
Il presidente degli Stati Uniti chiede liberazione dei rapiti e la restituzione di tutti i cadaveri delle persone che ha assassinato. In giornata gli Usa hanno trattato con i miliziani sul rilascio degli ostaggi americani a Gaza e sulla fine della guerra. "La missione contro Hamas non è finita", ha detto il nuovo capo di stato maggiore dell'esercito israeliano, Eyal Zamir. Netanyahu: Israele è "determinato a raggiungere la vittoria". La Casa Bianca accoglie con favore il "piano arabo per Gaza"
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avvertito che i leader di Hamas hanno un'ultima possibilità di lasciare Gaza, aumentando la pressione affinché i militanti rilascino gli ostaggi. "Sto inviando a Israele tutto ciò di cui ha bisogno per finire il lavoro, non un solo membro di Hamas sarà al sicuro se non fate come dico io", ha scritto sul social Truth. "Questo è il vostro ultimo avvertimento! Per la leadership, è il momento di lasciare Gaza, finché avete ancora una possibilità".
Gli Stati Uniti stanno trattando direttamente con Hamas sul rilascio degli ostaggi americani a Gaza e su un accorso più ampio per mettere fine alla guerra. Lo riporta Axios citando alcune fonti. La Casa Bianca accoglie con favore il "contributo" delle nazioni arabe per il futuro di Gaza, pur insistendo che Hamas non può rimanere al potere. "Il presidente Trump è stato chiaro sul fatto che Hamas non può continuare a governare Gaza". "Pur mantenendo la sua coraggiosa visione di una Gaza postbellica, il presidente accoglie con favore il contributo dei nostri partner arabi nella regione. È chiaro che le sue proposte hanno spinto la regione a sedersi al tavolo piuttosto che permettere che la questione si trasformasse in un'ulteriore crisi", ha dichiarato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Brian Hughes, secondo quanto riportato dal Times of Israel. Il piano della Lega araba è stato invece già bocciato da Israele.
Approfondimenti:
- Accordo Israele-Hamas, in migliaia festeggiano la tregua per le strade di Gaza
- Tregua Israele-Hamas: ecco chi sono gli ostaggi liberati finora
- Tregua a Gaza, accordo tra Israele e Hamas. Le reazioni internazionali, da Trump a Biden
- Tregua a Gaza, migliaia di sfollati verso casa. Entrano gli aiuti. LE FOTO
- Tregua Gaza, chi sono le prime 3 ragazze israeliane liberate da Hamas
- Dalla difesa alle infrastrutture, Russia e Iran sempre più vicini
- Gaza secondo Trump,il video realizzato con l'Ai con statue d'oro e resort di lusso
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Trump: "Leadership Hamas lasci ora Gaza finché puo"
"Per la leadership - di Hamas - ora è il momento di lasciare Gaza, finché avete ancora una possibilità. Inoltre, dico al popolo di Gaza: un futuro meraviglioso ti attende, ma non se tieni degli ostaggi. Se lo fai, sei morto! Prendi una decisione intelligente. Rilascia gli ostaggi ora, o ci sarà l'inferno da pagare più tardi!". Lo scrive Donald Trump su Truth.
Tregua Israele-Hamas, chi sono gli ostaggi liberati finora
L'accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. DI CHI SI TRATTA
Ultimatum Trump ad Hamas: "Liberi ostaggi o sarà l'inferno"
Donald Trump ha dato "l'ultimo avvertimento" ad Hamas perchè liberi subito tutti gli ostaggi e restituisca immediatamente tutti i cadaveri delle persone che ha assassinato, altrimenti - ha minacciato - "ci sarà l'inferno da pagare più tardi!".
Dalla difesa alle infrastrutture, Russia e Iran sempre più vicini
Mosca e Teheran sono sempre più vicini. I presidenti Putin e Pezeshkian hanno firmato un "trattato di partenariato strategico globale" con cui è stata potenziata la cooperazione militare e d'intelligence. Un accordo definito "una vera svolta" che amplierà la proiezione russa nel settore dell'energia nucleare iraniana. LEGGI L’ARTICOLO
Onu: 80 mense per i palestinesi a rischio chiusura
Ottanta mense comunitarie che forniscono ogni giorno i pasti a migliaia di palestinesi rischiano la chiusura se Israele continuerà a bloccare il flusso degli aiuti, come avviene da giorni. Lo ha detto il portavoce dell’Onu Stephane Dujarric, che ha lanciato l’allarme nel corso dell’incontro quotidiano con i media internazionali. Intanto l’appello dell’Onu a raccogliere quattro miliardi di dollari per garantire gli aiuti umanitari alla popolazione si è rivelato finora inascoltato: è stato coperto solo meno del 4 per cento del budget richiesto.
