Guerra Gaza, raid su un campo profughi a Rafah. Mezzaluna: "Decine di morti"

Un attacco israeliano ha provocato un "gran numero" di morti e feriti in una zona umanitaria vicino alla città di Rafah: lo ha annunciato la Mezzaluna rossa palestinese. Sirene di allarme nella parte centrale di Israele. Secondo i media sono almeno 7 i razzi lanciati da Rafah con allarmi su Raanana, Herzliya, Natanyaa e la zona grande di Tel Aviv. Il ministro del Gabinetto di guerra ha avanzato la richiesta di istituire una Commissione di inchiesta sui fatti del 7 ottobre e sulla guerra a Gaza che ne è seguita

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Un attacco israeliano ha provocato un "gran numero" di morti e feriti in una zona umanitaria vicino alla città di Rafah: lo ha annunciato la Mezzaluna rossa palestinese. Sirene di allarme nella parte centrale di Israele. Secondo i media sono almeno 7 i razzi, alcuni intercettati dall'Iron Dome, lanciati da Rafah con allarmi su Raanana, Herzliya, Natanyaa e la zona grande di Tel Aviv. Il ministro del Gabinetto di guerra ha avanzato la richiesta di istituire una Commissione di inchiesta sui fatti del 7 ottobre e sulla guerra a Gaza che ne è seguita.

Un funzionario di Hamas ha fatto sapere che l'organizzazione palestinese non riprenderà i negoziati con Israele per il rilascio degli ostaggi fino a quando continuerà l'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza. "Non c'è ancora una data" ha affermato il funzionario a Reuters.



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Presidenza palestinese: a campo Rafah "atroce massacro"

La presidenza dell'Autorità nazionale palestinese considera che Israele abbia commesso un "atroce massacro" nel campo di Rafah. E' quanto si legge in una nota, mentre il bilancio delle vittime è salito ad "almeno 35". "Questo atroce massacro da parte delle forze di occupazione israeliane è una sfida a tutte le risoluzioni di legittimità internazionale", dichiara la presidenza, che accusa le forze israeliane di "prendere deliberatamente di mira" le tende degli sfollati.

Hamas, 'almeno 35 uccisi a Rafah, molte donne e bambini'

Il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, ha dichiarato che almeno 35 palestinesi sono stati uccisi e decine sono rimasti feriti a seguito degli attacchi aerei su Rafah. Lo riporta Al Jazeera. Secondo il ministero, la maggior parte delle vittime erano donne e bambini sfollati presi di mira da "strumenti di uccisione di massa". 

Stato Palestinese, quali sono i Paesi che lo riconoscono ufficialmente

Spagna, Norvegia e Irlanda hanno annunciato il riconoscimento dello Stato di Palestina dal 28 maggio. A livello globale lo ha già fatto il 70% circa dei membri Onu, tra cui non ci sono Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti. LEGGI L'ARTICOLO


Anp, 'con raid israeliano su Rafah superato ogni limite'

Il portavoce presidenziale dell'Autorità nazionale palestinese, Nabil Abu Rudeineh, ha condannato il raid di questa sera su Rafah definendolo "un massacro che supera ogni limite". Lo riporta l'agenzia palestinese Wafa. Il portavoce ha sottolineato "l'urgente necessità di un intervento per fermare immediatamente i crimini commessi contro il popolo palestinese", e ha chiesto all'amministrazione statunitense di "costringere Israele a fermare questa follia e questo genocidio che sta commettendo a Gaza, in particolare a Rafah". 

Israele conferma attacco vicino Rafah, "era sede Hamas"

L'esercito di Israele ha confermato l'attacco di questa sera a Rafah, e ha precisato di aver mirato una sede di Hamas mentre era in corso una riunione di alto livello del gruppo terroristico. "L'attacco è stato effettuato contro terroristi, che sono un bersaglio in conformità con il diritto internazionale, utilizzando munizioni di precisione e sulla base di informazioni di intelligence che indicano l'uso dell'area da parte di terroristi di Hamas", afferma l'IDF in una

nota. L'esercito afferma che l'attacco avrebbe causato un

incendio che si e' diffuso in un campo per sfollati palestinesi,

causando vittime tra i civili. Quanto accaduto, ha spiegato, è

ora oggetto di indagini. Secondo Hamas, l'attacco ha provocato almeno 30 morti in un campo di rifugiati. 

