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Usa bloccano l'ammissione piena della Palestina come membro all'Onu. Ira dell'Anp

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Medioriente, alta tensione tra Iran e Israele
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Medioriente, alta tensione tra Iran e Israele
00:01:21 min

Gli Stati Uniti hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l'adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli States

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Gli Stati Uniti hanno posto il veto su una misura del Consiglio di Sicurezza relativa alla richiesta di adesione della Palestina alle Nazioni Unite. La bozza di risoluzione, introdotta dall'Algeria e che "raccomanda all'Assemblea Generale che lo Stato di Palestina sia ammesso a far parte delle Nazioni Unite", ha ricevuto 12 voti a favore, due astenuti e uno contrario. La risoluzione, presentata dall'Algeria a nome del Gruppo arabo dell'Onu, ha ricevuto 12 voti a favore, due astensioni (Regno Unito e Svizzera) e il voto contrario degli Stati Uniti, sottolineando l'isolamento degli USA dalla maggioranza della comunità internazionale. Anche Paesi che erano stati ambigui durante i precedenti interventi (come Francia, Giappone, Corea ed Ecuador) hanno infine aderito alla richiesta palestinese. Avendo superato i nove voti necessari per la sua approvazione, rimaneva solo il veto per fermare la risoluzione, e gli Stati Uniti avevano gia' annunciato ieri che avrebbero esercitato questa prerogativa a favore del loro alleato, Israele, che si oppone categoricamente a uno Stato palestinese. E' la quarta volta dal 7 ottobre che gli Stati Uniti usano il loro veto a favore di Israele: prima di oggi, avevano posto il veto su tre risoluzioni che chiedevano un cessate il fuoco immediato a Gaza, con la motivazione che non riconoscevano il diritto di Israele a difendersi o che una tregua sarebbe servita solo a riarmare Hamas. La risoluzione di oggi aveva suscitato un'enorme aspettativa, e infatti i capi della diplomazia di Spagna, Iran, Algeria, Giordania, Malta, Brasile, Bolivia e Colombia si sono recati a New York, così come i rappresentanti di altri sessanta Paesi, tutti a sostegno della petizione palestinese. Come Israele, gli Stati Uniti sostengono che la proclamazione di uno Stato palestinese dovrebbe essere il risultato di negoziati bilaterali con Israele, e non imposta unilateralmente. Ma a  questo proposito, l'inviato della presidenza palestinese, Ziad Abu Amr, ha ricordato oggi al Consiglio di Sicurezza che è così che Israele è entrato nell'Onu: a seguito di una risoluzione, la numero 181, votata nel 1948, e da allora è uno Stato membro a pieno titolo


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Medioriente, alta tensione tra Iran e Israele

La risposta israeliana all'attacco iraniano potrebbe arrivare alla fine delle festività legate alla Pasqua ebraica secondo l'intelligence statunitense.

Medioriente, alta tensione tra Iran e Israele
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Medioriente, alta tensione tra Iran e Israele
00:01:21 min

Usa a Israele, preoccupati per operazioni a Rafah

Gli Stati Uniti hanno "espresso preoccupazione sulle varie linee d'azione a Rafah" nella riunione del gruppo strategico Usa-Israele convocato dal cosigliere per la sicurezza americana Jake Sullivan. Lo riferisce la Casa Bianca in una nota. La parte israeliana, guidata dal ministro per gli affari strategici Ron Dermer e dal consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi, ha assicurato Washington che "terrà conto di queste preoccupazioni". Nella riunione Sullivan ha inoltre "informato la parte israeliana delle nuove sanzioni imposte oggi contro l'Iran, in coordinamento con il Congresso e gli alleati del del G7.