La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata
L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. IL PUNTO
Gaza: un lungo tavolo tra le macerie per la cena di Ramadan. FOTO
Immagini diffuse sui social da Gaza mostrano la popolazione che prepara un Iftar collettivo, il pasto serale che interrompe il digiuno durante il Ramadan, a Rafah, nel sud della Striscia, tra le rovine rimaste dopo i combattimenti LE IMMAGINI
Hamas conferma contatti diretti con inviato Usa sui loro ostaggi
Funzionari di Hamas hanno confermato oggi all'Afp contatti diretti con l'inviato di Washington per il rilascio degli ostaggi americani detenuti nella Striscia di Gaza. "Ci sono state diverse comunicazioni tra Hamas e vari canali americani, l'ultima è stata con un inviato americano ed è stata sollevata la questione dei prigionieri israeliani di nazionalità americana, vivi o morti", ha detto un primo funzionario che ha richiesto l'anonimato. Un altro alto funzionario del movimento islamico palestinese, anche lui parlando in condizione di anonimato, ha confermato lo svolgimento di "due incontri diretti tra Hamas e funzionari americani nei giorni scorsi a Doha".
Guerra Israele, Iran annuncia terzo attacco missilistico "al momento opportuno"
L'Iran ha annunciato che effettuerà una terza ondata di attacchi missilistici contro Israele "al momento opportuno". Lo ha detto il numero due dei Guardiani della rivoluzione, generale Ali Fadavi, in dichiarazioni riportate dall'agenzia di stampa iraniana Mehr e riprese da Times of Israel. Nel corso del 2024, Teheran lanciò due attacchi contro Israele scatenando la reazione dello Stato ebraico: in particolare la seconda risposta israeliana, a ottobre, distrusse gran parte dei sistemi di difesa aerea iraniana e alcune importanti strutture militari. LEGGI L’ARTICOLO
Cambio guardia a guida Idf, ora fedelissimo Bib
Cambio al vertice delle forze armate israeliane: dopo poco più di due anni in carica, Herzi Halevi ha passato il testimone a Eyal Zamir, nuovo capo di Stato maggiore. A lui il compito di guidare l'Idf, impegnato su sette fronti all'estero, con l'ottavo in patria nella sfida di contenere le ingerenze politiche - in primis dell'estrema
destra, alleato fondamentale del premier Benjamin Netanyahu nel governo - e ristabilire il rapporto di fiducia con l'opinione pubblica. Non e' stata una luna di miele con l'esecutivo e andando via, due anni in anticipo, Halevi non lo ha nascosto. Alla cerimonia di passaggio di consegne, davanti a Netanyahu e ai capi di Mossad e Shin Bet, David Barnea e Ronen Bar, così come al capo del Centcom, Michael Kurilla, il capo di Stato maggiore uscente ha ribadito la richiesta dell'istituzione di una commissione d'inchiesta statale sul 7 ottobre, "necessaria e vitale, non per dare la colpa, ma per scoprire prima di tutto la radice dei problemi e rendere possibile risolverli". Questa è vista come fumo negli occhi dal premier che continua a respingerla: di recente ha denunciato che il risultato sarebbe "già scritto", tutto diretto contro una sola parte, e ne ha chiesta una "non politicizzata" dopo la fine della guerra a Gaza. . - Del resto, Netanyahu non si e' mai assunto chiaramente e pubblicamente la responsabilità di quanto avvenuto, puntando il dito piuttosto proprio contro militari e intelligence. Al contrario, Halevi fin da subito aveva dichiarato il "fallimento" dell'esercito sotto il suo comando nella "sua missione di proteggere i cittadini di Israele" e aveva prospettato le dimissioni non appena fosse stato possibile. Quel momento e' stato annunciato a fine gennaio, in concomitanza con l'avvio della prima fase dell'accordo per il cessate a fuoco a Gaza. Una tempistica precisa, secondo un ex alto funzionario israeliano citato dal Washington Post, convinto che in questo ci fosse un "messaggio" da parte dell'allora capo di Stato maggiore. "Halevi non crede che avverrà la seconda fase, in cui la guerra finisce e il resto degli ostaggi viene restituito. Poiché' sa che la seconda fase non avverrà e crede che dovrebbe (avvenire), si dimette. Sta dicendo, 'non mi farete combattere di nuovo, nella seconda fase'". Una previsione che si è avverata, vista l'impasse in cui si trova l'accordo per il cessate il fuoco nella Striscia, dopo la fine della prima fase e il mancato avvio dei negoziati per la seconda, come previsto dall'intesa. Ma non c’è stato solo il riferimento alla commissione d'inchiesta statale. Nel suo discorso di commiato Halevi, rivendicando "il bene dello Stato come valore principale" e di non essere "mai stato leale solo a una persona", ha citato altre due questioni delicate: gli ostaggi e la leva militare obbligatoria per i giovani ultraortodossi. Quest'ultima è una necessità secondo il generale, che in più occasioni nell'ultimo anno