Guerra a Gaza, Hamas vuole disertare colloqui con Israele. Biden spinge per tregua

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Hamas ha annunciato di non voler partecipare a un ultimo round di negoziati sulla tregua nella Striscia di Gaza previsto per giovedì. Israele avrebbe però ricevuto indicazioni secondo cui Sinwar è interessato a un accordo. Continua l'attesa per la rappresagli dell'Iran contro Israele: l'appello di Gran Bretagna, Francia e Germania: "A rischio la stabilità regionale". In due incidenti separati, due soldati di Hamas hanno ucciso un ostaggio israeliano e ferito gravemente due prigioniere

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Hamas ha annunciato di non voler partecipare a un ultimo round di negoziati sulla tregua nella Striscia di Gaza previsto per giovedì. Israele avrebbe però ricevuto indicazioni secondo cui Sinwar è interessato a un accordo. Raggiungerlo "è ancora possibile", assicura Biden. Intanto il Pentagono, davanti alla crescente minaccia iraniana, accelera l'invio di una seconda portaerei e ordina il dispiegamento di un sottomarino in Medio Oriente. Secondo i media che citano funzionari in Medio Oriente, la rappresaglia dell'Iran contro Israele potrebbe arrivare entro le prossime 24 ore.

Intanto, Joe Biden ha chiamato i leader di Francia, Germania, Italia e Gran Bretagna sulla crisi Medio Oriente. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing. "Siamo preoccupati che l'Iran possa attaccare nei prossimi giorni per questo il Pentagono ha fatto alcuni cambiamenti nella nostra postura militare nell'area".

L'ala armata di Hamas ha fatto sapere che due suoi soldati hanno ucciso un ostaggio israeliano e ne hanno feriti altri due, entrambe donne, "in due incidenti separati". Delle due donne, ha riferito il portavoce, "si stanno prendendo cura per cercare di mantenerle in vita".



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Non solo Netanyahu, da Putin a Gheddafi: i leader finiti nel mirino dell'Aja

Il procuratore capo della Corte penale internazionale ha chiesto di  emettere un mandato di arresto contro il premier israeliano - e contro i  numero uno Hamas Sinwar - per "crimini di guerra e crimini contro  l'umanità". Se accolta, il primo ministro dello Stato ebraico finirebbe  in un elenco in cui compaiono molte figure controverse. CHI SONO


Stato Palestinese, i Paesi che lo riconoscono ufficialmente

Il  28 maggio Spagna, Norvegia e Irlanda hanno formalizzzato il riconoscimento dello Stato di Palestina, il 30 sarà la volta della  Slovenia. A livello globale lo ha già fatto il 70% circa dei membri  Onu, tra cui non ci sono Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e  Stati Uniti. QUALI SONO


Wsj: esercito Israele in stato di massima allerta

Israele ha messo il suo esercito in stato di massima allerta per la prima volta questo mese dopo aver osservato i preparativi di Iran e Hezbollah per portare a termine gli attacchi minacciati: lo scrive il Wall Street Journal citando una persona a conoscenza della questione. Israele non sa se gli attacchi siano effettivamente imminenti e sta procedendo con cautela, ha affermato la persona. Il capo di stato maggiore dell'esercito israeliano, Herzi Halevi, ha approvato i piani lunedì e ha affermato che i preparativi offensivi e difensivi sono in corso, secondo l'esercito israeliano. 

Hossein Salami, chi è il comandante militare iraniano pronto a guidare l’attacco a Israele

Nato nel 1960, ha combattuto nella guerra tra Iran e Iraq degli anni '80. Lì è iniziata una carriera militare che, nel 2019, lo ha visto diventare comandante capo del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica. Nelle grazie di Khamenei, maestro nell'uso della propaganda e della "guerra psicologica", è tra le voci più dure nei confronti dello Stato ebraico e del mondo occidentale. L'APPROFONDIMENTO


Trudeau invita cittadini canadesi a lasciare il Libano

Il primo ministro Justin Trudeau ha esortato i canadesi a lasciare il Libano, avvertendo del rischio di un'escalation del conflitto regionale tra Israele e altri, tra cui il gruppo armato libanese Hezbollah. "Vediamo che il rischio di un'escalation è reale", ha dichiarato in una conferenza stampa. "Stiamo incoraggiando e chiedendo a tutti i canadesi di lasciare il Libano finché ci sono rotte commerciali disponibili".

Starmer telefona a presidente Iran: "Ritirare minacce"

Keir Starmer ha parlato con il presidente iraniano nell'ambito degli sforzi internazionali volti a ridurre le tensioni in Medio Oriente, lo scrive Sky News. La conversazione telefonica di 30 minuti con Masoud Pezeshkian ha fatto seguito a una dichiarazione congiunta rilasciata lunedì da Stati Uniti, Francia e Germania, che invitava l'Iran e i suoi alleati a "ritirare le continue minacce di un attacco militare contro Israele". 

