Venezuela, proteste e scontri dopo rielezione di Maduro: vittime e centinaia di arresti
La rielezione per il terzo mandato del presidente venezuelano ha gettato il Paese nel caos: il procuratore Alex Saab afferma che 749 manifestanti sono stati arrestati. Tra loro anche l'ex deputato Freddy Superlano, leader del partito Voluntad Popular. L'opposizione parla di "almeno tre morti" e scende in piazza a Caracas nonostante il divieto del governo. Secondo una Ong le vittime sarebbero 11. Maduro attacca gli Usa: "È in atto un piano di estrema destra". La Casa Bianca replica: "Inaccettabile repressione"
- Vittime e centinaia di arresti nelle proteste scoppiate nella giornata di ieri in diverse località del Venezuela per contestare la controversa rielezione di Nicolás Maduro alla presidenza. Il portavoce dell'opposizione, Perkins Rocha, parla di "almeno tre morti nelle contestazioni di ieri nella regione di Aragua e un quarto che deve essere confermato". Secondo la Ong Foro Penal le vittime sarebbero 11
- L'ondata di arresti tocca da vicino figure chiave dell'opposizione. Secondo una registrazione trasmessa dal media Monitoreamos, in mattinata l'ex deputato ed esponente del partito Voluntad Popular Freddy Superlano (in foto) è stato prelevato da uomini incapucciati con armi da fuoco e costretto a salire su un furgone. Durante una mobilitazione nel febbraio 2021, Superlano venne avvelenato in circostanze sospette insieme alla sua assistente, poi deceduta
- La proclamazione della vittoria di Nìcolas Maduro per il terzo mandato presidenziale in Venezuela contro il candidato dell'opposizione Edmundo Gonzalez Urrutia, 51,2% contro il 44,02% senza aver completato il conteggio e senza aver pubblicato gli atti trasmessi dai seggi, è stato ampiamente contestato dall’opposizione, mentre il governo di Caracas denuncia nuove trame di "potenze straniere" e "di sicari politici di ultradestra specializzati nella destabilizzazione dei governi della regione"
- "È in atto un piano dell'estrema destra per una rivoluzione colorata, vogliono iniziare un'escalation di terrorismo". Così Nicolas Maduro in una conferenza stampa ha bollato come "terrorismo" le manifestazioni in corso. Poi ha attaccato gli Stati Uniti. "Dietro questo piano ci sono i gringos, è made in Usa. Siamo di fronte ad una contro-rivoluzione violenta ma sappiamo come affrontare questa situazione", ha detto il presidente venezuelano che ha poi mostrato immagini di danneggiamenti
- "La violenza che si sta scatenando in Venezuela è stata ordinata dall'estrema destra di (Edmundo) Gonzalez e (Maria Corina) Machado e finanziata dagli Stati Uniti, dai narcos colombiani, da Elon Musk e dall'estrema destra globale", ha detto poi Maduro in una riunione di gabinetto trasmesso a reti unificate. "Alcuni degli arrestati per le violenze hanno confessato che sono stati inviati e pagati da Machado e Gonzalez, loro sono responsabili di questi atti e dovranno pagare"
- Nicolas Maduro, vicepresidente durante gli anni di Hugo Chavez, di cui era delfino, governa il Paese dal 19 aprile 2013. I suoi anni di governo sono coincisi con un peggioramento di tutti i parametri socioeconomici del Paese, con le organizzazioni internazionali per la tutela dei diritti umani che sostengono le teorie di diversi casi di uccisioni, torture e altri maltrattamenti. Nel 2020 l'ONU ha deliberato una condanna contro Maduro per crimini contro l'umanità e ha chiesto il processo alla Corte penale internazionale de L'Aja
- Il procuratore venezuelano Alex Saab ha dichiarato che sono 749 i manifestanti arrestati a vario titolo, dagli atti vandalici a istigazione all'odio e terrorismo. È stata confermata la morte di almeno due persone e i social riportano altri decessi, anche se non verificati, scrive El Pais. La maggior parte degli arresti è avvenuta a Barinas, e ad Anzoátegui. Il resto nel Distretto della Capitale e ad Aragua, Zulia, Carabobo, Miranda e Mérida