e' tornato a chiedere l'arruolamento degli haredi, il cui numero deve aumentare per ridurre la pressione sui riservisti, condividere il peso della difesa del Paese e onorare il sacrificio dei caduti. Quanto al dramma degli ostaggi, Halevi nel suo discorso ha ricordato che l'Idf non può mai lasciare soldati feriti "in territorio nemico". "Dobbiamo fare di tutto per riportare a casa tutti i rapiti, questo e' fondamentale per la vittoria", ha sottolineato. E come primo atto dopo il passaggio di consegne, ha fatto visita alla 'Piazza degli Ostaggi' a Tel Aviv e ha parlato con familiari e attivisti presenti. Ora il comando passa a Zamir. Il cinquantanovenne subentra in un momento delicato, con l'accordo di cessate il fuoco bloccato in un'impasse, l'estrema destra che fa pressioni per "aprire le porte dell'inferno a Gaza" e il presidente Usa Donald Trump che sogna una ricostruzione della Striscia in stile 'Riviera' di lusso, senza palestinesi. Alta tensione anche in Cisgiordania, dove per la prima volta in 20 anni sono stati schierati di nuovo i carri armati israeliani, a Jenin, mentre resta sul tavolo il dossier nucleare iraniano, con le discussioni in corso su come affrontare Teheran, alla luce dei duri colpi subiti dal suo 'Asse del male' in Libano e Siria. "L'Idf ha ottenuto risultati impressionanti sul campo. Abbiamo vinto battaglie a Gaza e in Libano, abbiamo colpito lontano in Yemen e in Iran. Hamas ha ricevuto un duro colpo, ma non e' stato ancora sconfitto. La missione non è ancora stata completata", ha affermato il nuovo capo di Stato maggiore, che ha rassicurato i familiari degli ostaggi sul "dovere morale" di "riportare tutti a casa, in qualsiasi modo possibile e il piu' rapidamente possibile". Il generale ha poi fatto riferimento alla questione dell'obbligo militare per gli ultraortodossi, mettendo l'accento sul bisogno di "coesione" ed esortando "tutti i segmenti della società
Quanto costerà ricostruire la Striscia di Gaza? La conta dei danni
Una devastazione senza precedenti. Oggi, più della metà della Striscia di Gaza è completamente rasa al suolo. Secondo gli esperti, non si è mai registrato un simile livello di distruzione in un'area così piccola e densamente popolata. Le stime per la ricostruzione di Gaza, che potrà essere avviata solo dopo il completamento delle tre fasi dell'accordo di tregua tra Israele e Hamas, sono esorbitanti. Ecco le ultime stime su quanto costerà ricostruire Gaza dopo la devastazione causata dal conflitto tra Hamas e Israele e sulla conta dei danni. PER SAPERNE DI PIÙ
Delegazione lettone discute cooperazione economica con Israele
Una delegazione di quaranta imprenditori lettoni, guidata dal ministro dell'Economia del Paese baltico, Viktors Valainis, ha concluso una visita di quattro giorni in Israele, nel corso della quale si è discusso delle possibilità di collaborazione economica nei settori dell'aviazione, dell'energia e del fintech. I colloqui hanno portato alla stipula di un accordo di cooperazione tra la Latvian FinTech Association, la Latvian Blockchain Association e l'Israeli Financial Technology Centre con l'obiettivo di sviluppare il settore della criptovalute in Lettonia, e tra la Camera di commercio e dell'industria lettone e la Federazione delle camere di commercio israeliane al fine di aumentare la penetrazione degli esportatori lettoni in Medio oriente. Sono state inoltre avviate trattative con Doral group, uno dei principali fondi israeliani per le energie rinnovabili, in vista dello sviluppo di alcuni progetti di energia verde in Lettonia, e con Israeli aerospace industries in vista dello sviluppo di progetti di assistenza tecnica degli aeromobili nel Paese baltico
La situazione a Gaza e il ruolo degli Usa: i possibili scenari su rifugiati e aiuti
Dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas si è aggravata la situazione degli sfollati palestinesi che da anni trovano accoglienza nei Paesi dell'area come Giordania e Libano. Mentre la tregua vacilla, la proposta del presidente americano Trump sul futuro della Striscia rischia di aumentare il numero di rifugiati. Anche di questo si è parlato nella puntata dell'11 febbraio di "Numeri", approfondimento di Sky TG24. LEGGI QUI
Israele conferma, consultati da Usa su contatti Hamas
Dopo che la Casa Bianca ha confermato che l'amministrazione Trump ha avuto colloqui diretti con Hamas, Israele afferma di aver fatto sapere a Washington i suoi sentimenti in merito ai contatti, ma non fornisce ulteriori dettagli secondo il Times of Israel. "Nei nostri contatti con gli Stati Uniti", afferma l'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, "Israele ha espresso la sua posizione sui colloqui diretti con Hamas". La Casa Bianca ha dichiarato stasera che Israele è stato consultato sui colloqui.
