Guerra Israele-Hamas. Usa: Invasione di Rafah non assicura durevole sconfitta Hamas

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L'amministrazione Biden "condivide l'obiettivo di una durevole sconfitta di Hamas ma entrare a Rafah non lo garantisce". Così il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby. Intanto arriva la svolta del presidente americano: in una intervista alla Cnn, dice di voler condizionare le forniture militari continuando con quelle difensive ma non con quelle offensive se Israele invaderà Rafah. Netanyahu ribadisce: "Israele contro Hamas anche da solo"

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Svolta clamorosa su Israele di Joe Biden, che in una intervista alla Cnn ha detto per la prima volta di voler condizionare le forniture militari, continuando con quelle difensive ma non quelle offensive, se invaderà Rafah. Parole che arrivano dopo la prima sospensione dell'invio di migliaia di bombe Usa all'alleato. Biden ha riconosciuto che bombe americane sono state usate per uccidere civili a Gaza nell'offensiva di Israele. E, mentre Netanyahu ribadisce, "Israele contro Hamas anche da solo", la delegazione di Hamas lascia il Cairo accettando il documento presentato dai mediatori.


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Liveblog del 10 maggio 2024 sulla guerra Israele Hamas

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Guerra Israele-Hamas, Biden: "Stop armi offensive a Israele se invade Rafah"

Il no al piano di Netanyahu per l’invasione della città della striscia  di Gaza è stato ribadito dal presidente statunitense nel corso di  un’intervista esclusiva rilasciata alla Cnn. Biden sottolinea che, in  caso di attacco contro Rafah da parte di Israele, continuerà a fornire  solo armi per la difesa. E ammette: "Civili sono stati uccisi a Gaza  dalle bombe Usa". La replica di Israele: "Commenti molto deludenti". LEGGI L'ARTICOLO

La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata

L'attacco  del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele ha riacceso i  riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non  si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche  tentativo è stato fatto. COSA SAPERE

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Rafah, crisi umanitaria e insediamenti: i tre punti che hanno allontanato Israele e Usa

Con l'approvazione della risoluzione Onu per il cessate il fuoco a Gaza  sembra essersi inasprita la relazione tra i due Stati, storicamente  alleati e ora divisi da una spaccatura. Le colonie in territorio  palestinese e la crisi umanitaria in corso nella Striscia sono fra gli  elementi che hanno incrinato i rapporti fra i due leader, Joe Biden e  Benjamin Netanyahu, spiega il Washington Post. L'ANALISI

L'Unrwa chiude la sede di Gerusalemme est dopo un tentativo di incendio

L'Unrwa, l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, chiude il suo quartier generale di Gerusalemme est dopo un tentativo di incendio da parte di "estremisti israeliani". 

Il piano di Netanyahu per il dopoguerra: a Gaza funzionari locali e chiusura dell'Unrwa

Il primo ministro israeliano ha presentato per la prima volta formalmente  al gabinetto di sicurezza un documento di principi sulla gestione della  Striscia dopo il conflitto. Dopo la distruzione della capacità militari e  delle strutture di governo di Hamas, la sicurezza sarà garantita da  Israele. L’Agenzia per i rifugiati Onu verrà chiusa. Ecco i dettagli

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Amnesty International: stop armi a Israele e gruppi palestinesi

Amnesty International ha chiesto a tutti gli Stati di ''fermare immediatamente il trasferimento di armi, componenti e munizioni a Israele e ai gruppi armati palestinesi''. In una nota il gruppo ha affermato che i paesi devono farlo finché esiste ''il rischio che possano essere utilizzati per commettere o favorire gravi violazioni del diritto internazionale''.

Capo diplomazia Israele si dimette a 8 mesi dalla nomina

Il capo della Direzione nazionale della diplomazia pubblica, Moshik Aviv, ha annunciato le sue dimissioni a soli otto mesi dalla sua nomina. Lo riporta il notiziario Channel 12 spiegando che la decisione è stata comunicata al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

La Casa Bianca a Israele: "Il valico di Rafah resti aperto"

"Vogliamo che tutta l'assistenza umanitaria continui a passare attraverso il valico di Rafah e tutti gli altri valichi il più presto possibile". Lo ha dichiarato John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, in un briefing con i giornalisti. Gli Stati Uniti, ha spiegato, hanno chiesto agli israeliani di riaprire il valico e loro hanno accettato, ma senza fornire una tempistica.

Wfp: "Da due giorni nessun aiuto a Gaza da valichi sud"

Da due giorni nessuno aiuto è entrato dai valichi con il sud della Striscia di Gaza. Lo afferma il direttore per la Palestina di World Food Programme (Wfp), Matthew Hollingworth, spiegando che ''il nostro magazzino principale non è accessibile. Nessun aiuto è entrato attraverso i valichi meridionali in due giorni''. Con un post su 'X', Hollingworth ha spiegato che ''solo un panificio funziona ancora. Le forniture di cibo e carburante a Gaza dureranno solo 1-3 giorni. Dopo di che, le nostre operazioni si fermeranno''.

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno affermato che "decine di camion di aiuti umanitari sono entrati a Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom oggi". Su 'X' le Idf hanno spuiegato che ''Israele mantiene aperto questo passaggio nonostante il costante lancio di razzi da parte di Hamas verso l’area. Le Idf fanno ogni sforzo per fornire un flusso costante di aiuti ai civili mentre Hamas spara ripetutamente a Kerem Shalom''.