- A questo bilancio si aggiunge quello della Difesa venezuelana, che parla di 1 morto e 48 feriti tra le Forze armate nazionali bolivariane, alcuni "con armi da fuoco". "Non permetteremo che il Venezuela torni ai periodi bui del 2014, del 2017 e del 2019", ha dichiarato il ministro della Difesa venezuelano Vladimir Padrino, esortando "i cittadini e le forze politiche del Paese a mantenere la calma". "Ieri i venezuelani hanno dato una dimostrazione di senso civico. Non deludiamo il popolo che ieri ha votato per la pace”, ha affermato
- Nel frattempo, la capitale Caracas è attraversata da manifestazioni di segno opposto. Nonostante il divieto del governo ai raduni, in migliaia si sono dati appuntamento davanti alla sede Onu per protestare contro la proclamazione della vittoria di Maduro. "La mobilitazione prosegue, continueremo a esercitare il diritto alla protesta pacifica e difenderemo la verità fino alla fine", ha detto la leader dell'opposizione Maria Corina Machado (in foto) di Vente Venezuela
- Le milizie chaviste si sono concentrate intorno al palazzo presidenziale Miraflores, a Caracas, pronte a "difendere il presidente Nicolas Maduro", secondo quanto riporta la tv pubblica Venezolana de Television. "Se vogliono generare violenza, ci troveranno qui. Siamo pronti a difendere il palazzo, la Costituzione e la vittoria del presidente", ha dichiarato il vicepresidente del Partito Socialista Unito del Venezuela (Psuv), Diosdado Cabello, considerato uno degli uomini forti dell'establishment
- Il presidente del Parlamento venezuelano, Jorge Rodriguez ha chiesto in Aula il carcere per la leader di opposizione, Maria Corina Machado, e per l'ambasciatore Edmundo Gonzalez Urrutia, sfidante di Maduro alle elezioni
- Il capo della campagna elettorale di Nicolas Maduro e presidente del Parlamento, Jorge Rodríguez, ha convocato una grande manifestazione per oggi in tutta la capitale e nelle periferie, "per festeggiare con il presidente rieletto, Maduro, la vittoria elettorale". Rodriguez ha invitato la popolazione a riunirsi nelle strade della Grande Caracas, da Petare a La Vega a Catia fino al palazzo presidenziale di Miraflores. "Dai quattro punti cardinali della città, ci mobiliteremo in pace e allegria", ha affermato
- Il regime di Maduro ha ordinato l'allontanamento dal Venezuela di tutto il personale diplomatico del cosiddetto 'Gruppo di Lima' presente sul suo territorio, dopo il ripudio internazionale di fronte al risultato del voto che ha incoronato il presidente del Venezuela al terzo mandato. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri venezuelano in una dichiarazione condivisa sul suo account X. I Paesi interessati sono Argentina, Cile, Costa Rica, Perù, Panama, Repubblica Dominicana e Uruguay
- Le diplomazie di Brasile, Messico e Colombia, tre importanti Paesi dell'America Latina a guida progressista, stanno lavorando ad un documento congiunto sulle elezioni in Venezuela, come ha riportato Cnn Brasile. A Caracas intanto Celso Amorim, consigliere speciale del presidente Luiz Inacio Lula da Silva, ha incontrato il presidente Nìcolas Maduro, e si riunirà con i leader dell'opposizione, Maria Corina Machado e Edmundo Gonzalez Urrutia
- Alla situazione del Paese si sta interessando anche il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. La Casa Bianca ha definito "inaccettabile" la repressione dei manifestanti in Venezuela. E Cnn Brasile ha annunciato che domani il presidente americano si sentirà con l'omologo brasiliano Lula, secondo una precisa richiesta dell'amministrazione Usa
- Sulle elezioni di domenica in Venezuela, una ferma condanna è arrivata dall'Organizzazione degli Stati Americani (Osa). In un comunicato, l'organizzazione denuncia una "manipolazione straordinaria" del voto e critica il governo del presidente Maduro per aver "applicato uno schema repressivo, accompagnato da azioni atte a distorcere il risultato elettorale"
- La crisi istituzionale aperta dall'incertezza sulla validità del risultato elettorale delle presidenziali e il mancato riconoscimento della vittoria di Maduro da parte di diversi Paesi hanno portato oggi a un forte calo in borsa dei titoli di stato e delle azioni della principale compagnia statale, la petrolifera Pdvsa. Secondo il portale 'Ambito Financiero' tutti i titoli di Stato venezuelani hanno chiuso la seduta in rosso con cali fino a quasi il 9%. Le azioni di Pdvsa hanno segnato una contrazione di oltre il 10%