Dopo il vertice della Comunità Politica europea, a Budapest si ritrovano i 27 leader. Draghi: “Europa non può più posporre decisioni”. Centrale il tema degli aiuti militari a Kiev. Ieri il presidente francese Macron ha lanciato un monito, preoccupato per l'avanzata dei sovranismi dopo il trionfo di Donald Trump alle urne negli Usa: "Dobbiamo difendere i nostri interessi. Dobbiamo scrivere noi la nostra storia"
L’Europa guarda al futuro, a partire dalla guerra in Ucraina, dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali Usa. L’occasione è la riunione dei leader a Budapest: ieri al vertice della Comunità Politica europea, oggi al Consiglio europeo. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni arrivando al summit ha detto che "gli ucraini hanno avuto un coraggio straordinario, l'Occidente ha sostenuto l'Ucraina e penso che questo sia l'elemento che fa la differenza. Dopodiché ovviamente vedremo come evolve lo scenario nelle prossime settimane ma io ribadisco che finché c'è una guerra l'Italia sarà al fianco dell'Ucraina". Già alle prime battute del vertice di ieri è arrivato un monito contro il rischio di nuovi sovranismi dal presidente francese Emmanuel Macron: "L'Europa si svegli, dobbiamo difendere i nostri interessi. Dobbiamo scrivere noi la nostra storia". Il capo dell’Eliseo torna quindi a cavalcare l’unica strategia che ritiene percorribile, quella di una sovranità europea, sia in campo economico che nel settore della difesa. E ha dato così il via a una discussione che, dopo la riunione della Comunità Politica europea, i 27 leader Ue hanno previsto di mettere al centro della cena informale ospitata nel neogotico Parlamento ungherese, sulle rive del Danubio.
Meloni: "Trump? Europa prenda le misure di sé stessa"
La premier italiana Giorgia Meloni, arrivando al vertice informale Ue a Budapest, ha detto: "A me pare che l'Europa debba trovare una quadra e prendere le misure di sé stessa. Sembra che scopriamo dei dibattiti oggi, penso al tema della competitività, dei dazi. Però ricordo che il dibattito sulla competitività europea è un dibattito che è iniziato mesi fa all'indomani dell'Inflation Reduction Act. Se volessimo dirlo con una battuta che ricorda appunto i presidenti americani, non chiederti cosa gli Stati Uniti possano fare per te, chiediti cosa l'Europa debba fare per se stessa, che è il dibattito di questa mattina". Poi ha aggiunto che Elon Musk "è un valore aggiunto del nostro tempo e un possibile interlocutore".
Meloni: "In Ue c'è preoccupazione sentenze su Paesi sicuri"
Secondo Meloni, tra i leader europei "c'era un po' di preoccupazione sul tema" dei Paesi sicuri "che secondo alcuni i governi non sono nella condizione di poter definire cosa sia un Paese sicuro e che leggendo alcune sentenze si rischia di trovarsi di fronte a una realtà nella quale non esistono Paesi sicuri. Che come io ho detto tante volte e come tutti capiscono di fatto compromette ogni possibilità di governare l'immigrazione e di fermare l'immigrazione illegale di massa e quindi sì, questa è una parte del dibattito sul quale trovo molta solidarietà ".
Meloni: "Sì a più difesa ma costi non cadano sulla gente"
"Io sono assolutamente convinta che l'Europa, e quindi anche l'Italia, debbano riuscire a garantire una loro maggiore indipendenza, una maggiore autonomia, anche investendo di più in difesa ma chiaramente servono gli strumenti per poterlo fare", ha detto Meloni. "Ci sono nel nuovo patto di stabilità delle aperture ma secondo me va fatto molto di più. L'unica cosa che io non sono disposta a fare, ovviamente, è prendermela con i cittadini italiani, i lavoratori. Noi spendiamo le risorse su priorità che sono reali". Nel primo pomeriggio la presidente del Consiglio ha lasciato la Puskas Arena dopo la fine del summit informale dei 27 a Budapest, per poi fare rientro in Italia.
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Draghi: “Europa non può più posporre decisioni”
Il Consiglio europeo si è riunito per discutere in via informale il report di Mario Draghi sul tema della competitività. Proprio l'ex premier italiano, arrivando al vertice, ha detto: "Ci sono grandi cambiamenti in vista e credo che quello che l'Europa non può più fare è posporre le decisioni. Come avete visto in tutti questi anni si sono posposte tante decisioni importanti perché aspettavamo il consenso. Il consenso non è venuto, è arrivata solo uno sviluppo più basso, una crescita minore, oggi una stagnazione. Mi auguro che ritroveremo uno spirito unitario", ha sottolineato. Poi ha aggiunto che "è possibile" spendere il 2% del Pil per la difesa rispettando il Patto di stabilità, "bisognerà prendere tutta una serie di decisioni: oggi bisogna decidere cosa fare perché questa è la nuova situazione".
Draghi: "Con Trump grande differenza nei rapporti Ue-Usa"
"Non c'è alcun dubbio che la presidenza Trump farà grande differenza nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l'Europa. Non necessariamente tutto in senso negativo, ma certamente noi dovremo prenderne atto", ha detto Mario Draghi. La nuova amministrazione Trump "sicuramente darà grande impulso ulteriore al cosiddetto high tech, dove noi siamo già molto indietro, e questo è il settore trainante della produttività. Già ora la differenza della produttività tra gli Stati Uniti e l'Europa è molto ampia, quindi noi dovremo agire", ha spiegato Draghi, ricordando che "gran parte delle indicazioni" del suo report sulla competitività sono incentrate su questo tema. "Trump darà tanto impulso nei settori innovativi e proteggerà molto le industrie tradizionali, quelle dove noi esportiamo di più negli Stati Uniti - ha sottolineato l'ex premier -. E quindi dovremo negoziare con l'alleato americano, con uno spirito unitario in maniera tale da proteggere anche i nostri produttori europei".
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Zelensky: "Serve una pace giusta con un piano deciso dall'Ucraina"
Tema centrale nel rapporto tra Europa e Stati Uniti nel futuro sarà quello dell’invio di armi a Kiev, con Trump che in campagna elettorale più volte si è detto contrario. Il presidente ungherese Viktor Orban, tra i più felici dell’elezione del tycoon, al vertice di ieri ha subito evidenziato che adesso “serve un cessate il fuoco” tra Russia e Ucraina e che “dopo il voto negli Usa sono di più i Paesi europei pro-pace”. Poi sul palco è salito Volodymyr Zelensky, che ha ribattuto: la necessità è arrivare a “una pace giusta secondo un piano deciso dall'Ucraina”. Il leader di Kiev ha smentito l'ungherese su tutto, stoppando qualsiasi tentazione europea di cessate il fuoco: "Prima ci deve essere un piano, o si tornerebbe al 2014, e abbiamo visto cosa è successo". Ma sugli aiuti militari all’Ucraina anche i più ottimisti, in Ue, ora tentennano nell'eventualità di restare senza Washington. "Una pace si ha solo con delle concessioni, e bisogna che Vladimir Putin qualcosa la conceda", è la riflessione a voce alta di una fonte diplomatica a tarda sera.
Putin si congratula con Trump
Intanto, mentre a Budapest si discute di come muoversi, da Mosca sono arrivate le congratulazioni di Putin a Trump: lo zar si dice pronto a colloqui col presidente Usa in pectore. E definisce "degna d'attenzione" l'iniziativa del tycoon per mettere fine alla guerra in Ucraina.