
Un attacco israeliano ha provocato un "gran numero" di morti e feriti in una zona umanitaria vicino alla città di Rafah: lo ha annunciato la Mezzaluna rossa palestinese. Sirene di allarme nella parte centrale di Israele. Secondo i media sono almeno 7 i razzi lanciati da Rafah con allarmi su Raanana, Herzliya, Natanyaa e la zona grande di Tel Aviv. Il ministro del Gabinetto di guerra ha avanzato la richiesta di istituire una Commissione di inchiesta sui fatti del 7 ottobre e sulla guerra a Gaza che ne è seguita
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Un attacco israeliano ha provocato un "gran numero" di morti e feriti in una zona umanitaria vicino alla città di Rafah: lo ha annunciato la Mezzaluna rossa palestinese. Sirene di allarme nella parte centrale di Israele. Secondo i media sono almeno 7 i razzi, alcuni intercettati dall'Iron Dome, lanciati da Rafah con allarmi su Raanana, Herzliya, Natanyaa e la zona grande di Tel Aviv. Il ministro del Gabinetto di guerra ha avanzato la richiesta di istituire una Commissione di inchiesta sui fatti del 7 ottobre e sulla guerra a Gaza che ne è seguita.
Un funzionario di Hamas ha fatto sapere che l'organizzazione palestinese non riprenderà i negoziati con Israele per il rilascio degli ostaggi fino a quando continuerà l'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza. "Non c'è ancora una data" ha affermato il funzionario a Reuters.
Gli approfondimenti:
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- Hamas, cosa significa il triangolo rovesciato associato alle brigate Al-Qassam
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Continua a seguire gli aggiornamenti sul liveblog di lunedì 27 maggio
Presidenza palestinese: a campo Rafah "atroce massacro"
La presidenza dell'Autorità nazionale palestinese considera che Israele abbia commesso un "atroce massacro" nel campo di Rafah. E' quanto si legge in una nota, mentre il bilancio delle vittime è salito ad "almeno 35". "Questo atroce massacro da parte delle forze di occupazione israeliane è una sfida a tutte le risoluzioni di legittimità internazionale", dichiara la presidenza, che accusa le forze israeliane di "prendere deliberatamente di mira" le tende degli sfollati.
Hamas, 'almeno 35 uccisi a Rafah, molte donne e bambini'
Il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, ha dichiarato che almeno 35 palestinesi sono stati uccisi e decine sono rimasti feriti a seguito degli attacchi aerei su Rafah. Lo riporta Al Jazeera. Secondo il ministero, la maggior parte delle vittime erano donne e bambini sfollati presi di mira da "strumenti di uccisione di massa".
Stato Palestinese, quali sono i Paesi che lo riconoscono ufficialmente
Spagna, Norvegia e Irlanda hanno annunciato il riconoscimento dello Stato di Palestina dal 28 maggio. A livello globale lo ha già fatto il 70% circa dei membri Onu, tra cui non ci sono Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti. LEGGI L'ARTICOLO
Anp, 'con raid israeliano su Rafah superato ogni limite'
Il portavoce presidenziale dell'Autorità nazionale palestinese, Nabil Abu Rudeineh, ha condannato il raid di questa sera su Rafah definendolo "un massacro che supera ogni limite". Lo riporta l'agenzia palestinese Wafa. Il portavoce ha sottolineato "l'urgente necessità di un intervento per fermare immediatamente i crimini commessi contro il popolo palestinese", e ha chiesto all'amministrazione statunitense di "costringere Israele a fermare questa follia e questo genocidio che sta commettendo a Gaza, in particolare a Rafah".
Israele conferma attacco vicino Rafah, "era sede Hamas"
L'esercito di Israele ha confermato l'attacco di questa sera a Rafah, e ha precisato di aver mirato una sede di Hamas mentre era in corso una riunione di alto livello del gruppo terroristico. "L'attacco è stato effettuato contro terroristi, che sono un bersaglio in conformità con il diritto internazionale, utilizzando munizioni di precisione e sulla base di informazioni di intelligence che indicano l'uso dell'area da parte di terroristi di Hamas", afferma l'IDF in una
nota. L'esercito afferma che l'attacco avrebbe causato un
incendio che si e' diffuso in un campo per sfollati palestinesi,
causando vittime tra i civili. Quanto accaduto, ha spiegato, è
ora oggetto di indagini. Secondo Hamas, l'attacco ha provocato almeno 30 morti in un campo di rifugiati.