Gaza, la tregua è in bilico: civili a rischio fame per il blocco degli aiuti
Netanyahu spinge per cambiare le carte in tavola rispetto all'accordo di gennaio: Israele vuole che Hamas accetti di prolungare la tregua per altre sei settimane, dopo le quali aprire la seconda fase che, secondo il piano dell'inviato Usa Steve Witkoff, prevederebbe il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti nelle mani dei palestinesi. Mentre i mediatori si trovano al Cairo, nella Striscia sono stati uccisi almeno 115 civili dal cessate il fuoco e si allunga l'ombra della carestia. L'APPROFONDIMENTO
Media israeliani: inviato Usa annulla visita in Qatar
Steve Witkoff, l'inviato per il Medio Oriente del presidente americano Donald Trump, ha annullato una visita prevista per questa settimana in Qatar. Lo riferisce il Jerusalem Post, mentre si susseguono le notizie di colloqui diretti che ci sarebbero stati in Qatar tra Stati Uniti e Hamas.-
Fonte Hamas conferma colloqui diretti con Usa
Hamas riconosce di aver avuto colloqui diretti con l'Amministrazione Trump. Lo riferisce la tv satellitare al-Arabiya che dà notizia della conferma da parte di una fonte anonima di Hamas dopo le rivelazioni di Axios e dopo che una fonte diplomatica di alto livello aveva parlato alla stessa tv di colloqui diretti a Doha, in Qatar, che hanno visto impegnati l'inviato Usa Adam Boehler e rappresentanti del gruppo per parlare degli ostaggi con cittadinanza americana tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza dall'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. La Casa Bianca ha confermato che un inviato americano ha parlato direttamente con Hamas. "Israele è stato consultato su questo argomento", ha detto la portavoce Karoline Leavitt. "Dialogare e parlare con persone di tutto il mondo per fare ciò che è nell'interesse del popolo americano è qualcosa che il presidente ritiene giusto", ha aggiunto la funzionaria
Nuova telefonata del Papa alla parrocchia di Gaza
Ill Papa, "nel corso della mattina, ha chiamato padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia di Gaza", riferisce la Sala stampa vaticana. "Nel pomeriggio ha alternato il riposo al lavoro", aggiunge.
Siria, ministro Esteri: "Distruggeremo scorte armi chimiche"
Il ministro degli Esteri siriano si è impegnato a distruggere le scorte di armi chimiche accumulate sotto la cacciata del leader Bashar al-Assad, in uno storico discorso all'organo di controllo globale Opcw. Asaad al-Shaibani è stato il primo rappresentante siriano a rivolgersi al Consiglio esecutivo dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche all'Aia. L'ex presidente Assad e' stato ripetutamente accusato di aver usato armi chimiche durante i 13 anni di guerra civile in Siria e, dopo la sua cacciata dell'8 dicembre, si è diffusa la preoccupazione per il destino delle scorte siriane. "Il programma di armi chimiche del regime di Assad rappresenta uno dei capitoli più oscuri della storia della Siria e del mondo", ha dichiarato Shaibani ai delegati. Piu' di dieci anni fa, la Siria ha accettato di consegnare le sue scorte dichiarate per la distruzione, ma l'Opcw ritiene che la dichiarazione fosse incompleta e che ci siano ancora più armi non censite. Shaibani ha promesso di "ricostruire il futuro della Siria su basi di trasparenza, giustizia e cooperazione con la comunità internazionale". "Questo programma di armi chimiche, creato sotto l'era di Assad, non è il nostro programma... Tuttavia, il nostro impegno è quello di smantellare tutto ciò che ne rimane, per porre fine a questa dolorosa eredita'", ha dichiarato.
Onu, Bogotà presenta le sue osservazioni sul caso contro Israele
La Colombia ha denunciato "la diffusa violazione da parte di Israele degli obblighi essenziali riguardanti la protezione dei civili in tempo di guerra, sanciti dalla quarta Convenzione di Ginevra del 1949, tra cui il divieto di far morire di fame i civili come metodo di guerra". E' quanto osservato dal ministero degli Esteri di Bogotà in occasione della presentazione davanti alla Corte internazionale di giustizia delle osservazioni in merito agli obblighi di Israele di garanzia delle attività umanitarie svolte dall'Onu e da altre organizzazioni internazionali in Palestina". Il documento si basa su una risoluzione delle Nazioni unite del dicembre scorso. Nel testo Bogotà ha sottolineato, tra le altre cose, il lavoro svolto dall'agenzia delle Nazioni unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi in Medio Oriente (Unrwa) in termini di accesso agli aiuti umanitari e diritti fondamentali a Gaza e in altri territori sotto assedio da parte delle forze militari israeliane. Il ministero degli Esteri ha affermato che la decisione della Colombia di partecipare a questa procedura consultiva rientra nella sua politica estera, che propone una soluzione pacifica e negoziata ai conflitti e alle divergenze tra i Paesi, alla luce del diritto internazionale.
Smotrich: "A Washington per rafforzare cooperazione con Usa"
Al via la missione a Washington del ministro israeliano delle Finanze, Bezalel Smotrich, e i colloqui al Dipartimento del Tesoro. Lo conferma su X lo stesso Smotrich dopo che la scorsa settimana i media israeliani anticipavano un atteso faccia a faccia con il segretario al Tesoro, Scott Bessent.
I colloqui, scrive Smotrich in un post, serviranno a "gettare le basi per una forte cooperazione economica e strategica" tra Israele e Stati Uniti. "Sono convinto che il rafforzamento della nostra cooperazione possa portare crescita, sviluppo e prosperità a beneficio di entrambi i Paesi", conclude.
Finito incarico, Halevi si reca in 'Piazza Ostaggi'
Il capo di Stato maggiore uscente, Herzl Halevi, ha fatto visita alla 'Piazza degli Ostaggi' a Tel Aviv e ha parlato con i familiari presenti, subito dopo la conclusione della cerimonia del passaggio di consegne con il successore Eyal Zamir. Finora Halevi si era astenuto dal recarsi sul posto, durante il suo mandato come capo di Stato maggiore, dietro richiesta della leadership politica che lo considerava un atto politico.
