Elezioni USA 2024
Arrow-link
Arrow-link

Usa bloccano l'ammissione piena della Palestina come membro all'Onu. Ira dell'Anp

©Getty

Gli Stati Uniti hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l'adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli States

in evidenza

Gli Stati Uniti hanno posto il veto su una misura del Consiglio di Sicurezza relativa alla richiesta di adesione della Palestina alle Nazioni Unite. La bozza di risoluzione, introdotta dall'Algeria e che "raccomanda all'Assemblea Generale che lo Stato di Palestina sia ammesso a far parte delle Nazioni Unite", ha ricevuto 12 voti a favore, due astenuti e uno contrario. La risoluzione, presentata dall'Algeria a nome del Gruppo arabo dell'Onu, ha ricevuto 12 voti a favore, due astensioni (Regno Unito e Svizzera) e il voto contrario degli Stati Uniti, sottolineando l'isolamento degli USA dalla maggioranza della comunità internazionale. Anche Paesi che erano stati ambigui durante i precedenti interventi (come Francia, Giappone, Corea ed Ecuador) hanno infine aderito alla richiesta palestinese. Avendo superato i nove voti necessari per la sua approvazione, rimaneva solo il veto per fermare la risoluzione, e gli Stati Uniti avevano gia' annunciato ieri che avrebbero esercitato questa prerogativa a favore del loro alleato, Israele, che si oppone categoricamente a uno Stato palestinese. E' la quarta volta dal 7 ottobre che gli Stati Uniti usano il loro veto a favore di Israele: prima di oggi, avevano posto il veto su tre risoluzioni che chiedevano un cessate il fuoco immediato a Gaza, con la motivazione che non riconoscevano il diritto di Israele a difendersi o che una tregua sarebbe servita solo a riarmare Hamas. La risoluzione di oggi aveva suscitato un'enorme aspettativa, e infatti i capi della diplomazia di Spagna, Iran, Algeria, Giordania, Malta, Brasile, Bolivia e Colombia si sono recati a New York, così come i rappresentanti di altri sessanta Paesi, tutti a sostegno della petizione palestinese. Come Israele, gli Stati Uniti sostengono che la proclamazione di uno Stato palestinese dovrebbe essere il risultato di negoziati bilaterali con Israele, e non imposta unilateralmente. Ma a  questo proposito, l'inviato della presidenza palestinese, Ziad Abu Amr, ha ricordato oggi al Consiglio di Sicurezza che è così che Israele è entrato nell'Onu: a seguito di una risoluzione, la numero 181, votata nel 1948, e da allora è uno Stato membro a pieno titolo


Gli approfondimenti:

Per ricevere le notizie di Sky TG24:

Il liveblog sulla guerra in Medioriente termina qui

Per tutti gli aggiornamenti segui il liveblog di venerdì 19 aprile

Medioriente, alta tensione tra Iran e Israele

La risposta israeliana all'attacco iraniano potrebbe arrivare alla fine delle festività legate alla Pasqua ebraica secondo l'intelligence statunitense.

Usa a Israele, preoccupati per operazioni a Rafah

Gli Stati Uniti hanno "espresso preoccupazione sulle varie linee d'azione a Rafah" nella riunione del gruppo strategico Usa-Israele convocato dal cosigliere per la sicurezza americana Jake Sullivan. Lo riferisce la Casa Bianca in una nota. La parte israeliana, guidata dal ministro per gli affari strategici Ron Dermer e dal consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi, ha assicurato Washington che "terrà conto di queste preoccupazioni". Nella riunione Sullivan ha inoltre "informato la parte israeliana delle nuove sanzioni imposte oggi contro l'Iran, in coordinamento con il Congresso e gli alleati del del G7.