Non solo Netanyahu, da Putin a Gheddafi: chi sono i leader finiti nel mirino dell'Aja
Il procuratore capo della Corte penale internazionale ha chiesto di emettere un mandato di arresto contro il premier israeliano - e contro i numero uno Hamas Sinwar - per "crimini di guerra e crimini contro l'umanità". Se accolta, il primo ministro dello Stato ebraico finirebbe in un elenco in cui compaiono molte figure controverse. CHI SONO
Idf conferma raid su Rafah, 'verifichiamo i dettagli'
L'Idf israeliana ha confermato che è stato effettuato un attacco nella zona nord-occidentale del distretto di Rafah, dove sono state segnalate decine di morti e feriti, e ha affermato che "i dettagli sono in fase di verifica". Lo riporta Ynet.
Eshkol Nevo: "Sogno l'abolizione della leva obbligatoria in Israele"
Abbiamo incontrato a Torino in occasione del Salone del Libro Eshkol Nevo che ci ha parlato della sua raccolta di racconti "Legami", della guerra in Medio Oriente e delle prospettive di pace. L'INTERVISTA
Hamas, oltre 30 morti in raid su campo profughi a Rafah
L'ufficio stampa del governo di Hamas a Gaza afferma che sono "oltre 30 i morti a seguito del bombardamento israeliano di un campo profughi a nordovest di Rafah". Lo riporta Al Jazeera.
Mo: 4 morti a Gaza in attacco aereo Israele
Un attacco aereo israeliano nella città di Jabalya, nel nord di Gaza, ha ucciso almeno quattro persone. Lo riferisce la Cnn. Altri quattro sono rimasti feriti e molti sono ancora dispersi dopo che l'attacco ha colpito un edificio residenziale nel quartiere di Al-Nazla.
Mezzaluna, 'gran numero vittime in raid Israele su Rafah'
La Mezzaluna Rossa palestinese ha detto che un attacco aereo israeliano ha ucciso e ferito un "gran numero" di persone in un'area umanitaria designata vicino alla città di Rafah, nell'estremo sud di Gaza. "Gli equipaggi delle ambulanze della Mezzaluna Rossa Palestinese stanno trasportando un gran numero di martiri e feriti dopo che l'occupazione (israeliana) ha preso di mira le tende degli sfollati vicino al quartier generale delle Nazioni Unite a nord-ovest di Rafah," ha precisato la Mezzaluna Rossa in un post su X, aggiungendo: "Questo luogo è stato designato dall'occupazione israeliana come area umanitaria".
Israele: dal kibbutz ai grattacieli di Tel Aviv, l’attesa degli sfollati del Sud
Iresidenti delle comunità attaccate il 7 ottobre aspettano un accordo che liberi gli ostaggi, metta fine alla guerra a Gaza e li riporti nelle loro case. IL REPORTAGE
Michel vede premier Palestina: "Ue impegnata per i due Stati"
"Ho ribadito al premier palestinese Mohammed Mustafa il forte sostegno dell'Ue all'Autorità palestinese. Restiamo pronti a contribuire alla sua riforma globale e ai suoi sforzi per fornire al popolo palestinese i risultati sperati". Lo ha scritto su X il presidente del Consiglio europeo Charles Michel dopo aver incontrato all'incontro il premier palestinese. "Condanniamo con la massima fermezza l'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre. Occorre fare tutto il possibile per un immediato cessate il fuoco, per il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi e per far arrivare senza ostacoli gli aiuti umanitari a chi ne ha bisogno. Impegno per la soluzione dei due Stati come unica strada percorribile per la pace nella regione", ha sottolineato Michel.
