Meloni a New York: "Preoccupa crisi Libano. Guerra su larga scala non conviene a nessuno"

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La premier a margine della 79esima Assemblea generale dell'Onu: "Israele ha il diritto di difendersi, ma la situazione è preoccupante. Stiamo lavorando con i nostri alleati per de escalation". E ancora una volta ribadisce il supporto italiano all'Ucraina contro la Russia: "Tutti nel mondo riconoscono chiarezza e determinazione nel sostenere Kiev"

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Continua la trasferta newyorkese della premier Giorgia Meloni, che tra i vari impegni istituzionali oggi, 24 settembre, ha tenuto un punto stampa con i giornalisti italiani presenti nella Grande Mela, a margine dei lavori della 79esima Assemblea Generale dell’Onu. La crisi in Medio Oriente e la guerra in Ucraina sono stati ancora una volta tra i temi principali. Sul primo conflitto, Meloni ha ribadito che la “grande sfida” è “arrivare a un cessate il fuoco”. Pur ricordando che “Israele ha il diritto di difendersi”, guardando ai recenti attacchi sferrati contro il Libano la presidente del Consiglio è stata chiara: "Una guerra su alta scala in Libano non serve a nessuno. Stiamo lavorando con i nostri alleati per fare de escalation. La situazione mi preoccupa", ha detto. “Preoccupa” poi la presenza di circa mille soldati italiani sul territorio libanese. Resta quella di sempre anche la posizione del governo sull’Ucraina: “Non cambia e non è mai cambiata”.

Ucraina: "Tutto il mondo riconosce determinazione e chiarezza del sostegno italiano"

La presa di posizione sul conflitto russo-ucraino è arrivata dopo che i cronisti hanno chiesto alla premier se la mancata presenza all'incontro sull'Ucraina in programma per domani fosse il segno di un "cambio di linea" italiano sulla questione. "Assolutamente no", ha ribattuto Meloni. All'evento, ha spiegato, avrebbe dovuto esserci, ma il calendario "è stato spostato su richiesta in particolare degli Stati Uniti". In ogni caso, ha precisato, "parteciperemo lo stesso in videocollegamento". Insomma: "Al di là del tentativo di dimostrare cose che non sono dimostrabili, la posizione italiana non cambia e non sta cambiando, come dimostra l'incontro di questa mattina con Zelensky. E penso che non sia neanche così utile per la nazione, che ha il pregio che tutti riconoscono al mondo della chiarezza e determinazione nel sostenere l'Ucraina, cercare di raccontare un'altra storia. Non dico per il governo, ma per l'Italia che per una volta è considerata seria, affidabile, e che non cambia posizione come cambia il vento".

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Spazio anche alla politica interna. Ai cronisti che spingevano per un commento sulla raccolta firma per il referendum sulla riforma della cittadinanza, Meloni ha risposto: "Ritengo che 10 anni siano un tempo congruo per la cittadinanza e che l'Italia abbia una ottima legge. Non vedo quindi la necessità di cambiarla". Poi se ci sarà il referendum, ha aggiunto, "questa è la democrazia".

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