Herzog: "Togliere politica da forze armate"
"Le forze armate israeliane (Idf) appartengono a tutti noi, non abbiamo nessun altro esercito. Chiedo all'opinione pubblica e certamente ai leader pubblici di togliere la politica dall'Idf e l'Idf dalla politica". Lo ha affermato il presidente Isaac Herzog, in un incontro con il nuovo capo di Stato maggiore dell'Idf, Eyal Zamir, e il suo predecessore Herzi Halevi, nel giorno del passaggio di consegne.
Usa sanzionano 7 leader Houthi
Gli Stati Uniti hanno sanzionato sette leader Houthi, oltre a un individuo che aveva inviato civili yemeniti a combattere per la Russia in Ucraina. Ieri Washington aveva classificato come 'terrorista' il gruppo militante yemenita.
"Questi individui hanno introdotto di nascosto oggetti di tipo militare e sistemi d'arma nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi e hanno anche negoziato l'acquisto di armi dalla Russia per gli Houthi", ha affermato il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti.
Hamas: "Sale a 48.440 il bilancio dei morti a Gaza"
Dal 7 ottobre 2023 nella Striscia di Gaza sono morte almeno 48.440 persone e 111.845 sono rimaste ferite, secondo un ultimo bilancio diffuso dal ministero della Salute palestinese controllato da Hamas In una dichiarazione citata da Al Jazeera online, si precisa che nelle ultime 24 ore sono state registrate quattro nuove vittime, 30 corpi recuperati e uno morto per ferite riportate. Molte vittime, aggiunge la stessa fonte, rimangono sotto le macerie e pertanto il bilancio è destinato ad aumentare sensibilmente.
Axios: "Colloqui segreti Usa con Hamas su ostaggi" (2)
Negoziare direttamente con Hamas, senza l'adesione di Israele, eèun altro passo che gli Usa non hanno mai compiuto, ha sottolineato Ravid, ricordando che dei 59 ostaggi ancora a Gaza, 35 sono morti mentre 22 si ritiene siano ancora vivi e di due non si hanno notizie certe. Tra i vivi, anche l'israelo-americano Edan Alexander, uno dei cinque con cittadinanza Usa nelle mani di Hamas. I negoziati per la seconda fase del cessate il fuoco nella Striscia non sono stati avviati dopo la conclusione della prima, contrariamente a quanto previsto dall'intesa. Sul tavolo c'e' la liberazione degli ostaggi, il ritiro delle truppe israeliane e la fine della guerra. I combattimenti non sono ripresi, ma Israele ha interrotto l'ingresso degli aiuti umanitari a Gaza come ritorsione per il rifiuto di Hamas di aderire alla richiesta unilaterale dello Stato ebraico di estendere la prima fase.
Media: "Usa trattano con Hamas per gli ostaggi e la fine della guerra" (2)
Le trattative, tenute dall'invitato americano per gli ostaggi Adam Boehler, sono senza precedenti: gli Stati Uniti infatti non si sono mai impegnati direttamente con Hamas, designata come organizzazione terroristica nel 1997. Gli incontri fra Boehler e i funzionari di Hamas, riporta Axios, si sono tenuti a Doha nelle ultime settimane.
Axios: "Colloqui segreti Usa con Hamas su ostaggi"
L'amministrazione Trump sta tenendo colloqui diretti con Hamas per il rilascio degli ostaggi americani prigionieri a Gaza e la possibilità di un accordo più ampio per porre fine alla guerra. Lo ha riferito il giornalista di Axios, Barak Ravid, citando due fonti a conoscenza diretta delle discussioni. A gestire i colloqui è l'inviato Usa per gli ostaggi Adam Boehler, che ha incontrato esponenti del gruppo militante palestinese a Doha nelle ultime settimane, ha riferito il reporter, sottolineando che mai prima Washington si era impegnata direttamente con Hamas, designata come organizzazione terroristica nel 1997.
Appello Francia-Gb-Germania: "Israele faccia entrare aiuti a Gaza"
Germania, Francia e Regno Unito ribadiscono il loro "continuo sostegno al cessate il fuoco tra Israele e Hamas": è quanto si legge in una dichiarazione congiunta dei ministri degli Esteri dei tre Paesi, diffusa a Parigi dal Quai d'Orsay. Nel testo, i capi della diplomazia di Berlino, Parigi e Londra sottolineano la necessità che "il cessate il fuoco venga mantenuto, che tutti gli ostaggi vengano rilasciati e che il flusso di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza continui ad essere garantito". "Esortiamo tutte le parti ad avviare negoziati costruttivi sulle fasi successive dell'accordo al fine di contribuire alla sua piena attuazione e alla cessazione permanente delle ostilità. Accogliamo con favore gli sforzi di mediazione compiuti da Egitto, Qatar e Stati Uniti affinché si possa raggiungere un accordo per estendere il cessate il fuoco". "La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza - si prosegue nel comunicato diffuso dai tre Paesi - è catastrofica. Siamo profondamente preoccupati per il fatto che il governo israeliano abbia annunciato la sua decisione di bloccare l'ingresso di tutte le merci e le forniture nella Striscia di Gaza. Chiediamo al governo israeliano di rispettare i suoi obblighi internazionali affinché gli aiuti umanitari raggiungano la popolazione della Striscia di Gaza in modo completo, rapido, sicuro e senza ostacoli".