Attacco Iran a Israele, la situazione un mese dopo e i possibili scenari
Il conflitto dura da 40 anni, ma dallo scorso mese ha conosciuto un'escalation senza precedenti con attacchi missilistici e droni, sottolineando un'ideologica ostilità persistente tra le due Nazioni. Nonostante una tregua momentanea, le minacce nucleari iraniane mantengono alta la tensione. LO SCENARIO
Frizioni nella linea negoziale Israele per l'accordo su ostaggi
Emergono alcune frizioni sulla linea negoziale di Israele per un accordo sugli ostaggi con Hamas: il maggiore generale Nitzan Alon, membro della squadra negoziale israeliana nei colloqui per l'accordo sugli ostaggi, ha detto ai funzionari dell'Idf che supervisionano le questioni relative agli ostaggi e alle loro famiglie che l'attuale governo israeliano non consentirà la realizzazione di alcun accordo sui rapiti. A sostenerlo è Channel 12 rilanciato da altri media dello Stato ebraico. Immediata la replica dell'Idf secondo cui le frasi sono state "estrapolate dal loro contesto", mentre l'ufficio di Netanyahu ha sottolineato come "gli scontri all'interno della squadra negoziale non fanno altro che rafforzare la posizione di Hamas". Secondo Channel 12, per Alon i negoziatori "sono disperati" poiché "con questa formazione del governo non ci sarà alcun accordo", a causa della richiesta di Hamas di un cessate il fuoco completo. "L'accordo per cui sto spingendo prevedrebbe la restituzione di tutti gli ostaggi, mentre Hamas insiste sul fatto che deve prevedere la fine della guerra", avrebbe affermato Alon secondo Channel 12. "Ho detto al primo ministro che sarà possibile tornare a combattere in qualsiasi momento", avrebbe poi detto il generale agli ufficiali militari, indicando apparentemente che crede che Israele possa permettersi di accettare la richiesta di Hamas di "porre fine alla guerra" in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi. In risposta alle indiscrezioni, l'ufficio di Netanyahu ha indicato che "gli scontri all'interno della squadra negoziale non fanno altro che rafforzare la posizione di Hamas, danneggiare le famiglie e allontanare il rilascio dei nostri ostaggi. Mentre il primo ministro Netanyahu ha ripetutamente dato alla squadra negoziale un ampio mandato per il rilascio dei nostri ostaggi, Sinwar continua a chiedere la fine della guerra, il ritiro dell'Idf dalla Striscia di Gaza e il mantenimento di Hamas intatto, così da poter perpetrare ancora e ancora gli orrori del 7 ottobre. Il premier Netanyahu si oppone vigorosamente".
Guerra in Medioriente, tra la vita e la morte: cosa significa diventare madri a Gaza
Nella Striscia ci sono 50mila donne in gravidanza e in media 180 partoriscono ogni giorno. Ma accedere alle cure medice pre e post partum è difficilissimo, spesso impossibile. I letti mancano e nelle tende, dove molte sono costrette a partorire, mancano anche le minime condizioni igieniche. L'ospedale emiratino di Rafah è l’unico a fornire assistenza alla maternità. La presidente di Medici Senza Frontiere: "Situazione inimmaginabile, serve un cessate il fuoco permanente". L'APPROFONDIMENTO
Da Gaza a Trieste, l'Ong che ha salvato otto bambini palestinesi dalla guerra
Un gruppo di bambini palestinesi, malati o feriti, è stato trasferito all'ospedale pediatrico triestino Burlo Garofolo grazie all'operazione umanitaria organizzata dall'associazione Gaza Kinder Relief (GKR), in collaborazione con Save a Child. Ne abbiamo parlato con Alisa Kireeva, co-fondatrice della Ong GKR che si è occupata in prima persona, insieme alle altre volontarie, di portare a termine l'intera missione. L'INTERVISTA
Borrell: "Riconoscere la Palestina non è un regalo ad Hamas"
"L'Unione europea non ha la capacità di riconoscere o non riconoscere (uno Stato). È una competenza nazionale, spetta agli Stati membri prendere la loro decisione sovrana. Alcuni l'hanno già fatto e so che altri ci stanno pensando. Voglio solo dire che il riconoscimento dello Stato palestinese non è un regalo ad Hamas. Non è un sostegno al terrorismo. È completamente assurdo affermare che questa decisione presa da due membri dell'Unione Europea - altri non condividono questa decisione, non lo faranno, forse non domani - lo sia". Lo ha detto l'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera a margine del vertice a Bruxelles con i Paesi arabi. Nel corso del vertice Borrell ha avuto anche un bilaterale con il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry. Nel corso dell'incontro con i Paesi arabi "abbiamo ascoltato il nuovo primo ministro dell'Autorità Palestinese che ha illustrato i piani di riforma. Credo che tutti siano rimasti colpiti dalle profonde riforme che il primo ministro intende attuare. Inoltre, tutti erano preoccupati per l'instabilità finanziaria dell'Autorità Palestinese e, in particolare, per la decisione presa dal governo israeliano di non dare più all'Autorità Palestinese le entrate delle tasse che le spettano", ha sottolineato Borrell. "Se così fosse, c'è un grosso rischio che l'instabilità finanziaria dell'Autorità Palestinese diventi maggiore, e nessun piano di sostegno può farvi fronte. Nessun piano di sostegno può sostituire il trasferimento all'Autorità Palestinese delle tasse che le appartengono", ha rimarcato.
