Francia, Lecornu: "Voglio governo libero dai partiti". Républicains: "Non parteciperemo"
MondoIl partito guidato dal ministro dell’Interno uscente Bruno Retailleau ha comunicato che "conferma il supporto provvedimento per provvedimento" all’esecutivo ma che "non sussistono la fiducia e le condizioni" per farne parte. Il primo ministro, rinominato quattro giorni dopo le sue dimissioni, si è detto intenzionato a nominare un governo "non imprigionato" dalle forze politiche
Les Républicains non parteciperanno al governo di Sébastien Lecornu, nominato di nuovo primo ministro ieri dal presidente Emmanuel Macron ad appena quattro giorni dalle sue dimissioni. L’ufficio politico del partito ha comunicato in una nota che "conferma il supporto provvedimento per provvedimento al governo", sottolineando tuttavia "che, in questa fase, non sussistono la fiducia e le condizioni affinché Les Républicains partecipino" e specificando che la decisione è stata adottata "a larga maggioranza". Intanto l'urgenza di un esecutivo per presentare una Manovra si fa stringente, la Costituzione francese - è stato ricordato in queste ore - consente in situazioni eccezionali la nomina del solo ministro dell'Economia proprio per presentare una bozza di finanziaria in attesa della formazione dell'intero esecutivo.
Lecornu: "Voglio un governo non imprigionato dai partiti"
Lecornu si è detto intenzionato a nominare un governo "libero", "non imprigionato dai partiti" e ha aggiunto che rispetta la decisione di Bruno Retailleau, ministro dell'Interno uscente e presidente dei Républicains che domenica scorsa ha fatto deragliare il primo esecutivo, di non entrare nell'esecutivo. Il Lecornu 2, secondo le indiscrezioni, dovrebbe essere quindi composto essenzialmente da esponenti del centro macroniano, dove si segnalano - oltre ai mal di pancia dei centristi dell'Udi, anch'essi decisi a non partecipare al governo - i malumori di diversi deputati di Renaissance, il partito del presidente guidato da Gabriel Attal, l'ex premier in rapporti sempre più freddi con il capo dello stato. A questi ministri di stretta osservanza macroniana, si aggiungerebbero personalità vicine ai partiti ma senza tessera, uno stratagemma che consentirebbe a Lecornu di trattare senza vincoli stringenti.
Leggi anche
Francia, Macron nomina di nuovo Lecornu primo ministro
L’obiettivo di Lecornu
L'uomo che meno di una settimana fa aveva presentato le dimissioni al presidente Macron torna quindi a Matignon, ma la strada è tutta in salita. "Accetto - per dovere - la missione affidatami dal Presidente della Repubblica di fare tutto il possibile per dotare la Francia di un budget entro fine anno e di affrontare i problemi quotidiani dei nostri connazionali", ha scritto Lecornu su X subito dopo la riconferma. "Farò di tutto per riuscire in questa missione: dobbiamo porre fine a questa crisi politica, che sta esasperando il popolo francese, e a questa instabilità, che è dannosa per l'immagine della Francia e per i suoi interessi". Questo obiettivo, ha avvertito tuttavia il primo ministro, "può essere raggiunto solo a determinate condizioni, traendo le dovute conclusioni dalle ultime settimane. Tutte le questioni sollevate durante le consultazioni condotte nei giorni scorsi saranno aperte al dibattito parlamentare: deputati e senatori potranno assumersi le proprie responsabilità e i dibattiti dovranno essere portati avanti fino in fondo. Il risanamento delle nostre finanze pubbliche rimane una priorità per il nostro futuro e la nostra sovranità: nessuno potrà sottrarsi a questa necessità. Tutte le ambizioni sono legittime e utili, ma chi entra a far parte del governo deve impegnarsi a svincolarsi dalle ambizioni presidenziali per il 2027. La nuova squadra di governo deve incarnare il rinnovamento e la diversità delle competenze".
Vedi anche
Francia, denuncia per falso Lecornu: "Non ha il Master come dice"
Gli scenari
Per Lecornu, la settimana appena trascorsa è stata quella delle decisioni cruciali, dei ripensamenti, dei colpi di scena: annuncio del governo, poi immediata caduta e annuncio delle dimissioni. Poi ore convulse, le insistenze del presidente, la presunta verifica di una maggioranza "contraria allo scioglimento del Parlamento", e adesso il secondo tentativo. Con il Rassemblement National che - a detta del presidente Jordan Bardella - voterà "immediatamente la sfiducia" a questo "scherzo di cattivo gusto" che "non ha futuro". "Promessa" di immediata sfiducia anche da parte di Lfi, che ha denunciato un nuovo "gesto dell'ombrello ai francesi da parte" di Macron, "un irresponsabile ebbro di potere". Anche ecologisti e comunisti sfiduceranno, mentre il Ps - che ha escluso di voler entrare al governo - ha riproposto con forza le sue condizioni. La principale è anche quella finora più difficile da soddisfare nella Francia con il debito pubblico ormai fra i peggiori in Europa: sospendere la riforma delle pensioni, tornando quindi ai 62 anni per lasciare il lavoro.