Tensione Nato-Russia, tre navi da guerra di Putin sono nel Mediterraneo. Cosa sappiamo
Pochi giorni fa alcune unità della Marina di Mosca sono state avvistate nei pressi di Pantelleria, nel canale di Sicilia. Le ragioni del viaggio sono ignote, ma sembra che siano dirette a est, prima in Egitto e poi in Siria, dove c’è una stazione russa di rifornimento e dove possono portare rinforzi per le difese militari del presidente Assad
- Navi russe sono state avvistate nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia, precisamente al largo di Pantelleria. La formazione è composta dalla Ivan Gren, classe di nave da guerra anfibia, dall’Alexander Otrakovsky e dalla petroliera Kola
- Ivan Gren e Alexander Otrakovsky sono due imbarcazioni capaci di trasportare e far sbarcare veicoli. Al momento non si hanno notizie di truppe e mezzi a bordo
- Ma perché sono nel Mediterraneo? Secondo quanto riporta Wired, non c’è alcuna operazione segreta dietro ai movimenti delle tre imbarcazioni: fanno parte del sistema di rifornimenti tra Russia e Siria attivo dai tempi della guerra civile siriana iniziata nel 2011. Questi regolari convogli sono conosciuti pubblicamente con il nome di Syrian Express e, prima dell’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina, transitavano usualmente nel Mar Nero (in foto il presidente siriano Assad e quello russo Putin)
- Dal 2022 però il Syrian Express ha dovuto cambiare rotta: grazie ai successi militari ucraini contro la flotta russa del Mar Nero - distrutta per un terzo durante gli ultimi due anni, sottolinea il The Guardian - la rotta dalla Crimea occupata attraverso i Dardanelli in Turchia non è più un percorso sicuro e la Russia è stata costretta a circumnavigare l’Europa, con un aumento del tempo di viaggio di circa tre settimane
- La Kola è una nave che transita spesso nel Mediterraneo e, secondo il sito Vessel Finder, è previsto che attracchi in Egitto il prossimo 4 aprile alle 18. Le altre due navi non sono registrate nel sistema di tracciamento, ma si presume che attenderanno la Kola per poi raggiungere il porto siriano di Tartus, unica stazione russa di rifornimento nel Mediterraneo. Come dichiara il giornale estone Postimees, Tartus è in concessione alla Russia per i prossimi 44 anni, con l’autorizzazione a far stazionare 11 navi da guerra nell’area
- Il porto di Tartus non è una base militare ma una stazione di rifornimento e riparazione per le navi russe, ed è usata come base per il trasporto aereo di rifornimenti alle navi da guerra e come punto per trasferire armamenti in Siria
- Non è escluso che possa trattarsi di un’operazione di rinforzo delle difese siriane, collegata alle tensioni scoppiate nell’area mediorientale a causa del conflitto tra Israele e Hamas e in risposta ai recenti raid israeliani e statunitensi avvenuti contro milizie radicali islamiche simpatizzanti di Hamas e presenti in Siria
- Da tempo la Russia ha ampliato la propria influenza militare nel Mediterraneo. Da quando ha istituito il suo Squadrone nel 2013, ha mantenuto in gran parte una presenza navale permanente nella regione, basata principalmente su navi della Flotta del Mar Nero, con il supporto di navi e sottomarini delle Flotte del Nord e del Baltico. La strategia della Russia utilizza la geografia del Mediterraneo per proteggere i fianchi meridionali di Mosca, cercando di sfidare la supremazia di Nato e Stati Uniti
- Sebbene le missioni della Marina russa nel Mediterraneo siano principalmente legate alla difesa costiera e alla protezione delle acque territoriali, la deterrenza convenzionale ha iniziato a svolgere un ruolo sempre più importante dopo lo sviluppo di una capacità missilistica da crociera basata sulle navi. La Marina russa, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, ha potenziato sempre più la combinazione di difese aeree e navi dotate di missili da crociera
- Dal 2014 la flotta del Mar Nero ha acquisito sei nuovi sottomarini d'attacco, tre fregate, diverse navi pattuglia e piccole navi missilistiche. Inoltre, la Russia ha spostato le batterie di difesa aerea in Crimea, dove queste forniscono ulteriore copertura alle piattaforme che operano nel Mar Nero e nel Mediterraneo orientale. L’introduzione di piattaforme multiple armate con missili da crociera a lungo raggio e l’aggiunta di batterie di difesa aerea in Crimea hanno molto cambiato il modo in cui opera la flotta del Mar Nero