Cameron: "Israele a Rafah? Non sospenderemo l'invio delle armi, situazione diversa"

Se Israele dovesse andare avanti con l'operazione a Rafah, Londra non sospenderà la vendita di armi, come minacciato da Joe Biden. Lo ha detto il ministro degli Esteri britannico David Cameron, chiarendo che il Regno Unito non è un grande fornitore di armi a Tel Aviv. “C'è una differenza fondamentale tra la situazione degli Stati Uniti e quella del Regno Unito - ha spiegato il titolare del Foreign Office - Gli Stati Uniti sono un grande fornitore statale di armi a Israele. Noi non siamo un fornitore statale di armi a Israele, abbiamo una serie di licenze, e credo che le nostre esportazioni di armi verso Israele rappresentino molto meno dell'1% del loro totale Questa è una grande differenza".

Poi Cameron ha ribadito la posizione del suo governo su Rafah: "Siamo chiari sul fatto che non sosterremmo un'operazione importante a meno che non ci sia un piano molto chiaro su come proteggere le persone e salvare le vite, e tutto il resto. Non abbiamo visto quel piano, quindi, date le circostanze, non sosterremo un'operazione importante a Rafah".

Netanyahu: "Combatteremo con le unghie e con i denti"

''Se dobbiamo restare soli, resteremo soli'', ma ''combatteremo con le unghie e con i denti'' perché ''siamo determinati e siamo uniti per sconfiggere i nostri nemici e coloro che vogliono farci del male''. Così il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel videomessaggio diffuso su 'X' in vista del Giorno dell'Indipendenza che si celebra il 14 maggio, ''75 anni fa. Eravamo pochi contro molti''. Mentre ''oggi siamo molto più forti'', prosegue il premier israeliano.

Medioriente, Netanyahu: "Contro Hamas anche da soli". VIDEO

Zaki: "Preoccupa l'ignoranza, in Palestina c'è vero genocidio"

"Mi preoccupa che ci sia ignoranza su quello che sta accadendo in Palestina, si tende a ignorare il fatto che in Palestina c'è un vero e proprio genocidio, sembra che nessuno ci pensi". Lo ha detto Patrick Zaki, in occasione di un incontro a Firenze sul suo libro 'Sogni e illusioni di libertà. La mia storia' in occasione dell'iniziativa 'Invasioni' al Gabinetto Viesseux in Palazzo Strozzi. "Come ricercatore ho iniziato a pormi delle domande e mi sono chiesto quali sono le differenze nel modo in cui gli europei guardano alla situazione dell'Ucraina e a quella della Palestina - ha continuato Zaki - e ci sono tante differenze. Come ricercatore non sono riuscito a trovare delle motivazioni se non soltanto degli stereotipi come se i palestinesi non fossero esseri umani al pari degli altri, forse perché sono musulmani, perché sono di colore", "è una domanda molto difficile alla quale rispondere". 

Netanyahu: "Sconfiggeremo il nemico, anche da soli"

"Nella Guerra d'Indipendenza di 76 anni fa, eravamo pochi contro molti. Non avevamo armi, c'era un embargo sulle armi contro Israele, ma con la grandezza dell'anima, il coraggio e l'unità dentro di noi, abbiamo vinto". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu aggiungendo: "Oggi siamo molto più forti. Siamo determinati e siamo uniti per sconfiggere il nostro nemico. Se dobbiamo restare soli, resteremo soli". "Ho già detto - ha sottolineato - che, se necessario, combatteremo con le unghie e con i denti. Ma abbiamo molto di più". 

Netanyahu

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Hamas chiede lo stop al lancio di aiuti su Gaza: "E' inefficace, serve aprire i valichi"

Hamas ha chiesto che venga interrotto il lancio di aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza definendoli ''inefficaci'' dopo la morte di due palestinesi colpiti da un pallet. In una nota diffusa dal capo ufficio stampa di Hamas a Gaza, Salama Marouf, si legge che i miliziani ''ritengono che i lanci aerei rappresentano un pericolo reale per la vita dei cittadini e non forniscono una soluzione reale per alleviare la crisi alimentare che affligge il nord di Gaza". Hamas ha quindi ''chiesto l'immediata sospensione della fornitura di aiuti in questo modo, che è inefficace ed errato, e chiediamo la piena attivazione dei valichi terrestri per fornire aiuti umanitari nel nord di Gaza''.

L'Egitto: "Su Gaza questioni irrisolte rimaste in sospeso"

"Alla partenza delle delegazioni presenti ai colloqui su Gaza delle questioni restano in sospeso e non sono state risolte". Lo dice una fonte di alto livello all'emittente statale egiziana al Qahera. 

Trump: "Biden ha abbandonato Israele, si vergogni". VIDEO

Casa Bianca: "Crediamo ancora possibile un accordo per la tregua"

"Crediamo ancora che ci sia una strada" da percorrere: lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americano John Kirby rispondendo ad una domanda sui negoziati per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi a Gaza. 

