Escalation Israele-Hezbollah, allarme Onu. Si indaga su possibile morte di Sinwar a Gaza

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Guterres: "Libano rischia di diventare nuova Gaza". I media israeliani spiegano che lo Stato ebraico sta verificando la possibile morte del leader di Hamas. "Abbiamo inferto a Hezbollah una serie di colpi che non immaginava. Siamo determinati a riportare i nostri residenti nel nord sani e salvi alle loro case", ha dichiarato il premier israeliano. Hezbollah replica: conflitto entrato in una "nuova fase", "siamo pronti per qualsiasi scenario"

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"Israele sta indagando sulla possibilità che il leader di Hamas, Yahya Sinwar sia stato o meno ucciso a Gaza, basandosi su informazioni dell'intelligence militare". Lo scrivono i media israeliani, sottolineando tuttavia che lo scenario sembra improbabile. 

"Il Libano rischia di diventare nuova Gaza", avverte il segretario generale dell'Onu Guterres. "Abbiamo inferto a Hezbollah una serie di colpi che non immaginava. Se non ha capito il messaggio, vi assicuro che ora capirà. Siamo determinati a riportare i nostri residenti nel nord sani e salvi alle loro case. Faremo tutto il necessario per ripristinare la sicurezza", ha dichiarato il premier israeliano Benyamin Netanyahu commentando l'escalation al nord delle ultime ore. Hezbollah replica: il conflitto tra il gruppo militante e Israele è ora entrato in una "nuova fase", "abbiamo una resistenza forte e capace. Tutte le opzioni sono sul tavolo, siamo pronti per qualsiasi scenario".

L'esercito israeliano ha riferito che nelle ultime 24 ore i caccia hanno colpito circa 290 obiettivi nel Libano meridionale, tra cui lanciatori di missili e siti militari di Hezbollah che, a sua volta, ha colpito complessi industriali militari in Israele in risposta alle esplosioni di cercapersone e walkie-talkie dei giorni scorsi, che hanno provocato decine di morti e migliaia di feriti. 

Il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il Libano ha avvertito di una "catastrofe imminente" in Medio Oriente, mentre aumenta la violenza tra Israele e Hezbollah. "Con la regione sull'orlo di una catastrofe imminente, non si può dirlo abbastanza: non esiste una soluzione militare che renderà più sicure entrambe le parti", ha affermato il coordinatore speciale Jeanine Hennis-Plasschaert in una dichiarazione su X.


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Media: Israele sta verificando se Sinwar è stato ucciso

"Israele sta indagando sulla possibilità che il leader di Hamas, Yahya Sinwar sia stato o meno ucciso a Gaza, basandosi su informazioni dell'intelligence militare". Lo scrivono i media israeliani, sottolineando tuttavia che lo scenario sembra improbabile. Una fonte vicina al dossier - scrive The Times of Israel - ha affermato che "ci sono state delle volte in passato in cui è scomparso e abbiamo pensato che fosse morto, ma poi è riapparso". Per ora mancano informazioni che confermino o meno la sua morte, scrivono ancora i media.          

Stato Palestinese, quali sono i Paesi che lo riconoscono ufficialmente

Il 28 maggio Spagna, Norvegia e Irlanda hanno formalizzato il riconoscimento dello Stato di Palestina, il 30 sarà la volta della Slovenia. A livello globale lo ha già fatto il 70% circa dei membri Onu, tra cui non ci sono Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti. L'APPROFONDIMENTO

Yemen, chi sono gli Houthi e quale è il loro ruolo nel Mar Rosso

Sciiti di stampo zaydita, controllano ormai da anni la capitale yemenita Sana'a. Dietro di loro c'è l'Iran, alleato ideologico, religioso e militare. Negli ultimi mesi sono entrati nel conflitto contro Israele accanto ad Hamas. Quasi ogni giorno, le forze yemenite hanno sparato contro navi cargo e petroliere dirette, innescando la decisione degli Usa di creare la coalizione marittima Prosperity Guardian e la missione Aspides dell'Ue per proteggere la navigazione in quel tratto di mare. COSA SAPERE

Biden: "Faccio il possibile per evitare l'escalation"

"Sto facendo il possibile per evitare l'escalation in Medio Oriente". Lo ha detto Joe Biden ai giornalisti al seguito. 

Israele, le sirene d'allarme risuonano nel nord del Paese

Le sirene d'allarme hanno risuonato in decine di comunità del nord di Israele, nei pressi del Mar di Galilea, a causa di una sospetta infiltrazione di droni provenienti dalla Siria. Lo scrive The Times of Israel, citando le Idf, le forze armate israeliane. Un altro allarme per il timore di infiltrazioni di aerei ostili è stato attivato a Hamat Geder, nel sud delle alture di Golan, sempre a nord di Israele. Parallelamente è stato attivato anche un allarme che avvisa dei lanci di razzi. 

