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Convenzione di Ottawa contro mine antiuomo, Polonia e Paesi Baltici si ritirano

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I titoli di Sky Tg24 del 18 marzo, edizione delle 8
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I titoli di Sky Tg24 del 18 marzo, edizione delle 8
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La decisione dovrà ora essere approvata dai singoli Parlamenti dei quattro Paesi. Una decisione che arriva dopo una serie di altre scelte che hanno portato gli stati baltici a ridare priorità alla spesa militare, come l'uscita della Lituana dalla Convenzione di Oslo che proibiva l'uso di bombe a grappolo

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I ministri della Difesa di Lituania, Lettonia, Estonia e Polonia hanno annunciato congiuntamente l'intenzione di ritirarsi dalla Convenzione di Ottawa, il trattato del 1997 che vietava ai paesi aderenti la produzione, lo stoccaggio, la vendita e l'uso delle mine antiuomo. La decisione dovrà ora essere approvata dai singoli Parlamenti dei quattro Paesi. Una decisione che arriva dopo una serie di altre scelte che hanno portato gli stati baltici a ridare priorità alla spesa militare, come l'uscita della Lituana dalla Convenzione di Oslo che proibiva l'uso di bombe a grappolo.

La dichiarazione congiunta

"Dalla ratifica della Convenzione per la messa al bando delle mine antiuomo - si legge in una dichiarazione congiunta dei ministri della difesa dei quattro Paesi - la situazione della sicurezza nella nostra regione si è fondamentalmente deteriorata. Le minacce militari agli Stati membri della Nato confinanti con Russia e Bielorussia sono aumentate in modo significativo". E ancora: "Alla luce di questo instabile ambiente di sicurezza segnato dall'aggressione della Russia e dalla sua continua minaccia alla comunità euro-atlantica, è essenziale valutare tutte le misure per rafforzare le nostre capacità di deterrenza e difesa". “Crediamo che nell'attuale contesto di sicurezza, è di assoluta importanza l'assicurare le nostre forze di difesa con la flessibilità e la libertà di scelta del potenziale uso di nuovi sistemi offensivi e di soluzioni per potenziare la difesa del vulnerabile lato orientale dell'Alleanza. Alla luce di queste considerazioni, noi - i ministri della difesa di Estonia, Lettonia, Lituana, e Polonia - all'umanità raccomandiamo il ritiro dalla Convenzione di Ottawa”.

DONETSK OBLAST, UKRAINE - JANUARY 28: An anti-personnel mine and a yellow flag sit on the ground during conducting of the territory mining exercise on January 28, 2023 in Donetsk Oblast, Ukraine. Russian occupation forces, continuing to focus their efforts on establishing control over the entire Donetsk Oblast, have increased their military personnel and intensified shelling along the entire front line in the east of the country. (Photo by Viktor Fridshon/Global Images Ukraine via Getty Images)

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"Esigenze di sicurezza"

"Nonostante il nostro ritiro dalla Convenzione rimarremo fedeli al diritto umanitario internazionale, inclusa la protezione dei civili durante un conflitto armato. Le nostre nazioni continueranno a sostenere questi principi, affrontando al contempo le nostre esigenze di sicurezza", conclude la dichiarazione siglata da Hanno Pevkur Ministro della Difesa Repubblica di Estonia, Andris Sprūds Ministro della difesa della Repubblica di Lettonia, Dovilė Šakalienė Ministro della difesa della Repubblica di Lituania e Władysław Kosiniak-Kamysz Vice Primo Ministro Ministro e ministro difesa nazionale della Repubblica di Polonia.

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Le pressione della guerra Mosca-Kiev

Il Trattato di Ottawa del 1997 è sottoposto a crescenti pressioni a causa della guerra di Mosca contro l'Ucraina, mentre gli Stati in prima linea stanno rafforzando i loro confini con la Russia. All'inizio del mese, il primo ministro polacco Donald Tusk ha detto che la Polonia avrebbe iniziato a prendere misure per uscire dal trattato. "Le decisioni riguardanti la Convenzione di Ottawa dovrebbero essere prese in solidarietà e coordinamento all'interno della regione. Allo stesso tempo, al momento non abbiamo piani per sviluppare, immagazzinare o utilizzare mine antiuomo precedentemente vietate", ha affermato il ministro della Difesa estone Hanno Pevkur. All'inizio del mese, il capo di stato maggiore della difesa lettone, il maggiore generale Kaspars Pudāns, ha dichiarato a Politico che le priorità del Paese restano le mine anticarro e i proiettili di artiglieria. Il ministro della Difesa finlandese Antti Hakkanen ha affermato che anche Helsinki sta valutando la possibilità di abbandonare il Trattato, ma non è tra i firmatari della dichiarazione odierna.

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