Proteste pro Palestina negli atenei britannici, monito di Sunak su antisemitismo

Le università britanniche "sono e devono restare un bastione di tolleranza", garantendo in particolare "la sicurezza" degli studenti ebrei che le frequentano. Lo ha detto oggi il primo ministro conservatore britannico, Rishi Sunak, ricevendo esponenti del mondo accademico e responsabili della comunità e di organizzazioni studentesche ebraiche sullo sfondo delle proteste contro l'azione militare israeliana nella Striscia di Gaza: proteste sfociate anche sull'isola, come negli Usa e in vari altri Paesi, in occupazioni recenti di siti universitari di atenei fra cui quelli di Oxford e Cambridge. Sunak ha rilanciato nell'occasione "l'allarme antisemitismo", evocando un'impennata delle denunce negli ultimi mesi. Ha inoltre discusso con i dirigenti universitari di norme per rafforzare il potere d'imporre sanzioni (anche disciplinari) contro studenti indicati come promotori di "atti antisemiti, istigazione all'odio, esaltazione del terrorismo" o coinvolti in qualsiasi forma di "violenza e intimidazione". "Il dibattito è lecito, ma nel rispetto degli altri e in un contesto in cui tutti gli studenti si sentano al sicuro", ha ammonito il primo ministro Tory. Vivienne Stern, presidente di Universities UK, rete di coordinamento che comprende un centinaio di università del Regno, ha da parte sua definito la riunione "positiva", uscendo da Downing Street, assicurando che i vertici degli atenei "prendono molto sul serio" le indicazioni di "un incremento degli episodi di antisemitismo" sulla scia delle "tensioni" innescate dall'attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre e dalla successiva ritorsione militare dello Stato ebraico su Gaza.  Anche i dirigenti delle comunità ebraica britannica presenti si sono detti soddisfatti dell'atteggiamento di Sunak e hanno salutato l'incontro come un momento "costruttivo". Il governo, nelle parole di Guy Dabby-Joory, leader sindacale della Union of Jewish Students, ha mostrato consapevolezza del fatto che "nei campus c'è un vero problema di antisemitismo in aumento, con cui gli studenti ebrei fanno i conti da 7 mesi". 

Sunak

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Hezbollah rivendica l'attacco contro una base militare israeliana

Gli Hezbollah libanesi hanno rivendicato un attacco con un missile di tipo Burkan ('vulcano') contro postazioni militari israeliane a ridosso della linea del fronte tra il sud del Libano e l'Alta Galilea.   Lo riferisce lo stesso Partito di Dio, alleato dell'Iran e di Hamas, precisando che l'attacco ha preso di mira la base militare israeliana di Jal al-Alam, poco lontano dalla località costiera libanese di Naqura. 

Wsj: "La mossa degli Usa sulle armi non doveva diventare pubblica"

La decisione dell'amministrazione Biden di sospendere il trasferimento di armi pesanti a Israele non doveva diventare pubblica, era un modo per inviare silenziosamente un messaggio allo Stato ebraico. Ma quest'ultimo ha fatto trapelare la notizia, obbligando Washington a confermare e creando tensione tra i due Paesi. "Non stavamo cercando di far uscire allo scoperto la questione, stavamo cercando di gestire la cosa in modo diplomatico", ha sottolineato un funzionario americano al Wall Street Journal. L'intenzione di Biden era di bloccare solo una spedizione che avrebbe dovuto essere consegnata a Israele nelle prossime settimane. 

Gli Usa: "L'invasione di Rafah non assicura una durevole sconfitta di Hamas"

L'amministrazione Biden "condivide l'obiettivo di una durevole sconfitta di Hamas ma entrare a Rafah non lo garantisce": lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby. 

Studio: "Usa primo fornitore di armi ad Israele nel 2019-2023, Italia terza"

La minaccia di Joe Biden di chiudere i rubinetti delle armi offensive per Israele potrebbe avere risvolti profondamente concreti: secondo uno studio dello Stockholm International Peace Research Institute (Sipri) citato dalla Bbc, gli Stati Uniti sono infatti di gran lunga il maggiore fornitore di armi per lo Stato ebraico, rappresentando il 69% delle importazioni israeliane di armi convenzionali tra il 2019 e il 2023. Segue la Germania, con il 30% dell'import di armi di Israele. Al terzo posto, seppure con una percentuale molto più esigua - il 4,7% nel periodo 2013-2023, sceso allo 0,9% nel periodo 2019-2023 - c'è l'Italia, dove il tema dell'invio di armamenti a Israele ha provocato un acceso dibattito politico. A marzo, un'inchiesta pubblicata dal mensile Altreconomia sulla base di dati Istat ha accusato il governo di aver proseguito l'export di "armi e munizioni" verso Israele per 2,1 milioni di euro nell'ultimo trimestre del 2023, in piena offensiva su Gaza, su un totale di 13,7 milioni di euro per tutto lo scorso anno. Il governo ha respinto ogni accusa di foraggiare il conflitto: il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ricordato che in Italia "c'è una legge che vieta di vendere armi ai Paesi in guerra". E a marzo, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha sottolineato in Senato come "dopo il 7 ottobre non siano state concesse nuove autorizzazioni per il trasferimento di armi in Israele" e che "le licenze autorizzate prima del 7 ottobre erano già state in gran parte utilizzate", mentre su quelle non ancora utilizzate "l'Unità per le autorizzazioni dei materiali d'armamento ha già fatto verifiche caso per caso e non riguardano materiali che possono essere impiegati con ricadute sui civili a Gaza".

Nbc: "Israele vuole escludere Rafah dall'accordo per il cessate il fuoco"

Israele chiede di escludere Rafah da un eventuale accordo sul cessate il fuoco a Gaza. Lo riporta l'emittente Nbc, citando quattro funzionari americani ed un ex al corrente dei colloqui. Secondo le fonti, il governo Netanyahu si rifiuta di accettare un accordo a meno che non possa andare avanti con le operazioni militari a Rafah, anche nel caso di tregua.

Idf: "Evacuati da est di Rafah finora 150mila palestinesi"

Dalla parte orientale di Rafah sono stati evacuati finora circa 150mila sfollati palestinesi. Lo ha fatto sapere - citato dai media - l'Idf secondo cui nell'operazione in corso da lunedì notte nella parte est della città più a sud della Striscia "sono stati uccisi dai soldati circa 50 uomini armati". "Trovati 10 imbocchi di tunnel che - ha aggiunto -sono stati preparati per la demolizione. 