Idf, colpita postazione da cui è partito il raid su Tel Aviv
L'esercito israeliano ha colpito il lanciatore di razzi da cui è partito l'attacco di oggi su Tel Aviv e il centro di Israele. Lo ha fatto sapere il portavoce militare spiegando che la postazione era "situata vicino a due moschee nell'area di Rafah e che è stata centrata in un raid subito dopo il lancio". "Questa è un'ulteriore prova - ha concluso il portavoce - del sistematico sfruttamento da parte di Hamas delle aree civili per la sua attività terroristica".
Congedato il soldato del video su ammutinamento
Un riservista dell'IDF che ha invitato all'ammutinamento in un video condiviso sui social media durante il fine settimana è stato interrogato oggi dalla Polizia Militare con l'accusa di ammutinamento, incitamento all'ammutinamento, non esecuzione degli ordini e altri reati, dicono i militari citati dal Times of Israel. Al termine dell'interrogatorio si è deciso di congedare il soldato dal servizio di riserva. L'indagine della Polizia Militare e' in corso, i risultati saranno presentati all'Avvocato Generale Militare, aggiunge l'IDF.
Gabinetto di guerra Israele stasera su ripresa dei negoziati
Il Gabinetto di guerra israeliano è stato confermato che si riunirà questa sera. Lo riferiscono i media secondo cui al centro della discussione ci sarà il rinnovo dei negoziati per il rilascio degli ostaggi a Gaza.
Media, tre persone uccise in Libano in raid di Israele
Almeno tre persone sono rimaste uccise oggi nel sud del Libano a seguito di due raid israeliani. Lo riferisce Al Jazeera online citando l'agenzia libanese National News Agency, secondo cui in particolare due persone sono state uccise e diversi civili feriti in un raid israeliano che ha preso di mira una motocicletta nel villaggio di confine di Aita al-Shaab. L'attacco è stato effettuato da un drone israeliano. L'esercito israeliano, scrive al Jazeera online, ha poi affermato in un comunicato che "un terrorista Hezbollah è stato identificato mentre usciva da una struttura militare" nella zona di Naqoura, aggiungendo che un aereo lo ha "colpito ed eliminato". A sua volta, Hezbollah ha annunciato che un suo combattente è stato ucciso e una fonte vicina al gruppo ha detto che è morto a Naqoura.
Iran, non cambieremo nostra strategia di sostegno ai palestinesi
"La strategia fondamentale dell'Iran di sostenere il movimento di resistenza, in particolare i gruppi palestinesi, era una questione importante per il defunto presidente Ebrahim Raisi, e non cambierà con il nuovo governo". Lo ha dichiarato il presidente iraniano nominato dopo la morte di Raisi, Mohammad Mokhber parlando al telefono con il segretario generale del movimento della Jihad islamica palestinese, Ziyad al-Nakhalah. "Il movimento di resistenza è il modo più efficace per affrontare i crimini e le aggressioni del regime sionista", ha affermato Mokhber, aggiungendo che gli attacchi dell'Iran ad aprile contro Israele sono il risultato del movimento di resistenza che ha rotto l'egemonia degli Stati Uniti e di Israele. Nakhalah ha sottolineato - riporta Mehr -, che l'Iran supererà le difficoltà con il suo approccio rivoluzionario.
Hamas, finora non abbiamo ricevuto nuova proposta
Hamas afferma di non aver ricevuto alcuna nuova proposta dai negoziatori prima della ripresa dei colloqui per il rilascio degli ostaggi e un accordo di tregua temporanea, e afferma di rimanere fermo nella sua posizione che chiede una "sospensione permanente e completa" delle operazioni militari israeliane "in tutta la Striscia di Gaza". Striscia, non solo a Rafah, secondo una dichiarazione rilasciata dal funzionario del gruppo terroristico Izzat al-Rishq, scrive il Times of Israel. Rishq accusa inoltre il primo ministro Benjamin Netanyahu di prendere tempo per continuare la guerra, aggiungendo che "il tempo sta scadendo". La dichiarazione arriva dopo che il capo del Mossad David Barnea e' tornato in Israele sabato dopo un incontro a Parigi con i principali mediatori statunitensi e del Qatar, nel corso del quale Barnea ha accettato di riavviare i negoziati e ha presentato l'ultima proposta di Israele. Il gabinetto di guerra israeliano dovrebbe riunirsi questa sera per discutere un accordo sulla liberazione degli ostaggi.
