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Guerra Gaza, Israele smentisce raid su Rafah. Usa: "Rispetti i diritti"

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Giallo mediatico circa la notizia , diffusa da fonti della Protezione civile di Hamas della Striscia, di un nuovo attacco israeliano "sulle tende" della zona umanitaria di al-Mawasi che avrebbe causato la morte di 21 palestinesi. Il portavoce militare Hagari ha detto di non essere "a conoscenza di un nuovo raid israeliano sulle tende". Gli Stati Uniti si dicono "profondamente rattristati" per i raid israeliani a Rafah e invitano Israele a "rispettare i diritti umanitari"

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Israele: "Nessun raid sulla zona umanitaria a Rafah"

"Contrariamente ai rapporti di queste ultime ore, l'esercito non ha colpito nella zona umanitaria di A-Mawasi", a ovest di Rafah. Lo ha detto il portavoce militare riferendosi alle notizie di fonti sanitarie a Gaza che hanno parlato di un nuovo raid "sulle tende" ad a-Mawasi con 21 morti.

Hagari: "Non sono a conoscenza nuovo raid Israele a Rafah"

Il portavoce militare Daniel Hagari ha detto di non essere "a conoscenza di un nuovo raid israeliano sulle tende" nella zona umanitaria di Rafah che, secondo fonti sanitarie della Striscia, avrebbe fatto 21 morti. Lo hanno riferito i media. "Non sono a conoscenza di questo episodio, lo esamineremo", ha aggiunto Hagari, secondo gli stessi media.

Cinque paesi latinoamericani condannano l'attacco a Rafah

I governi di Colombia, Cile, Cuba, Messico e Venezuela hanno condannato nelle ultime ore, come ha fatto anche il Brasile, l'attacco aereo realizzato da Israele contro un campo profughi a Rafah, a sud di Gaza, con un bilancio di decine di morti. Il presidente colombiano Gustavo Petro ha accusato quei "paesi che affermano di lottare per la democrazia, ma ignorano il continuo massacro a Gaza". Attraverso l'account X .a sottolineato: "Il massacro continua. Poiché molti proprietari di banche e fondi di investimento appartengono a persone che lo sostengono, gli autoproclamati paesi democratici non sono in grado di opporsi. Così ricevono l'ostilità dei loro popoli e mettono in pericolo l'esistenza del popolo palestinese, e quella stessa di democrazia e umanità". Da parte sua il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez, ha detto che "questo atroce massacro (...) dimostra l'impunità con cui Israele perpetua il suo genocidio contro il popolo palestinese". In Messico, il ministero degli Esteri ha ribadito "l'importanza del rispetto delle norme del diritto umanitario internazionale" e chiesto "il cessate il fuoco e il rispetto delle misure dettate dalla @CIJ_ICJ per consentire una soluzione politica e l'ingresso di aiuti umanitari a Gaza". A Santiago, il ministero degli Esteri cileno ha sostenuto che Israele "deve rispettare il diritto internazionale umanitario e le misure provvisorie dettate dalla Cij, in particolare fermando le azioni militari a Rafah". Durissimo infine il ministro degli Esteri del Venezuela, Iván Gil: "Condanniamo questi crimini contro l'umanità; i loro autori devono essere catturati, processati e condannati. È un regime nazista che agisce davanti agli occhi di tutti. Basta!".

Media: "Jihad islamica pubblica il video di un ostaggio"

La Jihad islamica ha pubblicato un video dell'ostaggio israeliano Sasha Trufanov. Lo hanno riferito i media.  Trufanov (27 anni) è stato rapito nel kibbut di Nir Oz il 7 ottobre insieme a sua madre Lena, sua nonna Irena e alla fidanzata Sapir Cohen. La famiglia è di origine russe e Lena e Irena furono rilasciate - hanno ricordato i media - nel novembre dello scorso anno su richiesta del presidente Vladimir Putin. Anche Sapir Cohen è stata rilasciata. Il padre di Sasha, Vitaly è invece stato ucciso nell'attacco dei miliziani di Hamas il 7 ottobre. 

Militari israeliani: "Incendio a Rafah non è stato provocato dalle nostre munizioni"

I militari israeliani sostengono, sulla base dei primi risultati dell'inchiesta dopo il raid che ha innescato un terribile incendio in una zona per sfollati a Rafah, che la strage di domenica sia stata provocata da un'esplosione "secondaria". I militari israeliani, scrive il Times of Israel, sospettano che munizioni o sostanze combustibili, di cui non erano a conoscenza, possano aver provocato un'esplosione e un incendio che si è propagato fino all'area con gli sfollati, dopo un raid aereo contro due comandanti di Hamas. L'inchiesta iniziale delle Idf sospetta la presenza di munizioni, armi o altro materiale nell'area del raid.

