Le tensioni sono nate dopo che Mosca ha trasferito la gestione della filiale dell'azienda italiana a Gazprom. Roma ha protestato e convocato l'ambasciatore russo, esprimendo disappunto. Di questo tema, e dello stato dell'economia russa, si è occupata la puntata di "Numeri", di Sky TG24, andata in onda il 30 aprile
- Il governo italiano chiede un passo indietro alle autorità russe dopo la nazionalizzazione dell'Ariston Thermo Group attiva in Russia. All'ambasciatore Paramonov, convocato alla Farnesina, è stato espresso disappunto per una misura che ha colpito le "legittime attività economiche di imprese straniere" in Russia. Il diplomatico ha però accusato Roma di "sacrificare gli interessi nazionali a pericolose avventure anti-russe". Anche di questo tema si è occupata la puntata di Numeri, di Sky TG24, del 30 aprile
- Tutto è iniziato con un decreto del presidente russo Putin che attribuisce la proprietà della filiale russa di Ariston a Gazprom, temporaneamente
- Quello di Ariston non è il solo caso, ma è significativo perché è attivo da quasi 20 anni in Russia, ha centinaia di dipendenti e 100 milioni di euro di fatturato. Ci sono molte altre aziende italiane attive a Mosca e dintorni e i timori per eventuali misure simili a quelle prese per Ariston ora si fanno più insistenti
- Ma come sta, a livello generale, l’economia russa? Sta soffrendo, ma sicuramente meno di quanto ci si aspettasse. Pesano ovviamente le sanzioni, ma ci si aspettava un impatto maggiore. A livello di banche, in un primo momento si puntava molto sull’escludere quelle russe dal sistema Swift, cioè quello che permette i pagamenti internazionali. Ma dopo due anni si vede che molti istituti effettivamente non sono stati esclusi
- Mentre sul fronte del petrolio, spina dorsale dell’export russo, anche se c’è un tetto al prezzo, il problema è che il 74% delle navi che lo trasportano sono "navi fantasma" russe usate per aggirare le sanzioni
- E di tutte le tecnologie che Mosca acquista per uso bellico, quasi la metà arriva da Paesi che hanno imposto sanzioni proprio alla Russia
- Mentre sul congelamento di risorse russe depositate nei Paesi occidentali, negli Usa il Congresso ha approvato, nell'ultimo pacchetto di aiuti militari, anche la possibilità per il presidente di confiscare asset per donarli all’Ucraina
- Bisogna ora capire se l'Ue seguirà l'esempio americano o meno, ma molti sono dubbiosi perché si potrebbe arrivare a una "guerra finanziaria", con la credibilità degli attori europei che ne risentirebbe. Nella grafica, la distribuzione degli asset russi prima dello scoppio della guerra
- Nello specifico, 210 miliardi di dollari di asset russi sono gestiti da Euroclear, società depositaria belga
- Nella grafica, i profitti generati dalle riserve russe congelate nell'Unione europea. Dal 2022 a oggi, tra l'altro, questi sono cresciuti ed entro quest'anno dovrebbero crescere fino a quasi 7 miliardi
- Va detto che, comunque, anche se questi asset sbloccati venissero dati all'Ucraina, il quadro non cambierebbe molto, come si vede da questo grafico che mostra il confronto con gli aiuti europei elargiti fino ad ora a Kiev e gli interessi netti 2022-2024
- Se Mosca dovesse andare incontro a una confisca di beni, come ha già avvertito il portavoce del Cremlino, reagirà "confiscando asset altrui. Immediatamente"