Israele-Hamas, tank di Tel Aviv circondano Rafah. Usa: "Accordo è ancora possibile"

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L'Idf ha accerchiato la parte orientale. Casa Bianca: "Non è operazione su larga scala". L'Assemblea Generale dell'Onu ha approvato una risoluzione che riconosce la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite. Ira dell'ambasciatore israeliano. Quattro soldati israeliani uccisi in scontri con Hamas a Gaza City

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L'Assemblea Generale dell'Onu ha approvato una risoluzione che riconosce la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite. Secondo il ministro degli esteri israeliano Katz "la decisione è un premio ai terroristi di Hamas. I tank di Israele hanno preso il controllo della strada principale di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Parlando a Gerusalemme con il conduttore televisivo americano Phil McGraw, il premier israeliano ha sostenuto che lo Stato ebraico "non ha altra scelta" se non quella di distruggere i restanti battaglioni di Hamas a Rafah.


Gli approfondimenti:

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Assemblea Onu approva risoluzione su membership della Palestina. L'Italia si è astenuta

Via libera al riconoscimento della Palestina come "qualificata" per  diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite. Il mese scorso gli  Usa avevano posto il veto nel Consiglio di Sicurezza, la cui  approvazione è necessaria per un riconoscimento pieno. Oggi in Assemblea  gli Stati Uniti hanno espresso voto contrario. L'Italia ha scelto  l'astensione, come Germania e Gb. LEGGI L'ARTICOLO

Usa: critica a Israele per l'uso delle armi americane a Gaza

L'amministrazione Biden critica Israele per l'uso delle armi americane a Gaza ma senza sospenderne l'invio. Secondo il sommario del rapporto consegnato dal Dipartimento di Stato al Congresso, l'uso delle armi americane da parte di Israele ha probabilmente violato la legge internazionale, ma le prove sono non definitive. "La natura del conflitto a Gaza rende difficile raggiungere conclusioni definitive sui singoli incidenti" ma è "ragionevole" ritenere che le armi americane siano state usate dalle forze israeliane in modalità non in linea con la legge internazionale o con le migliori pratiche per limitare i danni ai civili.

Guerra Israele-Hamas, Biden: "Stop armi offensive a Israele se invade Rafah"

Il  no al piano di Netanyahu per l’invasione della città della striscia  di  Gaza è stato ribadito dal presidente statunitense nel corso di   un’intervista esclusiva rilasciata alla Cnn. Biden sottolinea che, in   caso di attacco contro Rafah da parte di Israele, continuerà a fornire   solo armi per la difesa. E ammette: "Civili sono stati uccisi a Gaza   dalle bombe Usa". La replica di Israele: "Commenti molto deludenti". LEGGI L'ARTICOLO

La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata

L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele ha riacceso i   riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui  non  si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche   tentativo è stato fatto. COSA SAPERE

Morta Sabreen, la bambina nata con il cesareo dalla mamma uccisa in un raid israeliano

Pesava un chilo e quattrocento grammi quando è stata messa in un'incubatrice   dell'Emirati hospital a Gaza, dopo esser venuta alla luce nonostante la   morte della mamma, vittima delle bombe israeliane. Ora riposa in un   cimitero vicino a tutta la sua famiglia. LA VICENDA

Ambasciatore Massari: 'Ok a risoluzione non contribuisce a soluzione duratura del conflitto'

"L'Italia è un convinto sostenitore del principio "due popoli, due Stati" e condivide l'obiettivo di una pace globale e duratura che potrebbe essere raggiunta solo, e sottolineo solo, sulla base di una soluzione a due Stati con Israele e Palestina che vivono fianco a fianco in pace e sicurezza all'interno di confini riconosciuti e concordati. Riteniamo che tale obiettivo debba essere raggiunto attraverso negoziati diretti tra le parti. Dubitiamo che l'approvazione odierna della risoluzione possa contribuire all'obiettivo di raggiungere una soluzione duratura del conflitto. Per questo motivo abbiamo deciso di astenerci". Ad affermarlo, nel corso del suo intervento all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è stato l'ambasciatore italiano Maurizio Massari spiegando l'astensione italiana in sede di votazione della risoluzione sulla membership della Palestina. 

Rafah, crisi umanitaria e insediamenti: i tre punti che hanno allontanato Israele e Usa

Con l'approvazione della risoluzione Onu per il cessate il fuoco a Gaza   sembra essersi inasprita la relazione tra i due Stati, storicamente   alleati e ora divisi da una spaccatura. Le colonie in territorio   palestinese e la crisi umanitaria in corso nella Striscia sono fra gli   elementi che hanno incrinato i rapporti fra i due leader, Joe Biden e   Benjamin Netanyahu, spiega il Washington Post. L'ANALISI

Il piano di Netanyahu per il dopoguerra: a Gaza funzionari locali e chiusura dell'Unrwa

Il primo ministro israeliano ha presentato per la prima volta formalmente   al gabinetto di sicurezza un documento di principi sulla gestione della   Striscia dopo il conflitto. Dopo la distruzione della capacità  militari e  delle strutture di governo di Hamas, la sicurezza sarà  garantita da  Israele. L’Agenzia per i rifugiati Onu verrà chiusa. Ecco i dettagli

Gli Usa sollecitano Israele ad aprire il valico di Rafah

Gli Usa sollecitano Israele "ad aprire immediatamente il valico di Rafah per gli aiuti umanitari perche' ogni giorno che resta chiuso aumenta le sofferenze": lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby.

