorso venerdì in una scuola nello stato del Niger, il Ministro dell’Istruzione nazionale ha ordinato la chiusura di 47 scuole secondarie convitto in tutto il Paese. L’allerta resta alta, mentre c’è chi si chiede come sia stato possibile che 300 studenti siano stati rapiti e portati via in contemporanea
Cinquanta dei 303 studenti rapiti venerdì 21 novembre dalla St. Mary's Catholic Co-educational School nello Stato del Niger (nella Nigeria occidentale), sono riusciti a fuggire e sono ritornati dalle loro famiglie. Lo ha reso noto il presidente dell'Associazione cristiana della Nigeria e proprietario dell'istituto, monsignor Bulus Dauwa Yohanna. Al momento, però, resta sconosciuto sia il luogo in cui sono stati trattenuti che le circostanze che ne hanno consentito la fuga.
Cosa è successo alla St. Mary's Catholic Co-educational School
Venerdì si è verificato uno dei più grandi rapimenti di massa della storia del paese. La Christian Association of Nigeria (CAN) dopo aver accertato il numero degli studenti scomparsi, ha sottolineato che oltre a loro, sono stati rapiti anche 12 insegnanti. Gli studenti hanno un’età compresa tra i dieci e i diciotto anni e rappresentano quasi la metà dei 629 allievi che frequentano l’istituto. Dopo l’accaduto, il governatore dello stato del Niger, Mohammed Umar Bago, ha dichiarato che la polizia e il dipartimento di intelligence hanno avviato un’indagine “sulle dinamiche del rapimento per intercettare il gruppo” che potrebbe aver compiuto altri rapimenti in zona.
Potrebbe interessarti
Nigeria, esplosione di un camion cisterna: decine di morti
Tre rapimenti nel giro di una sola settimana: è massima allerta
Per gestire la situazione, il presidente del paese Bola Tinubu ha deciso di annullare i suoi impegni internazionali previsti in settimana. In un video condiviso da CAN e riportato da The Guardian, un membro dello staff della scuola che è riuscito a fuggire durante l’irruzione, sostiene di aver sentito avvicinarsi auto e motociclette prime di sentire spari continui e ripetuti: “gli aggressori hanno agito per quasi tre ore”. Al momento, nessun gruppo armato ha rivendicato la responsabilità dell’ultimo attacco, né di quello avvenuto lo scorso martedì in una chiesa nel vicino Stato di Kwara dove almeno due persone sono state uccise e diversi fedeli sono stati rapiti, né di quello avvenuto lunedì in un collegio nello stato di Kebbi dove sono scomparse alemeno 20 studentesse. Nel 2015, il governo nigeriano ha approvato la “Dichiarazione sulle scuole sicure”, che delinea misure concrete per salvaguardare la natura civile delle scuole e delle università al fine di garantire agli studenti un accesso sicuro all'istruzione durante i conflitti. L'Unicef ha invitato tutte le parti interessate a proseguire gli sforzi per attuare pienamente la Dichiarazione sulle scuole sicure in Nigeria.
Potrebbe interessarti
Nigeria, liberati i 38 fedeli rapiti in chiesa cristiana
Dietro ai rapimenti non c’è ideologia ma denaro
Rapire per poi chiedere un riscatto. È questa una delle ragioni principali a spingere le bande armate che vivono entro i confini nigeriani ad organizzare rapimenti nelle scuole delle zone rurali. Nella parte occidentale del paese si estende una vasta foresta ed è lì che i gruppi armati hanno i loro accampamenti. È importante sottolineare come le bande non abbiano particolari inclinazioni ideologiche – come affermato dallo stesso mons. Yohanna - ma sono piuttosto motivate da ragioni economiche. Negli ultimi anni, tuttavia, diversi analisti hanno evidenziato un rafforzamento del legame di quest'ultime con alcuni dei gruppi jihadisti che operano soprattutto nella parte nordorientale del paese. In Nigeria, il paese più popoloso dell’Africa, vivono tanti cristiani quanti musulmani: entrambi sono vittime degli attacchi degli islamisti radicali, nonostante Trump abbia parlato solo di un “eccidio mirato di cristiani” e abbia dichiarato di star valutando un’azione militare nel paese.
Potrebbe interessarti
Trump minaccia raid in Nigeria contro gli jihadisti: cosa succede
I dati non coincidono con le dichiarazioni del Presidente Trump
Armed Conflict Location & Event Data ha evidenziato che oltre 20.400 civili sono stati uccisi in Nigeria durante attacchi armati tra gennaio 2020 e settembre del 2025. Tra le vittime, nonostante il centro di monitoraggio non abbia determinato l’affiliazione religiosa della maggior parte dei civili, 317 morti sono attribuite ad attacchi contro i cristiani, mentre 417 sono state segnalate tra i musulmani. Secondo quanto riporta Associated Press, l'analista della sicurezza Nnamdi Obasi, consulente senior del think tank International Crisis Group, ha spiegato che, "mentre i gruppi estremisti hanno devastato sia i cristiani che i musulmani nel nord-est della Nigeria, gruppi di banditi hanno invece terrorizzato le comunità in prevalenza musulmane nel nord-ovest".
Potrebbe interessarti
Mutilazioni genitali, una nuova vita con la chirurgia rigenerativa
L’appello del Papa
Durante la preghiera settimanale dell'Angelus di domenica 23 novembre, anche Papa Leone XIII ha lanciato un appello per la liberazione degli studenti e degli insegnanti, esortando "le autorità competenti a prendere decisioni appropriate e tempestive per garantire la loro liberazione". Sono anni che la Nigeria si trova a dover fronteggiare gravi problemi di sicurezza dovuti a più fattori, quindi non soltanto religiosi ma legati anche alla scarsità di terre e risorse idriche.