Media: "Usa trattano con Hamas per gli ostaggi e la fine della guerra"
Gli Stati Uniti stanno trattando direttamente con Hamas sul rilascio degli ostaggi americani a Gaza e su un accorso più ampio per mettere fine alla guerra. Lo riporta Axios citando alcune fonti.
Idf lancia account in turco, Ankara non commenta
Con una mossa del tutto inattesa le forze armate di Israele (Idf) hanno lanciato un account X in lingua turca. Una decisione che sembra aver sorpreso anche il governo di Ankara, che fino a ora non ha commentato, ma che negli scorsi mesi e' stato al centro di roventi polemiche con lo Stato Ebraico, ha interrotto le relazioni diplomatiche e applicati sanzioni economiche. n un primo tweet compare il portavoce df Arye Shalicar che annuncia la nascita dell'account "al fine di fornire aggiornamenti affidabili e in tempo reale sugli sviluppi relativi le IDF". La mossa di Idf arriva in un momento delicato per gli equilibri della regione. La caduta del regime siriano di Bashar Al Assad ha spianato la strada a un nuovo governo di transizione, nato proprio sotto l'influenza della Turchia. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha assunto un ruolo centrale nel post Assad ed e' deciso a dare al Paese una stabilita' che consenta il rientro dei profughi siriani che in questi anni hanno vissuto in Turchia. l cambio di equilibri, con la ascesa al potere di elementi legati alla guerriglia islamista, ha messo in allarme Israele che ha mosso le proprie truppe fin nelle province a sud della capitale Damasco. l governo di transizione siriano ha garantito di non avere intenzione di attaccare Israele; va sottolineato che quest'ultimo difficilmente andrà contro il volere di Erdogan. Altro tema riguarda i curdi e l'organizzazione separatista PKK, che ha recentemente annunciato uno storico cessate il fuoco con la Turchia. Una mossa giunta dopo che lo Stato Ebraico aveva più volte lanciato aperture agli stessi curdi, definiti "alleati naturali". Secondo diversi analisti e il governo turco Israele avrebbe sostenuto la guerriglia del PKK. Proprio il timore che i separatisti curdi potessero divenire un'arma nelle mani di Israele ha spinto Erdogan ad avviare un processo di pace. L'apertura di un account in turco da parte di Idf può anche essere considerato come un canale aperto per fornire informazioni che raggiungano i curdi di Turchia, capaci di comprendere il turco. Idf ha account X in diverse lingue, tuttavia alcuni, come quello in russo, non sono più attivi.
Morta la 17enne ferita in attacco con l'auto giovedì in Israele
E' morta oggi la ragazza di 17 anni che era rimasta gravemente ferita giovedì scorso in un attacco con l'auto a Karkus, vicino a Haifa, nel nord di Israele. Lo riporta Times of Israel. L'aggressore, che con l'auto aveva ferito 13 persone tra cui la giovane Yahli Gur, è stato ucciso sul posto dalle forze dell'ordine israeliane.
Anche Herzog per commissione di inchiesta sul 7 ottobre
Anche il presidente israeliano Isaac Herzog chiede una commissione d'inchiesta statale sull'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Ricevendo il capo di stato maggiore uscente e il suo successore, Herzi Halevi e Eyal Zamir, Herzog si è detto d'accordo sulla commissione d'inchiesta "per imparare, trarre lezioni, sapere come migliorare e come prevenire tali disastri in futuro", come riporta Times of Israel ricordando che il primo ministro Benyamin Netanyahu si oppone fermamente a tale inchiesta, sostenendo che sarebbe di parte e faziosa.
Idf: "Attacco contro sospetti che caricavano armi su veicoli in Libano"
Le Idf hanno reso noto di aver attaccato con un drone un gruppo di sospettati che stava caricando armi su alcuni veicoli nella zona di Naqoura, nel Libano meridionale, nelle prime ore del mattino. "L'attività dei sospettati costituisce una violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito israeliano. In precedenza, i media libanesi avevano riferito che due persone erano state ferite in tre attacchi di un drone israeliano.
Sudafrica: "Israele usa la fame come arma di guerra a Gaza"
Israele sta "usando la fame come arma di guerra" a Gaza, bloccando da domenica gli aiuti umanitari verso la Striscia. Lo afferma in una nota il ministero degli Esteri del Sudafrica che ha già denunciato lo Stato ebraico davanti alla Corte internazionale di giustizia per "genocidio". "Impedire l'ingresso di cibo a Gaza significa che Israele continua a usare la carestia come arma di guerra", ha accusato Pretoria. Il Sudafrica "condanna fermamente il rifiuto di Israele di consentire l'ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza", poiché i 2,4 milioni di persone assediate hanno "urgente bisogno di cibo, riparo e forniture mediche", ha aggiunto.
No Usa a piano arabo Gaza, Trump avanti con sua visione
Gli Usa hanno bocciato il piano dei Paesi arabi per la ricostruzione di Gaza, presentato ieri durante il vertice straordinario della Lega araba al Cairo. Il progetto egiziano "non affronta la realtà che Gaza è attualmente inabitabile e i residenti non possono vivere in modo umano in un territorio coperto di detriti e ordigni inesplosi", ha affermato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americano, Brian Hughes. "Il presidente Trump sostiene la sua visione di ricostruire Gaza libera da Hamas" e gli Stati Uniti non vedono l'ora di "ulteriori colloqui per portare pace e prosperita' nella regione", ha aggiunto.
