Guerra Israele Medio Oriente, raid su Beirut: almeno 16 morti. Hamas: 19 morti a Gaza

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Sono almeno 16 i morti e 23 i feriti nel raid che nel centro di Beirut ha abbattuto uno stabile. La Difesa civile di Gaza afferma che ci sono stati 19 morti nei raid notturni israeliani sulla Striscia. Crosetto sul mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale nei confronti del leader israeliano: "Assurdo equiparare Netanyahu con terroristi". Feriti ieri quattro Caschi Blu italiani nel sud del Libano: per Idf responsabilità di Hezbollah

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Ministero Salute Hamas: 44.176 morti, oltre 104mila feriti nella Striscia di Gaza

E' salito a 44.176 morti e 104.473 feriti il bilancio delle operazioni militari nella Striscia di Gaza iniziate dopo l'attacco terroristico contro Israele del 7 ottobre 2023. Ad aggiornare il bilancio è stato il ministero della Salute del governo di Gaza, controllato da Hamas, precisando che 120 persone sono morte nelle ultime 48 ore.

Media libanesi: un morto in un raid di droni a Tiro

Un attacco con droni ha colpito la città portuale di Tiro, uccidendo una persona e ferendone un'altra. Lo riporta l'Agenzia libanese, National News Agency, sottolineando che Israele ha anche diffuso l'ordine di evacuare i sobborghi meridionali di Beirut, Burj al-Barajneh e Hadath.

Media: Israele ha usato bombe anti-bunker in raid su Beirut

Nell'attacco della notte sul centro di Beirut, in cui sono morte almeno 11 persone, Israele ha utilizzato bombe anti-bunker. Lo riferiscono alcuni media internazionali citando l'agenzia libanese Nna secondo cui l'attacco ha causato un profondo cratere.  Fonti della sicurezza hanno affermato che nell'attacco sono state sganciate almeno quattro bombe. 

Idf, distrutto in Libano cannone iraniano puntato verso Israele

Un cannone, dei lanciatori e dei razzi di fabbricazione iraniana puntati contro il territorio israeliano sono stati localizzati in Libano e distrutti dall'esercito, rende noto l'Idf. Il portavoce di Tsahal ha dichiarato che i militari hanno individuato un'area di lancio con strutture di alloggio e nascondigli, un edificio dove si erano nascosti terroristi di Hezbollah è stato fatto esplodere. 

Crosetto: "Assurdo equiparare Netanyahu con terroristi"

"La linea del Governo è quella di approfondire le motivazioni della sentenza che, a primo acchito, sembra una sentenza più politica che tecnica". Così, a Napoli, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in merito al  mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale su Benjamin Netanyahu. "Ma la cosa che ha colpito di più, e che io ho detto sin dal primo momento, è che abbiamo trovato inaccettabile e assurdo mettere sullo stesso piano i leader di un'organizzazione terroristica che ha attaccato innocenti con chi guida legittimamente uno stato democratico e si sta difendendo", ha aggiunto. 

Il 64% degli israeliani non si fida del governo Netanyahu

Secondo un sondaggio di News 12, il 64% degli israeliani non si fida del governo, mentre il 30% crede nel modo in cui viene gestito il Paese. In uno scenario politico in cui il premier Benyamin Netanyahu affronta Naftali Bennett, l'ex primo ministro ottiene il 38% di sostegno, e l'attuale il 34%. Sulla questione dell'idoneità alla carica di primo ministro, Netanyahu riceve il 38%  rispetto al leader dell'opposizione Yair Lapid, che ha avuto il 28%. Il 54% dell'opinione pubblica sostiene l'accordo per porre fine alla guerra in Libano, solo il 24% è contrario alla fine del conflitto nel nord, mentre il 22% dei partecipanti al sondaggio non sa se è favorevole o contrario all'accordo con Hezbollah.

Media, sale a 11 morti bilancio raid aereo su Beirut

E' salito a 11 morti il bilancio delle vittime dell'attacco aereo israeliano della notte nella parte centrale di Beirut. Lo riportano i media libanesi, che parlano anche di 23 feriti. A riferirne è il Times of Israel. 