Hamas esulta: 'L'Onu riconosce i diritti dei palestinesi'

Hamas palude al voto dell'Onu sulla Palestina. "Consideriamo questa risoluzione - ha scritto la fazione islamica su Telegram - un riconoscimento della necessità che il nostro popolo palestinese ottenga i propri diritti legittimi e un'affermazione della cooperazione internazionale, a fronte della volontà Usa di sostenere la guerra di annientamento condotta contro di lui. Chiediamo ai Paesi liberi del mondo di intensificare i loro sforzi e di fornire tutti i mezzi di assistenza e sostegno al nostro popolo palestinese".

Casa Bianca: ancora possibile accordo sul cessate il fuoco

Un accordo tra Israele e Hamas sul cessate il fuoco e il rilascio dei prigionieri resta "possibile": lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby.

Usa: operazione a Rafah per ora non è in grande scala

La Casa Bianca guarda sempre con "preoccupazione" all'operazione israeliana a Rafah ma ritiene che per ora sia "localizzata" e non "in grande scala": lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby.

Hamas, cosa significa il triangolo rovesciato associato alle brigate Al-Qassam

Tradizionalmente utilizzato per segnalare obiettivi militari da colpire, si sta diffondendo come simbolo della lotta contro Israele anche negli Stati Uniti: da giorni sui social circola l'immagine di un ragazzo all'Università della Pennsylvania che con le mani va a formare il triangolo durante le manifestazioni a favore di Gaza. L'APPROFONDIMENTO

Sudafrica chiede all'Aja "nuove misure d'emergenza contro Israele"

Il Sudafrica ha chiesto al tribunale di giustizia dell'Aja "nuove misure d'emergenza contro Israele" dopo la decisione di entrare a Rafah. È la terza volta che Pretoria chiede misure aggiuntive alla più alta corte delle Nazioni Unite, dopo l'udienza di fine dicembre, accusando Israele di perpetrare "un genocidio" a Gaza, accusa negata con veemenza da Israele.

Onu su ambasciatore Israele: stati membri si sono impegnati a rispettare la Carta

Gli Stati membri dell'Onu si sono impegnati a rispettare la Carta dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. A ricordarlo, rispondendo ad una domanda sull'ambasciatore israeliano Gilad Erdan, che - rivolto dal podio ai delegati dell'Assemblea Generale - ha fatto a pezzi in un tritacarte la Carta delle Nazioni Unite - è stato il portavoce aggiunto del segretario generale dell'Onu, Farhan Haq. "Questa è un'organizzazione che si basa sul rispetto della Carta delle Nazioni Unite e tutti gli Stati membri si sono impegnati al riguardo e ci aspettiamo che rispettino questo obbligo", ha dichiarato il vice portavoce del segretario generale António Guterres, durante una conferenza stampa. Quindi ha fatto presente che le Nazioni Unite non sono solite fare commenti sulle dichiarazioni dei vari rappresentanti ed ha osservato che "la teatralità fa parte delle presentazioni fatte dagli Stati", ha sottolineato. Poi ha tirato fuori dalla tasca il testo fondante delle Nazioni Unite. "Guardate, questa è la Carta. Ne esistono numerose. Io ne ho una qui ed è intatta. I suoi ideali sono intatti", ha detto. La Carta è qualcosa che rimane con noi e, come ho detto, è il documento fondante di questa organizzazione. Finché questa organizzazione esisterà, la Carta esisterà".



Anp: la Palestina merita di essere membro effettivo Onu

Il voto dell'Assemblea generale dell'Onu dimostra che "la Palestina merita di essere membro a pieno titolo" delle Nazioni Unite. Lo sostiene il ministero degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese dopo il voto di oggi al Palazzo di Vetro rallegrandosi per "la schiacciante maggioranza" riunita e del "consenso internazionale in seno alla più importante organizzazione internazionale".