Sa'ar: "Hamas ha respinto proposta per estendere tregua e si sta riarmando"
''Hamas ha respinto la proposta dell'inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff di estendere il cessate il fuoco temporaneo durante il Ramadan e la Pasqua''. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar su 'X' riferendo di un suo colloquio con il ministro degli Esteri britannico David Lammy. ''Israele ha accettato la proposta di Witkoff a condizione che Hamas rilasci gli ostaggi'', ha sottolineato Sa'ar, mentre ''Hamas ha respinto l'offerta''.
''Durante la fase uno di 42 giorni, 25mila camion di aiuti sono entrati a Gaza: metà del bilancio di Hamas a Gaza proviene da questi camion! Hamas sta ripristinando le sue capacità militari e reclutando nuovi, giovani terroristi. Questo non può continuare!'', ha aggiunto Sa'ar.
Idf: "Demolite case in Cisgiordania di 2 terroristi palestinesi"
Due case in Cisgiordania, appartenenti a palestinesi accusati di aver compiuto un attacco mortale a Tel Aviv nell'ottobre del 2024, sono state demolite. Lo ha reso noto l'Idf precisando che le sue forze "hanno distrutto a Hebron le case dei due terroristi che hanno compiuto l'attacco alla stazione della metropolitana leggera di Jaffa, in cui sono stati assassinati sette israeliani e residenti stranieri e altri 15 civili sono rimasti feriti".
L'attacco, rivendicato da Hamas, è avvenuto il primo ottobre dell'anno scorso, proprio mentre l'Iran stava lanciando un'ondata di circa 200 missili contro Israele a sostegno dei suoi alleati Hamas e Hezbollah.
Wfp: "Abbiamo cibo a Gaza per meno di due settimane"
Il Programma Alimentare Mondiale (Wfp) ha affermato all'Associated Press che le sue scorte di cibo a Gaza sono sufficienti per meno di due settimane. Da qui il rischio per l'agenzia Onu di essere costretta a ridurre le dimensioni delle razioni per servire quante più persone possibile. Quanto al carburante, necessario per far funzionare panetterie e trasportare cibo, i rifornimenti dureranno per alcune settimane se non saranno riforniti presto.
Turchia accoglie il piano della Lega Araba per ricostruire Gaza
"Accogliamo l'adozione di un piano per la ricostruzione di Gaza al vertice straordinario della Lega Araba". Lo ha affermato il ministero degli Esteri turco, in seguito al summit della Lega Araba riguardo alla situazione di Gaza tenutasi ieri a Il Cairo. Il comunicato sottolinea che "la Turchia continuerà a sostenere iniziative volte a raggiungere un cessate il fuoco permanente, ad avviare la ricostruzione di Gaza e a garantire che i palestinesi vivano in pace sulla loro terra", riferisce la tv di Stato Trt.
Sudafrica: "Israele usa fame come arma guerra contro Gaza"
Israele usa la "fame" a Gaza come arma di guerra. E' l'accusa del Sudafrica, secondo il quale "impedire al cibo di entrare a Gaza è una continuazione dell'uso della fame da parte di Israele come arma di guerra nell'ambito della campagna in corso che la Corte internazionale di giustizia ha stabilito essere un plausibile genocidio contro il popolo palestinese".
Mo: Hamas ai palestinesi, 'barricatevi in moschea al-Aqsa'
Hamas ha chiesto ai palestinesi di ''barricarsi'' all'interno della moschea di al-Aqsa in segno di protesta per le ''restrizioni'' israeliane e per dimostrare una ''presenza continua'' di fronte alla ''guerra sionista contro la moschea''. L'appello arriva da Majed Abu Qutaish, alto rappresentante di Hamas, che ha ''invitato'' i palestinesi in Cisgiordania, Gerusalemme Est e ''all'interno'' di Israele a ''mobilitarsi in questo giorno del mese sacro di Ramadan e barricarsi nella moschea di al-Aqsa''. Lo riporta il quotidiano palestinese 'Filastin'. Abu Qutaish ha sottolineato l'importanza di ''chiudersi all'interno della moschea di al-Aqsa e affrontare le restrizioni dell'occupazione, che aumentano con il Ramadan e fanno parte della guerra sionista contra la moschea''. L'esponente di Hamas ha aggiunto che è necessaria "una presenza continua" per "confermare la sua entità islamica". Abu Qutaish ha anche invitato la popolazione "a non sottomettersi alle decisioni dell'occupazione" e ha accusato Israele di "intensificare la sua politica di detenzione e deportazione dei fedeli e le sue restrizioni sui visitatori della moschea durante il Ramadan, nel tentativo di svuotare la moschea di Al Aqsa".
