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Dazi, bozza documento Ue con contromisure: lista con tariffe dal 10 al 25% su prodotti Usa

Economia
Ansa/Ipa
Dazi Usa, Ue pronta a dare prima risposta
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Dazi Usa, Ue pronta a dare prima risposta
00:01:57 min

L’Unione europea è pronta a replicare ai dazi imposti dal presidente Usa Trump. Un elenco con la lista integrale di controdazi è stata inviata alle ambasciate dei 27 Stati membri in vista del voto tecnico del 9 aprile. Se non ci saranno segnali di apertura, il primo blocco di dazi entrerà in vigore il 15 aprile mentre una seconda tranche il 15 maggio. Nell'elenco, di 66 pagine, non compaiono i codici doganali relativi a whisky, superalcolici o vino, né quelli legati ai latticini come latte, burro, yogurt o formaggi

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L’Unione europea è pronta a replicare ai nuovi dazi imposti dal presidente Usa Donald Trump (GLI AGGIORNAMENTI LIVE). Oggi i ministri degli Esteri e del Commercio dei Paesi Ue si sono incontrati a Lussemburgo e hanno dato il via libera politico alla lista integrale di controdazi messa a punto dalla Commissione europea. Fonti diplomatiche europee vicine al dossier hanno riferito che siamo alla fase di limatura e che l'elenco è stato trasmesso alle ambasciate dei 27 Stati membri in vista del voto tecnico previsto per il 9 aprile nel comitato in seno all'esecutivo Ue (in gergo, comitatologia) per l'approvazione finale. Se non ci saranno segnali di apertura da parte degli Stati Uniti, il primo blocco di dazi entrerà in vigore il 15 aprile, mentre una seconda tranche è pronta a scattare il 15 maggio dopo un secondo voto tecnico. Nella lista, da una prima verifica, non risultano inseriti superalcolici americani come il whisky. Secondo l’Ansa, le tariffe andrebbero dal 10 al 25%.

Dazi fino al 25%

L’Ansa ha spiegato di aver visionato la bozza del documento della Commissione, nel quale sono specificati i codici delle categorie di prodotti che saranno sottoposte alle misure dell'esecutivo comunitario. I dazi, da quanto emerge, prevedono tariffe sui prodotti americani dal 10 fino al 25%: gran parte delle tariffe è al 25%, ma per diverse categorie i dazi saranno al 10%. Dall'elenco delle contromisure sarebbero stati rimossi bourbon, vino e latticini: nella nuova versione dell'elenco, di 66 pagine, non compaiono infatti i codici doganali relativi a whisky, superalcolici o vino, né quelli legati ai latticini come latte, burro, yogurt o formaggi. Una scelta per scongiurare l'escalation davanti alle minacce di Trump di alzare al 200% i dazi sugli alcolici più pregiati e altre eccellenze del Vecchio Continente. Un compromesso che riflette la pressione diplomatica di Italia, Francia e Irlanda, decise a proteggere prosecco, champagne e i propri superalcolici dalla spirale delle ritorsioni. Nell’elenco ci sarebbero, invece, icone del made in Usa come Harley-Davidson e Levi's. La lista è stata inviata da Bruxelles ai Paesi membri, ma non è stata ufficialmente confermata dalla Commissione. La lista originaria Ue prevedeva una prima risposta da 4,5 miliardi di euro, per poi salire a oltre 22 miliardi. Il valore del nuovo elenco, dopo le limature di Bruxelles, resta da quantificare.

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I tempi

Bruxelles, quindi, risponderà alla scure del 25% su acciaio e alluminio calata da Washington con una manovra a orologeria e “ben calibrata”. Dopo gli ultimi ritocchi alla lista dei prodotti a stelle e strisce da colpire da parte della squadra del commissario al Commercio  Maros Sefcovic, il 9 aprile toccherà ai 27 Stati membri pronunciarsi in sede di comitato tecnico in seno all'esecutivo Ue: il voto per dare il via libera alla risposta sarà a maggioranza qualificata, vale a dire 15 Paesi che rappresentino almeno il 65% della popolazione Ue. L'esito appare scontato dopo il via libera politico dei ministri degli Esteri e del Commercio a Lussemburgo sull'intera lista di contromisure. Il primo blocco di dazi è pronto a entrare in vigore il 15 aprile. Se da Washington non arriveranno segnali distensivi, una seconda raffica di controdazi è poi pronta a partire un mese dopo, il 15 maggio.

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La prima tranche

Dalla metà del mese, quindi, Bruxelles rispolvera i dazi anti-Trump: non si tratta di nuove misure, ma del vecchio arsenale messo in standby dopo il primo scontro commerciale con gli Stati Uniti. A mancare all'appello è il celebre whisky del Kentucky. Saranno invece colpite le iconiche Harley-Davidson (con cilindrata superiore a 500 cc), gli yacht di lusso americani, i jeans, le t-shirt di cotone, ma anche il burro d'arachidi, il succo d'arancia, il tabacco da masticare e il mais dolce.

La seconda tranche

Se i colloqui con la Casa Bianca dovessero naufragare, il nuovo contrattacco scatterà il 15 maggio. E sarà rivolto a un mix di prodotti agroalimentari e industriali provenienti da Stati saldamente repubblicani: dalla soia della Louisiana, roccaforte dello speaker Mike Johnson, passando per manzo e pollame di Nebraska e Kansas, fino ad arrivare a forni, stufe, congelatori e tosaerba. Ma anche zucchero, uova, noci, verdure, utensili per la casa, materie plastiche e tessuti, settori dove l'Europa può contare su alternative interne. Sono invece stati stralciati i latticini come latte, burro, yogurt o formaggi. Tra i bersagli anche i prodotti in legno, pilastro dell'economia di Georgia, Virginia e Alabama.

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Ue unita

Nella riunione dei ministri è emersa una "inaspettata" unità dei Paesi membri dell'Ue. L’idea è quella di trattare con la “pistola sul tavolo”, con le porte apertissime al dialogo, ma a una condizione: l'Europa non attenderà all'infinito. La linea preferenziale, comunque, resta quella del negoziato. Anzi, un'offerta è già sul tavolo della Casa Bianca: applicare, reciprocamente, zero tariffe sui beni industriali. Si tratta di un'offerta avanzata ben prima del 2 aprile, finora invano. Ed è qui che subentra l'altra faccia della strategia Ue: il via libera ai primi controdazi, che scatteranno il 15 aprile. La riunione del Consiglio Commercio è servita innanzitutto a delineare l'immagine di un'Europa compatta, fiduciosa dei suoi mezzi, consapevole che i dazi, per Trump, rischiano di essere un autogol. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, volato a Lussemburgo proprio per la delicatezza del dossier, ha tentato la carta del rinvio. Ma per la stragrande maggioranza dei 27 e per Palazzo Berlaymont "un rinvio è impossibile", come ha sottolineato il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic.

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