Italia a Onu: 'Soluzione è due Stati ma con negoziati diretti'

"L'Italia condivide l'obiettivo di una pace globale e duratura che potrà essere raggiunta solo sulla base di una soluzione a due Stati con Israele e Palestina che vivono fianco a fianco in pace e sicurezza entro confini riconosciuti e concordati. Riteniamo che tale obiettivo debba essere raggiunto attraverso negoziati diretti tra le parti e dubitiamo che l'approvazione della risoluzione odierna contribuirà all'obiettivo di una soluzione duratura al conflitto. Per questo motivo abbiamo deciso di astenerci". Lo ha detto il rappresentante permanente italiano, ambasciatore Maurizio Massari, spiegando la posizione dell'Italia sul voto in Assemblea Generale. "L'importanza di ripristinare un orizzonte politico per rispondere alle legittime aspirazioni del popolo palestinese dovrebbe guidare la nostra azione a medio termine - ha aggiunto - Nel breve termine, la priorità dovrebbe essere data alla risoluzione della catastrofica e tragica crisi umanitaria a Gaza". 

Governo Hamas, a Gaza i morti sono 34.943

Almeno 34.943 palestinesi sono stati uccisi e 78.572 feriti nell'offensiva militare israeliana a Gaza dal 7 ottobre. Lo afferma in una dichiarazione il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas.

Hamas: 'Rivedremo la nostra strategia sulle trattative'

Hamas terrà consultazioni "con i leader delle frazioni della resistenza palestinese per riconsiderare la sua strategia nei negoziati". Lo ha fatto saper il movimento islamico su Telegram attribuendo questa scelta "alla luce del comportamento di Netanyahu, del suo rigetto della proposta dei mediatori, l'attacco a Rafah e l'occupazione dei valichi". Di fatto, afferma Hamas, i colloqui tornano "al punto di partenza".

Abbas: 'Voto Onu ristabilisce fiducia nel diritto internazionale'

Il consenso internazionale dimostrato oggi all'Assemblea Generale dell'Onu a sostegno della membership della Palestina "ristabilisce la fiducia" dei palestinesi nella legittimità internazionale, protegge la soluzione dei due Stati e "incarna il diritto legittimo del popolo palestinese ad uno Stato indipendente, sovrano, con Gerusalemme est come capitale". Così il presidente dell'Anp, Mahmoud Abbas, ha celebrato la votazione di oggi all'Onu, con cui è passata a grandissima maggioranza una risoluzione che riconosce che la Palestina può diventare membro dell'Onu a pieno titolo, raccomandando al Consiglio di sicurezza di "riconsiderare favorevolmente la questione". Abbas ha espresso apprezzamento per il fatto che il 143 Paesi hanno votato a favore di questo nuovo status e questa "ampia approvazione" viene letta come "una prova del fatto che il mondo è unito dietro ai valori di verità, giustizia, libertà e pace che rappresenta la causa palestinese, e contro i continui crimini dell'occupazione ai danni del popolo palestinese e la sua terra". 

Katz su voto Onu: 'Un premio per Hamas'

Un "premio per Hamas". Così il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha definito la decisione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite di votare a grandissima maggioranza una risoluzione che riconosce che la Palestina può diventare membro dell'Onu a pieno titolo. "L'assurda decisione adottata oggi all'Assemblea generale dell'Onu mette in evidenza i pregiudizi strutturali dell'ONU e le ragioni per cui, sotto la guida del Segretario generale Guterres, si è trasformata in un'istituzione irrilevante", afferma Katz in una dichiarazione diramata dal suo ufficio.


Onu, Italia: soluzione solo da accordi tra Israele e Palestina

L'Italia si è dichiarata a favore della soluzione "due popoli due Stati" per risolvere la crisi in Medio Oriente ma ritiene che la "soluzione debba essere raggiunta attraverso negoziati diretti tra Israele e Palestina". Lo ha dichiarato l'ambasciatore all'Onu Maurizio Massari, nel corso del suo intervento all'Assemblea generale, dove e' stata approvata la risoluzione per accogliere la richiesta della Palestina di entrare a far parte dell'Onu a pieno titolo. L'Italia e' tra i 25 membri che si sono astenuti. 

Ambasciata palestinese Onu: '1,4 milioni a Rafah non sanno se oggi sopravviveranno'

"Mentre parliamo, 1,4 milioni di palestinesi a Rafah si chiedono se oggi sopravviveranno". E' quanto ha detto l'ambasciatore palestinese all'Onu, Riyad Mansour, nel suo intervento all'Assemblea Generale della Nazioni Unite poco prima dell'approvazione, con 143 voti a favore, 9 contrari e 25 astenuti, si chiede al Consiglio di Sicurezza di riconsiderare la richiesta dell'Anp di diventare membro a pieno titolo dell'Onu.   

"La nostra bandiera sventola alta e orgogliosa in Palestina, nel mondo e sul campus della Columbia university - ha aggiunto riferendosi alle proteste delle università Usa - è diventata il simbolo di tutti quelli che credono nella libertà e di quelli che non possono più rimanere inerti di fronte a questa enorme ingiustizia". 