Rafah

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Israele: "Dopo i lanci da Libano colpiti obiettivi di Hezbollah"

L'esercito israeliano ha colpito in Libano "obiettivi terroristici e una struttura militare di Hezbollah nell'area di Ayta ash Shab". Lo ha fatto sapere il portavoce milutare spiegando che i raid sono avvenuti dopo che "sono stati identificati numerosi lanci dal Libano verso diverse località di nel nord di Israele", in particolare nella cittadina di Shlomi dove si è verificato anche un incendio ma senza vittime. Il sistema di difesa Array - ha continuato la stessa fonte - ha intercettato anche due droni in territorio libanese. 

Eurovision a Malmo, irrompe la protesta pro-Gaza

Migliaia di persone si sono radunate a Stortorget, 'la piazza grande' a due passi dalla stazione centrale a Malmo. Bandiere della Palestina, kefiah, gente di tutte le età, da pensionati a famiglie con bambini, sono scesi in piazza per opporsi a quanto sta accadendo a Gaza e alla partecipazione d'Israele all'Eurovision Song Contest..Tra gli slogan gridati e sugli striscioni si legge 'Stop al genocidio' 'Dove è l'umanità? Dov'è la giustizia?' e 'Boicotta Israele'. "È molto importante venire a protestare contro la guerra d'Israele a Gaza", ha dichiarato Anders, di Malmo, venuto alla protesta con i suoi due bambini piccoli. "All'Eurovision c'è una doppia morale e vediamo anche che i governi dei paesi occidentali non fanno rispettare il diritto internazionale" ha dichiarato all'ANSA presente in piazza. "Mi vergogno tantissimo" ha sottolineato Maria, bibliotecaria a Malmo che ci tiene a protestare: "Mi mancano le parole per descrivere quel che sta succedendo a Gaza. É terribile!". Maria ama l'Eurovision e lo ha sempre guardato in tv da quando era bambina, ma non capisce come mai Israele sia in gara: "Dicono che la politica non abbia nulla a che vedere con la musica, ma allora come mai il comune di Malmo ha rimosso tutti gli adesivi e i cartelli su Gaza? Fino a pochi giorni fa la città era ricoperta, hanno rimosso tutto, quindi è una chiara presa di posizione da parte loro" ha dichiarato, dicendosi arrabbiata per quanto sta succedendo. Alcuni dei partecipanti hanno cartelli con foto di bambini malnutriti e mutilati. Gli organizzatori si aspettano 25.000 partecipanti e secondo molti dei presenti questa di oggi è la manifestazione per Gaza più grande a cui sono stati. 

Trump, Biden vergognoso su Israele, lo ha abbandonato

"Ciò che Biden sta facendo nei confronti di Israele è vergognoso. Se qualche ebreo votasse per Joe Biden dovrebbe vergognarsi di se stesso". Lo ha detto Donald Trump prima di entrare nell'aula del processo per il caso pornostar, commentando la decisione del presidente di condizionare le forniture di armamenti americani alla condotta militare di Israele. "Ha abbandonato completamente Israele e nessuno può crederci. Immagino che si senta bene perché l'ha fatto come decisione politica. Ma devi prendere la decisione giusta, non una decisione politica", ha aggiunto

Gallant: "A nemici e amici, Israele non sarà sottomesso"

"Qualunque sia il costo, garantiremo l'esistenza dello Stato. Mi rivolgo e dico ai nostri nemici e ai nostri migliori amici: Israele non puo' essere sottomesso". Lo ha affermato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant alla luce dell'avvertimento del presidente Usa Joe Biden che bloccherà le spedizioni di armi se lo Stato ebraico prosegue

con un'operazione militare su larga scala a Rafah. 

Berlino, manifestanti pro-Gaza appiccano incendio al municipio

Media: "Per Netanyahu minaccia di Biden seppellisce la tregua"

La minaccia di sospendere la fornitura di armi da parte di Joe Biden "praticamente seppellisce un accordo sugli ostaggi a questo punto": lo ha detto a Sky News una fonte vicina al leader israeliano Netanyahu.   Il presidente degli Stati Uniti ha avvertito durante la notte che gli Stati Uniti avrebbero interrotto la fornitura di armi offensive a Israele se avesse lanciato un'invasione su vasta scala di Rafah.

Hamas: Israele contro Rafah per ostruire sforzi tregua

Izzat al-Rishq, membro del politburo di Hamas, ha detto che l'invasione israeliana della città di Rafah e l'occupazione del relativo valico mirano a bloccare gli sforzi dei mediatori per raggiungere una tregua. Lo riporta al-Jazira. Al-Rishq ha confermato che la delegazione negoziale del movimento islamista ha lasciato il Cairo per Doha, assicurando "l'impegno ad approvare il documento dei mediatori sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza

Hamas torna a Doha: "Accettiamo proposta dei mediatori"

Hamas ha annunciato che la sua delegazione negoziale ha lasciato la capitale egiziana Il Cairo per tornare nella capitale del Qatar, Doha. Un portavoce ha aggiunto che Hamas ha accettato il documento presentato dai mediatori per un cessate il fuoco a Gaza. Lo riporta al-Jazira

Netanyahu ribadisce: "Israele contro Hamas anche da solo"

In quella che è stata considerata una risposta al presidente Joe Biden, il premier Benyamin Netanyahu ha postato di nuovo su X il discorso tenuto allo Yad Vashem la scorsa settimana in cui ha detto che Israele affronterà da solo Hamas se occorre. "Ai leader del mondo dico: nessuna pressione, nessuna decisione da parte di alcun forum internazionale impedirà a Israele di difendersi. Se Israele sarà costretto a restare da solo - affermò - Israele rimarrà da solo". 