I militari dicono di aver tracciato i comandanti di Hamas Yassin Rabia e Khaled Najjar prima del raid contro l'edificio in cui si trovavano domenica sera nella zona di Tel Sultan, nella parte occidentale di Rafah. E, secondo le informazioni di intelligence delle Idf, l'area veniva usata da Hamas, con la presenza di un lanciarazzi a poche decine di metri dal punto in cui sono stati uccisi i due comandanti di Hamas. Secondo i militari, il raid non ha colpito l'area, indicata come "zona umanitaria", nella regione di al-Mawasi e il sito di Hamas preso di mira si trova a più di un chilometro.

Inoltre, riporta ancora il Times of Israel, i caccia israeliani hanno sganciato due munizioni 'piccole', ognuna da 17 chili. Per il portavoce militare israeliano Daniel Hagari, riferisce anche il Guardian, quelle munizioni sarebbero troppo 'piccole' per innescare un incendio. Ma dopo il raid sono divampate le fiamme nella zona con gli sfollati. E i palestinesi hanno denunciato l'uccisione di 45 persone. Il premier israeliano ha parlato di un "tragico incidente".

Hagari: "Munizioni o combustibile la causa dell'incendio a Rafah"

Sono state "munizioni o qualche altra sostanza combustibile di cui l'Idf non era a conoscenza" a causare "un'esplosione secondaria e un incendio" in "un complesso abitativo" a Rafah che ha causato 45 morti dopo un raid dell'esercito israeliano su 2 comandanti di Hamas la notte tra domenica e lunedì. Lo ha, in base a indagini iniziali, il portavoce militare Daniel Hagari, secondo cui "i due piccoli missili da soli non sarebbero stati sufficienti a innescare l'incendio". Inoltre, il "complesso preso di mira si trova a più di un chilometro dalla zona umanitaria di a Mawasi". 

Raid su campo a Rafah Ovest, bilancio sale a 21 morti

Cresce il bilancio delle vittime dei nuovi raid israeliani contro un campo profughi nella zona occidentale di Rafah: secondo i soccorritori, sono 21 i morti. Lo riferisce Haaretz. 

Michel: "A favore del riconoscimento dello Stato di Palestina"

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, si dice a favore del riconoscimento dello Stato di Palestina pur pridiligendo l'approccio coordinato tra gli Stati membri dell'Ue e i Paesi terzi. "Sono favorevole alla soluzione dei due Stati e al riconoscimento di uno Stato palestinese. Ma questo Stato deve essere vitale. Ed è per questo che penso che la cosa migliore sarebbe un approccio coordinato con gli Stati membri dell'Ue e i paesi terzi, creare una leva finanziaria", ha detto il leader Ue in un'intervista con Euronews. Michel ritiene "un buon passo" il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di Spagna, Irlanda e Norvegia ma comprende che altri Stati "hanno bisogno di più tempo".

Michel

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Il parlamento danese respinge la proposta di riconoscere lo Stato palestinese

Il Parlamento danese ha votato contro un disegno di legge per il riconoscimento di uno Stato palestinese dopo che il ministro degli Esteri ha affermato che mancano le condizioni necessarie per il riconoscimento  uno Stato indipendente. Il disegno di legge è stato proposto per la prima volta alla fine di febbraio da quattro partiti di sinistra.

“Non possiamo riconoscere uno Stato palestinese indipendente per la sola ragione che non ci sono realmente i presupposti”, aveva detto il ministro degli Esteri Lars Lokke Rasmussen quando il disegno di legge è stato discusso per la prima volta in parlamento ad aprile. "Non possiamo sostenere questa risoluzione, ma ci auguriamo che arrivi un giorno in cui potremo farlo", aveva aggiunto Rasmussen, che oggi non era presente alla votazione.

Bbc: "I carri armati israeliani raggiungono il centro di Rafah mentre continuano gli attacchi"

Gaza il bilancio sale a 36.096 morti e 81.136 feriti

Il numero delle vittime della guerra a Gaza da parte palestinese è salito a 36.096 morti e 81.136 feriti dal 7 ottobre. Lo fa sapere il ministero della Sanità di Gaza.

Israele istituisce un comitato sulle condizioni dei detenuti a Sdei Taimam

Il capo di stato maggiore dell'esercito Herzi Halevi ha nominato un Comitato che esamini "le condizioni della detenzione per coloro che sono stati catturati" durante la guerra nel centro di detenzione militare di Sdei Taimam e in altre strutture. Lo ha fatto sapere il portavoce militare.   Nel Centro sono stati portati i miliziani di Hamas e altri tra quelli responsabili dell'attacco del 7 ottobre e anche numerosi  catturati durante la guerra. Sul Centro e le altre strutture sono state sollevate "accuse" in relazione al trattamento dei detenuti. 