Israele avrebbe organizzato una campagna di persuasione online rivolta a politici USA

Lo rivela il New York Times, che cita fonti del Ministero della Diaspora di Israele. Anche OpenAI e Meta affermano di aver individuato un’operazione di disinformazione portata avanti da una società israeliana. LEGGI L'ARTICOLO


Pezeshkian a Scholz: "Iran ha il diritto di rispondere"

Il presidente iraniano Massoud Pezeshkian ha affermato che il suo Paese ha il "diritto di rispondere" a qualsiasi aggressione, durante una conversazione telefonica con il cancelliere tedesco Olaf Scholz che lo ha esortato a evitare un'escalation in Medio Oriente. "Pur sottolineando le soluzioni diplomatiche ai problemi, l'Iran non cederà mai alle pressioni, alle sanzioni e alle intimidazioni e ritiene di avere il diritto di rispondere agli aggressori in conformità con le norme internazionali", ha affermato in un comunicato pubblicato dall'agenzia Irna a seguito di un colloquio telefonico con il leader tedesco. 

Yemen, chi sono gli Houthi e quale è il loro ruolo nel Mar Rosso

Sciiti di stampo zaydita, controllano ormai da anni la capitale yemenita Sana'a. Dietro di loro c'è l'Iran, alleato ideologico, religioso e militare. Negli ultimi mesi sono entrati nel conflitto contro Israele accanto ad Hamas. Quasi ogni giorno, le forze yemenite hanno sparato contro navi cargo e petroliere dirette, innescando la decisione degli Usa di creare la coalizione marittima Prosperity Guardian e la missione Aspides dell'Ue per proteggere la navigazione in quel tratto di mare. L'APPROFONDIMENTO


Monito Usa all'Iran contro le interferenze elettorali

Il diartimento di Stato Usa ha messo in guardia l'Iran contro le interferenza elettorale dopo che la campagna di Donald Trump ha dichiarato che un avversario straniero ha hackerato dei documenti via email. "Questi ultimi tentativi di interferire nelle elezioni statunitensi non sono una novità per il regime iraniano, che, dal nostro punto di vista, ha minato le democrazie, o ci ha provato, per molti anni ormai", ha detto il ;;portavoce del dipartimento Vedant Patel. "Continuiamo ad avere una serie di strumenti a nostra disposizione per ritenere il regime iraniano responsabile e non esiteremo a usarli", ha  avvisato Patel, senza confermare se gli Stati Uniti abbiano stabilito che l'Iran sia dietro il presunto hackeraggio. Alla Casa Bianca, il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby ha  rimandato all'Fbi e al dipartimento di Giustizia, ma ha indicato un precedente rapporto di intelligence secondo cui l'Iran "sta lavorando per influenzare" le elezioni presidenziali.   Sabato la campagna di Trump ha suggerito che dietro al tentativo di hackeraggio c'e' l'Iran e ha messo in guardia i media dal pubblicare i documenti,  affermando che tale azione sarebbe come "fare gli ordini dei nemici dell'America". Un tono diverso rispetto al 2016, quando Trump disse in una conferenza stampa che sperava che la Russia hackerasse l'email della rivale Hillary Clinton per trovare le email cancellate del cosidetto Emailgate. 

Hamas, ucciso un ostaggio e due feriti in "incidenti"

Il braccio armato del gruppo palestinese Hamas ha dichiarato che i suoi militanti hanno sparato e ucciso un ostaggio israeliano e ne hanno feriti altri due, entrambi donne, "in due incidenti separati" a Gaza. "In due incidenti distinti, due soldati (di Hamas) incaricati di sorvegliare i prigionieri nemici hanno sparato contro un prigioniero sionista, uccidendolo immediatamente, e hanno anche ferito in modo critico due prigionieri donna", ha dichiarato Abu Obeida, portavoce delle Brigate Ezzedine Al-Qassam, in una dichiarazione pubblicata su Telegram, senza identificare gli ostaggi