Tregua Israele-Hamas, chi sono gli ostaggi liberati finora
L'accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. LEGGI QUI
Netanyahu a nuovo capo Idf: "Decisi a raggiungere vittoria"
Israele è "determinato a raggiungere la vittoria". Lo ha ribadito il premier israeliano Benjamin Netanyahu, parlando alla cerimonia del passaggio di consegne del capo di Stato maggiore dell'Idf, con l'uscita di Herzi Halevi e l'arrivo di Eyal Zamir. "Con il supporto dei nostri amici negli Stati Uniti, in primis il presidente Trump, stiamo portando in Israele in questo momento molte armi che sono fondamentali per la nostra sicurezza", ha aggiunto Netanyahu, affermando che lo Stato ebraico sta anche aumentando la sua capacità di produzione di difesa interna. "Questo ridurrà la pressione e la dipendenza da attori esterni", ha sottolineato.
Nuovo capo Idf: "La missione contro Hamas non è terminata"
Il capo di stato maggiore dell'Idf, il tenente generale Eyal Zamir, nel suo primo discorso, ha dichiarato che guiderà l'esercito alla vittoria e che "la missione contro Hamas non è terminata". "Il compito che mi viene assegnato oggi è chiaro: guidare le Idf alla vittoria", ha affermato come riportano i media israeliani. Rivolgendosi alle famiglie degli ostaggi, Zamir ha detto: "I vostri cari sono davanti ai miei occhi. Il nostro dovere morale è chiaro: riportare tutti a casa, in qualsiasi modo possibile e il più rapidamente possibile".
Halevi: "Il 7 ottobre un fallimento, serve commissione d'inchiesta"
Il capo di stato maggiore uscente dell'Idf, tenente generale Herzi Halevi, chiede nel suo discorso di commiato l'istituzione di una commissione nazionale d'inchiesta sull'attacco del 7 ottobre. "L'istituzione di una commissione d'inchiesta statale è necessaria e vitale. Non per trovare qualcuno da incolpare, ma prima di tutto per raggiungere la fonte dei problemi e consentire la riparazione", afferma Halevi, come riporta il Times of Israel. "Il 7 ottobre, l'Idf ha fallito. È stato un fallimento profondo. Ma un fallimento di questa portata non può essere indagato solo nell'IDF e nello Shin Bet", afferma, esprimendo le sue dichiarazioni di fronte al primo ministro Benjamin Netanyahu, che si è fermamente opposto a tale indagine.
Netanyahu: "La nazione vuole la vittoria e l'avrà"
Intervenendo alla cerimonia di passaggio di consegne del capo di Stato Maggiore delle Idf, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che "la nazione vuole la vittoria, la sta ricevendo e la riceverà". Lo riporta il Times of Israel. Netanyahu promette che "riporteremo a casa" tutti gli ostaggi durante la cerimonia che segna la fine del mandato del tenente generale Herzi Halevi come comandante Idf e l'inizio di quello del generale Eyal Zamir.
Qatar respinge accuse Israele di finanziare Hamas: "Pensi agli ostaggi"
Il Qatar ha respinto le accuse di finanziare Hamas emerse da una indagine condotta sul 7 ottobre del 2023 dallo Shin Bet, il servizio di intelligence interna di Israele. Gli israeliani si concentrino su come riportare a casa gli ostaggi ''piuttosto che sfruttare il Qatar come capro espiatorio per ottenere longevità politica''.
In una nota, l'Ufficio stampa dello Stato del Qatar ha detto che "in questo momento critico lo Shin Bet e le altre agenzie di sicurezza israeliane dovrebbero concentrarsi sul salvataggio degli ostaggi rimasti e sulla ricerca di una soluzione che garantisca la sicurezza regionale a lungo termine".
Respingendo le accuse di aver favorito l'assalto del 7 ottobre 2023 finanziando Hamas, il Qatar ha detto di essere ''un forte sostenitore del popolo palestinese e ha fornito supporto umanitario alle famiglie di Gaza per molti anni". Gli aiuti inviati a Gaza, ha aggiunto, sono stati "trasferiti con la piena conoscenza, il supporto e la supervisione delle attuali e precedenti amministrazioni israeliane e delle loro agenzie di sicurezza, incluso lo Shin Bet".
Armi nucleari, quante ce ne sono in Europa e in che Paesi si trovano
Le posizioni di Trump nei confronti della Russia e della Nato hanno riportato in discussione il tema di una “deterrenza europea”. Francia e Regno Unito sono gli unici Paesi del Vecchio Continente che possiedono l’atomica. Gli Stati Uniti al momento hanno armi nucleari nelle basi dell’Alleanza atlantica in Italia, Belgio, Germania, Paesi Bassi e Turchia. Ecco l’arsenale
Casa Bianca: "Trump accoglie con favore il piano arabo per Gaza"
La Casa Bianca accoglie con favore il "contributo" delle nazioni arabe per il futuro di Gaza, pur insistendo che Hamas non può rimanere al potere. "Il presidente Trump è stato chiaro sul fatto che Hamas non può continuare a governare Gaza", ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Brian Hughes, secondo quanto riportato dal Times of Israel. "Pur mantenendo la sua coraggiosa visione di una Gaza postbellica, il presidente accoglie con favore il contributo dei nostri partner arabi nella regione. È chiaro che le sue proposte hanno spinto la regione a sedersi al tavolo piuttosto che permettere che la questione si trasformasse in un'ulteriore crisi", ha dichiarato il funzionario