Russia: risoluzione su Iran non costruttiva, distoglie da Gaza

Il ministero degli Esteri della Russia ritiene che la risoluzione dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) sull'Iran non sia costruttiva. Il testo, approvato dal Consiglio dei governatori dell'Aiea, riguarda l'attuazione dell'accordo di salvaguardia del Trattato di non proliferazione (Tnp) dell'Iran. La bozza di risoluzione esaminata il 21 novembre "era stata proposta da diversi paesi occidentali che cercavano di aumentare le tensioni attorno al programma nucleare iraniano, ovvero Regno Unito, Germania, Francia e Stati Uniti", ha affermato il ministero. "Questi sforzi indicano chiaramente il loro desiderio di fare di tutto per dipingere Teheran come la principale minaccia in Medio Oriente e quindi distogliere l'attenzione internazionale dalla tragedia di Gaza", ha affermato. "Sebbene il gruppo occidentale di violatori della risoluzione 2231 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sia riuscito a far passare il suo prodotto, solo 19 dei 35 paesi che compongono il Consiglio dei governatori hanno votato a favore. Gli altri, che sono paesi che rappresentano la maggioranza globale, si sono astenuti o hanno votato contro", ha ancora fatto notare il ministero degli Esteri di Mosca. I promotori della bozza di risoluzione avevano precedentemente "fatto ricorso a palesi violazioni della risoluzione 2231 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il piano d'azione sul programma nucleare di Teheran che prevedeva motivi per revocare le sanzioni delle Nazioni Unite all'Iran sulla base dei risultati delle ispezioni internazionali, ha ancora affermato il dicastero nella sua dichiarazione. "La Russia ha fermamente respinto questa risoluzione considerandola inappropriata e non favorevole a un impegno costruttivo tra l'Iran e l'Agenzia. In effetti, il piano degli anglosassoni e del duo europeo mira a interromperlo", ha sottolineato il ministero. Il direttore generale dell'Aiea, Rafael Grossi, in precedenza si è espresso a favore del proseguimento di un impegno costruttivo con Teheran, ha ricordato il ministero. "Mosca si aspetta che lui continui a muoversi in questa direzione, ignorando risoluzioni parziali che non hanno valore legale", ha concluso Mosca.

Media, obiettivo raid su Beirut membro Consiglio Jihad di Hezbollah

Sarebbe il comandante e membro del Consiglio della Jihad di Hezbollah, Muhammad Haydar, l'obiettivo del raid israeliano condotto nella notte sulla periferia sud di Beirut. Lo ha indicato l'emittente al-Arabiya, sottolineando che al momento sono ignote le sorti dell'esponente dell'organo militare del gruppo sciita libanese.

Raid israeliano vicino Università a Beirut

Un nuovo raid israeliano ha preso di mira stamane la periferia sud di Beirut, roccaforte di Hezbollah, secondo quanto riferito dall'agenzia ufficiale libanese Ani. L'organo di stampa parla di un "bombardamento feroce" sul quartiere di al-Hadath, non lontano dall'Università. Il raid è stato preceduto da un appello all'evacuazione dei civili nella zona da parte dell'esercito israeliano.

Idf: "Hezbollah responsabile ferimento Caschi Blu italiani"

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno imputato a Hezbollah la responsabilità dell'attacco che ieri ha portato al ferimento di quattro Caschi Blu italiani nel sud del Libano. In un post sul social X, le Idf hanno sostenuto che gli attacchi sono stati lanciati dal villaggio di Deir Qanoun al-Nahr.

Iran saluta il mandata d'arresto Cpi per Netanyahu e Gallant

"L'Iran accoglie con favore qualsiasi passo verso la giustizia e che contribuisca a porre fine all'impunità del regime israeliano per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi nella Palestina occupata e altrove": lo ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri di Teheran Esmail Baghaei,  riferendosi alla decisione della Corte penale internazionale (Cpi) di emettere mandati di arresto per il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e l'ex ministro della Difesa, Yoav Gallant. "L'attuazione completa e immediata di questi mandati di arresto metterà alla prova l'efficacia della giustizia penale internazionale", ha aggiunto il portavoce in un post su X, sottolineando, "Spero che questa decisione tardiva non venga manipolata". 

Media, nuovo raid israeliano sulla periferia sud di Beirut

Israele ha compiuto un nuovo raid aereo sulla periferia sud di Beirut questa mattina, facendolo precedere da un ordine di evacuazione per la popolazione civile: Lo scrive l'agenzia libanese Ani. Quest'ultima parla di "violento attacco" sul quartiere di al-Hadath, considerato un bastione di Hezbollah, non lontano dall'Università libanese.

Difesa civile Gaza, 19 morti in raid notturni israeliani

La difesa civile della Striscia di Gaza ha annunciato la morte di 19 persone, tra cui dei bambini, uccise durante attacchi notturni e sparatorie israeliane in diversi luoghi del territorio palestinese. Il portavoce della Protezione civile, Mahmoud Bassal, ha dichiarato che "19 palestinesi sono stati uccisi e più di 40 altri feriti in tre massacri causati dagli attacchi aerei israeliani nella Striscia di Gaza tra mezzanotte e questa mattina" così come nell'incendio di carri armati a Rafah, nel sud. 