Unrwa: "Non siamo in grado di fornire abbastanza aiuti a Gaza"

"Non siamo in grado di soddisfare le necessità quotidiane del popolo palestinese a causa della mancanza di aiuti nella Striscia di Gaza": lo ha detto il portavoce dell'Unrwa, Adnan Abu Hasna, all'emittente egiziana Al Qahera. Più di un milione di palestinesi sono stati sfollati da Rafah nella zona di Al-Mawasi di Khan Yunis, ha aggiunto Hasna, ma ormai nessuna zona della Striscia può dirsi sicura. Questa mattina circa 200 camion di aiuti umanitari si sono diretti al valico di Kerem Salem. L'Egitto, ha detto un'altra fonte ad Al Qahera, sta intensificando i suoi sforzi per fare pressione su Israele affinché implementi consenta il passaggio di una maggiore quantità di aiuti a Gaza. 

L'ambasciatore di Israele in Italia: "Riconoscere lo Stato della Palestina non porta alla pace"

"Il riconoscimento dello Stato palestinese non credo che porti nella direzione auspicata" da Irlanda, Norvegia e Spagna di una pace tra israeliani e palestinesi. Lo ha affermato l'ambasciatore israeliano in Italia, Alon Bar, ai microfoni di RaiNews24. "Non basta volere che ci sia uno Stato, ci sono cose che devono essere fatte, come per esempio un riconoscimento reciproco, garanzia di sicurezza per Israele... riconoscere oggi uno Stato palestinese quando Gaza è ancora controllata da Hamas, non credo che porti risultati".

Media: "Almeno 7 morti in un nuovo raid sulle tende a Rafah"

Sette palestinesi sono stati uccisi e decine sono rimasti feriti in nuovi attacchi israeliani contro un'area di tende a ovest di Rafah. Lo riferiscono autorità sanitarie palestinesi citate da Sky News e Al Arabyia. Gli attacchi hanno preso di mira le tende delle famiglie sfollate nell'area umanitaria designata a Mawasi, nella parte occidentale di Rafah, hanno riferito medici e residenti. I media di Hamas hanno riferito che il numero dei morti è pari a 20. 

"Gli Usa valutano se Israele ha superato la linea rossa a Rafah"

L'amministrazione Biden sta ancora valutando se l' attacco israeliano che domenica ha ucciso almeno 45 sfollati palestinesi in una tendopoli a Rafah costituisca una violazione della  "linea rossa" suggerita da Joe Biden: lo riferisce Axios citando due dirigenti americani. All'inizio di maggio il presidente Usa aveva minacciato di sospendere la consegna di alcune armi offensive americane se Israele avesse lanciato una vasta operazione a Rafah entrando nel centro abitato, dove ora - secondo fonti palestinesi - ci sarebbero i tank israeliani. 

Guerra in Medioriente, Netanyahu: "Tragico errore a Rafah". VIDEO

Times of Israel: "Spagna, Norvegia e Irlanda riconoscono formalmente lo Stato palestinese. La spaccatura con Israele si allarga"

Hezbollah lancia campagna di raccolta fondi per acquisto di armi

Hezbollah, il movimento armato libanese alleato dell'Iran e impegnato da ottobre in un nuovo round armato con Israele, ha lanciato nelle ultime ore una campagna di raccolta fondi per acquistare armi in quella che si prospetta una lunga guerra di logoramento col nemico israeliano. Sui social network del Partito di Dio sono apparsi due video clip pubblicitari. Il primo, della durata di una ventina di secondi e che si conclude con lo slogan 'finanzia l'acquisto di un missile', diffonde un numero di telefono della sedicente Associazione di sostegno alla resistenza islamica. Il secondo video mostra un uomo che cammina su una strada con suo figlio, prima di alzare il dito al cielo verso un drone in volo. La clip si conclude con lo slogan "finanzia l'acquisto di un drone", accompagnato dagli stessi recapiti dell'associazione. Chiamando al numero in sovrimpressione, l'operatore conferma che si tratta di una campagna di raccolta fondi per finanziare l'acquisto di attrezzature per Hezbollah e che ciascuno può donare la somma che desidera. Da ottobre a oggi, Hezbollah ha lanciato per lo più razzi e droni contro obiettivi militari israeliani a ridosso della linea blu di demarcazione tra i due paesi e in Alta Galilea. Nei giorni scorsi Hezbollah ha effettuato quello che è stato definito il suo "primo attacco aereo su Israele", colpendo un gruppo di soldati a Metulla, utilizzando un drone armato di due razzi. 

Bbc: "Tank israeliani controllano punto strategico nel centro di Rafah"

I carri armati israeliani hanno il controllo della rotonda di al-Awda, punto strategico nel centro della città di Rafah, a mezzo chilometro dal confine con l'Egitto sul lato sud. Lo riferisce la Bbc che cita informazioni arrivate da testimoni e giornalisti locali sottolineando come nell'area si trovino banche, sedi di istituzioni, aziende e negozi e come l'operazione sia stata segnata da intensi bombardamenti dell'artiglieria.

La rete britannica cita anche la testimonianza di una persona che si è rifugiata con i familiari nell'ospedale emiratino, nella zona ovest della città, e che ha raccontato di soldati posizionati sul tetto di un edificio che domina la piazza e che vengono accusati di aver aperto il fuoco a ogni movimento.

Soldati Israele

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