Jake Sullivan

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Raduni pro-palestinesi alla Columbia, studenti arrestati

Per prima volta in oltre 50 anni la polizia è entrata nel campus della Columbia University e ha arrestato decine di studenti. Chiamati dalla presidente dell'ateneo, Minouche Shafik che solo ieri aveva testimoniato in Congresso sull'antisemitismo nei campus, agenti in assetto anti-sommossa sono penetrati nel recinto dell'università ammanettando una settantina di ragazzi che protestavano per la causa dei palestinesi. Ieri, sotto il fuoco di fila delle domande dei deputati repubblicani che in dicembre avevano 'impallinato' le colleghe di Harvard, Claudine Gay, e Penn State, Liz Magill, costringendo entrambe alle dimissioni, la Shafik si era impegnata a fare di più per contenere le proteste pro-Gaza e anti-Israele. La presidente aveva ammesso che alcuni degli slogan gridati nelle proteste del dopo 7 ottobre erano a carattere antisemita: la mossa di oggi, che ha messo a rischio il delicato gioco di equilibrio tra difesa della libertà di espressione e la protezione da affermazioni giudicate discriminatorie e offensive, potrebbe esser stata un boomerang.. "Stamani ho preso una decisione che speravo non sarebbe stata necessaria", ha dichiarato la Shafik in un messaggio alla comunità della Columbia: "Ho sempre detto che la vostra sicurezza è al primo posto nella mia agenda. Per abbondanza di cautela ho autorizzato la polizia a demolire l'accampamento. Ho preso questa decisione straordinaria perché queste sono circostanze straordinarie". Tra gli studenti sanzionati c'è stata Isra Hirsi, la figlia della deputata dem progressista Ilhan Omar: studia a Barnard, il braccio femminile della Columbia, ed è stata sospesa per aver partecipato all'occupazione. Sul campus si è precipitato il candidato indipendente alla Casa Bianca Cornell West: "Sono qui in solidarietà. Solidarietà con voi e con chi soffre", ha detto il 70enne intellettuale e attivista di sinistra. La Columbia ha un folto numero di studenti stranieri: tra questi, l'italiano Federico Pepe che ha minimizzato gli avvenimenti della giornata: "Da noi succede sempre, non mi sorprende", ha dichiarato al New York Times, pur dicendosi impressionato dalla mobilitazione della polizia su Broadway.

columbia university

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Madrid: ""Palestinesi devono avere un posto all'Onu e uno Stato"

Il popolo palestinese deve avere il suo posto nelle Nazioni Unite e uno Stato proprio", è il messaggio postato su X dal ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, intervenuto oggi al dibattito sull'ammissione piena della Palestina all'Onu, sostenuta da Madrid, che ha annunciato un riconoscimento unilaterale dello Stato della Palestina in funzione della realizzazione della soluzione a due Stati. "Anche il luogo e l'esistenza di Israele deve essere riconosciuto da parte di coloro che ancora non lo hanno fatto", segnala Albares. "E' di giustizia per la Palestina, è la migliore garanzia di sicurezza per Israele, Per ottenere la pace nella regione", ha aggiunto.

M.O.: Usa voteranno no su adesione Palestina a Onu

Gli Stati Uniti voteranno no alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sullo Stato palestinese nelle Nazioni Unite. Lo ha detto il vice portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Vedant Patel. La notizia è rilanciata dalla Cnn. Patel ha affermato che gli Stati Uniti "sono stati molto chiari, in modo coerente, sul fatto che azioni premature a New York, anche con le migliori intenzioni, non garantiranno lo status di Stato per il popolo palestinese". Ha inoltre osservato che non vi era unanimità sul fatto che il richiedente soddisfacesse i criteri per l'adesione come Stato. Patel ha affermato che gli Stati Uniti ritengono che "il percorso più rapido verso la statualità del popolo palestinese sia attraverso negoziati diretti tra Israele e l’Autorità Palestinese con il sostegno degli Stati Uniti e di altri partner che condividono questo obiettivo".

M.O.: Usa, situazione umanitaria a Gaza ancora disastrosa

Le circostanze umanitarie a Gaza sono ancora disastrose e Israele deve fare di più per consentire più aiuti nella Striscia e coordinarsi con le agenzie umanitarie. Lo dice il vice portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Vedant Patel. "Ci sono stati alcuni progressi misurabili che abbiamo visto per quanto riguarda l'arrivo degli aiuti umanitari a Gaza", ha detto Patel in una conferenza stampa. "Ma le circostanze a Gaza continuano ad essere terribili e occorre assolutamente fare di La crisi a cui stiamo assistendo richiede una rapida espansione di questi sforzi".