Non solo Netanyahu, da Putin a Gheddafi: chi sono i leader finiti nel mirino dell'Aja

Il procuratore capo della Corte penale internazionale ha chiesto di emettere un mandato di arresto contro il premier israeliano - e contro i numero uno Hamas Sinwar - per "crimini di guerra e crimini contro l'umanità". Se accolta, il primo ministro dello Stato ebraico finirebbe in un elenco in cui compaiono molte figure controverse. CHI SONO


Idf conferma raid su Rafah, 'verifichiamo i dettagli'

L'Idf israeliana ha confermato che è stato effettuato un attacco nella zona nord-occidentale del distretto di Rafah, dove sono state segnalate decine di morti e feriti, e ha affermato che "i dettagli sono in fase di verifica". Lo riporta Ynet.

Eshkol Nevo: "Sogno l'abolizione della leva obbligatoria in Israele"

Abbiamo incontrato a Torino in occasione del Salone del Libro Eshkol Nevo che ci ha parlato della sua raccolta di racconti "Legami", della guerra in Medio Oriente e delle prospettive di pace. L'INTERVISTA


Hamas, oltre 30 morti in raid su campo profughi a Rafah

L'ufficio stampa del governo di Hamas a Gaza afferma che sono "oltre 30 i morti a seguito del bombardamento israeliano di un campo profughi a nordovest di Rafah". Lo riporta Al Jazeera.

Mo: 4 morti a Gaza in attacco aereo Israele

Un attacco aereo israeliano nella città di Jabalya, nel nord di Gaza, ha ucciso almeno quattro persone. Lo riferisce la Cnn. Altri quattro sono rimasti feriti e molti sono ancora dispersi dopo che l'attacco ha colpito un edificio residenziale nel quartiere di Al-Nazla.

Mezzaluna, 'gran numero vittime in raid Israele su Rafah'

La Mezzaluna Rossa palestinese ha detto che un attacco aereo israeliano ha ucciso e ferito un "gran numero" di persone in un'area umanitaria designata vicino alla città di Rafah, nell'estremo sud di Gaza. "Gli equipaggi delle ambulanze della Mezzaluna Rossa Palestinese stanno trasportando un gran numero di martiri e feriti dopo che l'occupazione (israeliana) ha preso di mira le tende degli sfollati vicino al quartier generale delle Nazioni Unite a nord-ovest di Rafah," ha precisato la Mezzaluna Rossa in un post su X, aggiungendo: "Questo luogo è stato designato dall'occupazione israeliana come area umanitaria". 

Israele: dal kibbutz ai grattacieli di Tel Aviv, l’attesa degli sfollati del Sud

Iresidenti delle comunità attaccate il 7 ottobre aspettano un accordo che liberi gli ostaggi, metta fine alla guerra a Gaza e li riporti nelle loro case. IL REPORTAGE


Michel vede premier Palestina: "Ue impegnata per i due Stati"

"Ho ribadito al premier palestinese Mohammed Mustafa il forte sostegno dell'Ue all'Autorità palestinese. Restiamo pronti a contribuire alla sua riforma globale e ai suoi sforzi per fornire al popolo palestinese i risultati sperati". Lo ha scritto su X il presidente del Consiglio europeo Charles Michel dopo aver incontrato all'incontro il premier palestinese. "Condanniamo con la massima fermezza l'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre. Occorre fare tutto il possibile per un immediato cessate il fuoco, per il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi e per far arrivare senza ostacoli gli aiuti umanitari a chi ne ha bisogno. Impegno per la soluzione dei due Stati come unica strada percorribile per la pace nella regione", ha sottolineato Michel.

Attacco Iran a Israele, la situazione un mese dopo e i possibili scenari

Il conflitto dura da 40 anni, ma dallo scorso mese ha conosciuto un'escalation senza precedenti con attacchi missilistici e droni, sottolineando un'ideologica ostilità persistente tra le due Nazioni. Nonostante una tregua momentanea, le minacce nucleari iraniane mantengono alta la tensione. LO SCENARIO


