Consiglio europeo, adottate conclusioni su migranti: chiesta direttiva urgente su rimpatri
MondoPrima giornata del vertice, che si chiude venerdì. Tra i temi l’immigrazione. “Non necessariamente la protezione deve avvenire in Ue”, ha detto von der Leyen. Meloni ha illustrato il modello Albania, che però divide. Sul tavolo, poi, le guerre in Ucraina e Medio Oriente, competitività dell’Unione europea, cambiamenti climatici e questioni specifiche di politica estera, compresi gli sviluppi in Georgia, Moldova, Venezuela e Sudan. Il presidente ucraino Zelensky ha presentato il suo "piano per la vittoria”
A Bruxelles ha preso il via oggi, giovedì 17 ottobre, la due giorni di Consiglio europeo, durante la quale il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha presentato il suo "piano per la vittoria". Alla fine della prima giornata di summit, inoltre, i 27 leader Ue hanno adottato le conclusioni sulla migrazione. Tra le altre cose, chiedono alla Commissione europea di presentare "una nuova proposta legislativa con urgenza" sui rimpatri. La riunione di oggi è stata preceduta ieri dal primo vertice Ue-Consiglio di cooperazione del Golfo nel corso del quale i leader hanno trovato un'intesa politica, affatto scontata, su una dichiarazione congiunta finale che contiene riferimenti chiari alla Russia e all'Iran.
I temi del Consiglio europeo
Diversi i temi sul tavolo della riunione: innanzitutto i conflitti in Ucraina e Medio Oriente, poi il tema delle migrazioni, la competitività dell’Unione europea, il semestre europeo con l’approvazione delle raccomandazioni specifiche per Paese, i cambiamenti climatici - in vista delle conferenze di Cali e Baku - e questioni specifiche di politica estera, compresi gli sviluppi in Georgia, Moldova, Venezuela e Sudan.
Le parole di von der Leyen
"Oggi abbiamo discusso tre elementi distinti: il primo riguarda i migranti che hanno bisogno di protezione e quindi i Paesi terzi sicuri, perché non necessariamente la protezione deve avvenire in Ue; il secondo riguarda chi non ha diritto a stare nell'Ue, e si è discusso di tempi e modi dei rimpatri; il terzo elemento è il lavoro dell'Unhcr e dell'Oim in Paesi fuori dall'Ue, laddove si vuole evitare che i migranti attraversino Paesi per raggiungere l'Ue ma stando così in Stati che hanno difficoltà a gestire" la situazione, ha spiegato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen in conferenza stampa dopo il vertice Ue.
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Adottate conclusioni sulla migrazione
Durante la prima giornata di summit, quindi, i 27 leader Ue riuniti al Consiglio Europeo hanno adottato le conclusioni sulla migrazione. I leader Ue chiedono alla Commissione europea di presentare "una nuova proposta legislativa con urgenza" sui rimpatri. "Il Consiglio europeo - si legge nelle conclusioni del vertice - chiede un'azione determinata a tutti i livelli per facilitare, aumentare e accelerare i rimpatri dall'Unione europea, utilizzando tutte le politiche, gli strumenti e i mezzi pertinenti dell'Ue, tra cui diplomazia, sviluppo, commercio e visti". "Dovrebbero inoltre essere considerate vie innovative per contrastare la migrazione irregolare, in linea con la legge Ue e internazionale", aggiungono i leader. "Il Consiglio europeo - si legge inoltre nel testo - chiede una cooperazione rafforzata con i Paesi di origine e di transito, attraverso partenariati globali reciprocamente vantaggiosi, per affrontare le cause profonde e combattere la tratta e il contrabbando al fine di prevenire la perdita di vite umane e le partenze irregolari".
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Meloni ha presentato il modello Albania
Al tavolo dei 27 la premier italiana Giorgia Meloni ha presentato il modello Albania. Secondo fonti italiane, la presidente del Consiglio ha ribadito che la priorità è prevenire le partenze di migranti irregolari verso l'Unione europea. Nell'attuazione del Patto migrazione e asilo, ha spiegato Meloni, "occorre rispettare l'equilibrio tra responsabilità e solidarietà" laddove "sulla dimensione esterna occorre continuare a lavorare ai partenariati con i Paesi di origine e transito, offrendo tra l'altro tra gli incentivi anche quello della migrazione legale. Occorre anche prevenire i traffici di esseri umani della criminalità organizzata". In tema di soluzioni innovative - sollevato nel corso delle discussioni - la premier ha ricordato l'accordo italiano con l'Albania, anche come deterrente nei confronti dei trafficanti che non possono più assicurare destinazioni certe ai migranti.
Le reazioni
Interpellato sul tema dei centri di rimpatrio dei migranti e sul modello Italia-Albania, il cancelliere tedesco Olaf Scholz al suo arrivo al Consiglio europeo ha dichiarato: "Concetti" che possono assorbire "pochissime piccole gocce, se si guardano i numeri, non sono realmente la soluzione per un Paese grande come la Germania". L'Ue, ha sottolineato, ha bisogno di "espulsioni conformi al diritto europeo". "È ora che il sistema comune europeo di asilo venga attuato più rapidamente. Se facciamo progressi in termini di efficienza, ad esempio per quanto riguarda la direttiva sui rimpatri, e se tutti noi osserviamo insieme le regole che abbiamo, faremo molti passi in avanti", ha aggiunto il cancelliere, indicando l'intenzione di voler sottolineare "con forza" questi punti al tavolo del Consiglio europeo con gli altri leader. Dopo il vertice, invece, ha parlato il premier spagnolo Pedro Sanchez. "La nostra posizione è chiara: non siamo a favore di queste formule", come quella del modello Albania, "che non affrontano i problemi e ne creano altri: siamo per una visione più ampia, a favore della collaborazione con i Paesi di origine, a favore dell'immigrazione regolare", ha detto. "Sento molti commenti su questo o quel modello" sui migranti: "l'unico modello che funziona di fronte all'immigrazione irregolare e a tutti i movimenti clandestini è un modello europeo pragmatico ma rispettoso dei nostri valori", ha dichiarato invece il presidente francese Emmanuel Macron. "Se agiamo in modo isolato, distruggiamo collettivamente gli interessi" europei, ha sottolineato, aggiungendo che in passato "altri modelli non hanno dimostrato la loro efficacia" e "quello che ha bloccato l'Europa è stato quando i Paesi volevano agire da soli" e non volevano "la solidarietà".