Lettera del presidente israeliano al suo omologo argentino

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha ringraziato il suo omologo argentino, Javier Milei, per "il sostegno senza indugi a Israele dopo l'attacco dell'Iran". Lo ha fatto attraverso una lettera firmata dove sottolinea che in questo momento "non e' solo Israele ad essere sotto attacco, ma l'intero mondo occidentale con i suoi valori". Il presidente argentino ha manifestato in piu' occasioni il suo allineamento assoluto con Israele con la condanna dell'aggressione di Hamas del 7 ottobre e il pieno sostegno anche all'operazione militare a Gaza.   Milei ha manifestato inizialmente anche la volonta' di spostare l'ambasciata argentina da Tel Aviv a Gerusalemme, anche se successivamente il ministero degli Esteri ha fatto dietro front sull'annuncio. (ANSA).     


G7, Tajani all G7: “Favorevoli alle sanzioni contro l’Iran”

Tra i diversi temi affrontati nel vertice dei ministri degli Esteri in corso a Capri, un focus particolare è stato quello relativo alla guerra in Medio Oriente e alle conseguenze del recente attacco di Teheran su Israele 

Tajani: massimo impegno politico per l'Ucraina
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Tajani: massimo impegno politico per l'Ucraina
00:06:07 min

Guerra Medioriente, World press Photo a scatto su tragedia Gaza

La fotografia dell'anno del World Press Photo del 2024 è quella del fotografo Mohammed Salem per l'immagine scattata il 17 ottobre 2023 all'ospedale di Nasser di Gaza in cui si vede una donna, Inas Abu Maamar, che abbraccia il corpo senza vita di Saly, sua nipote, di cinque anni, avvolta in un sudario.

Guerra Medioriente, World press Photo a scatto su tragedia Gaza
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Guerra Medioriente, World press Photo a scatto su tragedia Gaza
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Il fotoreporter Salgado: "Palestinesi come gli ebrei nella Seconda Guerra Mondiale


Tajani: ”G7 compatto sulle sanzioni all'Iran”

Al termine del G7 ci saranno documenti sostanziosi su tutti i dossier affrontati, li stiamo perfezionando. Ci sarà un documento dedicato anche al Medio Oriente. Le nostre posizioni sono chiare, siamo favorevoli alla possibilità di imporre sanzioni all'Iran per l'attacco a Israele". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando con i giornalisti al G7 di Capri. L'attacco iraniano non ha avuto successo ma, ha proseguito Tajani, il G7 "invita tutti alla prudenza": "Siamo a favore del cessate il fuoco a Gaza, ci auguriamo che possa prevalere la pace con l'obiettivo dei due popoli e due stati", ha concluso.

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Tajani

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Unicef, a Gaza uccisi più di 13.800 bambini

Secondo il Direttore esecutivo dell'UNICEF Catherine Russell, dall'inizio della guerra il 7 ottobre, a Gaza sono stati uccisi più di 13.800 bambini. Lo riporta lla Cnn. E "un bambino viene ferito o muore ogni 10 minuti" a Gaza, ha affermato in una nota l'Ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l'emancipazione delle donne. Più di 10.000 donne sono state uccise a Gaza dall'inizio della guerra, 6.000 delle quali hanno lasciato dietro di sé' 19.000 bambini orfani, si legge nel comunicato.

Soldato franco-israeliano denunciato a Lione per "tortura"

Un soldato franco-israeliano è stato denunciato per "atti di tortura" nei confronti di palestinesi dopo la diffusione di un video sui social. E' la prima denuncia di questo genere in Francia. Nel video, che è stato diffuso a fine febbraio da una persona vicina al soldato, si vedono dei prigionieri palestinesi che subiscono violenze. Tre associazioni hanno presentato la denuncia contro il militare dalla doppia nazionalità, indicato da Le Monde come Y.O., "attualmente in servizio nell'esercito israeliano". La denuncia è stata presentata dall'avvocato Gilles Devers al foro di Lione a nome di tre associazioni: l'Associazione dei palestinesi di Francia Al Jaliya, Giustizia e diritti senza frontiere e Movimento del 30 marzo, con sede a Bruxelles. I ricorrenti accusano Y.O. di aver commesso un crimine di guerra attraverso "atti di tortura" nell'ambito di un "attacco militare per genocidio". Nel video, di 58 secondi, postato su Telegram, si vede un prigioniero vestito di bianco, con gli occhi bendati e i polsi legati dietro la schiena che tenta di scendere da un camion. Il soldato che filma la scena commenta il tutto con una serie di insulti.