Frizioni nella linea negoziale Israele per l'accordo su ostaggi

Emergono alcune frizioni sulla linea negoziale di Israele per un accordo sugli ostaggi con Hamas: il maggiore generale Nitzan Alon, membro della squadra negoziale israeliana nei colloqui per l'accordo sugli ostaggi, ha detto ai funzionari dell'Idf che supervisionano le questioni relative agli ostaggi e alle loro famiglie che l'attuale governo israeliano non consentirà la realizzazione di alcun accordo sui rapiti. A sostenerlo è Channel 12 rilanciato da altri media dello Stato ebraico. Immediata la replica dell'Idf secondo cui le frasi sono state "estrapolate dal loro contesto", mentre l'ufficio di Netanyahu ha sottolineato come "gli scontri all'interno della squadra negoziale non fanno altro che rafforzare la posizione di Hamas". Secondo Channel 12, per Alon i negoziatori "sono disperati" poiché "con questa formazione del governo non ci sarà alcun accordo", a causa della richiesta di Hamas di un cessate il fuoco completo. "L'accordo per cui sto spingendo prevedrebbe la restituzione di tutti gli ostaggi, mentre Hamas insiste sul fatto che deve prevedere la fine della guerra", avrebbe affermato Alon secondo Channel 12. "Ho detto al primo ministro che sarà possibile tornare a combattere in qualsiasi momento", avrebbe poi detto il generale agli ufficiali militari, indicando apparentemente che crede che Israele possa permettersi di accettare la richiesta di Hamas di "porre fine alla guerra" in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi. In risposta alle indiscrezioni, l'ufficio di Netanyahu ha indicato che "gli scontri all'interno della squadra negoziale non fanno altro che rafforzare la posizione di Hamas, danneggiare le famiglie e allontanare il rilascio dei nostri ostaggi. Mentre il primo ministro Netanyahu ha ripetutamente dato alla squadra negoziale un ampio mandato per il rilascio dei nostri ostaggi, Sinwar continua a chiedere la fine della guerra, il ritiro dell'Idf dalla Striscia di Gaza e il mantenimento di Hamas intatto, così da poter perpetrare ancora e ancora gli orrori del 7 ottobre. Il premier Netanyahu si oppone vigorosamente". 

Guerra in Medioriente, tra la vita e la morte: cosa significa diventare madri a Gaza

Nella Striscia ci sono 50mila donne in gravidanza e in media 180 partoriscono ogni giorno. Ma accedere alle cure medice pre e post partum è difficilissimo, spesso impossibile. I letti mancano e nelle tende, dove molte sono costrette a partorire, mancano anche le minime condizioni igieniche. L'ospedale emiratino di Rafah è l’unico a fornire assistenza alla maternità. La presidente di Medici Senza Frontiere: "Situazione inimmaginabile, serve un cessate il fuoco permanente". L'APPROFONDIMENTO


Da Gaza a Trieste, l'Ong che ha salvato otto bambini palestinesi dalla guerra

Un gruppo di bambini palestinesi, malati o feriti, è stato trasferito all'ospedale pediatrico triestino Burlo Garofolo grazie all'operazione umanitaria organizzata dall'associazione Gaza Kinder Relief (GKR), in collaborazione con Save a Child. Ne abbiamo parlato con Alisa Kireeva, co-fondatrice della Ong GKR che si è occupata in prima persona, insieme alle altre volontarie, di portare a termine l'intera missione. L'INTERVISTA


Borrell: "Riconoscere la Palestina non è un regalo ad Hamas"

"L'Unione europea non ha la capacità di riconoscere o non riconoscere (uno Stato). È una competenza nazionale, spetta agli Stati membri prendere la loro decisione sovrana. Alcuni l'hanno già fatto e so che altri ci stanno pensando. Voglio solo dire che il riconoscimento dello Stato palestinese non è un regalo ad Hamas. Non è un sostegno al terrorismo. È completamente assurdo affermare che questa decisione presa da due membri dell'Unione Europea - altri non condividono questa decisione, non lo faranno, forse non domani - lo sia". Lo ha detto l'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera a margine del vertice a Bruxelles con i Paesi arabi.    Nel corso del vertice Borrell ha avuto anche un bilaterale con il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry. Nel corso dell'incontro con i Paesi arabi "abbiamo ascoltato il nuovo primo ministro dell'Autorità Palestinese che ha illustrato i piani di riforma. Credo che tutti siano rimasti colpiti dalle profonde riforme che il primo ministro intende attuare. Inoltre, tutti erano preoccupati per l'instabilità finanziaria dell'Autorità Palestinese e, in particolare, per la decisione presa dal governo israeliano di non dare più all'Autorità Palestinese le entrate delle tasse che le spettano", ha sottolineato Borrell. "Se così fosse, c'è un grosso rischio che l'instabilità finanziaria dell'Autorità Palestinese diventi maggiore, e nessun piano di sostegno può farvi fronte. Nessun piano di sostegno può sostituire il trasferimento all'Autorità Palestinese delle tasse che le appartengono", ha rimarcato.

Idf, colpita postazione da cui è partito il raid su Tel Aviv

L'esercito israeliano ha colpito il lanciatore di razzi da cui è partito l'attacco di oggi su Tel Aviv e il centro di Israele. Lo ha fatto sapere il portavoce militare spiegando che la postazione era "situata vicino a due moschee nell'area di Rafah e che è stata centrata in un raid subito dopo il lancio". "Questa è un'ulteriore prova - ha concluso il portavoce - del sistematico sfruttamento da parte di Hamas delle aree civili per la sua attività terroristica". 

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