Nel Paese alle prese con una crisi di governo dalle prime ore del mattino si sono tenute diverse manifestazioni, tutte unite da sentimenti anti-Macron. A partecipare alle proteste sono state circa 175 mila persone, secondo il ministero dell'Interno. Sono 339 gli individui posti in fermo giudiziario, di cui 106 nella capitale
In tutta la Francia sono scese in piazza 175 mila persone, che hanno partecipato alle 550 manifestazioni e 262 operazioni di blocco, nell’ambito delle proteste organizzate dal movimento “Blocchiamo tutto” – Bloquons tout. A riferirlo è stato il ministero dell’Interno, secondo cui ci sono stati 473 fermi in tutto il Paese, già alle prese con una crisi di governo. Sono invece 203 le persone fermate a Parigi. Sono invece 339 le persone poste in fermo giudiziario, di cui 106 nella capitale. Il ministero evoca la "presenza di numerosi militanti radicali nei cortei", che hanno causato "turbative dell'ordine pubblico". La situazione si è rivelata particolarmente tesa a Rennes, Nantes e Parigi. Tredici membri delle forze dell'ordine sono rimasti lievemente feriti. Oltre 260 i roghi e gli incendi appiccati in strada. Nella capitale ci sono stati momenti di tensione fra la polizia, che ha evacuato tutta la zona del centro di Les Halles, e alcuni gruppi di manifestanti. Gli agenti hanno lanciato lacrimogeni e hanno fatto arretrare i manifestanti, poi la tenda di un ristorante ha preso fuoco e le fiamme si sono propagate a buona parte del locale e al palazzo sovrastante. I pompieri sono in azione, l'edificio è stato evacuato.
Incendio Parigi forse dovuto a errore polizia
L'incendio che ha danneggiato in parte un ristorante e la facciata di un edificio nel centro di Parigi, nel quadro della giornata di proteste 'Bloquons tout', potrebbe essere stato causato involontariamente da un intervento della polizia: è quanto riferito dalla procuratrice di Parigi Laure Beccuau. "Secondo le nostre informazioni, potrebbe trattarsi di fiamme involontarie legate all'intervento delle forze dell'ordine per fronteggiare dei raggruppamenti densi e particolarmente ostili nella zona di Les Halles", ha detto la procuratrice in conferenza stampa, evocando l'apertura di un'inchiesta sul caso.
Appelli a saccheggiare, chiuso centro commerciale Parigi
La prefettura di polizia di Parigi aveva chiesto la chiusura totale del centro commerciale Westfield di Châtelet les Halles, nel cuore di Parigi, per appelli al saccheggio lanciati nel quadro del movimento 'Bloquons tout' in circolazione sui social network. L'ordine di chiusura vale per l'insieme di boutique e negozi del centro commerciale, uno dei più centrali di Parigi, non lontano dal Museo del Louvre, la Collection Pinault e il Centre Pompidou.
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Chiuso Museo d'Orsay e parte del Louvre
Chiuso poi a Parigi il Musée d'Orsay nonché una parte del Museo del Louvre nel quadro delle proteste del movimento che vuole paralizzare la Francia. "A causa di un movimento sociale nazionale il Musée d'Orsay è chiuso oggi 10 settembre. Vi preghiamo di scusarci per il disagio", si legge in un messaggio pubblicato sul profilo X della celebre istituzione parigina che ospita i capolavori dell'Impressionismo. Un simile messaggio è stato pubblicato sui social del Louvre: "Cari visitatori, a causa di un movimento sociale alcune sale del Museo del Louvre sono eccezionalmente chiuse" scrive il museo più grande al mondo, aggiungendo che anche il piccolo Museo Delacroix, che dipende dal Louvre, è stato chiuso oggi a causa delle proteste. Disagi anche alla Biblioteca Nazionale di Francia (Bnf), con la limitazione degli orari di alcuni spazi come la Salle Labrouste, sprangata per tutto il pomeriggio.
Tensioni alla Gare du Nord di Parigi
Oltre ai blocchi e alle manifestazioni, da subito il livello di guardia si è alzato per il rischio di sabotaggi alle infrastrutture, come quelli che paralizzarono il sistema ferroviario nel giorno dell'apertura dei Giochi Olimpici di Paris 2024. I manifestanti hanno infatti tentato l'assalto alla Gare du Nord di Parigi, una delle principali stazioni ferroviarie della capitale e snodo cruciale per tutto il Paese, ma sono stati respinti da uno schieramento di forze dell'ordine in tenuta antisommossa. Durante le proteste dinanzi alla Gare du Nord, anche slogan scanditi in italiano: "Siamo tutti antifascisti".
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Proteste in Francia, ultrasinistra ed estrema destra in piazza
Ricalcando i gilet gialli degli scorsi anni, i manifestanti di "Blocchiamo tutto", movimento nato sui social, si presentano uniti da sentimenti anti-Macron e hanno lanciato "un appello generalizzato con una moltitudine di iniziative", sia tra le frange dell’ultrasinistra che tra quelle dell’estrema destra, invocando "azioni piuttosto dure", come ha spiegato il prefetto di polizia della capitale, Laurent Nuñez. Dalla capitale alle città di provincia si sono registrati tafferugli e incidenti fra polizia e manifestanti, nessuno grave. Il ministro degli Interni uscente Bruno Retailleau sposa la linea della "tolleranza zero": 80mila i poliziotti schierati, di cui 6mila a Parigi. Il presidente Emmanuel Macron ha nominato ieri il nuovo primo ministro Sébastien Lecornu, a solo un giorno dalla sfiducia e le dimissioni di François Bayrou, proprio per non lasciare scoperto il Paese in una giornata così critica.
Il primo giorno da premier di Lecornu
Nel suo primo giorno da premier, nel cortile di palazzo Matignon, sede del governo, Lecornu ha ringraziato Bayrou per il suo "coraggio", per aver resistito quasi 9 mesi. Poi si è rivolto ai francesi impegnandosi a "rompere" con il passato, nel "metodo" ma anche "nella sostanza", assicurando che non esistono "percorsi impossibili" per uscire dalla crisi politica. E ha concluso con un ottimistico "Ce la faremo", rivolto ai connazionali. Lo ha preso sul serio Jordan Bardella, il presidente del Rassemblement National (Rn) che ha annunciato che il partito "non lo sfiducerà subito". Ma che aspetta di vedere dal nuovo premier la prima "rottura" con il passato.