M.O.: Biden su Iran, prenderemo tutte le misure necessarie

Meno di una settimana fa, l'Iran ha lanciato uno dei più grandi attacchi missilistici e droni che il mondo abbia mai visto contro Israele. Insieme ai nostri alleati e partner, gli Stati Uniti hanno difeso Israele. Abbiamo contribuito a sconfiggere questo attacco. E oggi riteniamo l'Iran responsabile, imponendo nuove sanzioni e controlli sulle esportazioni verso l'Iran". Lo afferma il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Biden prosegue: "Le sanzioni colpiscono i leader e le entità collegate al Corpo della Guardia Rivoluzionaria Islamica, al Ministero della Difesa iraniano e al programma missilistico e di droni del governo iraniano che ha permesso questo attacco sfacciato. Come ho discusso con i miei colleghi del G7 la mattina dopo l'attacco, ci siamo impegnati ad agire collettivamente per aumentare la pressione economica sull'Iran. E i nostri alleati e partner hanno o emetteranno ulteriori sanzioni e misure per limitare i programmi militari destabilizzanti dell'Iran. Durante la mia amministrazione, gli Stati Uniti hanno sanzionato oltre 600 individui ed entità, tra cui l'Iran e i suoi rappresentanti, Hamas, Hezbollah, gli Houthi e Kataib Hezbollah. E continueremo a farlo. Ho ordinato alla mia squadra, incluso il Dipartimento del Tesoro, di continuare a imporre sanzioni che degradano ulteriormente le industrie militari iraniane. Sia chiaro a tutti coloro che permettono o sostengono gli attacchi dell'Iran: gli Stati Uniti sono impegnati nella sicurezza di Israele. Siamo impegnati nella sicurezza del nostro personale e dei nostri partner nella

regione. E non esiteremo a prendere tutte le misure necessarie"

Ankara: Hamas deporrà le armi con riconoscimento Palestina

Secondo la Turchia, Hamas deporrà le armi nel caso venga riconosciuta la Palestina. "Nei negoziati politici che abbiamo tenuto per anni con Hamas, mi hanno detto che accettavano la creazione di uno Stato palestinese entro i confini del 1967 e che, una volta fondato lo Stato palestinese, Hamas non avrebbe più avuto bisogno di un braccio armato e che avrebbe continuato come partito politico", ha detto il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan a Doha, come riporta Ntv, dopo avere incontrato il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, atteso sabato in Turchia per un incontro con il presidente Recep Tayyip Erdogan.

Pasdaran: L'Iran ha individuato la posizione dei "centri nucleari" israeliani


Teheran ha individuato la posizione dei "centri nucleari" israeliani e sarà pronta a distruggerli nel caso in cui lo Stato ebraico reagisca al recente attacco iraniano contro le strutture militari israeliane, ha affermato il generale Ahmad Haqtalab, comandante dell'unità di difesa e sicurezza nucleare dei pasdaran. "La posizione dei centri nucleari del nemico sionista è stata definita e abbiamo a nostra disposizione le informazioni necessarie su tutti gli obiettivi. In risposta a qualsiasi ipotetica azione che potrebbero intraprendere, saremo pronti a lanciare potenti missili per distruggere questi obiettivi", afferma il generale Haqtalab, scrive l'agenzia di stampa Isna ripresa dalla Tass.

