A Oslo annunciato il riconoscimento: vince l’attivista venezuelana per i diritti umani. La "libertadora" 58enne, leader dell'opposizione anti-Maduro, dopo lo stop alle elezioni 2024 vive in clandestinità. "Sono sotto shock", ha detto dopo la notizia. Ancora: "È uno stimolo per portare a termine il nostro compito: raggiungere la democrazia". Trump l’ha chiamata per congratularsi: nelle ultime ore si era parlato della possibile assegnazione al leader Usa, soprattutto dopo l’ok al piano per l’accordo Israele-Hamas
María Corina Machado ha vinto il premio Nobel per la Pace nel 2025. Attivista venezuelana per i diritti umani, è stata deputata dell'Assemblea nazionale del Venezuela dal 2011 al 2014, è fondatrice del movimento politico Vente Venezuela, cofondatrice dell'associazione civile Súmate e membro, insieme ad Antonio Ledezma e Diego Arria, della piattaforma cittadina "Io sono il Venezuela”. È stata premiata "per il suo instancabile lavoro nella promozione dei diritti democratici del popolo venezuelano e per la sua lotta per raggiungere una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia". Machado dopo l'annuncio, come rivela un video del team stampa, ha detto: "Sono sotto shock". Secondo il segretario del Comitato, ripreso dal Guardian, ha affermato: "Questo è un premio per un intero movimento". Più tardi, su X, Machado ha esultato: "Questo immenso riconoscimento della lotta di tutti i venezuelani è uno stimolo per portare a termine il nostro compito: raggiungere la democrazia". Poi ha lanciato un appello a Donald Trump, che aspirava allo stesso premio per la pace: "Siamo alle soglie della vittoria e oggi più che mai contiamo sul presidente Trump, sul popolo degli Stati Uniti, sul popolo dell'America Latina e sulle nazioni democratiche del mondo come nostri principali alleati per raggiungere la libertà e la democrazia". Il presidente Usa, secondo l'agenzia Bloomberg, l'ha chiamata per congratularsi.
La motivazione
Come ricorda il Comitato per il Nobel, nell’ultimo anno, “Machado è stata costretta a vivere in clandestinità. Nonostante le gravi minacce alla sua vita, è rimasta nel Paese, una scelta che ha ispirato milioni di persone. Quando i regimi autoritari prendono il potere, è fondamentale riconoscere i coraggiosi difensori della libertà che si ribellano e resistono. La democrazia dipende da persone che si rifiutano di rimanere in silenzio, che osano farsi avanti nonostante i gravi rischi e che ci ricordano che la libertà non deve mai essere data per scontata, ma deve sempre essere difesa – con le parole, con coraggio e con determinazione”.
L’annuncio
Jørgen Watne Frydnes, presidente del Comitato norvegese per il Nobel, ha annunciato l’assegnazione così: “Il Premio Nobel per la Pace 2025 va a una coraggiosa e impegnata paladina della pace, a una donna che mantiene accesa la fiamma della democrazia in mezzo a un'oscurità crescente. Maria Corina Machado, come leader del movimento democratico in Venezuela, è uno degli esempi più straordinari di coraggio civile in America Latina negli ultimi tempi. La signora Machado è stata una figura chiave e unificante in un'opposizione politica un tempo profondamente divisa, un'opposizione che ha trovato un terreno comune nella richiesta di libere elezioni e di un governo rappresentativo. Machado ha unito l'opposizione del suo Paese. Non ha mai vacillato nel resistere alla militarizzazione della società venezuelana. È stata ferma nel suo sostegno a una transizione pacifica verso la democrazia. Maria Corina Machado ha dimostrato che gli strumenti della democrazia sono anche gli strumenti della pace. Incarna la speranza di un futuro diverso, un futuro in cui i diritti fondamentali dei cittadini siano tutelati e le loro voci siano ascoltate. In questo futuro, le persone saranno finalmente libere di vivere in pace”.
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Chi è Machado, la "libertadora" venezuelana
María Corina Machado è la leader dell'opposizione in Venezuela, diventata famosa in tutto il mondo durante le primarie nell'ottobre 2023, quando ha ottenuto il 90% dei voti con oltre 3 milioni di voti, per sfidare la dittatura di Nicolas Maduro al potere dal 2013. Ma la lotta democratica al regime della "libertadora", soprannome in omaggio al 'libertador' Simon Bolivar, è stata bloccata dai tribunali venezuelani prima del voto e l'opposizione si è compattata intorno a Edmundo Gonzalez Urrutia. Da allora Machado vive in clandestinità. Nata a Caracas, capitale del Venezuela, nel 1967, Machado si è formata come ingegnere industriale prima di entrare in politica. Nel 2002 ha fondato Súmate, un gruppo di volontariato che promuove i diritti politici e monitora le elezioni. Freedom House, un gruppo di monitoraggio, afferma che le istituzioni democratiche del Venezuela si sono deteriorate dal 1999, "ma le condizioni sono peggiorate notevolmente negli ultimi anni" a causa della dura repressione da parte del governo del presidente Nicolás Maduro.
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Il Nobel in Norvegia
A differenza degli altri premi Nobel, quello per la Pace viene assegnato a Oslo, in Norvegia, e non a Stoccolma, in Svezia. Il motivo è che all'epoca dell'istituzione dei premi Nobel, i due Paesi erano ancora uniti. Il vincitore viene scelto dal Comitato per il Nobel norvegese, composto da cinque persone scelte dal Parlamento di Oslo e la consegna avviene nel municipio della capitale norvegese. Ha la particolarità di essere anche l'unico Nobel che può essere assegnato a organizzazioni, oltre che a singoli individui.
Trump sperava nel premio
Il presidente degli Usa Donald Trump nelle scorse ore ha raggiunto il più grande risultato diplomatico del suo secondo mandato e forse della sua storia alla Casa Bianca. Ha ottenuto l'accordo tra Israele e Hamas sulla prima fase del piano per la pace a Gaza. Il successo rappresenta per lui la prova definitiva per accreditarsi come mediatore e pacificatore e secondo molti analisti poteva essere la carta per spianargli la strada verso il premio Nobel per la Pace che tanto ambisce ma che non ha ottenuto, almeno quest'anno. Sarebbe stato il quinto presidente americano a riceverlo (dopo Theodore Roosevelt, Woodrow Wilson, Barack Obama e Jimmy Carter) - oltre al vicepresidente ambientalista Al Gore e al segretario di Stato Henry Kissinger - e sicuramente il più controverso. Il New York Times nelle scorse ore aveva scritto che se il piano di pace andrà avanti, Trump potrebbe avere un diritto legittimo al premio Nobel per la Pace. E anche il Washington Post dice che l’accordo “può rafforzare la pretesa di Trump per il Nobel”. Il tycoon ha detto che in ogni caso: "Non l'ho fatto per quello”.
La delusione della Casa Bianca
Oggi dopo l'annuncio, il presidente del comitato Nobel, Jorgen Watne Frydnes, ha risposto a una domanda sul desiderio espresso da Donald Trump di ricevere il premio e ha detto che la decisione del comitato del premio Nobel si basa solo sul "lavoro e sulla volontà di Alfred Nobel". Steven Cheung, direttore delle comunicazioni della Casa Bianca, in un post su X ha scritto: "Il presidente Trump continuerà a stringere accordi di pace in tutto il mondo, a porre fine alle guerre e a salvare vite umane. Non ci sarà mai nessuno come lui in grado di spostare le montagne con la sola forza della sua volontà. Il Comitato per il Nobel ha dimostrato di anteporre la politica alla pace".