L’Assemblea Onu in un mondo complesso e frammentato

L’Assemblea Generale dell’Onu si apre questa settimana mentre un po’ ovunque nel mondo frammentazione e caos sembrano prendere il sopravvento. La riunione annuale vede i leader del Pianeta discutere di scenari geopolitici, questioni diplomatiche, sfide aperti dal cambiamento climatico e dall’innovazione tecnologica che contribuiscono a rendere più incerto il futuro. Un dato sembra prevalere su tutti: su buona parte dei problemi globali, la competizione tra potenze e la sfiducia tra grandi attori globali sembra avere la meglio sulla forza della diplomazia. L’ombra delle due guerre, in Ucraina e a Gaza, si allunga sul palazzo di vetro e contribuisce alla paralisi in campo decisionale, con pochi esempi in controtendenza come gli Accordi sul Grano negoziati dall’Onu e dalla Turchia con Russia e Ucraina nell’estate 2022. Ma non solo i due conflitti che perturbano l’Europa orientale e il Medio Oriente contribuiscono alla frammentazione generalizzata. Scenari di crisi si moltiplicano in tutto il mondo: in Sudan prosegue la guerra civile; in Africa, è alta la tensione tra Egitto ed Etiopia per il controllo delle acque del Nilo e dell’influenza sulla Somalia; l’Afghanistan è saldamente in mano ai Talebani e in preda ad una crisi umanitaria profonda. Allo stesso modo in Myanmar continua la guerra civile mentre in Venezuela sulla legittimazione del governo di Nicolas Maduro e sulle sempre più palesi violazioni del voto presidenziale di luglio si è aperta una difficile partita politico-diplomatica che coinvolge l’America Latina. La fragilità dell’Onu Unico comune denominatore tra scenari di crisi e impasse a latitudini diverse e distante è la fragilità dell’Onu nel darvi risposta. Il segretario generale Antonio Guterres da tempo invoca un ritorno al multilateralismo e ai consessi interanzionali per la soluzione delle controversie. Ma i suoi appeli cadono nel vuoto. Del resto, nota il New York Times, “le Nazioni Unite stesse hanno avuto un anno turbolento. Un numero record di membri del suo personale, 220 in totale, è stato ucciso nella guerra a Gaza. Le sue risorse umanitarie, una spina dorsale cruciale dello sforzo di soccorso globale contro diverse emergenze, sono sovraccariche e sottofinanziate, poiché le necessità si moltiplicano rapidamente a causa di guerre, cambiamenti climatici e disastri naturali”. Allo stesso tempo, la sua leadership lotta per svolgere un ruolo significativo nella mediazione dei conflitti, che vanno aumentando di peso e intensità a livello globale. Il Palazzo di Vetro di New York sarà dunque centro di importanti riflessioni ma anche simbolo, in questi giorni, di una comunità internazionale mai così poco coesa dalla fine della Guerra Fredda. E mentre alleanze, nuovi forum di dialogo e consessi come il gruppo Brics si moltiplicano, a testimonianza della frammentazione dell’ordine internazionale, l’Onu cerca la sua ragion d’essere in un mondo competitivo dove il diritto internazionale è spesso violato e calpestato. Nonostante gli sforzi di Guterres, è difficile pensare che possa essere questa sessione, che cade in una fase critica per le relazioni globali, a segnare una svolta.