Hamas lascia il Cairo: "Aderiamo a proposta dei mediatori"

La delegazione di Hamas ha lasciato il Cairo per fare ritorno a Doha. Lo ha annunciato su Telegram Izzat Al-Rishq, membro dell'ufficio politico della fazione che ha detto: "Il movimento afferma il suo impegno e l'adesione alla sua posizione accettando il documento presentato dai mediatori". "L'invasione israeliana di Rafah e l'occupazione del valico - ha concluso - mirano a bloccare gli sforzi dei mediatori e ad intensificare l'aggressione e la guerra di sterminio". 

Slovenia, aperta procedura per riconoscimento della Palestina

Il governo sloveno ha avviato oggi la procedura per il riconoscimento della Palestina. Lo ha riferito ai giornalisti la ministra degli Esteri, Tanja Fajon, secondo cui si tratta di un primo passo irreversibile. Fajon ha anche annunciato che l'esecutivo invierà la propria decisione al Parlamento entro il 13 giugno, in modo da avviare l'iter di ratifica e approvazione della decisione. L'intenzione del governo di Robert Golob è fare in modo che questo gesto possa contribuire a un accordo sul cessate il fuoco a Gaza e alla liberazione degli ostaggi. Lo stesso governo ha sottolineato di rimanere in contatto con i Paesi che la pensano allo stesso modo, ma che la decisione sul metodo e sul momento del riconoscimento spetta alla decisione sovrana di ciascuno stato.   Alla fine di marzo, a margine del vertice europeo, i primi ministri di Slovenia, Spagna, Irlanda e Malta avevano adottato una dichiarazione congiunta nella quale esprimevano la volontà di riconoscere la Palestina appena le circostanze lo avrebbero permesso, posizione ribadita durante la recente visita del premier spagnolo Pedro Sanchez a Lubiana. Anche la ministra degli Esteri Fajon ha più volte espresso il suo sostegno al riconoscimento della Palestina. Secondo il quotidiano Delo la Slovenia dovrebbe riconoscere la Palestina il 21 maggio, insieme a Spagna, Irlanda e Malta. 

Polizia israeliana, raid in uffici di Al Jazeera a Nazareth

La polizia israeliana ha fatto irruzione negli uffici dell'emittente Al Jazeera nella citta' di Nazareth, confiscando apparecchiature. Il raid arriva diversi giorni dopo che il governo israeliano ha messo al bando l'emittente qatarina, bloccando sia l'accesso ai contenuti di Al Jazeera in Israele sia vietandole di operare. 

Katz: Israele andrà avanti fino alla distruzione di Hamas

Israele "continuerà a combattere Hamas fino alla sua distruzione". Lo ha detto il ministro degli esteri Israel Katz secondo cui "non c'è guerra più giusta di questa". 

Oms, ci restano solo 3 giorni di carburante per ospedali a Gaza

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma di avere solo tre giorni di carburante per le sue operazioni mediche nel sud di Gaza e la carenza di carburante ha già costretto uno dei tre ospedali della città di Rafah a chiudere. Lo riportano i media internazionali.   Il valico di frontiera di Rafah con l'Egitto è stato chiuso martedì da quando l'esercito israeliano ha preso il controllo della parte palestinese, bloccando l'ingresso di aiuti umanitari vitali. Mercoledì Israele ha dichiarato di aver riaperto il valico di Kerem Shalom, l'altro principale punto di ingresso degli aiuti. Tuttavia, il Programma alimentare mondiale (Wfp) afferma che non sono arrivati aiuti e che non c'è nessuno a riceverli dalla parte palestinese. L'Onu afferma che il nord di Gaza è già in uno stato di "carestia in piena regola". 

Unrwa: 80.000 persone fuggite da Rafah dal 6 maggio

"Le persone stanno affrontando l'ennesimo sfollamento forzato nella Striscia di Gaza. Da quando l'operazione militare delle forze israeliane si è intensificata il 6 maggio circa 80.000 persone sono fuggite da Rafah, cercando rifugio altrove. Il prezzo per queste famiglie è insopportabile, nessun posto è sicuro". Lo riferisce su X l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi Unrwa. "Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco ora", ha aggiunto l'Unrwa. 

Lapid contro Ben Gvir: "Netanyahu lo licenzi subito"

Contro il ministro Itamar Ben Gvir e il suo post che recita 'Hamas ama Biden', si è levato il leader dell'opposizione israeliana Yair Lapid. "Se Netanyahu non licenzia oggi Ben Gvir - ha detto - mette ogni soldato e ogni israeliano in pericolo". 

Fonti Libano, 4 membri di Hamas uccisi in raid Israele nel sud

Quattro persone sono state uccise oggi in un attacco aereo israeliano su un'auto nel sud del Libano: lo ha reso noto la difesa civile del Paese, mentre fonti della sicurezza affermano che le vittime erano membri del gruppo armato Hezbollah. Lo riporta il Guardian. La difesa civile ha affermato di aver estratto quattro corpi da un'auto che era stata colpita da un attacco israeliano. Secondo due fonti della sicurezza i quattro erano membri di Hezbollah. 

