L'Italia alla Russia: "Ritirare misure trasferimento Ariston a Gazprom". Mosca accusa Roma

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Nessun passo avanti è stato fatto nel colloquio tra l'ambasciatore russo in Italia, Alexei Paramonov, e il segretario generale della Farnesina, Riccardo Guariglia. Il governo riflette su come rispondere al trasferimento temporaneo della quota del 100% di capitale sociale della Ariston Thermo Rus LLC a JSC Gazprom Household Systems. La Federazione Russa: "Responsabilità ricade su autorità italiane che hanno sacrificato interessi nazionali per partecipare a sterili e pericolose avventure anti-russe"

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Roma ha chiesto alla Russia di ritirare il trasferimento in amministrazione temporanea di Ariston Thermo Rus LLC, società appartenente al Gruppo Ariston, a un’impresa del gruppo russo Gazprom (JSC Gazprom Household Systems). Mosca ha rifiutato e ha accusato l’Italia di aver gestito male i suoi affari: "La responsabilità per le conseguenze negative del loro deterioramento ricade interamente sulle autorità italiane che hanno sacrificato i reali interessi nazionali per partecipare a sterili e pericolose avventure geopolitiche anti-russe". Nessun passo in avanti è stato quindi compiuto nell’incontro che si è tenuto oggi, 29 aprile, tra il segretario generale della Farnesina, Riccardo Guariglia, e l'ambasciatore russo, Alexey Paramonov, convocato per la questione alla Farnesina su indicazione del ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. Il governo valuta nuove ed eventuali risposte: per giovedì 2 maggio è in agenda un "tavolo Russia" per proseguire il monitoraggio delle ultime decisioni assunte da Mosca con Guariglia e rappresentanti industriali. In una riunione con i vertici di Ariston, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha parlato dei piani per arrivare a nuovi strumenti che tutelino "le imprese italiane ed europee interessate da analoghi atti di ritorsione da parte della Federazione Russa".

La richiesta dell'Italia

Guariglia ha espresso “il forte disappunto del governo" per la mossa russa e ha chiesto - "in linea con i partner europei, ed in particolare con la Germania” - di ritirare “le misure adottate contro legittime attività economiche di imprese straniere nel Paese". A Paramonov sono stati chiesti chiarimenti su quanto successo: per Roma non ha alcun fondamento legale. Si sottolinea poi che il provvedimento “è stato adottato nei confronti di un'impresa che ha uno storico radicamento nel Paese e che non ha alcuna connessione con l'attuale situazione di crisi internazionale”. In una nota al termine del colloquio la Farnesina fa notare che anche l’Ue ha condannato il provvedimento evidenziando “come esso rappresenti una ulteriore prova del mancato rispetto da parte della Russia del diritto internazionale”. Tajani, si legge nella nota del Ministero degli Esteri, “si riserva di approfondire le conseguenze della decisione russa insieme ai partner G7 e Ue e di valutare una risposta appropriata”.

Mosca: "Risposta alle azioni ostili anti-Russia"

Anche l’ambasciata russa dopo il colloquio tra i due diplomatici ha illustrato la propria posizione in un comunicato. Mettendo in luce come la quota del 100% di capitale sociale della Ariston Thermo Rus LLC – “di proprietà della casa madre Ariston Holding N.V. (Paesi Bassi)” – sia “stata trasferita in gestione temporanea a JSC Gazprom Household Systems (sussidiaria di Gazprom)", si ribadisce che "da parte della Federazione Russa sono state fornite spiegazioni esaurienti sulla legalità e fondatezza delle decisioni prese riguardo a un'azienda che, de jure, è olandese”. Mosca precisa che le misure “sono state adottate in risposta alle azioni ostili e contrarie al diritto internazionale intraprese dagli Stati Uniti d'America e dagli altri Stati esteri che si sono uniti a loro, volte a privare illegalmente la Russia, le sue entità giuridiche e varie persone fisiche del diritto di proprietà e/o a limitare tale diritto su beni situati nel territorio di tali Stati". Poi la stoccata: "Non si può non considerare che la retorica e il tono sempre più aggressivi e irresponsabili dei leader occidentali e delle loro compagini non possono che essere interpretati come deliberata intenzione di minacciare in modalità continuativa la sicurezza della Federazione Russa, quella nazionale, economica, energetica e di ogni altro tipo”.

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