Meloni, "Israele deve rispettare il diritto internazionale"
"Quello che io vedo è che Israele rischia di infilarsi esattamente nella trappola che i fondamentalisti avevano architettato: costringere Israele a una rappresaglia sul territorio molto forte" per isolarlo. "Questo sta accadendo e per questo credo si debba ribadire" che Israele "deve rispettare il diritto internazionale". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni intervistata a In mezz'ora su RaiTre. "Quello che io vedo è che Israele rischia di infilarsi esattamente nella trappola che i fondamentalisti avevano confezionato - ha osservato Meloni -: quella trappola era costringere Israele a una rappresaglia sul territorio di casa che fosse molto forte perche' la strategia del fondamentalismo è storicamente quella di isolare Israele. Questo sta accadendo sul piano internazionale, sta accadendo nelle nostre opinioni pubbliche e credo che è per questo che si debba ribadire, anche nei confronti di Israele, la necessità di rispettare il diritto internazionale". "Noi dobbiamo continuare a lavorare per un cessate il fuoco sostenibile per rilascio di tutti gli ostaggi, penso che dobbiamo scongiurare un attacco un ingresso israeliano a Rafah. Penso che dobbiamo rafforzare l'autorità nazionale palestinese se si vuole costruire una prospettiva stabile e duratura di pace anche per il Medioriente. Questa è una parte del lavoro che sta facendo l'Italia", ha concluso.
Borrell: "Decisione della Corte dell'Aja deve essere rispettata"
"La situazione a Gaza ormai è oltre ogni parola. In Cisgiordania il rischio di esplosione aumenta di giorno in giorno. Tutto ciò mentre c'è un verdetto della Corte Internazionale di Giustizia che ha ordinato a Israele di fermare l'attacco a Rafah, di tenere aperti i valichi, di permettere l'ingresso di aiuti e e quello di una commissione che indaghi se ci sia stato o meno genocidio a Gaza". Lo ha detto l'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, Josep Borrell, prima del vertice ministeriale tra l'Ue, il premier della Palestina e i ministri dei Paesi arabi. "La sentenza della Corte è vincolante e va rispettata in ogni aspetto. Nelle ultime ore abbiamo visto anche dei lanci di razzi di Hamas verso Israele, e anche questo deve fermarsi", ha aggiunto.
Ripresa negoziati e Aja, Idf rivede l'operazione a Rafah
Con la ripresa dei negoziati sul rilascio degli ostaggi e la pressione dopo la decisione dell'Aja, Israele sta modificando la sua operazione a Rafah. Lo ha detto una fonte israeliana a Times of Israel. L'Idf - ha spiegato - continuerà ad operare ma lo farà per ora in modo relativamente contenuto.
Hamas su negoziati, "dai mediatori non abbiamo ricevuto nulla"
Hamas ''non ha ricevuto nulla dai mediatori'' in vista dei negoziati che, secondo fonti egiziane, riprenderanno martedì al Cairo. Lo ha affermato il funzionario di Hamas Izzat al-Risheq citato da Ynet. "Non abbiamo ricevuto nulla dai mediatori. Ciò che è chiaramente richiesto è la fine permanente della guerra nell'intera Striscia di Gaza, non solo a Rafah. Questo è ciò che il nostro popolo aspetta e questo è il nostro punto di partenza", ha affermato.
Norvegia consegna a premier Anp testo riconoscimento Stato palestinese
Il ministro degli Esteri norvegese Espen Barth Eide ha consegnato al primo ministro palestinese Mohammad Mustafa incontrato a Bruxelles il documento con cui la Norvegia riconosce lo Stato palestinese. ''Il riconoscimento significa molto per noi. E' la cosa più importante che chiunque possa fare per il popolo palestinese'', ha affermato Mustafa. Il riconoscimento formale dello Stato palestinese da parte di Norvegia, Spagna e Irlanda è previsto per martedì.
