Dazi Trump, media: "Usa e Ue fiduciose su accordo prima del 9 luglio"

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La presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen, guarda positivamente alla possibilità di raggiungere un accordo prima della scadenza per evitare un'escalation economicamente dannosa. Ma il presidente torna all'attacco: "L'Ue imparerà presto a non essere cattiva con noi"

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La partita sui dazi tra Usa e Unione Europea prosegue e gli interrogativi restano molti. Prima sono arrivati spiragli positivi: la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen, sarebbe "fiduciosa" sulla possibilità di raggiungere un accordo prima della scadenza - 9 luglio - per evitare un'escalation economicamente dannosa, scriveva Bloomberg. Le parole di von der Leyen, che già ieri aveva fatto sapere di aver ricevuto una controproposta Usa, seguono all'"ottimismo" già espresso dal segretario al commercio americano Howard Lutnick. Trump però poi è tornato all'attacco: "L'Ue imparerà presto a non essere cattiva con noi, è stata creata per danneggiare gli Stati Uniti", ha detto accusandola di applicare "tasse ingiuste". E ancora: "Con la digital tax l'Ue non ne uscirà bene, come il Canada", ha detto in riferimento alla nuova tassazione canadese che ricalca quella già in vigore in Europa.

Le posizioni delle due parti

Proprio in un'intervista a Bloomberg Howard Lutnick si è detto “ottimista" su un accordo con l’Ue, aggiungendo che l'Europa ha fatto un "lavoro eccellente" dopo un avvio lento. Dal vertice di Bruxelles invece il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha esortato a “chiudere rapidamente un accordo con gli Usa. Tuttavia, se non si raggiungesse, l'Unione europea è pronta e in grado di adottare autonomamente misure appropriate”. Il presidente francese Macron ha ribadito che "se alla fine gli Stati Uniti decidessero di mantenere un dazio del 10% contro la nostra economia, sarà inevitabile una misura di compensazione sui prodotti americani venduti nel mercato europeo”. E ha aggiunto che l’intesa deve essere “rapida ma non ad ogni costo. La reale volontà dell'Europa è di giungere a un accordo equo”.

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La posizione di Meloni  

La premier italiana alcuni giorni fa ha avuto modo di discutere del dossier dazi con Trump nei Paesi Bassi. Ma la sua linea, nonostante la vicinanza politica al tycoon, resta fortemente ancorata all'Europa. A Bruxelles si è trovata in una posizione mediana tra Francia e Germania. Berlino spinge per un'intesa al più presto, anche se imperfetta. Parigi è più attendista: Emmanuel Macron non vuole un'intesa "asimmetrica" che, pur di evitare la tagliola del 9 luglio, si riveli troppo svantaggiosa. Meloni pur ritenendo che serva un accordo al più presto, vuole comunque vederci chiaro. "Eventuali asimmetrie vanno debitamente compensate", hanno sottolineato fonti italiane citando, tanto per fare un esempio, i settori dell'acciaio e dell'alluminio dove le tariffe americane vanno ben oltre il 10%.

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Trump: "Alcuni saranno delusi perché dovranno pagare dazi"

"Abbiamo 200 paesi" con cui fare accordi e "non possiamo farli con tutti", avverte intanto Trump. "Nella prossima settimana e mezzo, invieremo lettere: Alcuni paesi saranno delusi perché dovranno pagare i dazi", ha aggiunto, precisando che l'unito problema che "abbiamo è il ragazzo alla Fed": se "Powell abbassasse i tassi, spenderemmo meno".

Trump interrompe trattative con Canada

Tra questi Paesi che "doveanno pagare" anche il Canada, con cui sono saltate le trattative commerciali. "Nei prossimi sette giorni faremo sapere" a Ottawa "quanto dovrà pagare per fare affari con gli Stati Uniti", ha detto Trump, legando la sua decisione all'imposizione da parte del Canada di una tassa sui servizi digitali sulla aziende americane, che è "un diretto e chiaro attacco al nostro Paese, stanno copiando l'Unione Europea". 

Cina: “Usa cancelleranno alcune restrizioni”

Intanto il ministero del Commercio di Pechino in una nota annuncia che gli Stati Uniti "cancelleranno una serie di misure restrittive" al commercio cinese. La Cina afferma di avere "dettagli confermati dell'intesa con gli Usa. Si spera che Stati Uniti e Cina si incontrino a metà strada", auspicando "uno sviluppo sano, stabile e sostenibile delle relazioni economiche e commerciali tra Cina e Stati Uniti". Pechino, in conformità con la legge, "approverà le domande di esportazione di articoli controllati che soddisferanno i requisiti pertinenti".

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