Italia astenuta all'Onu sulla Palestina con Germania e Gb

L'Italia si è astenuta sulla risoluzione dell'Assemblea Generale Onu che riconosce la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite. Gli altri astenuti sono Albania, Bulgaria, Austria, Canada, Croazia, Fiji, Finlandia, Georgia, Germania, Lettonia, Lituania, Marshall Island, Olanda, North Macedonia, Moldavia, Paraguay, Romania, Vanuatu, Malawi, principato di Monaco, Ucraina, Gran Bretagna, Svezia e Svizzera. Mentre i nove Paesi che hanno votato contro sono Usa, Israele, Palau, Nauru, Micronesia, Papua Nuova Guinea, Ungheria, Argentina e Repubblica Ceca (rpt Repubblica Ceca).

Assemblea Onu approva risoluzione su membership Palestina

L'Assemblea Generale dell'Onu ha approvato una risoluzione che riconosce la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, e raccomanda al Consiglio di Sicurezza di "riconsiderare favorevolmente la questione". Il via libera del Cds (dove gli Usa il mese scorso hanno posto il veto) è condizione necessaria per un'eventuale approvazione piena. Il testo ha ottenuto 143 voti a favore, 9 contrari e 25 astensioni. L'ARTICOLO COMPLETO

Uccisi 4 soldati israeliani a Gaza City, hanno tutti 19 anni

Quattro soldati israeliani sono stati uccisi durante gli scontri scoppiati stamane nel sobborgo di Zeitoun a Gaza City. Lo ha riferito l'esercito dello Stato ebraico, precisando che i quattro avevano tutti 19 anni e apparteneva al 931mo battaglione della Brigata Nahal. Si chiamavano Itay Livny, Yosef Dassa, Ermiyas Mekuriyaw e Daniel Levy. Altri due militari sono rimasti seriamente feriti. Dalle prime indagini delle Idf sembra che i quattro soldati siano stati uccisi dall'esplosione di uno o più ordigni in ​​un vicolo.


Israele vota per intensificare l'azione a Rafah

Il gabinetto di guerra israeliano ha deciso ieri sera "all'unanimità" di "approfondire l'operazione a Rafah". Lo riferiscono i media israeliani. La decisione è stata presa nonostante il presidente Usa Joe Biden abbia annunciato lo stop di alcune forniture di armi a Israele se l'esercito avesse invaso Rafah. 

Onu, l'invasione di Rafah sarebbe una catastrofe colossale

L'attacco di terra israeliano a Rafah porterebbe a una "colossale catastrofe umanitaria": l'allarme è stato lanciato dal segretario generale dell'Onu Antonio Guterres

Libano: raid israeliano uccide un paramedico e un tecnico

Un paramedico locale e un tecnico di una rete mobile di telefonia sono stati uccisi da un raid israeliano nel Sud del Libano, teatro di scambi a fuoco quotidiani tra Hezbollah e le forze di Tel Aviv. Lo ha riferito l'agenzia Ani. Il paramedico apparteneva all'associazione Al Risala, che fa riferimento al movimento Amal alleato di Hezbollah. Il raid è stato portato nel centro frontaliero di Tayrharfa. Con le due di oggi, sale a 402 il bilancio delle vittime in sette mesi di scontri nel Sud del Libano, per la piu' parte miliziani di Hezbollah ma tra cui vanno inclusi 79 civili, stando a una stima.

Borrell: "Ue condanna l'attacco a Unrwa a Gerusalemme Est"

"L'Ue condanna fermamente l'attacco contro l'Unrwa a Gerusalemme Est. I responsabili devono essere chiamati a risponderne. È responsabilità di Israele garantire la sicurezza degli operatori umanitari. L'Unrwa è un'insostituibile ancora di salvezza per milioni di persone a Gaza e nella regione". Lo scrive su x l'alto rappresentante Ue Josep Borrell.

Media, tank israeliani avanzano su strada principale di Rafah

I carri armati israeliani sono avanzati oggi sulla strada principale che divide le metà orientale e occidentale di Rafah. Lo riferiscono i media israeliani. L'IDF aveva già fatto sapere di avere occupato parte della strada Salah a-Din all'inizio dell'operazione nella parte orientale di Rafah lunedì scorso e oggi i carri armati si sarebbero spinti più avanti lungo la stessa strada, sebbene ancora all'interno di una zona di cui l'IDF aveva ordinato l'evacuazione. I residenti hanno riferito di esplosioni e spari quasi costanti a est e nord-est della città, con intensi combattimenti tra le forze israeliane e gli agenti dei gruppi terroristici di Hamas e della Jihad islamica. Hamas ha affermato di aver teso un'imboscata ai carri armati israeliani vicino a una moschea nella parte orientale della città, scrive il Times of Israel, segno che l'IDF era penetrato per diversi chilometri da est fino alla periferia dell'abitato della città. 