Jake Sullivan

©Getty

Raduni pro-palestinesi alla Columbia, studenti arrestati

Per prima volta in oltre 50 anni la polizia è entrata nel campus della Columbia University e ha arrestato decine di studenti. Chiamati dalla presidente dell'ateneo, Minouche Shafik che solo ieri aveva testimoniato in Congresso sull'antisemitismo nei campus, agenti in assetto anti-sommossa sono penetrati nel recinto dell'università ammanettando una settantina di ragazzi che protestavano per la causa dei palestinesi. Ieri, sotto il fuoco di fila delle domande dei deputati repubblicani che in dicembre avevano 'impallinato' le colleghe di Harvard, Claudine Gay, e Penn State, Liz Magill, costringendo entrambe alle dimissioni, la Shafik si era impegnata a fare di più per contenere le proteste pro-Gaza e anti-Israele. La presidente aveva ammesso che alcuni degli slogan gridati nelle proteste del dopo 7 ottobre erano a carattere antisemita: la mossa di oggi, che ha messo a rischio il delicato gioco di equilibrio tra difesa della libertà di espressione e la protezione da affermazioni giudicate discriminatorie e offensive, potrebbe esser stata un boomerang.. "Stamani ho preso una decisione che speravo non sarebbe stata necessaria", ha dichiarato la Shafik in un messaggio alla comunità della Columbia: "Ho sempre detto che la vostra sicurezza è al primo posto nella mia agenda. Per abbondanza di cautela ho autorizzato la polizia a demolire l'accampamento. Ho preso questa decisione straordinaria perché queste sono circostanze straordinarie". Tra gli studenti sanzionati c'è stata Isra Hirsi, la figlia della deputata dem progressista Ilhan Omar: studia a Barnard, il braccio femminile della Columbia, ed è stata sospesa per aver partecipato all'occupazione. Sul campus si è precipitato il candidato indipendente alla Casa Bianca Cornell West: "Sono qui in solidarietà. Solidarietà con voi e con chi soffre", ha detto il 70enne intellettuale e attivista di sinistra. La Columbia ha un folto numero di studenti stranieri: tra questi, l'italiano Federico Pepe che ha minimizzato gli avvenimenti della giornata: "Da noi succede sempre, non mi sorprende", ha dichiarato al New York Times, pur dicendosi impressionato dalla mobilitazione della polizia su Broadway.

columbia university

©Getty

Madrid: ""Palestinesi devono avere un posto all'Onu e uno Stato"

Il popolo palestinese deve avere il suo posto nelle Nazioni Unite e uno Stato proprio", è il messaggio postato su X dal ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, intervenuto oggi al dibattito sull'ammissione piena della Palestina all'Onu, sostenuta da Madrid, che ha annunciato un riconoscimento unilaterale dello Stato della Palestina in funzione della realizzazione della soluzione a due Stati. "Anche il luogo e l'esistenza di Israele deve essere riconosciuto da parte di coloro che ancora non lo hanno fatto", segnala Albares. "E' di giustizia per la Palestina, è la migliore garanzia di sicurezza per Israele, Per ottenere la pace nella regione", ha aggiunto.

M.O.: Usa voteranno no su adesione Palestina a Onu

Gli Stati Uniti voteranno no alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sullo Stato palestinese nelle Nazioni Unite. Lo ha detto il vice portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Vedant Patel. La notizia è rilanciata dalla Cnn. Patel ha affermato che gli Stati Uniti "sono stati molto chiari, in modo coerente, sul fatto che azioni premature a New York, anche con le migliori intenzioni, non garantiranno lo status di Stato per il popolo palestinese". Ha inoltre osservato che non vi era unanimità sul fatto che il richiedente soddisfacesse i criteri per l'adesione come Stato. Patel ha affermato che gli Stati Uniti ritengono che "il percorso più rapido verso la statualità del popolo palestinese sia attraverso negoziati diretti tra Israele e l’Autorità Palestinese con il sostegno degli Stati Uniti e di altri partner che condividono questo obiettivo".

M.O.: Usa, situazione umanitaria a Gaza ancora disastrosa

Le circostanze umanitarie a Gaza sono ancora disastrose e Israele deve fare di più per consentire più aiuti nella Striscia e coordinarsi con le agenzie umanitarie. Lo dice il vice portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Vedant Patel. "Ci sono stati alcuni progressi misurabili che abbiamo visto per quanto riguarda l'arrivo degli aiuti umanitari a Gaza", ha detto Patel in una conferenza stampa. "Ma le circostanze a Gaza continuano ad essere terribili e occorre assolutamente fare di La crisi a cui stiamo assistendo richiede una rapida espansione di questi sforzi".


Lettera del presidente israeliano al suo omologo argentino

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha ringraziato il suo omologo argentino, Javier Milei, per "il sostegno senza indugi a Israele dopo l'attacco dell'Iran". Lo ha fatto attraverso una lettera firmata dove sottolinea che in questo momento "non e' solo Israele ad essere sotto attacco, ma l'intero mondo occidentale con i suoi valori". Il presidente argentino ha manifestato in piu' occasioni il suo allineamento assoluto con Israele con la condanna dell'aggressione di Hamas del 7 ottobre e il pieno sostegno anche all'operazione militare a Gaza.   Milei ha manifestato inizialmente anche la volonta' di spostare l'ambasciata argentina da Tel Aviv a Gerusalemme, anche se successivamente il ministero degli Esteri ha fatto dietro front sull'annuncio. (ANSA).     