Crosetto: 'Israele ha necessità di reagire a Iran ma può calibrare risposta'

"Israele per certi versi ha la necessità di reagire, perché la capacità di deterrenza di Israele è garanzia di sopravvivenza per Israele. Quello che il mondo sta cercando di orientare è come Israele può reagire. Israele può calibrare la risposta". Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenendo all'incontro promosso da PwC Italia in collaborazione con il gruppo editoriale Gedi, dal titolo 'Il ruolo della ricerca militare nello sviluppo economico italiano'. "Israele - ha spiegato - può reagire in molti modi, così come molti ne aveva l'Iran. L'Iran ha scelto per la prima volta di attaccare direttamente Israele e questo è stato un passo storico, una cosa molto rilevante, di cui tenere conto. D'altra parte - ha osservato Crosetto - Israele sa benissimo che non può permettersi di aprire più fronti, sarebbe un suicidio". Per la reazione di Israele "ci sono molti modi. La mia idea - ha riferito il ministro - l'ho espressa direttamente al mio omologo, con cui ho un ottimo rapporto. E' una persona ragionevole e sensata. Vedremo nei prossimi giorni e nelle prossime ore".

Israele, ammissione piena Palestina a Onu non cambierebbe nulla

"Quanto distaccato dalla realtà può essere il Consiglio di Sicurezza anche solo a considerare una risoluzione che propone l'ammissione piena della Palestina all'Onu quando questo avrebbe un impatto positivo pari a zero per qualsiasi parte". Lo ha detto l'ambasciatore israeliano al Palazzo di Vetro, Gilad Erdan. "Se questa risoluzione passasse questo Consiglio non dovrebbe più essere conosciuto come Consiglio di sicurezza ma come Consiglio del terrore - ha aggiunto - Pensate davvero che questa risoluzione cambi la situazione sul terreno o renderebbe la pace più vicina?". 

Palestina, ammissione piena importante pilastro per la pace

"L'ammissione a pieno titolo della Palestina all'Onu sarebbe un importante pilastro per raggiungere la pace nella nostra regione. E' il momento per il Consiglio di Sicurezza di dare giustizia al popolo palestinese". Lo ha detto il rappresentante speciale del presidente palestinese, Ziad Abu Amr. "Quelli che ostruiscono tale risultato non aiutano il processo di pace tra israeliani e palestinesi e in generale in Medio Oriente", ha aggiunto, rivolgendosi "a Paesi come gli Usa che vogliono impedire la nostra ammissione a pieno titolo quando hanno sostenuto quella di Israele". 

Israele, attacco di Hezbollah ferisce 14 soldati israeliani

Nuove sanzioni Gb contro Iran, 'colpiti leader e forze responsabili attacco a Israele'

"Oggi abbiamo sanzionato i capobanda delle forze militari iraniane e le forze responsabili dell'attacco dello scorso weekend". Così il premier britannico, Rishi Sunak, ha annunciato le nuove sanzioni britanniche, adottate insieme agli Usa, contro l'Iran "per mostrare l'inequivocabile condanna a questo comportamento e limitare ulteriormente la capacitò dell'Iran di destabilizzare la regione". Le nuove sanzioni colpiscono sette individui e sei entità "che hanno permesso all'Iran di condurre l'attività di destabilizzazione regionale, compreso l'attacco diretto ad Israele", si legge in un comunicato del governo britannico che ricorda come queste si aggiungono alle oltre 400 misure già imposte da Londra. 

"In un pacchetto coordinato con gli Usa, importanti figure dell'esercito iraniano sono sanzionate in risposta all'attacco pericoloso contro Israele del 14 aprile - continua il comunicato - il Regno Unito e gli Stati Uniti hanno anche annunciato una serie di sanzioni per stringere la morsa su una serie di attori chiave dell'industria di droni e missili iraniana e limitare ulteriormente la capacità dell'Iran di destabilizzare la regione". 

Guterres: in Medio Oriente rischio di conflitto regionale

"È il momento di porre fine al sanguinoso ciclo di ritorsioni. La comunità internazionale deve lavorare insieme per prevenire qualsiasi azione che possa spingere l'intero Medio Oriente oltre il limite, con un impatto devastante sulla popolazione civile". Lo ha detto il segretario generale Onu, Antonio Guterres, in Consiglio di Sicurezza. "Negli ultimi giorni si è assistito a una pericolosa escalation, un errore di calcolo o un errore di comunicazione potrebbero portare all'impensabile, un conflitto regionale su vasta scala che sarebbe devastante", ha aggiunto chiedendo la "massima moderazione". 

