Spesa militare Nato, Italia lontana dalla soglia del 2%: la situazione negli altri Paesi
Il vertice a Washington è l’occasione per l’Alleanza di ribadire la necessità che tutti i Paesi arrivino al 2% del proprio Pil nelle spese militari e il proprio impegno per l’Ucraina. L’Italia è uno dei pochi Stati nel Continente europeo che non investe quanto dovrebbe: secondo le stime Nato nel 2023 Roma ha speso 28,6 miliardi per la Difesa, circa 10 miliardi in meno rispetto ai 39 previsti dalla soglia. Di questo si è parlato a “Numeri”, il programma di Sky TG24 andato in onda il 9 luglio 2024
- L'adesione dell'Ucraina alla Nato sembra ormai solo una questione di tempo. Al suo 75esimo summit a Washington l'Alleanza atlantica alza la voce contro Vladimir Putin rafforzando il suo impegno nei confronti di Volodymyr Zelensky e garantendogli il tanto agognato ingresso nel patto difensivo. L’impegno nei confronti di Kiev e le spese militari dei Paesi sono stati i temi al centro di “Numeri”, il programma di Sky TG24 andato in onda il 9 luglio 2024
- Prima della guerra in Ucraina pochi Paesi nel Continente europeo spendevano il 2% del Pil per la Difesa, il budget minimo stabilito dalla Nato: le uniche a farlo erano Gran Bretagna, Polonia, Grecia, Lettonia ed Estonia
- Il discorso cambia nel 2024: a spendere meno del 2% del Pil per la Difesa sono rimaste solo Spagna, Italia, Portogallo, Belgio, Lussemburgo, Slovenia e Croazia
- La differenza di spesa tra il 2022 e il 2024 è evidente: secondo i dati Nato, Polonia e Germania hanno aumentato le loro spese rispettivamente del 90,7% e del 40,8%, valori ben superiori anche alla media dell’Alleanza che, Usa esclusi, è del +28,9%. Unica con il segno meno l’Italia, che registra un -0,4%
- I dati Nato certificano che nel 2023 Roma ha speso 28,6 miliardi di euro per la Difesa, una cifra inferiore di 10 miliardi a quella che avrebbe dovuto spendere se avesse rispettato la soglia del 2%, cioè 39,2 miliardi
- E nemmeno nei prossimi anni la spesa sembra poter arrivare a quella soglia del 2% che si vorrebbe raggiungere entro il 2028: il Def la prevede addirittura in leggero calo per i prossimi anni, intorno all’1,45%
- Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha ribadito che i Paesi devono impegnarsi a sostenere l’Ucraina, in guerra contro la Russia, versandole una cifra proporzionale al proprio Pil
- L’Italia finora è stato uno dei Paesi che ha versato meno, 350 milioni dal febbraio 2022: se dovesse seguire il proposito di Stoltenberg dovrebbe donare a Kiev 1,7 miliardi di euro l’anno
- Oltre alla creazione di un comando Nato a Wiesbaden, in Germania, per coordinare aiuti, addestramento e logistica per Kiev, gli altri punti fondamentali che il vertice negli Stati Uniti intende finalizzare per blindare l'Ucraina anche in caso di un cambio alla Casa Bianca sono la creazione di un fondo per assicurare un flusso di denaro continuo a Kiev e il trasferimento a Bruxelles, nel quartier generale della Nato, del coordinamento del Gruppo di contatto
- Infine, il vertice intende attribuire più poteri al generale Christopher Cavoli (in foto con Zelensky), a capo del Comando supremo delle potenze alleate in Europa, un uomo di Biden che gli alleati vorrebbero rimanesse al suo posto, rafforzato, anche in caso di vittoria di Donald Trump