Oms: "Raid su casa di nostro operatore a Rafah, morta la nipote"

"Due giorni fa, tra gli intensi bombardamenti a Rafah, la casa di un membro dello staff dell'Oms è stata distrutta da un raid aereo nelle vicinanze: è stato ferito insieme alla moglie e a un figlio. Sua nipote di 7 anni è stata uccisa". Lo afferma su X il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. "Siamo profondamente rattristati da questa tragedia. Altri colleghi hanno sofferto simili perdite negli ultimi 7 mesi. Questo è un altro devastante esempio di quanto sia pericolosa Rafah e tutta Gaza", ha aggiunto il capo dell'Oms lanciando un appello "alla protezione di tutti gli operatori umantiari e tutti i civili. Chiediamo il cessate il fuoco".

Onu, l'invasione di Rafah sarebbe una catastrofe colossale

L'attacco di terra israeliano a Rafah porterebbe a una "colossale catastrofe umanitaria": l'allarme è stato lanciato dal segretario generale dell'Onu Antonio Guterres.

Media, 'tank e truppe Israele circondano parte est Rafah'

I tank e le truppe dell'Idf hanno preso il controllo della strada principale che separa la parte orientale da quella occidentale di Rafah, e di fatto hanno circondato l'intero lato orientale della città, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riporta il sito della Reuters citando testimonianze di "esplosioni e sparatorie quasi costanti nell'est e nel nord-est della città".

Borrell: riconoscimento Palestina un atto politico simbolico

Il riconoscimento dello Stato di Palestina, in programma il 21 maggio da parte di Spagna, Irlanda e Slovenia "è un atto simbolico di carattere politico. Più che uno Stato, riconosce la volontà che quello Stato esista". Lo ha dichiarato l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, ai microfoni della radio spagnola Rne. Secondo il capo della diplomazia europea e' probabile che altri compiano questo passo, in particolare Malta e Belgio. 

Netanyahu, 'la responsabilità del 7 ottobre è del governo'

Il 7 ottobre "ci sono stati fallimenti: prima di tutto quelli del governo". Lo ha ribadito Benyamin Netanyahu in una intervista a Gerusalemme al talk show Usa 'Dr.Phil'. Il premier - che guidava il governo in quel periodo come oggi - ha detto di "ritenere se stesso e tutti quanti" responsabili per "non aver protetto la gente che è la prima responsabilità di un governo. La gente non è stata protetta, lo dobbiamo ammettere". "Penso - ha aggiunto - che dobbiamo esaminare come è successo. Qual è stato il fallimento dell'intelligence, qual è stato il fallimento militare, ma penso che la cosa importante in questo momento - ha aggiunto - sia assicurarsi di non avere un altro fallimento"

Albares da Blinken, in agenda riconoscimento Palestina

Il ministro degli Esteri spagnolo, Josè  Manuel Albares, è a Washington dove incontrerà oggi il segretario di Stato americano Antony Blinken, con il quale discuterà, tra le altre questioni, della situazione a Gaza e in Medio Oriente. Durante l'incontro, Albares illustrerà a Blinken la posizione della Spagna sul riconoscimento della Palestina come Stato.

Il ministro ha assicurato che il riconoscimento avverrà "molto

presto", anche se non ha confermato che questa decisione sarà

approvata il 21 maggio dal Consiglio dei ministri. Oggi è previsto il voto delle Nazioni Unite sulla richiesta palestinese di diventare uno Stato membro a pieno titolo del Palazzo di Vetro. E il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha detto che Spagna, Irlanda e altri Paesi Ue hanno in programma di

riconoscere lo Stato palestinese il 21 maggio. Oggi sono già 144 dei 193 Paesi che hanno riconosciuto la Palestina come Stato; e nel governo spagnolo, dicono le fonti, sono convinti che non c'è alternativa, che la soluzione dei due Stati è la via verso la stabilità nella regione e anche una garanzia di sicurezza per Israele. Il premier Pedro Sa'nchez, che nelle ultime settimane ha

compiuto un intenso tour diplomatico per convincere il maggior

numero di Paesi, ha confermato che, dopo l'approvazione del

Consiglio dei Ministri, la sua intenzione è quella di recarsi al Congresso dei Deputati per "informare" solennemente l'intera Camera. 

Medioriente, finita occupazione a Scienze Politiche della Sapienza

E' finita l'occupazione dell'aula A della facoltà di Scienze Politiche dell'università La Sapienza di Roma. Secondo quanto si apprende, questa mattina i circa 300 studenti che avevano occupato hanno lasciato l'aula. Nella notte un gruppo di studenti ha affisso striscioni lungo la strada interna dell'ateneo che dall'ingresso conduce al rettorato.

''Stanotte abbiamo voluto bloccare simbolicamente la strada del rettorato, complice del genocidio in corso - scrive il coordinamento collettivi Sapienza - Ovviamente in poche ore l’efficiente macchina della Sapienza ha ripulito la zona per continuare a ignorare le sue responsabilità e iniziare un’altra giornata di indifferenza''.