Meloni: "Lavoriamo per scongiurare l'ingresso israeliano a Rafah"
"Continuiamo a lavorare per il cessate il fuoco sostenibile, per il rilascio degli ostaggi, per scongiurare l'ingresso israeliano a Rafah. Bisogna rafforzare l'Autorità nazionale palestinese, fondamentale per costruire una prospettiva di pace. Tutta l'Italia deve essere molto fiera di quanto fatto in questi mesi. Penso anche che non dobbiamo aspettare per costruire una soluzione stabile e strutturale. Uno dei modi per far finire la crisi è iniziare a parlare subito della soluzione dei 'due popoli e due stati'". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni ospite di "In mezz'ora" su RaiTre.
Spagna: "Riconoscere Palestina è la sola strada per la pace"
"La Spagna riconoscerà lo Stato palestinese il prossimo martedì unendosi agli altri 143 Paesi che già lo hanno fatto. Il popolo palestinese ha il diritto ad avere uno Stato, come lo Stato israeliano. Il riconoscimento è un atto di giustizia per i palestinesi ed è la miglior garanzia di sicurezza per Israele". Lo ha detto il ministro degli Esteri spagnolo Jose Manuel Albares in conferenza stampa a Bruxelles con il premier palestinese Mohammed Mustafa. "Serve un cessate il fuoco immediato a Gaza, non possiamo più accettare vittime civili, gran parte dei quali donne e bambini", ha aggiunto Albares. "Abbiamo diritto di vivere in uno Stato libero e sicuro, ed è questo l'unico modo per raggiungere la pace sulla base del diritto internazionale", ha sottolineato Mustafa ringraziando la Spagna.
Idf: da Rafah sparati almeno 8 razzi su Israele
L'esercito israeliano ha dichiarato che almeno otto razzi sono stati lanciati verso il centro del Paese da Rafah, nell'estremo sud della Striscia di Gaza, dove le sue truppe sono impegnate in feroci combattimenti con gruppi armati palestinesi.
Haaretz: “Razzi lanciati su centro Israele da Rafah”
Secondo Haaretz i razzi sulla zona centrale di Israele sono stati lanciati da Rafah nel sud di Israele. Ynet ha aggiunto che le Brigate Qassam, ala militare di Hamas, hanno rivendicato la salva di razzi. "Abbiamo sparato - hanno riferito le Brigate Qassam - una grande salva su Tel Aviv in risposta ai massacri". I media hanno riferito di almeno 7 lanci con alcuni intercettati dall'Iron Dome con allarmi su Raanana, Herzliya, Natanyaa e la zona grande di Tel Aviv.
Israele: sirene allarme razzi da Gaza nel centro del Paese
Le sirene di allarme per razzi da Gaza stanno risuonando nella parte centrale di Israele. Lo ha fatto sapere l'esercito. Su Tel Aviv, come constatato da Ansa sul posto, si sono udite esplosioni in cielo probabilmente dovute all'intercettazione dell'Iron Dome. Erano mesi che non succedeva.
Israele: “Operazioni continuano a Rafah e a Jabalya”
“L’Idf sta continuando le operazioni a Rafah, nel sud di Gaza, e a Jabalya, nel nord dell'enclave palestines”. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui "in azioni mirate nell'area di Rafah sono stati uccisi operativi che cercavano di attaccare truppe dell'Idf". Secondo la stessa fonte "le truppe hanno localizzato imbocchi di tunnel e grandi quantità di armi. Inoltre sono stati colpiti due lanciatori di razzi che erano in procinto di essere tirati su Kerem Shalom”. “A Jabalya i soldati hanno condotto un raid simirato su un desposito di armi che era dentro una scuola e dove sono state trovate decine di parti di razzi e armi. Questa è una ulteriore prova che Hamas sfrutta sistematicamente le strutture civili”, ha aggiunto il portavoce.
Khan: "Insensato" dire che paragono Israele ad Hamas"
Nella sua prima intervista da quando ha annunciato la richiesta di mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il suo ministro della Difesa Yoav Gallant e tre leader di Hamas, il procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi), Karim Khan, respinge come "insensate" le accuse secondo cui avrebbe equiparato le azioni di Israele e quelle di Hamas.