Beirut, almeno 4 i morti nel raid sulla capitale libanese

Sono almeno quattro i morti accertati e 23 i feriti nel raid che nel centro di Beirut ha abbattuto uno stabile abitativo, mentre si continua a scavare fra le macerie: lo fa sapere il ministero della Sanità libanese. "Il nemico israeliano ha colpito (il quartiere di) Basta al-Fawqa a Beirut uccidendo almeno 4 persone e ferendone altre 23", mentre i soccorritori "stanno rimuovendo le macerie", dice la nota.

Media Israele, nuova leadership Hezbollah obiettivo raid su Beirut

Sarebbero stati il nuovo leader di Hezbollah, Naim Qassem, o uno dei comandanti del gruppo sciita, Talal Hamiya, gli obiettivi del massiccio attacco israeliano condotto stamane sul centro di Beirut. Lo riferisce il Times of Israel, parlando di voci che circolano su "media in lingua ebraica e social media".

Qassem, ricorda il sito di notizie israeliano, è stato nominato alla guida di Hezbollah dopo l'uccisione di Hassan Nasrallah in un attacco aereo sul quartier generale del gruppo alleato dell'Iran nel sud di Beirut. Hamiya è stato nominato a capo della divisione operativa di Hezbollah dopo l'uccisione - il 20 settembre a Beirut - del capo delle operazioni militari, Ibrahim Aqil.

Attacco israeliano distrugge edificio nel centro di Beirut

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Attacco israeliano distrugge edificio nel centro di Beirut

Di Segni: 'la decisione della Corte è benzina sul fuoco'

"È quasi banale dirlo ma è la riprova dei dubbi e delle preoccupazioni sulla correttezza e l'autorevolezza di tanti organismi internazionali nei confronti di Israele da tredici mesi a questa parte: l'Onu e le sue agenzie, la Croce Rossa con i suoi silenzi, ora la Corte". Così al Corriere della Sera la presidente dell'Ucei Noemi Di Segni. "Tutti si prestano a un racconto a senso unico e all'isolamento di Israele" aggiunge.  "Non sono certo queste le forme per raggiungere gli obiettivi sostenuti dalla diplomazia per arrivare alla pace - prosegue - Se si vuole mettere in sicurezza Israele, permettere il rientro degli ostaggi e aiutare il popolo palestinese a riprendere il proprio destino lasciandogli liberamente decidere da chi vuol essere governato, la strada non è quella di simili risoluzioni. Vedo un susseguirsi di mosse che creano un enorme problema, una patata bollente per l'Europa". "C'è un contesto generale estremamente allarmante sul piano dell'antisemitismo - dice poi - Penso a ciò che ha detto il Papa, e non ho bisogno di aggiungere altro... E penso alle proposte contro il dialogo con Israele avanzate da Joseph Borrell. Per fortuna fino a oggi le singole componenti dell'Europa hanno garantito più equilibrio. Ma la decisione della Corte è benzina sul fuoco di una situazione europea molto complessa per tutti gli ebrei, basti pensare ai drammatici fatti dell'Olanda. Mi riferisco a questo". La stessa misura anche per il leader di Hamas è "una scelta che stride ancora di più, a nostro avviso, per il suo squilibrio. Con tutti i crimini che si registrano nel mondo, perché la Corte si concentra solo su Israele? Così si rischia di sabotare un possibile cammino diplomatico che passa attraverso il dialogo soprattutto con i Paesi arabi moderati". 

Razzi sulla base italiana in Libano, 4 militari feriti

Non esiste più riparo per i soldati Unifil, ancora in grave pericolo per gli scontri incessanti tra Israele ed Hezbollah. A rischiare la vita, nonostante il rispetto dei protocolli per il massimo allarme e il rifugio nel bunker, sono stati stavolta i militari italiani: due razzi, lanciati dai miliziani sciiti intorno alle 13, hanno raggiunto la base di Shama nel sud del Libano, dove opera attualmente la brigata Sassari. Uno dei missili è finito sulla struttura blindata, dove con elmetti e giubbotti i caschi blu erano entrati, e quattro soldati - raggiunti da schegge di vetro e pietrisco - sono rimasti lievemente feriti e le loro condizioni non destano per fortuna preoccupazioni. Un altro razzo è invece esploso vicino a 'Casa Italia', un edificio che è adibito a pizzeria. "Sono attacchi inaccettabili" ha detto la premier Giorgia Meloni rinnovando l'appello "affinché le parti sul terreno garantiscano in ogni momento la sicurezza dei soldati di Unifil'.

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