Fonte Israele: mossa Usa su armi può cambiare piani a Rafah

La decisione degli Usa di fermare le armi ad Israele per l'attacco a Rafah potrebbe costringere lo stato ebraico a a modificare i suoi piani operativi. Lo ha riferito l'emittente Kan che ha citato un funzionario anonimo israeliano. La fonte ha anche aggiunto che Israele potrebbe essere costretta ad adottare "un economia degli armamenti", ovvero di conservare le munizioni in modo che queste non finiscano. Un'altra fonte - sempre alla stessa emittente - ha sostenuto che Israele a quel punto potrebbe anche essere indotta a procurarsi altrove le armi.

Madrid non conferma data riconoscimento Stato Palestina

Il ministro spagnolo degli Affari esteri, José Manuel Albares non ha voluto confermare se Madrid riconoscerà lo Stato della Palestina il prossimo 21 maggio, come annunciato dalla tv pubblica irlandese, ma ha ribadito che la decisione in questo senso "è già stata presa". "Domani voteremo a favore dell'ingresso della Palestina come membro effettivo all'assemblea delle Nazioni Unite e presto procederemo al riconoscimento dello Stato palestinese", ha detto Albares. 

Unrwa: 80mila persone fuggite da Rafah dal 6 maggio

"Le persone stanno affrontando l'ennesimo sfollamento forzato nella Striscia di Gaza. Da quando l'operazione militare delle forze israeliane si è intensificata il 6 maggio, circa 80.000 persone sono fuggite da Rafah, cercando rifugio altrove. Il prezzo per queste famiglie è insopportabile. Nessun posto è sicuro. Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco ora". Lo scrive su X l'Unrwa.

Barkat: mai esistito uno Stato palestinese in tremila anni

"Non è mai esistito uno Stato palestinese negli ultimi tremila anni. Basta leggere la Bibbia: ebrei citati dappertutto, palestinesi mai". Lo dichiara il ministro israeliano dell'Economia Nir Barkat, intervistato dal Corriere della sera, opponendosi alla richiesta palestinese di uno Stato. "Con tutto il rispetto, Hamas non è interessato ai due Stati. Vuole tutto", afferma Barkat. "Fatah ha lo stesso obiettivo di Hamas. Non vuole la pace, vuole uno Stato è vero, ma solo per poi prendersi anche il nostro. La loro intenzione è uccidere gli ebrei proprio come Hamas. Lo insegnano ai bambini nelle scuole", sostiene il ministro. "Si può andare indietro per anni ed esaminare chi ha ostacolato la pace, discutere per ore, ma dovete capire che questa non è una disputa territoriale, è una guerra di religione. Quando aprirete gli occhi sarà chiaro anche a voi. Noi entreremo a Rafah casa per casa e sradicheremo Hamas. È l'unico modo per salvarci". Per il dopo, prevede Barkat, "non possiamo contare su una democrazia palestinese. Con gli arabi questo sistema non funziona. C'è democrazia a Dubai o in Arabia? Da loro funzionano le tribù. Quindi perché non pensare a un futuro di comunità palestinesi autonome che convivono in parallelo con Israele? Strade, economia, amministrazioni parallele. Si può fare". Ed è "inevitabile" che solo Israele abbia polizia ed esercito. "Non stiamo parlando di occidentali, ma di jihadisti che preferiscono far morire i loro figli o uccidersi per la causa. Il 70% dei palestinesi ha festeggiato l'eccidio del 7 ottobre. Hamas ha detto che vorrebbe farlo di nuovo. E non è solo", sostiene Barkat. Per quanto riguarda le accuse di una reazione sproporzionata, Barkat replica: "Le guerre si combattono così. Il 7 ottobre Hamas ci ha attaccato, ha ucciso 1.200 israeliani e noi non ci fermeremo sino a che non avremo smantellato le loro strutture, annientato la loro capacità di farci del male".

Ong, raid Israele contro milizie irachene filo-Iran in Siria

Un attacco aereo israeliano contro postazioni e campi di addestramento di milizie irachene filo-iraniane è stato compiuto alla periferia di Damasco, in Siria, secondo quanto riferito dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria.   L'attacco è avvenuto nella notte contro le basi del Harakat an Nujaba, una delle maggiori milizie irachene sostenute dall'Iran, nel quartiere sciita di Sayyida Zaynab, non distante dall'aeroporto internazionale di Damasco. Non si segnalano vittime al momento. Nello stesso attacco, l'aviazione israeliana ha bombardato una base militare governativa siriana nei pressi di Kiswe, a sud della capitale. L'agenzia governativa siriana Sana ha riferito che la contraerea siriana ha risposto all'attacco lanciando missili terra-aria che però  non hanno intercettato i jet israeliani. 

Spagna e Irlanda riconosceranno Stato palestinese il 21 maggio

Sarà il 21 maggio il giorno in cui Irlanda, Spagna ed altri Paesi della Ue riconosceranno lo Stato di Palestina, secondo quanto segnala RTE', la tv pubblica irlandese, ripresa oggi dai media iberici, fra i quali l'agenzia Europa Press. La data coincide con la riunione del Consiglio dei ministri spagnolo.  Spagna, Irlanda, Malta e Slovenia si sono impegnate in una lettera comune inviata  a Bruxelles il 22 marzo scorso al riconoscimento dello Stato di Palestina. Attualmente 8 stati membri della Ue riconoscono lo Stato palestinese, l'ultima in ordine di tempo a farlo è stata la Svezia nel 2014. 

Katz: "Continueremo a combattere Hamas fino alla sua distruzione"

"Israele continuerà a combattere Hamas fino alla sua distruzione". A scriverlo, su X, è stato il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz. "Non esiste guerra più giusta di questa", ha aggiunto. 