Palestina, oggi il voto su riconoscimento Stato all'Assemblea Onu

Secondo quanto riportato dal Jerusalem Post, gli Emirati Arabi  Uniti stanno preparando una risoluzione che invita il Consiglio di  Sicurezza delle Nazioni Unite a garantire alla Palestina lo status di  membro a pieno titolo all’interno dell’organizzazione internazionale.  Probabile veto degli Stati Uniti LEGGI

Mo: media, 'ripresa negoziati fra pochi giorni a Doha'

“Sforzi in atto per riprendere i negoziati per un cessate il fuoco a Gaza fra pochi giorni a Doha". Lo rivela il sito del quotidiano vicino alle autorità qatarine ‘Al-Araby Al-Jadeed’ citando fonti diplomatiche egiziane ed occidentali al Cairo, secondo cui il primo ministro del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdul Rahman Al Thani ha invitato il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamel ed il direttore della Cia William Burns a riprendere i negoziati nella capitale del suo paese.

Inoltre, una fonte egiziana riferito che Burns ha confermato che “ci sarà una nuova telefonata tra il presidente americano Joe Biden e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu entro due giorni, per un rapido ritorno ai negoziati e al raggiungimento di un accordo”.

Israele attacca Rafah Est e riprende operazioni Gaza city

L'esercito israeliano va avanti con "operazioni mirate" nella parte orientale di Rafah, dove lunedi' scorso aveva ordinato l'evacuazione dei civili; e ha ripreso l'attivita' militare a Zeitoun, un quartiere di Gaza City, dove secondo IDF sono rientrate le truppe di Hamas. "Le forze di difesa israeliane continuano operazioni precise nell'area di Zeitoun, nel sud di Gaza City, cosi' come in aree specifiche della parte orientale di Rafah", si legge in un comunicato delle forze armate israeliane. I militari hanno individuato piu' di una dozzina di tunnel sotterranei a Rafah e sul lato palestinese del valico di Rafah - che collega l'enclave con l'Egitto - "hanno eliminato diverse cellule terroristiche in combattimenti corpo a corpo e con attacchi aerei". "Diversi luoghi nell'area di Rafah dove negli ultimi giorni sono stati lanciati razzi e mortai contro Israele, anche verso il valico di Kerem Shalom (che collega Israele e la Striscia), sono stati attaccati da aerei da combattimento", si legge ancora.

Egitto dopo colloquio Blinken-Shoukry : 'Hamas e Israele siano flessibili'

Serve "flessibilità" da parte di Hamas e Israele. E' quanto si legge in una nota diffusa dal ministero degli Esteri egiziano dopo il colloquio telefonico tra il capo della diplomazia del Cairo, Sameh Shoukry, e il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. Secondo la nota, c'è sintonia di vedute sull' "importanza di esortare le parti a mostrare flessibilità" e "compiere tutti gli sforzi necessari per arrivare a un accordo di cessate il fuoco"

Unrwa, '110.000 persone fuggite da Rafah, serve cessate fuoco immediato'

Sono circa 110.000 le persone che sono fuggite da Rafah, nel sud della Striscia, alla ricerca di "sicurezza" altrove nell'enclave palestinese martellata da sette mesi di operazioni militari israeliane contro Hamas. "Mentre si intensificano i bombardamenti delle forze israeliane a Rafah, proseguono gli sfollamenti forzati", denuncia via X l'Unrwa, che stima siano "circa 110.000 le persone che hanno lasciato Rafah in cerca di sicurezza". "Ma nessun posto è sicuro nella Striscia di Gaza - denunciano - e le condizioni di vita sono atroci. L'unica speranza è un cessate il fuoco immediato".

Mo: razzi da Gaza verso Kerem Shalom, suonano sirene di allarme

Razzi lanciati dal nord della Striscia di Gaza hanno preso di mira il valico di Kerem Shalom con il sud di Israele, l'unico aperto dopo l'annunciata operazione militare israeliana su Rafah. Lo rende noto il sito di Ynet. Il Times of Israel spiega che le sirene di allarme antiaereo sono suonate nella comunità di Kerem Shalom per avvertire del pericolo. Meno di un'ora prima le sirene erano suonate nelle vicine Holit e Sufa.

Mo: Hamas, 'palla nel campo di Israele, delegazione lascia Il Cairo e torna in Qatar'

"Ora la palla è completamente nel campo" di Israele. E' quanto afferma Hamas confermando che la sua delegazione ha lasciato Il Cairo alla volta del Qatar e che, "in pratica", Israele "ha respinto la proposta presentata dai mediatori e sollevato obiezioni su varie questioni centrali" per arrivare a un accordo di cessate il fuoco. Secondo notizie rilanciate dal Times of Israel, è questo il contenuto di un messaggio di Hamas alle altre fazioni palestinesi passati più di sette mesi dall'attacco dello scorso 7 ottobre in Israele e dall'avvio delle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza

Israele, 'sirene di allarme nelle zone a ridosso della Striscia'

Le sirene di allarme anti razzi da Gaza stanno risuonando nelle comunità israeliane a ridosso della Striscia. Lo ha fatto spere il portavoce militare.