Biden e 4 leader europei, l'Iran rinunci all'attacco

la Casa Bianca ha diffuso una nota in cui il presidente Usa Joe Biden, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il premier britannico John Starmer e il presidente francese Emmanuel Macron chiedono l'Iran a ritiri "le sue continue minacce di un attacco militare contro Israele e abbiamo discusso le gravi conseguenze per la sicurezza regionale qualora un simile attacco dovesse verificarsi". Ecco il testo della dichiarazione: Noi, leader di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Italia, abbiamo discusso della situazione in Medio Oriente. Abbiamo espresso il nostro pieno sostegno agli sforzi in corso per allentare le tensioni e raggiungere un cessate il fuoco e un accordo di rilascio degli ostaggi a Gaza. "Abbiamo approvato l'appello congiunto del Presidente Biden, del Presidente Sisi dell'Egitto e di Amir Tamim del Qatar a riprendere i colloqui piu' avanti questa settimana con l'obiettivo di concludere l'accordo il prima possibile, e abbiamo sottolineato che non c'e' altro tempo da perdere. Tutte le parti devono assumersi le proprie responsabilità. Inoltre, e' necessaria una consegna e distribuzione senza restrizioni degli aiuti. "Abbiamo espresso il nostro sostegno alla difesa di Israele dall'aggressione iraniana e dagli attacchi dei gruppi terroristici sostenuti dall'Iran. Abbiamo invitato l'Iran a ritirare le sue continue minacce di un attacco militare contro Israele e abbiamo discusso le gravi conseguenze per la sicurezza regionale qualora un simile attacco dovesse verificarsi

Chi è Yahya Sinwar, il nuovo capo politico di Hamas nascosto nei sotterranei a Gaza

Nato nel 1962 a Khan Yunis, una delle zone più disastrate della Striscia, è stato per 22 anni nelle carceri israeliane. Fu rilasciato nel 2011, in uno scambio tra detenuti palestinesi e il soldato Gilad Shalit. Dal 2017 era già leader del movimento a Gaza. Lo Stato ebraico gli dà la caccia: è una delle menti dell'attacco del 7 ottobre 2023. C'è chi lo ha definito "un astuto psicopatico" e chi lo ha soprannominato il "macellaio di Khan Yunis". IL PROFILO


Allerta per l'attacco iraniano, Biden chiama gli alleati

La temperatura della tensione in Medio Oriente torna a segnare valori altissimi. Dopo qualche segnale su un accordo più vicino per una tregua a Gaza, che avrebbe potuto fermare (o quantomeno contenere) la rappresaglia iraniana su Israele, lo Stato ebraico ha comunicato agli americani che Teheran è intenzionata ad attaccare a breve, forse anche prima dell'incontro del 15 agosto tra i mediatori del conflitto nella Striscia. La preoccupazione è condivisa dagli Usa. Joe Biden ha sentito i leader di Francia, Germania, Italia e Regno Unito, per poi lanciare un appello congiunto all'Iran: "Faccia un passo indietro". Il Pentagono nel frattempo ha accelerato il dispiegamento dei militari nella regione, inviando anche un sottomarino nucleare, e lo Stato ebraico ha continuato a tenere i riflettori accesi sul nemico più vicino, Hezbollah, che ha spostato i comandi fuori da Beirut per prepararsi ad un'escalation. L'Idf si sta preparando all'eventualità di attacco preventivo nei confronti delle milizie sciite libanesi. I ministri della Difesa di Israele e Usa, Yoav Gallant e Lloy Austin, nelle ultime settimane hanno parlato al telefono anche due volte al giorno. Inclusa domenica, per "un coordinamento strategico e operativo alla luce degli ultimi sviluppi", ha fatto sapere Gallant. Gli ultimi sviluppi, secondo due fonti citate dalla testata americana Axios, non sono buoni, perché la valutazione israeliana è che Teheran è orientata a colpire in uno spazio di giorni, probabilmente prima che si tengano i nuovi colloqui per un cessate il fuoco e il rilancio degli ultimi ostaggi a Gaza. In un momento altamente simbolico per Israele, che sta celebrando la ricorrenza del Tisha beav, la distruzione del Tempio di Gerusalemme e l'inizio della diaspora degli ebrei. Ancora non si conosce il momento esatto dell'attacco, ma è emerso o che il regime degli ayatollah ha adottato "misure di preparazione significative delle sue unità missilistiche e di droni, simili a quelle che aveva adottato prima dell'attacco a Israele in aprile". Allo stesso tempo, la situazione a Teheran viene definita "fluida" e si dà conto delle persistenti divisioni al suo interno: da una parte c'è il presidente Masoud Pezeshkian che vuole evitare una risposta dura, mentre dall'altra il Corpo delle guardie rivoluzionarie vuole lanciare un attacco più grande di quello sferrato proprio lo scorso 13 aprile. I preparativi per lo scenario peggiore vanno avanti. L'Idf ha chiesto ai soldati operativi di non digiunare durante il Tisha beav, mentre i comandi dell'aeronautica militare hanno ordinato agli ufficiali di non andare all'estero per le vacanze. "Siamo preoccupati che l'Iran possa attaccare nei prossimi giorni e per questo il Pentagono ha fatto alcuni cambiamenti nella nostra postura militare nell'area", ha confermato da Washington il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby. In particolare, la Difesa ha annunciato il dispiegamento in Medio Oriente dello Uss Georgia, un sottomarino missilistico a propulsione nucleare. Una comunicazionE rara, che lascia intendere l'intenzione americana di rafforzare i segnali di deterrenza. Austin inoltre ha disposto che la portaerei Abraham Lincoln "acceleri il suo transito" verso la regione, per affiancarsi alla Theodore Roosevelt. Al livello diplomatico i telefoni sono roventi. Oltre ai colloqui tra i partner occidentali coordinati dalla Casa Bianca, c'è in atto un pressing diretto nei confronti di Teheran. Francia, Gran Bretagna e Germania in una nota congiunta hanno avvertito che l'Iran "si assumerà la responsabilità" nel caso provocasse una "guerra totale". Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha parlato con il presidente iraniano Pezeshkian, così come avevano fatto nei giorni scorsi Emmanuel Macron e Giorgia Meloni. E proprio dal governo italiano Tajani ha telefonato al ministro iraniano sottolineando che "ora è il momento di evitare reazioni che alimentino il conflitto nella regione". Da qui l'appello a "valutare prima la trattativa sul cessate il fuoco a Gaza e poi eventualmente scegliere cosa fare". Ma il suo collega ha risposto con la stessa formula adottata finora, e cioè che "la reazione è inevitabile", ha riferito il titolare della Farnesina. Le tensioni con l'Iran si intrecciano pericolosamente con lo scenario di Gaza, dove le truppe israeliane continuano la loro caccia alle milizie di Hamas. Secondo i funzionari della fazione che governano la Striscia quasi 40mila persone sono rimaste uccise dal 7 ottobre. Di questi 16.400 sono bambini, è la denuncia. 