Israele: decisione Usa su armi condizionerebbe Idf su altri fronti

La difesa israeliana teme che la decisione degli Stati Uniti di ritardare le spedizioni di armi a Israele possa influenzare la preparazione dell'Idf riguardo potenziali conflitti su altri fronti. Lo scrive Haaretz, secondo cui i funzionari della difesa sono preoccupati per un deterioramento delle relazioni tra il governo israeliano e l’amministrazione Biden e hanno avvertito i loro capi politici che questa crisi significa un cambiamento nelle relazioni Israele-Usa dall’inizio della guerra. Gli alti ufficiali dell’Idf hanno messo in guardia il governo sulle potenziali conseguenze, sottolineando la necessità di chiarimenti.

Haaretz,: manifestanti bloccano convoglio umanitario diretto a Gaza

Manifestanti israeliani hanno bloccato i camion degli aiuti diretti dalla Giordania alla Striscia di Gaza, vicino alla città di Eilat, nel sud di Israele. Lo scrive Haaretz. 

Secondo il gruppo di protesta israeliano Tsav 9, che organizza le proteste, centinaia di residenti di Eilat si sono uniti ai manifestanti al valico di frontiera e posti di blocco sono stati eretti lungo il percorso dei camion verso Gaza.

Houthi rivendicano attacco a due navi israeliane

Yahya Saria, portavoce militare dei ribelli Houthi in Yemen, ha annunciato che "le forze Houthi hanno attaccato due navi israeliane nell'area del Golfo di Aden nel Mar Arabico". Secondo l'annuncio, si tratta delle navi Msc Dego e Msc Gina. "Le operazioni sono state condotte utilizzando missili balistici e droni", ha aggiunto. 

Media: veicolo attaccato da drone nel sud del Libano

Un veicolo è stato attaccato da un drone nel Libano meridionale, nella zona di Tiro. Lo riferiscono i media israeliani, citando fonti arabe, aggiungendo che alcune persone sono state uccise a seguito dell'attacco.

Trump: "Biden dalla parte dei terroristi"

L'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha attaccato duramente il presidente americano Joe Biden, dopo che quest'ultimo ha minacciato di non fornire armi a Israele se dovesse decidere di attaccare Rafah. "Hamas ha assassinato migliaia di civili innocenti, compresi bambini, e tiene in ostaggio americani, ammesso che siano vivi, ma 'il corrotto' sta proprio dalla parte di questi terroristi, così come sta dalla parte degli estremisti che stanno prendendo il controllo dei nostri campus", ha affermato Trump, citato da Ynet News. 

Appello mondiale della Tunisia contro il genocidio

"La Tunisia invita tutti i popoli liberi del mondo a rimanere uniti contro il genocidio e gli sfollamenti forzati perpetrati dalle forze di occupazione sioniste ed esorta tutti i Paesi del mondo a fermare immediatamente questo massacro, soprattutto perché l'entità occupante persiste nella sua arroganza e criminalità, in flagrante violazione del diritto internazionale e del diritto umanitario, e si prepara a commettere un grande massacro davanti agli occhi del mondo contro oltre un milione e mezzo di palestinesi nella città di Rafah". Lo afferma il ministero degli Esteri tunisino in un comunicato. "La Tunisia riafferma il suo sostegno incondizionato al fraterno popolo palestinese nella sua lotta per recuperare i suoi diritti legittimi, inalienabili e non obsoleti, così come la sua posizione ferma e di sostegno nei confronti dei fratelli palestinesi per la creazione di uno Stato pienamente sovrano in tutta la terra di Palestina, con capitale Gerusalemme - Al-Quds", aggiunge la nota.

Lapid: "Biden? Frutto della fallimentare gestione governo"

In Israele, il leader dell'opposizione Yair Lapid ha detto che la minaccia del presidente Usa, Joe Biden, di interrompere i trasferimenti di armi se Israele assalirà la città Rafah a Gaza è il risultato della "fallimentare gestione del governo" del premier Benjamin Netanyahu. Lo ha detto parlando a una radio locale. 

Idf: avviata operazione a Zeitun contro obiettivi Hamas

L'Idf ha annunciato di aver avviato "un'operazione nell'area di Zeitun, nella parte centrale della Striscia, per continuare a smantellare infrastrutture terroristiche ed eliminare operativi terroristi nell'area". L'operazione - ha spiegato - è condotta dalla 99/esima Divisione e si basa su informazioni di intelligence. Finora - ha aggiunto - "sono stati colpiti 25 obiettivi, incluse strutture militari, tunnel, posti di osservazione, nidi di cecchini". Le truppe di terra - ha concluso - stanno ora "mettendo in sicurezza l'area di Zeitun". 

Siria, abbattuti missili lanciati da Israele su Damasco

Il Ministero della Difesa siriano afferma oggi di aver abbattuto missili israeliani lanciati su Damasco dalle Alture del Golan. Lo riportano i media internazionali.

Un soldato ucciso in attacco Hezbollah a confine Libano

Un soldato israeliano è stato ucciso ieri in un attacco missilistico di Hezbollah contro una postazione dell'esercito vicino alla comunità settentrionale di Malkia, al confine con il Libano. Lo hanno annunciano oggi le Forze di difesa israeliane (Idf), citate dai media locali. La vittima è il sergente 20enne Haim Sabach, specificano le Idf. Hezbollah ha affermato di aver effettuato 12 attacchi contro Israele nella giornata di ieri.