Idf, 'abbiamo armi sufficienti per missioni, inclusa Rafah'

"L'Idf ha armi sufficienti per le missioni programmate, incluse quelle a Rafah". Lo ha detto il portavoce dell'esercito israeliano Daniel Hagari riferendosi alla decisione Usa di fermare una parte delle forniture di armi in contrasto all'operazione a Rafah. "Abbiamo - ha spiegato - quello che ci serve". 

Media: "in rapporto Usa critiche a Israele, ma nessuna violazione"

Potrebbe essere questione di ore la presentazione al Congresso da parte del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, del rapporto su Israele, fortemente critico riguardo la condotta a Gaza, che però non arriverebbe a concludere che ci siano state violazioni dei termini per l'impiego di armamenti Usa. Lo rivela Axios, che cita tre funzionari Usa, secondo cui il rapporto potrebbe essere presentato nelle prossime ore.

Il documento relativo al rispetto delle leggi internazionali e americane, anche riguardo la distribuzione degli aiuti umanitari, era inizialmente atteso entro l'8 maggio e arriva in un momento di forti tensioni tra Israele e Stati Uniti. Secondo due fonti Usa citate da Axios, nelle ultime settimane in un messaggio al presidente americano Joe Biden dell'ambasciatore americano in Israele, Jack Lew, e dell'inviato Usa David Satterfield si afferma che Israele non sta violando il diritto internazionale nelle operazioni militari che dall'attacco del 7 ottobre in Israele martellano la Striscia di Gaza. Il rapporto è previsto dal National Security Memorandum, emesso a febbraio dal presidente Joe Biden, e il Dipartimento di Stato sta esaminando l'impiego degli armamenti da parte di Israele e di altri sei Paesi coinvolti in conflitti armati.


Rapporto critico Blinken a Congresso su condotta Israele

Il segretario di Stato Usa Antony Blinken potrebbe già oggi presentare al Congresso un rapporto molto critico sulla condotta di Israele a Gaza, che non arriva però a concludere che ha violato i termini per l'uso delle armi statunitensi. Lo rende noto Times of Israel, che riprende Axios, sulla base delle dichiarazioni di tre funzionari statunitensi. Negli ultimi mesi, il Dipartimento di Stato è stato impegnato in un processo interno per preparare il rapporto politicamente sensibile richiesto dal nuovo memorandum sulla sicurezza nazionale emesso a febbraio dal presidente Biden. Il Dipartimento di Stato ha fissato la scadenza per presentare i rapporti su sette paesi al Congresso entro l'8 maggio, ma all'inizio di questa settimana ha detto che sarebbe stato ritardato di qualche giorno. Nelle ultime settimane c'è stato un braccio di ferro all'interno del Dipartimento di Stato sul contenuto del rapporto su Israele e sulle sue conclusioni. L'ambasciatore americano in Israele Jack Lew e l'inviato umanitario uscente degli Stati Uniti per Gaza David Satterfield hanno inviato un promemoria a Blinken nelle ultime settimane affermando che Israele non sta violando il diritto internazionale nella sua guerra a Gaza, secondo quanto hanno riferito ad Axios due funzionari statunitensi che hanno letto il promemoria. Lew e Satterfield hanno raccomandato a Blinken di certificare nel rapporto che Israele non sta ostacolando gli aiuti umanitari. I due hanno chiarito che, sebbene in passato Israele abbia limitato gli aiuti umanitari e creato ostacoli affinché gli aiuti raggiungessero Gaza, ha cambiato la sua politica da aprile, dopo che il presidente Biden ha presentato un ultimatum al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Secondo funzionari statunitensi, Lew e Satterfield hanno affermato che la situazione oggi per quanto riguarda la politica israeliana in materia di aiuti umanitari è notevolmente migliorata e Israele non sta ostacolando intenzionalmente gli aiuti.

Gaza: media, 4 morti in raid Israele su campo profughi Jabalia

L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che quattro persone sono rimaste uccise stanotte in un bombardamento israeliano che ha colpito un edificio residenziale nel campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza. Le vittime appartengono tutte alla stessa famiglia e tra loro c'è anche un bambino, spiega la Wafa. Morti e feriti a causa dei raid di Israele vengono segnalati in queste ore anche nella città di Gaza e a Nuseirat, nel centro dell'enclave palestinese. Il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre è di almeno 34.904 morti e 78.514 feriti, secondo il Ministero della Sanità locale gestito dal movimento islamista Hamas. 

