Bce, atteso un nuovo taglio dei tassi di 25 punti base

Economia
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Secondo gli esperti la Banca centrale europea annuncerà oggi il terzo taglio da giugno, che potrebbe essere poi seguito da un’altra sforbiciata equivalente a dicembre. Sul tavolo anche la possibilità che la presidente Christine Lagarde apra a un approccio più deciso sulla riduzione del costo del denaro di fronte all'accumularsi di rischi per le prospettive di crescita dell'area euro

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Per gli esperti è quasi scontato: la Banca centrale europea annuncerà oggi un nuovo taglio dei tassi d’interesse di altri 25 punti base, il terzo da giugno. Ma ad attrarre l'attenzione è anche il "dopo": la possibilità che la presidente Christine Lagarde, finora prudente, apra a un approccio più deciso sulla riduzione del costo del denaro di fronte all'accumularsi di rischi per le prospettive di crescita dell'area euro.

Forse un altro taglio a dicembre

Secondo gli analisti a dicembre potrebbe poi arrivare un altro taglio di 25 punti base, che insieme a quello di oggi porterebbe il tasso sui depositi al 3% (dal 3,50% attuale). Con l'inflazione scesa a settembre all'1,8%, sotto l'obiettivo del 2%, la gran parte dei governatori "falchi" si è astenuta da commenti nelle scorse settimane, mentre si rafforzano le "colombe" nel Consiglio direttivo. Come il governatore di Bankitalia Fabio Panetta, che da mesi avverte: l'effetto dei tassi elevati si fa sentire dopo mesi, e ridurli troppo tardi rischia di costringere la Bce ad agire con più forza in futuro. Uno spauracchio per la Bundesbank, che conta sul progressivo smaltimento dei titoli di Stato accumulati nella pancia della Bce. Non solo. Di fronte a un peggioramento delle prospettive macroeconomiche, è possibile che Lagarde sia costretta a cambiare registro tornando a delineare una "forward guidance" che orienta le attese sul percorso futuro dei tassi. Magari abbandonando la formula secondo cui la Bce deciderà "meeting dopo meeting" sulla base dei dati via via disponibili. E lasciando intendere, invece, che i tassi d'interesse andranno dall'attuale livello, ancora restrittivo, verso una posizione più neutrale.

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Timori per la crescita dell’Europa

Nella riunione di oggi a Lubiana, in Slovenia, non ci saranno nuove stime macroeconomiche di Francoforte: quelle arriveranno a dicembre. Ma gli ultimi dati segnalano rischi elevati per le prospettive di crescita in Europa. Specie nella prima economia, la Germania, dov’è altamente probabile sia in corso una recessione che farebbe del 2024 il secondo anno consecutivo con crescita negativa. Nell'ultimo Bollettino economico la Bce scriveva che "preoccupa" il quadro complessivo disegnato dagli indici anticipatori. Non basta il rimbalzo della produzione industriale ad agosto, anche se il +1,8% pubblicato ieri da Eurostat interrompe un trend di recessione manifatturiera che durava da quasi due anni colpendo le principali economie, Italia e Germania. Il timore è che, data l'alta volatilità di agosto, quella ripresa non preannunci una svolta. Anzi. Alla Bce si teme per i segnali - proveniente dagli indici Pmi dei direttori degli acquisti - che l'industria possa trascinare con sé il settore dei servizi che finora aveva retto. Per non parlare de rischi geopolitici crescenti: guerra in Ucraina, Medio Oriente che rischia di deflagrare, venti di nuove guerre commerciali a poche settimane dal voto americano.

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