Proteste filopalestinesi ad Amsterdam, 32 arresti

La polizia antisommossa nederlandese si è scontrata ieri con i manifestanti filopalestinesi, mentre gli agenti entravano per rimuovere le barricate all'Università di Amsterdam, teatro di disordini da lunedì. La polizia ha dichiarato in tarda serata di aver arrestato 32 persone per "violenza, distruzione e aggressione" nell'università e in un'importante arteria stradale nel centro della capitale. Le immagini delle televisioni locali hanno mostrato decine di poliziotti in tenuta antisommossa scambiarsi colpi con un gruppo di manifestanti mentre gli agenti sgomberavano un'area di fronte all'edificio Binnengasthuis nel centro di Amsterdam. La polizia ha detto che i manifestanti hanno poi bloccato un'importante strada locale chiamata Rokin dove sono scoppiate altre violenze, aggiungendo che i manifestanti "hanno lanciato ammoniaca alla polizia antisommossa". Gli studenti chiedono che l'Università di Amsterdam (Uva) rompa i legami con Israele a causa della guerra nella Striscia di Gaza, ispirandosi alle manifestazioni in corso nei campus statunitensi. Poco prima di mezzanotte la polizia di Amsterdam ha detto su X che la situazione era "calma" e che la maggior parte dei manifestanti aveva lasciato la zona. In precedenza avevano affermato che lo sgombero "è stato autorizzato dal sindaco" dopo che l'Uva aveva formulato accuse tra cui disturbo alla quiete pubblica e distruzione di proprietà.

Media: 4 morti e 16 feriti in un raid di Israele su Rafah

L'emittente araba Al Jazeera afferma che quattro persone sono morte e altre 16 sono rimaste ferite in um bombardamento israeliano che stanotte ha colpito un edificio residenziale della città di Rafah, nel quartiere occidentale di Tal as-Sultan.

United cancella voli giornalieri per Israele fino al 5 giugno

United Airlines cancellerà i suoi voli giornalieri per Tel Aviv in Israele fino al 5 giugno, ha annunciato ieri sera la compagnia aerea americana. "Continuiamo a monitorare da vicino la situazione e prenderemo decisioni sui prossimi voli con particolare attenzione alla sicurezza dei nostri clienti e degli equipaggi", ha affermato United Airlines in un comunicato citato dai media israeliani. La compagnia aerea ha aggiunto che il suo secondo volo giornaliero per Tel Aviv sarà soppresso fino al 19 giugno.

Israele: "Da presidente Biden commenti molto deludenti"

"Commenti molto deludenti". Così - secondo la radio Kan - l'ambasciatore israeliano all'Onu Gilad Erdan ha definito le affermazioni del presidente americano Joe Biden su Israele, l'operazione a Rafah e lo stop all'invio di armi. Quella di Erdan è la prima reazione pubblica di Israele. "Naturalmente qualsiasi pressione su Israele viene interpretata dai nostri nemici come qualcosa - ha detto ancora Erdan - che dà loro speranza. Ci sono molti ebrei americani che hanno votato per il presidente e per il Partito Democratico, e ora sono esitanti".

Hamas: restiamo favorevoli alla proposta di tregua

Hamas mantiene la sua posizione favorevole alla proposta di tregua con Israele, ha detto oggi Izzat El-Reshiq dell'ufficio politico del movimento islamista al potere nella Striscia di Gaza. Lo riportano i media internazionali.

Hezbollah, effettuati ieri 12 attacchi dal Libano

Hezbollah afferma di aver effettuato 12 attacchi contro Israele nella giornata di ieri. Lo riporta l'emittente araba Al Jazeera. Il gruppo armato islamista del Libano spiega di aver preso di mira varie postazioni israeliane oltre il confine, compresi gli edifici che ospitano le truppe nelle città di Manara, Metula e Shlomi. Hezbollah afferma di aver utilizzato droni kamikaze anche per prendere di mira le attrezzature di spionaggio sul lato orientale del confine. Da parte sua, Israele ha affermato di aver colpito obiettivi collegati a Hezbollah nel sud del Libano.

Biden: "Stop armi offensive a Israele se invade Rafah"

Il no al piano di Netanyahu per l’invasione della città della striscia di Gaza è stato ribadito dal presidente statunitense nel corso di un’intervista esclusiva rilasciata alla Cnn. Biden sottolinea che, in caso di attacco contro Rafah da parte di Israele, continuerà a fornire solo armi per la difesa. E ammette: "Civili sono stati uccisi a Gaza dalle bombe Usa". LEGGI QUI

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Hamas, cosa significa il triangolo rovesciato associato alle brigate Al-Qassam

Tradizionalmente utilizzato  per segnalare obiettivi militari da colpire, si sta diffondendo come  simbolo della lotta contro Israele anche negli Stati Uniti: da giorni  sui social circola l'immagine di un ragazzo all'Università della  Pennsylvania che con le mani va a formare il triangolo durante le  manifestazioni a favore di Gaza. L'APPROFONDIMENTO

Biden: a Gaza uccisi civili con bombe fornite da Usa

"Dei civili sono stati uccisi a Gaza come conseguenza di quelle bombe e di altri modi in cui attaccano i centri abitati". Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden in un'intervista con la Cnn riferendosi alle bombe da 2.000 libbre di cui gli Usa hanno messo in pausa la consegna ad Israele. 

Biden a Bibi: nessun sostegno Usa se entrano nelle città

"Ho detto chiaramente a Bibi e al gabinetto di guerra: non otterranno il nostro sostegno, se effettivamente attaccano questi centri abitati": lo ha detto Joe Biden in una intervista alla Cnn. Il presidente ha spiegato che per il momento le azioni di Israele non hanno superato questa linea rossa, anche se hanno causato tensioni nella regione. "Non sono entrati in centri popolati", ha sottolineato. 

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