Introduzione
"Non inizierò le guerre, le fermerò", ha detto Donald Trump nel discorso per la vittoria alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti. A stretto giro sono arrivate le congratulazioni del presidente Volodymyr Zelensky, che ha definito "impressionante" il trionfo del tycoon e ha detto di augurarsi che il suo ritorno alla Casa Bianca "aiuterà l'Ucraina ad ottenere una pace giusta". Ma quali sono i rapporti fra i due leader? E com’è la situazione fra Trump e il presidente russo Vladimir Putin?
Quello che devi sapere
Il piano di Trump
- In campagna elettorale Trump ha avvertito che non si impegnerà ad approvare ulteriori aiuti statunitensi a Kiev, ma porterà Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky al tavolo negoziale. In Ucraina, stando alle indiscrezioni di stampa del Financial Times, il tycoon vorrebbe congelare il conflitto mantenendo l'integrità territoriale del Paese, ma con regioni autonome su ogni lato di una zona demilitarizzata, delegando all’Unione europea i meccanismi di attuazione dell'accordo e i fondi per la ricostruzione, con Kiev fuori dalla Nato
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Lo scetticismo di Mosca: "Non ci facciamo illusioni"
Una strategia alla quale Mosca guarda con attenzione: "Gli Stati Uniti sono in grado di contribuire alla fine del conflitto" in Ucraina, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. "Siccome proprio gli Usa sono il Paese che butta costantemente benzina sul fuoco" sono in grado di "cambiare la traiettoria della loro politica, ma se questo sarà fatto e in che modo lo sapremo solo dopo gennaio". Nel frattempo, il presidente russo Vladimir Putin non ha in programma di congratularsi con Trump: gli Usa restano "un Paese ostile" e Mosca giudicherà la prossima amministrazione in base a "passi concreti". A Peskov è stato chiesto se pensa che Trump possa offendersi per un mancato messaggio di auguri: "È praticamente impossibile peggiorare le cose, le relazioni sono al punto più basso storicamente - ha risposto il portavoce - Il presidente Putin ha ripetutamente detto di essere aperto a un dialogo costruttivo basato sulla giustizia, sull'uguaglianza e sulla volontà di tenere conto delle preoccupazioni reciproche". La Russia "lavorerà con la nuova amministrazione americana", ma "difendendo fermamente i suoi interessi nazionali e concentrandosi nel raggiungere tutti gli obiettivi dell'operazione militare speciale" in Ucraina, ha affermato anche il ministero degli Esteri di Mosca. "Le nostre condizioni non sono cambiate, e sono ben conosciute a Washington. Non abbiamo illusioni sul presidente americano eletto, che è ben conosciuto in Russia", aggiunge il ministero degli Esteri. "L'élite politica al potere negli Usa, indipendente dall'affiliazione di partito, aderisce ad atteggiamenti anti-russi e alla linea di contenimento di Mosca"
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Cosa pensa Putin di Trump
- Alla vigilia delle elezioni Mosca aveva ribadito ancora una volta la sua linea ufficiale, ovvero che alla Russia "non interessa" chi c’è alla casa Bianca. Un’indifferenza che appare ostentata, dato che il conflitto in Ucraina è visto come una "guerra ibrida" contro la Russia condotta da Washington. Quando in corsa per i democratici c’era ancora Joe Biden, Vladimir Putin aveva detto che era lui il suo preferito, in quanto "più esperto e più prevedibile" rispetto a Trump. "Un politico della vecchia scuola", lo aveva definito. Qualità effettivamente più in linea con la tradizione politica russa, che potrebbe trovare difficoltà nell'adeguarsi agli scarti improvvisi del tycoon, specie quando sono in gioco i rapporti tra le due maggiori potenze nucleari del mondo. Il Cremlino fa inoltre notare che negli anni della sua presidenza Trump non ha dato prova di particolari simpatie per Mosca, adottando il maggior numero di sanzioni contro la Russia rispetto a tutti i suoi predecessori. Putin, tuttavia, ha mostrato un'apertura di credito improvvisa per Trump quando, parlando il 22 ottobre in chiusura del vertice dei Brics a Kazan, ha definito "sincere" le sue promesse di mettere fine in breve tempo al conflitto in Ucraina
L’ultimo incontro fra Trump e Zelensky
- Trump e Zelensky si sono incontrati di persona l’ultima volta lo scorso 27 settembre a New York, e non si vedevano dal 2019. Un faccia a faccia organizzato all’ultimo minuto e che non è sembrato particolarmente risolutivo. "Abbiamo una visione comune sul fatto che la guerra va fermata, che Putin non può vincere e gli ucraini devono prevalere", ha detto il presidente ucraino alla Trump Tower. "È un onore averlo con noi, ne ha passate tante", gli ha fatto eco Trump ribadendo il suo impegno a mettere fine al conflitto. L'ex presidente però non ha fornito dettagli, limitandosi a parlare della necessità di un "accordo giusto per tutti". È "troppo presto" per dire che forma dovrebbe avere questo tipo di intesa: "Io ho le mie idee, il presidente Zelensky ha le sue", ha spiegato il tycoon rimarcando il suo "buon rapporto" con il leader ucraino. Ma ha poi subito precisato: "Ho un buon rapporto anche con Putin". A quel punto Zelensky lo ha interrotto: "Mi auguro di aver un rapporto migliore" di quello con Putin. E Trump ha sorriso: "Ci vogliono due persone per ballare il tango, e lo faremo"
Un rapporto complesso
- Trump e Zelensky hanno un rapporto complicato da anni, da quando nel 2019 l'ex presidente venne messo in stato di accusa per aver fatto pressione per ottenere informazioni sulle attività della famiglia Biden in Ucraina. Poi la guerra ha messo a ulteriore prova il loro legame, segnato spesso da botta e risposta a distanza. Il tycoon non ha mai risparmiato critiche a Zelensky, definito solo pochi giorni prima del faccia a faccia a New York "il più grande venditore della storia: ogni volta che viene negli Stati Uniti va via con miliardi" e criticato perché "non avrebbe mai dovuto far iniziare la guerra". Inoltre Trump non ha mai nascosto il suo scetticismo per gli aiuti americani a Kiev, fondi che - è la sua convinzione - dovrebbero essere usati per mettere in sicurezza il confine americano con il Messico e non un confine a migliaia di chilometri di distanza
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Le prime parole di Trump dopo lo scoppio della guerra in Ucraina
- Trump quindi non ha un rapporto lineare e costante con nessuno dei due leader. Una circostanza che appariva chiara già nei primi giorni dopo l’invasione russa in Ucraina, quando ha definito il conflitto "spaventoso" e "atroce", lodando il "coraggio" di Zelensky. Salvo poi sottolineare: "Il problema non è che Putin è intelligente, è che i nostri leader sono stupidi. Per me sarebbe stato facile mettere fine a questa farsa, non sarebbe mai dovuto succedere. Se fossi stato alla presidenza non sarebbe mai accaduto" perché "con Putin avevo un'affinità. Lo sapeva che con me non poteva giocare"
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