G7, Tajani all G7: “Favorevoli alle sanzioni contro l’Iran”

Tra i diversi temi affrontati nel vertice dei ministri degli Esteri in corso a Capri, un focus particolare è stato quello relativo alla guerra in Medio Oriente e alle conseguenze del recente attacco di Teheran su Israele 

Guerra Medioriente, World press Photo a scatto su tragedia Gaza

La fotografia dell'anno del World Press Photo del 2024 è quella del fotografo Mohammed Salem per l'immagine scattata il 17 ottobre 2023 all'ospedale di Nasser di Gaza in cui si vede una donna, Inas Abu Maamar, che abbraccia il corpo senza vita di Saly, sua nipote, di cinque anni, avvolta in un sudario.

Il fotoreporter Salgado: "Palestinesi come gli ebrei nella Seconda Guerra Mondiale


Tajani: ”G7 compatto sulle sanzioni all'Iran”

Al termine del G7 ci saranno documenti sostanziosi su tutti i dossier affrontati, li stiamo perfezionando. Ci sarà un documento dedicato anche al Medio Oriente. Le nostre posizioni sono chiare, siamo favorevoli alla possibilità di imporre sanzioni all'Iran per l'attacco a Israele". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando con i giornalisti al G7 di Capri. L'attacco iraniano non ha avuto successo ma, ha proseguito Tajani, il G7 "invita tutti alla prudenza": "Siamo a favore del cessate il fuoco a Gaza, ci auguriamo che possa prevalere la pace con l'obiettivo dei due popoli e due stati", ha concluso.

LEGGI L'ARTICOLO

Tajani

©Getty

Unicef, a Gaza uccisi più di 13.800 bambini

Secondo il Direttore esecutivo dell'UNICEF Catherine Russell, dall'inizio della guerra il 7 ottobre, a Gaza sono stati uccisi più di 13.800 bambini. Lo riporta lla Cnn. E "un bambino viene ferito o muore ogni 10 minuti" a Gaza, ha affermato in una nota l'Ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l'emancipazione delle donne. Più di 10.000 donne sono state uccise a Gaza dall'inizio della guerra, 6.000 delle quali hanno lasciato dietro di sé' 19.000 bambini orfani, si legge nel comunicato.

Soldato franco-israeliano denunciato a Lione per "tortura"

Un soldato franco-israeliano è stato denunciato per "atti di tortura" nei confronti di palestinesi dopo la diffusione di un video sui social. E' la prima denuncia di questo genere in Francia. Nel video, che è stato diffuso a fine febbraio da una persona vicina al soldato, si vedono dei prigionieri palestinesi che subiscono violenze. Tre associazioni hanno presentato la denuncia contro il militare dalla doppia nazionalità, indicato da Le Monde come Y.O., "attualmente in servizio nell'esercito israeliano". La denuncia è stata presentata dall'avvocato Gilles Devers al foro di Lione a nome di tre associazioni: l'Associazione dei palestinesi di Francia Al Jaliya, Giustizia e diritti senza frontiere e Movimento del 30 marzo, con sede a Bruxelles. I ricorrenti accusano Y.O. di aver commesso un crimine di guerra attraverso "atti di tortura" nell'ambito di un "attacco militare per genocidio". Nel video, di 58 secondi, postato su Telegram, si vede un prigioniero vestito di bianco, con gli occhi bendati e i polsi legati dietro la schiena che tenta di scendere da un camion. Il soldato che filma la scena commenta il tutto con una serie di insulti.

M.O.: Biden su Iran, prenderemo tutte le misure necessarie

Meno di una settimana fa, l'Iran ha lanciato uno dei più grandi attacchi missilistici e droni che il mondo abbia mai visto contro Israele. Insieme ai nostri alleati e partner, gli Stati Uniti hanno difeso Israele. Abbiamo contribuito a sconfiggere questo attacco. E oggi riteniamo l'Iran responsabile, imponendo nuove sanzioni e controlli sulle esportazioni verso l'Iran". Lo afferma il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Biden prosegue: "Le sanzioni colpiscono i leader e le entità collegate al Corpo della Guardia Rivoluzionaria Islamica, al Ministero della Difesa iraniano e al programma missilistico e di droni del governo iraniano che ha permesso questo attacco sfacciato. Come ho discusso con i miei colleghi del G7 la mattina dopo l'attacco, ci siamo impegnati ad agire collettivamente per aumentare la pressione economica sull'Iran. E i nostri alleati e partner hanno o emetteranno ulteriori sanzioni e misure per limitare i programmi militari destabilizzanti dell'Iran. Durante la mia amministrazione, gli Stati Uniti hanno sanzionato oltre 600 individui ed entità, tra cui l'Iran e i suoi rappresentanti, Hamas, Hezbollah, gli Houthi e Kataib Hezbollah. E continueremo a farlo. Ho ordinato alla mia squadra, incluso il Dipartimento del Tesoro, di continuare a imporre sanzioni che degradano ulteriormente le industrie militari iraniane. Sia chiaro a tutti coloro che permettono o sostengono gli attacchi dell'Iran: gli Stati Uniti sono impegnati nella sicurezza di Israele. Siamo impegnati nella sicurezza del nostro personale e dei nostri partner nella

regione. E non esiteremo a prendere tutte le misure necessarie"

