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Terremoto Myanmar, cosa può succedere ora: da scosse di assestamento a emergenza sanitaria

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©IPA/Fotogramma
Terremoto Myanmar, case e templi distrutti a Mandalay
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Terremoto Myanmar, case e templi distrutti a Mandalay
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Introduzione

Dopo il catastrofico sisma del 28 marzo, che ha colpito anche la Thailandia, lo scenario per il quale si possano verificare scosse altrettanto forti rispetto a quella già avvenuta è "abbastanza improbabile" anche se possibile. Secondo Lucia Margheriti, direttrice dell'Osservatorio Nazionale Terremoti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, "sicuramente avremo invece delle scosse d'assestamento anche di magnitudo intorno a 6".

Quello che devi sapere

I precedenti

  • Altri terremoti importanti su questa faglia risalgono a poco meno di un secolo fa: "Tra il 1929 e il 1931 ci sono state quattro scosse di magnitudo superiore a 7", dice Margheriti (Ingv). "Questo ci fa pensare che in questa regione, si possa verificare quello che viene chiamato il fenomeno dei terremoti a cascata”.

Per approfondire: Terremoti, i più forti di sempre nel mondo, per magnitudo e numero di vittime. FOTO

La faglia trascorrente

  • Il terremoto di magnitudo 7.7 in Myanmar è avvenuto "lungo una faglia trascorrente, quindi con prevalente movimento orizzontale che si trova proprio lungo il margine tra la placca indiana e quella euroasiatica", dice Margheriti. "Si è mosso un segmento di circa 200 chilometri e questo spiega la magnitudo del terremoto”. Dopo 12 minuti dalla prima scossa "è avvenuta una replica importante, rivalutata adesso come magnitudo a 6.7. Ci sono stati poi nelle ore successive alcuni altri terremoti, specialmente nella parte sud della faglia che si è mossa, ma tutti di magnitudo massima intorno a 5 e poco più”. La faglia trascorrente accomoda lo spostamento che c'è di continuo tra la placca indiana e quella eurasiatica. "Queste due placche si muovono reciprocamente a una velocità di circa 40 millimetri l'anno", e proprio la faglia interessata dal sisma "accomoda almeno la metà di questo spostamento”.

Per approfondire: Terremoto Myanmar e Thailandia, perché c'è il rischio di liquefazione del terreno

Si rischia l'emergenza sanitaria

  • Un altro aspetto dell’immediato futuro riguarda ora un'altra minaccia, quella dell'emergenza sanitaria. L'allarme arriva dalle Ong che operano nel Paese asiatico. Il sisma è andato a colpire un territorio già fragile e attraversato da conflitti interni: "Gli ospedali, già poco attrezzati e con strumentazioni inadeguate - spiega Angelo Conti dell'Ong Medacross - sono già al collasso. Mancano farmaci. Inoltre per i soccorsi tentare di raggiungere la zona dell'epicentro del sisma è difficile anche per la guerriglia. Chi proviene dalla Thailandia deve infatti attraversare un'area estremamente pericolosa. Non appena le condizioni di sicurezza lo consentiranno - aggiunge l'operatore umanitario - porteremo farmaci e le nostre cliniche mobili al nord”.

Emergenza per milioni di bambini

  • Un'emergenza nell'emergenza riguarda poi i 6,7 milioni di bambini che vivono in un Paese già provato da fame e guerra civile con il 32% della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà. Le Ong hanno lanciato l'allarme con l'Unicef, impegnato in prima linea sia in Myanmar sia in Thailandia a verificare il numero esatto di vittime. Dalle macerie sono stati estratti molti corpi senza vita di bambini. L'Avsi, che ha diversi progetti in Myanmar, sta verificando "le condizioni dei 600 bambini sostenuti a distanza da famiglie italiane e di tutte le persone coinvolte nelle nostre attività nell'area dell’epicentro". Il Paese soffre di una povertà strutturale che impedisce ai piccoli, soprattutto delle aree rurali, di godere dei loro diritti più fondamentali. Per questo L'Unicef è "profondamente preoccupato per l'impatto devastante" che sisma ha sui minori, più bisognosi degli adulti di protezione e supporto psicologico. Il Cesvi, una delle poche organizzazioni italiane attive in Myanmar da oltre vent'anni, sostiene che "la priorità ora è verificare se vi siano scuole colpite e bambini in condizioni critiche”.

L’allarme per i campi profughi

  • Amy Sawitta Lefevre, operatrice di Save the Children da Bangkok, ha anche lanciato un altro allarme: nel nord della Thailandia, al confine con il Myanmar "il terremoto ha colpito gravemente oltre 28mila bambini che vivono nei campi profughi, aggravando ulteriormente la loro situazione, già particolarmente vulnerabile a causa dei recenti tagli agli aiuti".

Arrivano gli aiuti

  • Intanto sono arrivate già le prime squadre di soccorso da tutto il mondo dopo l'appello lanciato dal capo della giunta militare Min Aung Hlaing. C'è un team cinese con 37 esperti dotato di droni, 112 set di equipaggiamento specializzato, un sistema di allerta precoce per terremoti e sistemi satellitari portatili. Mosca ha fatto decollare due aerei con a bordo 120 soccorritori e altre attrezzature. Anche dall'India è partita una squadra di ricerca e di soccorso, con medici e provviste, mentre la Malaysia ha inviato 50 persone.

Gli stanziamenti internazionali

  • L'Onu da parte sua ha stanziato 5 milioni di dollari per avviare gli sforzi di soccorso, mentre Francia e Ue si sono offerte di fornire assistenza. L'Oms si è mobilitata per l'invio di forniture mediche. Anche da parte degli Stati Uniti dovrebbe arrivare un contributo: lo ha assicurato Donald Trump. Alcuni esperti però hanno espresso la preoccupazione che i profondi tagli della sua amministrazione possano vanificare questa promessa. Secondo il quotidiano britannico Guardian, infatti, le forbici di Trump sull'agenzia Usaid hanno già costretto l'Onu e le Ong a tagliare molti programmi in Myanmar.

Per approfondire: Terremoto Myanmar, ambasciatore Ue: "Vittime potrebbero arrivare fino a 10mila"

Il ruolo dell’Italia

  • Anche in Italia è partita la mobilitazione per portare aiuti. Stefano Piziali, direttore del Cesvi - Cooperazione e Sviluppo, è in contatto con la Farnesina e con i suoi operatori sul posto: "Stiamo chiedendo al governo birmano la possibilità di ottenere in tempi rapidi i visti per l'ingresso nel Paese per inviare operatori e tecnici. Speriamo per lunedì di avere una risposta: la squadra è già pronta". Ne fanno parte un esperto di logistica, uno di sanificazione dell'acqua, e una coordinatrice per dare supporto al capo missione Paolo Felice, che al momento è l'unico italiano dell'associazione sul posto. Felice coordina 50 operatori, tutti birmani, che lavorano nelle zone di Mandalay e nello Shan State, e ha vissuto alcune ore di paura quando sei persone del suo team non rispondevano alle chiamate. Cinque sono stati fortunatamente ritrovati sani e salvi, mentre uno è rimasto ferito dal crollo della sua abitazione.

Per approfondire: Terremoto Myanmar e Thailandia, i video del sisma tra edifici crollati e panico in strada