Medioriente, Onu: oggi voto assemblea generale su status palestinese

L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite potrebbe questa sera migliorare lo status palestinese presso le Nazioni Unite, garantendogli quasi tutti i diritti di statualita' all'interno del suo plenum, tranne consentirgli di votare. Lo scrive Jerusalem Post secondo cui si prevede che gli Emirati Arabi Uniti presentino una risoluzione che invita il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a garantire alla Palestina lo status di membro a pieno titolo nelle Nazioni Unite. Il testo, che probabilmente otterra' il sostegno della maggioranza, afferma che "la Palestina e' qualificata per diventare membro delle Nazioni Unite in conformita' con l'articolo 4 della Carta e dovrebbe pertanto essere ammessa come membro delle Nazioni Unite". L'Autorita' Palestinese, attraverso gli Emirati Arabi Uniti, si era rivolta all'Assemblea Generale dopo che il mese scorso gli Stati Uniti avevano posto il veto alla sua richiesta di adesione al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti sono uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con potere di veto. La risoluzione degli Emirati Arabi Uniti "raccomanda" che il Consiglio di Sicurezza "riconsideri favorevolmente la questione", ma in sostanza, il suo testo cerca di aggirare il potere esclusivo del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di determinare l'adesione alle Nazioni Unite. Le risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, tuttavia, non possono essere oggetto di veto, e l'Autorita' Palestinese gode del sostegno automatico della maggioranza nell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, dove circa 140 dei suoi membri riconoscono gia' in modo indipendente la Palestina come Stato. L'UNGA non ha il potere formale di garantire ai palestinesi l'adesione alle Nazioni Unite, ma puo' fornire loro un riconoscimento de facto che consenta di operare come stato all'interno del sistema delle Nazioni Unite. Nel 2012, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato con 138 voti favorevoli e 9 contrari per garantire ai palestinesi lo status di Stato osservatore non membro. Questa mossa consente loro di partecipare ai forum delle Nazioni Unite e di firmare molti dei suoi statuti e trattati, incluso lo Stato di Roma, che governa la Corte penale internazionale. Secondo l'attuale bozza della risoluzione, oggi l'Assemblea generale delle Nazioni Unite concederebbe alla Palestina il diritto di operare all'interno del suo plenum come Stato membro, concedendole quasi tutto tranne il diritto di voto, che richiederebbe l'approvazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La risoluzione afferma "il diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione, compreso il diritto al proprio Stato indipendente di Palestina". In pratica, lo Stato di Palestina potrebbe essere seduto tra gli stati membri e avere ampi diritti per parlare al plenum a suo nome o a nome di gruppi. I palestinesi potrebbero presentare risoluzioni, proposte ed emendamenti per proprio conto o per conto di gruppi all'interno del sistema delle Nazioni Unite. Se la risoluzione venisse approvata, i palestinesi potrebbero anche partecipare a riunioni di alto livello e conferenze internazionali, dove avrebbero diritto di voto. 

Medioriente, Egitto chiede ad Hamas e Israele "flessibilita'"

L'Egitto chiede ad Hamas e Israele di mostrare "flessibilita'" per raggiungere "il piu' rapidamente possibile" una tregua nei combattimenti a Gaza associata al rilascio degli ostaggi. Lo rende noto un comunicato stampa del ministero degli Affari Esteri. Durante un colloquio telefonico con il segretario di Stato americano Antony Blinken, il ministro degli Esteri egiziano Sameh Choukri ha sottolineato "l'importanza di esortare le parti a dimostrare flessibilita' e a compiere tutti gli sforzi necessari per raggiungere un accordo di tregua e porre cosi' fine alla tragedia umanitaria". 

Medioriente, Netanyahu: manifestanti sostengono il genocidio

I manifestanti universitari pro- Palestina "stanno sostenendo il genocidio". Lo ha affermato il premier isaraeliano Benjamin Netanyahu in un'intervista al talk show americano Dr. Phil Primetime. "Alcuni leader mondiali mi dicono in privato che Hamas deve essere distrutto, ma quando si trovano di fronte a tutta questa propaganda, a tutta questa follia nei campus, iniziano a logorarsi. Ma non mi tiro indietro. Faremo quello che dobbiamo fare per tutelarci". Interrogato ulteriormente sui disordini anti-israeliani nelle università statunitensi, Netanyahu ha anche affermato che l'obiettivo dichiarato di Hamas di distruggere Israele "non è resistenza". "Ci sono un sacco di persone ignoranti, che mi dispiace dirlo, il cui senso della storia nella migliore delle ipotesi risale alla colazione, e nemmeno a quello. Non hanno la più pallida idea di cosa sia Hamas", ha detto il primo ministro, citando il trattamento riservato da Hamas agli omosessuali e alle donne. 

Medioriente, Netanyahu su Biden: spero supereremo le nostre divergenze

Parlando a Gerusalemme con il conduttore televisivo americano Phil McGraw, il premier israeliano ha sostenuto che lo Stato ebraico "non ha altra scelta" se non quella di distruggere i restanti battaglioni di Hamas a Rafah. "Se non li distruggiamo, se li lasciamo in pace, torneranno. Emergeranno dai tunnel, riprenderanno il controllo di Gaza e faranno ciò che hanno promesso di fare: rifaranno il 7 ottobre - questo enorme massacro - ancora, ancora e ancora", ha detto Netanyahu. 

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