Ankara: Hamas deporrà le armi con riconoscimento Palestina

Secondo la Turchia, Hamas deporrà le armi nel caso venga riconosciuta la Palestina. "Nei negoziati politici che abbiamo tenuto per anni con Hamas, mi hanno detto che accettavano la creazione di uno Stato palestinese entro i confini del 1967 e che, una volta fondato lo Stato palestinese, Hamas non avrebbe più avuto bisogno di un braccio armato e che avrebbe continuato come partito politico", ha detto il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan a Doha, come riporta Ntv, dopo avere incontrato il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, atteso sabato in Turchia per un incontro con il presidente Recep Tayyip Erdogan.

Pasdaran: L'Iran ha individuato la posizione dei "centri nucleari" israeliani


Teheran ha individuato la posizione dei "centri nucleari" israeliani e sarà pronta a distruggerli nel caso in cui lo Stato ebraico reagisca al recente attacco iraniano contro le strutture militari israeliane, ha affermato il generale Ahmad Haqtalab, comandante dell'unità di difesa e sicurezza nucleare dei pasdaran. "La posizione dei centri nucleari del nemico sionista è stata definita e abbiamo a nostra disposizione le informazioni necessarie su tutti gli obiettivi. In risposta a qualsiasi ipotetica azione che potrebbero intraprendere, saremo pronti a lanciare potenti missili per distruggere questi obiettivi", afferma il generale Haqtalab, scrive l'agenzia di stampa Isna ripresa dalla Tass.

Crosetto: 'Israele ha necessità di reagire a Iran ma può calibrare risposta'

"Israele per certi versi ha la necessità di reagire, perché la capacità di deterrenza di Israele è garanzia di sopravvivenza per Israele. Quello che il mondo sta cercando di orientare è come Israele può reagire. Israele può calibrare la risposta". Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenendo all'incontro promosso da PwC Italia in collaborazione con il gruppo editoriale Gedi, dal titolo 'Il ruolo della ricerca militare nello sviluppo economico italiano'. "Israele - ha spiegato - può reagire in molti modi, così come molti ne aveva l'Iran. L'Iran ha scelto per la prima volta di attaccare direttamente Israele e questo è stato un passo storico, una cosa molto rilevante, di cui tenere conto. D'altra parte - ha osservato Crosetto - Israele sa benissimo che non può permettersi di aprire più fronti, sarebbe un suicidio". Per la reazione di Israele "ci sono molti modi. La mia idea - ha riferito il ministro - l'ho espressa direttamente al mio omologo, con cui ho un ottimo rapporto. E' una persona ragionevole e sensata. Vedremo nei prossimi giorni e nelle prossime ore".

Israele, ammissione piena Palestina a Onu non cambierebbe nulla

"Quanto distaccato dalla realtà può essere il Consiglio di Sicurezza anche solo a considerare una risoluzione che propone l'ammissione piena della Palestina all'Onu quando questo avrebbe un impatto positivo pari a zero per qualsiasi parte". Lo ha detto l'ambasciatore israeliano al Palazzo di Vetro, Gilad Erdan. "Se questa risoluzione passasse questo Consiglio non dovrebbe più essere conosciuto come Consiglio di sicurezza ma come Consiglio del terrore - ha aggiunto - Pensate davvero che questa risoluzione cambi la situazione sul terreno o renderebbe la pace più vicina?". 

Palestina, ammissione piena importante pilastro per la pace

"L'ammissione a pieno titolo della Palestina all'Onu sarebbe un importante pilastro per raggiungere la pace nella nostra regione. E' il momento per il Consiglio di Sicurezza di dare giustizia al popolo palestinese". Lo ha detto il rappresentante speciale del presidente palestinese, Ziad Abu Amr. "Quelli che ostruiscono tale risultato non aiutano il processo di pace tra israeliani e palestinesi e in generale in Medio Oriente", ha aggiunto, rivolgendosi "a Paesi come gli Usa che vogliono impedire la nostra ammissione a pieno titolo quando hanno sostenuto quella di Israele". 

Mondo: I più letti