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Zelensky: "La Nato è la nostra unica speranza"
Come detto, al summit è intervenuto anche il presidente ucraino. "Per noi la Nato è un ombrello di sicurezza, è l'unica speranza. Se i partner non rispetteranno le promesse per noi sarà molto difficile nei confronti della Russia", ha detto Zelensky in conferenza stampa dopo il confronto con i leader a Bruxelles. Poi ha aggiunto: "La maggioranza dei leader Ue ha espresso pieno supporto al piano di pace e sono contento che abbiamo una strada chiara davanti. Sono molto grato a tutti per il sostegno al nostro percorso verso l'Ue: ci hanno supportato con aiuti finanziari e militari sin dall'inizio della guerra". E rispondendo a una domanda ha ribadito: "Non aggiungerò altro sul colloquio che ho avuto con Trump rispetto a quanto già detto, quel colloquio era tra me e lui. Abbiamo parlato della Nato, io gli ho presentato le mie argomentazioni" per l'ingresso dell'Ucraina "e lui ha detto che era d'accordo. Significa quel che significa". Il cancelliere tedesco Olaf Scholz invece non ha risposto "né sì né no" alla possibilità di invitare l'Ucraina nella Nato, "ci stiamo lavorando". Per quanto riguarda invece le armi a lungo raggio, Zelensky ha dichiarato: "La Germania non ce le ha mai date e quindi devo fare un passo indietro. Io rispetto le sue opinioni - ha aggiunto - e può scegliere se darcele o no, ma non può raccomandare se attaccare o no perché non ce le ha date. Io credo che ci possa dare le armi e non dare il permesso, dimostrando la volontà di sostegno al piano per la vittoria". L'autorizzazione, in questo scenario, arriverebbe in un secondo momento, "quando la Russia dirà se è pronta a fermare la guerra o no".
Zelensky: "Mosca prepara 10mila nordcoreani per la guerra"
"Dalle informazioni di intelligence ci risulta che" la Russia "stia preparando 10mila soldati dalla Corea del Nord, di diversi reparti, per mandarli a combattere. Sarebbe il primo passo verso una guerra mondiale", ha detto ancora Zelensky. "A causa delle gravi perdite e della difficoltà nella coscrizione, Mosca sta cercando di coinvolgere altri in questa guerra".
Zelensky: "Fare presto sui 50 miliardi, servono per i droni"
Arrivando al vertice, qualche ora prima, Zelensky aveva sottolineato come sia imperativo che i leader dell'Ue decidano in fretta sul prestito da 50 miliardi concordato in ambito G7 perché le risorse servono per costruire i droni con cui l'Ucraina combatte la sua guerra. "Il momento è adesso, spero che nessuno blocchi questa iniziativa, ne abbiamo bisogno il prima possibile", aveva aggiunto, specificando che il "piano per la vittoria" serve per "rafforzare l'Ucraina" anche dal punto di vista "diplomatico". "Molte persone hanno condiviso queste idee", aveva sottolineato concedendo che alcuni punti non sono nuovi, come l'abolizione delle restrizioni sulle armi a lungo raggio. "Prima tutti ci hanno detto no, poi hanno visto che abbiamo sviluppato le nostre capacità e alcuni Paesi ci hanno ripensato - aveva concluso Zelensky - Ora dobbiamo ancora convincere alcuni partner dentro l'Ue e, insieme, anche fuori dall'Ue".
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Il vertice Ue-Consiglio di cooperazione del Golfo
Arrivati al tavolo dell'Europa Building con priorità (e posizioni) geopolitiche diverse - la condanna alla Russia in cima all'agenda Ue, il conflitto in Medio Oriente il focus per i Paesi arabi - i leader hanno licenziato un testo di compromesso. "L'aggressione della Russia qui in Europa è molto sentita", ha scandito Ursula von der Leyen facendo leva sul "concetto di sovranità" importante anche per gli sceicchi, in cambio di un sostegno incondizionato per mettere Vladimir Putin all'angolo, impossibile però da ottenere. Alla fine, dopo una lunga opposizione al riferimento su Mosca, il cenno c'è stato: Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi hanno sostenuto la risoluzione dell'Assemblea generale dell'Onu che condanna l'aggressione russa a Kiev, richiamando anche a "una pace globale, giusta e duratura in Ucraina" da raggiungere "il prima possibile". L'intesa è arrivata anche sul Medio Oriente, con entrambe le parti impegnate a ribadire con forza la necessità di un cessate il fuoco e a lanciare ripetuti appelli per una soluzione a due Stati come strada maestra per la pace. Forte il richiamo del Golfo - trascinato dall'emiro qatariota Al Thani - a "uno sforzo collettivo" per "creare uno Stato palestinese" lungo le linee del 1967. La condanna delle operazioni militari di Israele a Gaza e in Libano - e degli attacchi all'Unifil - sono state nette. Come però lo sono state anche le richieste nei confronti dell'Iran: Teheran deve "impegnarsi" alla de-escalation astenendosi da possibili nuovi attacchi missilistici e rispettando "gli obblighi" sul nucleare.