Introduzione
Tutti gli occhi sono puntati sugli Stati Uniti. Martedì 5 novembre si vota per eleggere il nuovo presidente: i candidati sono diversi, ma di fatto è una sfida a due tra Kamala Harris e Donald Trump. Per conoscere il risultato bisognerà aspettare un po’ di tempo, forse anche più dei quattro giorni necessari per decretare il nuovo inquilino alla Casa Bianca nel 2020, specie se la gara resterà un testa a testa nei sette Swing States, gli Stati in bilico, decisivi ogni volta per il verdetto.
Quello che devi sapere
La stampa Usa prevede tempi lunghi per i risultati
- Il motivo delle lungaggini pronosticate dalla stampa americana va ricercato nel sistema elettorale statunitense, che varia da Stato a Stato (e a volte anche tra le diverse contee). L’attesa tra la chiusura delle urne e la proclamazione del vincitore rischia però di sfibrare un Paese già diviso e messo a dura a prova, tra rischi di incidenti, disinformazione, teorie cospirative, accuse di brogli e proclamazioni premature di vittoria.
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I ritardi nelle certificazioni ufficiali (e il ruolo dei media)
- Così è successo anche quattro anni fa, quando servì attendere dal 3 al 7 novembre prima che i media annunciassero la vittoria di Joe Biden in Pennsylvania, uno dei sette Swing States. Il peso dei grandi network negli appuntamenti elettorali non è infatti da poco: sono loro che “chiamano” l'esito del voto nei singoli Stati, basandosi su metodi ormai considerati infallibili, mentre la certificazione ufficiale arriva anche giorni o settimane dopo.
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Quando arriveranno le prime indicazioni sul voto
- Cosa succederà quindi? I seggi nei sette Stati in bilico (Georgia, Michigan, North Carolina, Arizona, Nevada, Pennsylvania e Wisconsin) si chiuderanno dalle 19 alle 22, ora East Coast (1.00-4.00 del giorno dopo in Italia). Le prime indicazioni arriveranno in Georgia poco dopo le 19 e in North Carolina dopo le 19.30. Un eventuale successo di Kamala Harris in questi Stati potrebbe suggerire che il risultato (per lei) non dipenderà solo dagli Stati del Blue Wall, ovvero Michigan, Pennsylvania e Wisconsin, che hanno un conteggio più lento. Al contrario, se fosse Trump a vincere nei primi Swing States del Sud, Harris avrebbe comunque ancora una via plausibile per la vittoria attraverso il Blue Wall
Red mirage e blue shift
- In ogni caso, va tenuto a mente come la diffusione dei dati parziali potrebbe portare a ripetere il fenomeno del red mirage o del blue shift del 2020, che potrebbe manifestarsi con un trend iniziale favorevole ai repubblicani – i rossi, che stando alle statistiche preferiscono votare nell'election day – per poi virare nella rimonta dei democratici nei giorni successivi con lo spoglio dei voti per posta, prassi dove predominano (ma che quest'anno ha visto un aumento anche tra i rivali)
Tempi ragionevoli in 3 Stati bilico su 7
- Secondo le previsioni, i vincitori potrebbero comunque essere proclamati in tempi ragionevoli in Georgia, North Carolina e Michigan. È negli altri quattro Stati in bilico - soprattutto in caso di margini molto vicini – che con alta probabilità si dovrà attendere di più, a causa di una combinazione di nuove leggi statali e all’inerzia dei legislatori che in questi anni non hanno reso più efficiente il conteggio dei voti
Pennsylvania, Wisconsin e Nevada
- In Pennsylvania e Wisconsin, per fare un esempio, non è ammessa l'elaborazione delle schede elettorali per corrispondenza prima del giorno delle elezioni. I risultati in Nevada saranno probabilmente ritardati di nuovo da una legge statale che consente di contare i voti per posta con il timbro postale entro il giorno delle elezioni, se ricevuti fino a quattro giorni dopo (sette giorni in California e New York, tra i 15 Stati che ammettono le schede arrivate dopo le elezioni). Fino a poco tempo era così anche in North Carolina, che però ha cambiato recentemente una legge simile, fissando per i voti per corrispondenza il termine delle 19.30 dell'Election day (ma vietando di contarli prima della chiusura delle urne)
In Arizona l'attesa più lunga
- L'attesa più lunga potrebbe arrivare dal conteggio dell'Arizona, dove le schede per posta possono essere consegnate il giorno delle elezioni, ma devono passare attraverso un accurato processo di conteggio e verifica statale
I possibili fattori di ritardo
- E ancora, tra i possibili fattori di ritardo i riconteggi con margini di vittoria bassi (0,5% in Georgia, Arizona e Pennsylvania, in Michigan con uno scarto di 2mila voti o su richiesta del candidato), i provisional ballots (ossia voti di persone i cui requisiti sono messi in dubbio alle urne e verificati nei giorni successivi) e i ballots curing, cioè i casi in cui un elettore può sanare errori di autenticazione, come è permesso proprio in cinque dei sette Stati in bilico. I termini variano da tre a sette giorni.
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in questa scheda
- La stampa Usa prevede tempi lunghi per i risultati
- I ritardi nelle certificazioni ufficiali (e il ruolo dei media)
- Quando arriveranno le prime indicazioni sul voto
- Red mirage e blue shift
- Tempi ragionevoli in 3 Stati bilico su 7
- Pennsylvania, Wisconsin e Nevada
- In Arizona l'attesa più lunga
- I possibili fattori di ritardo
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