Il Premier egiziano ha ricevuto quello libico di Bengasi

Il premier egiziano Mostafa Madbouly ha incontrato in Egitto il capo del governo libico insediato a Bengasi e non riconosciuto dall'Onu, Osama Hammad, innescando una reazione diplomatica contro il Cairo da parte dell'esecutivo di Tripoli di Abdelahmid Dbeibah. "Il governo di unità nazionale libico (...) ha informato i responsabili dei servizi di intelligence egiziani, compresi quelli che lavorano presso l'ambasciata a Tripoli, di lasciare il paese 'immediatamente' come forma di protesta contro l'accoglienza data ieri, domenica" da Madbouly "al capo del governo libico designato dal Parlamento, Oussama Hammad, e alla delegazione che lo accompagnava", informa su X la tv "Al Magharibia". Sulla propria pagina Facebook, ieri la Presidenza del Consiglio egiziana aveva annunciato che Madbouly ha incontrato Hammad "presso la sede del governo nella nuova città di Alamein", sulla costa mediterranea egiziana, assieme al direttore generale del Fondo per lo Sviluppo e la Ricostruzione della Libia, Belqasem Haftar; e di Hatem Al-Aribi, presidente del Comitato per la Costruzione e la Stabilità nonché direttore dell'Approvvigionamento medico e dei Servizi medici del governo libico. "All'inizio dell'incontro" il premier egiziano aveva "sottolineato il pieno sostegno al popolo fratello libico e la volontà dell'Egitto di sostenere e rafforzare i mezzi di cooperazione bilaterale tra i due paesi fratelli in tutti i settori, evidenziando il grande ruolo svolto dalle imprese egiziane nei lavori di ricostruzione in Libia". Sempre oggi il ministero degli Esteri del governo libico orientale, quello appoggiato dall'esercito del generale Khalifa Haftar, in una dichiarazione ha sostenuto che "la delegazione governativa di alto livello guidata dal presidente del Consiglio dei ministri ha ricevuto un'accoglienza ufficiale da parte delle autorità egiziane, riflettendo la profondità delle relazioni bilaterali e la volontà dei due paesi di svilupparle ulteriormente, in particolare nei settori politico, della sicurezza ed economico, oltre che sulle questioni di interesse comune".

Tajani: “L’Iran mi ha detto che la reazione è inevitabile”

"Il mio collega iraniano ha detto che la reazione" di Teheran "è inevitabile". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani al Tg4. "Io ho detto che sarebbe un errore un'iniziativa che porti a un'escalation nell'area perché a pagarne il prezzo sarebbe soprattutto la popolazione civile. Quello che ho detto è di valutare prima la trattativa sul cessate il fuoco a Gaza che è l'elemento chiave se si vuole arrivare a una de-escalation e poi eventualmente scegliere cosa fare, però mi pare che gli iraniani siano in una posizione molto dura", ha affermato.

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