Hezbollah, cosa può essere successo con i cercapersone esplosi. Il parere dell'esperto

Sono stati al centro di un attacco coordinato che ha causato morte e devastazione in Libano e Siria, esplodendo fra le mani dei miliziani del gruppo radicale libanese sostenuto dall’Iran. Lo stesso gruppo se ne serve a discapito degli smartphone per inoltrare le comunicazioni ai propri membri, anche per eludere la geolocalizzazione. Ma cosa può esser successo davvero? A cercar di far luce sull'accaduto ecco l'opinione di Riccardo Meggiato, consulente in cybersecurity e informatica forense. L'INTERVISTA

Gallant: "Ultima settimana la più difficile per Hezbollah"

Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Galant, ha dichiarato che "la settimana scorsa è stata la più difficile nella storia di Hezbollah, e in particolare l'ultimo giorno", nel corso di una valutazione della situazione operativa presso il Comando settentrionale dell'Idf, insieme al generale Ori Gordin e ad alti ufficiali. Lo riporta il Times of Israel. I commenti del ministro della Difesa arrivano dopo che il gruppo sciita libanese, sostenuto dall'Iran, ha lanciato circa 150 razzi nel profondo nord di Israele questa mattina e dopo che l'Idf ha effettuato estesi attacchi aerei su obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano. Gallant ha anche commentato un attacco israeliano a Beirut venerdi' in cui sono stati uccisi il comandante di Hezbollah Ibrahim Aqil e altri leader terroristici. 

Egitto, escalation Libano minaccia accordo tregua Gaza

Il ministro degli Esteri egiziano ha messo in guardia dal rischio di una guerra regionale totale alla luce dell'intensificarsi dei combattimenti tra Israele e Hezbollah, affermando che l'escalation "ha un impatto negativo" sull'accordo di tregua a Gaza. "C'è grande preoccupazione per la possibilità di un'escalation nella regione che porti a una guerra regionale totale", ha detto il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty all'Afp, aggiungendo che questo ultimo picco di violenza "ha un impatto negativo" sui negoziati per il cessate il fuoco a Gaza, che il Cairo sta collaborando a mediare. 

Iran: "Collaboravano con Israele", arrestate 12 persone

Dodici persone sono state arrestate in 6 diverse province dell'Iran con l'accusa di essere "agenti che collaborano con il regime sionista (Israele)" e di pianificare azioni contro la sicurezza nazionale. Lo hanno annunciato i Guardiani della Rivoluzione, come riporta l'agenzia Isna senza riportare altri dettagli sulla presunta cellula di spie. A luglio, l'Iran ha affermato di aver smantellato una rete di spie israeliane, arrestando agenti che erano entrati nella Repubblica islamica per compiere attacchi contro obiettivi "sensibili". 

Capo Idf, colpiremo chiunque minacci cittadini Israele

Il capo dell'esercito israeliano (Idf) ha promesso di "colpire chiunque minacci" gli israeliani, affermando che l'operazione in corso contro Hezbollah in Libano è un "messaggio" ai nemici del Paese dentro e fuori il Medio Oriente. "Questa operazione contro la catena di comando di Hezbollah è un chiaro messaggio per Hezbollah, ma è anche un messaggio per il Medio Oriente e oltre: colpiremo chiunque minacci i cittadini dello Stato di Israele", ha affermato il tenente generale Herzi Halevi in una dichiarazione video. 

Media, Università del Libano chiude le sedi per raid di Israele

L'Università del Libano ha annunciato la chiusura temporanea delle sue sedi distaccate in diverse città per lunedì a seguito degli attacchi israeliani nel Paese. Lo scrive al Jazeera, precisando che le sedi universitarie di Sidone, Nabatieh e Tiro rimarranno chiuse domani. "L'università fornirà ulteriori aggiornamenti in base all'evoluzione della situazione", si legge in una nota.

Tajani, evitare che la situazione in Libano peggiori

"Domani avremo due riunioni del G7, quindi parleremo con i nostri alleati per vedere quali iniziative si possono adottare per tenere aperta la porta della diplomazia. Bisogna arrivare al cessate del fuoco, bisogna impedire che peggiori la situazione in Libano". Lo ha detto il ministro degli esteri Antonio Tajani nel corso di un evento al consolato italiano di New York. "Il problema è solo di Hezbollah, non è di tutto il Libano. I cristiani per esempio non vogliono nessuna guerra. Alla fine l'obiettivo è quello di arrivare al cessate del fuoco a Gaza per la liberazione degli ostaggi, per permettere di aiutare la popolazione palestinese", ha aggiunto Tajani, mettendo in evidenza i "beni italiani del progetto Food for Gaza che stanno giungendo al popolo palestinese. Sono beni alimentari ma anche beni sanitari. Grazie al lavoro della nostra diplomazia, il progetto ha il sostegno sia del governo di Israele sia dell'autorità nazionale palestinese".

Media: "Netanyahu in riunione non annuncia operazione vasta scala"

Secondo un resoconto di Channel 12, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu in una seduta a porte chiuse alla Commissione Esteri e Sicurezza della Knesset non si è impegnato in un'operazione su larga scala in Libano. Parlando della minaccia di Hezbollah ha detto che l'operazione in corso dell'Idf punta alla "rimozione delle sue capacità", sottolineando la necessità di tagliare il legame tra Gaza e i miliziani del gruppo sciita filoiraniani. "Stiamo indebolendo e allontanando Hezbollah dal confine", ha aggiunto.

Guterres: "Chiaro che alle due parti a Gaza non interessa tregua"

"Per me è chiaro che nessuna delle due parti in guerra a Gaza è interessata a un cessate il fuoco. E questa è una tragedia, perché questo è un conflitto che deve finire". Lo ha detto Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres in un'intervista a Cnn, aggiungendo che "né il governo di Israele né Hamas vogliono davvero il cessate il fuoco".

Netanyahu: "Metà degli ostaggi a Gaza è ancora in vita"

"Metà degli ostaggi tenuti prigionieri a Gaza è ancora in vita". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu intervenendo a una seduta a porte chiuse in Commissione Esteri e Sicurezza della Knesset, come riferisce la tv Kan. Riferendosi al futuro di Gaza, Netanyahu ha sottolineato: "Per me il governo militare non è l'obiettivo. Non annettiamo Gaza".

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