Israele: circa 10 i razzi lanciati dal Libano nel nord
Sono circa 10 i razzi lanciati dal Libano nel nord di Israele dove sono risuonate più volte le sirene di allarme. Lo ha fatto sapere l'esercito. Al momento non sono segnalate vittime.
"Sono 150 i camion di aiuti verso Gaza, i primi da 20 giorni"
Per la prima volta in 20 giorni circa 150 camion di aiuti umanitari stanno entrando a Gaza attraverso il valico di Kerem Salem, tra Egitto, Israele e la Striscia. Il capo della Mezzaluna Rossa egiziana nel Nord Sinai, Khaled Zayed, lo ha riferito all'ANSA, precisando che le ispezioni stanno comunque prendendo del tempo. I mezzi si stanno muovendo in coordinamento tra Egitto, Israele, Unrwa (l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi) e Mezzaluna Rossa palestinese, per la prima volta in 20 giorni A bordo, alcune tonnellate di aiuti alimentari. In viaggio anche 4 autocisterne che trasportano carburante nella Striscia di Gaza.
Indagine Idf su soldato che ha fatto appello a ammutinamento
La polizia militare israeliana ha aperto una indagine e sta interrogando un soldato riservista che, in un video sui social apparso in questi giorni, ha fatto appello all'ammutinamento se i vertici militari non proseguiranno nella guerra ad Hamas a Gaza. Lo ha detto l'esercito. Nel video il soldato, armato e a viso coperto, ha promesso di rifiutare gli ordini del ministro della Difesa Yoav Gallant e del capo di stato maggiore dell'Idf, Herzi Halevi, ed ha affermato che i soldati ascolteranno solo il primo ministro Benyamin Netanyahu, se il governo non perseguirà la "vittoria completa" su Hamas.
Gantz propone commissione inchiesta su 7 ottobre e guerra
Benny Gantz, membro del gabinetto di guerra in Israele, ha presentato una proposta formale per istituire una commissione d'inchiesta sul 7 ottobre e sulla guerra di Gaza seguita al massacro di civili messo in atto da Hamas.
Aiuti iniziano a entrare a Gaza da valico Kerem Shalom
Decine di camion carichi di aiuti, comrpeso carburante, sono entrati nella Striscia di Gaza dall'Egitto attraverso il valico di Kerem Shalom, controllato da Israele. Lo hanno riferito varie fonti egiziane. I camion, carichi ciascuno di circa 20 tonnellate di cibo, oltre a quattro cisterne, hanno cominciato ad entrare dal territorio egiziano verso il corridoio che porta a Kerem Shalom, dove vengono ispezionati da Israele, hanno detto fonti di sicurezza egiziane e la Mezzaluna Rossa.
Nuovi bombardamenti israeliani nella notte su Rafah
L'artiglieria e l'aviazione israeliana hanno bombardato nella notte Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, nonostante la richiesta della Corte internazionale di Giustizia dell'Aja di cessare le operazioni militari nell'area. I bombardamenti hanno colpito Rafah, la città di Deir al-Balah nel centro della Striscia, Gaza City e il campo profughi di Jabalia nel nord dell'enclave palestinese.
Israele: colpite strutture militari Hezbollah in Libano sud
L'esercito israeliano ha colpito "strutture e infrastrutture militari degli Hezbollah" in cinque villaggi del sud del Libano. Lo ha fatto sapere il portavoce militare spiegndo che i villaggi sono di Al Khiam, Ayta ash Shab, Hula, Markaba e Kafr Kila.
Idf smentisce Hamas su cattura soldati israeliani
L'esercito israeliano ha smentito in serata che suoi soldati siano stati catturati a Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza. La precisazione dell'Idf su X è arrivata dopo che l'ala armata di Hamas aveva rivendicato la cattura di militari israeliani "in un'imboscata in un tunnel". "I combattenti si sono ritirati dopo che tutti i soldati sono stati, uccisi, feriti, e catturati", aveva affermato il portavoce delle brigate al Qassam in un messaggio registrato trasmesso da Al Jazira.
Nuovi bombardamenti israeliani nella notte su Rafah
L'artiglieria e l'aviazione israeliana hanno bombardato nella notte Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, nonostante la richiesta della Corte internazionale di Giustizia dell'Aja di cessare le operazioni militari nell'area. I bombardamenti hanno colpito Rafah, la citta' di Deir al-Balah nel centro della Striscia, Gaza City e il campo profughi di Jabalia nel nord dell'enclave palestinese.