Voto su ammissione piena Palestina a Onu anticipato a oggi

Il voto della bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu sull'ammissione a pieno titolo della Palestina alle Nazioni Unite e' stato anticipato alle 17 locali, le 23 ora italiana. La presidenza maltese del Cds aveva fissato ufficialmente il voto per domani alle 15 (le 21 italiane), ma al termine di una battaglia sulla tempistica portata avanti dagli stati arabi che ha creato il caos al Palazzo di Vetro, si e' deciso di anticipare.

Mo: focus su Rafah tra funzionari Usa e Israele

Funzionari americani e israeliani terranno oggi un incontro virtuale ad alto livello per discutere di un'eventuale operazione militare dell'Idf a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove hanno trovato rifugio milioni di profughi. Lo scrive Axios citando funzionari americani a condizione di anonimato, secondo i quali Washington sta cercando di dissuadere gli israeliani ad attaccare proponendo alternative. Un simile incontro si era svolto il primo aprile.

Libano: venerdì premier e capo esercito da Macron a Parigi

Il presidente francese Emmanuel Macron riceverà venerdì a mezzogiorno a Parigi il primo ministro libanese Najib Mikati e il comandante in capo dell'esercito Joseph Aoun. Lo ha annunciato l'Eliseo, senza dare ulteriori informazioni. Nel contesto di forti tensioni regionali, il Libano è devastato da una grave crisi politica, insieme a una crisi economica che va avanti da anni. 


Nuove sanzioni all'Iran anche da GB, nel mirino i droni

Il Regno Unito aderisce al nuovo pacchetto di sanzioni contro l'Iran annunciato oggi a Washington. Lo riportano i media britannici precisando che l'iniziativa è stata presa congiuntamente dall'amministrazione di Joe Biden e dal governo di Rishi Sunak dopo la recente rappresaglia di Teheran contro Israele. E che riguarda in particolare soggetti o entità indicate come coinvolte nella produzione di droni: strumento che la Repubblica Islamica ha usato nell'azione contro Israele e che fornisce da tempo anche alla Russia, per la guerra in Ucraina. 

Biden impone nuove sanzioni contro l'Iran

Gli Stati Uniti hanno annunciato nuove sanzioni contro l'Iran. "Siamo impegnati nella difesa di Israele, dei nostri soldati e dei nostri partner nella regione. E non esiteremo a intraprendere tutte le azioni necessarie" contro gli attacchi di Teheran e dei suoi alleati, ha dichiarato il presidente in una nota. 

Israele aveva calcolato male la risposta dell'Iran al raid

L'attacco al consolato iraniano a Damasco del primo aprile, durante il quale è stato ucciso il generale iraniano Mohammed Reza Zahedi, è stato attentamente pianificato ma gli israeliani avevano calcolato male la riposta di Teheran. E' quanto svela il New York Times citando documenti interni israeliani. Secondo funzionari americani e israeliani, lo Stato ebraico si aspettava come risposta della Repubblica islamica solo attacchi su piccola scala da parte sua o dei suoi alleati regionali. Secondo i documenti visionati dal NYT, il gabinetto di guerra israeliano aveva approvato l'operazione per il 22 marzo, una settimana prima. Gli Stati Uniti sono stati aggiornati sui piani di Israele solo "pochi istanti" prima dell'attacco, avvenuto il primo aprile. Una circostanza che ha fatto arrabbiare Washington, con il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, che il 3 aprile si è lamentato con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, sottolineando che l'attacco aveva messo in pericolo le truppe statunitensi e che la mancanza di avvertimento da parte di Israele non aveva dato loro il tempo di prepararsi.

Proteste contro accordo con Israele, Google caccia 28 dipendenti

Google ha annunciato di aver licenziato 28 dipendenti che hanno protestato contro il contratto siglato dal gigante tecnologico con il governo israeliano. Lo riferisce il Wall Street Journal. Il vicepresidente  della sicurezza globale Chris Rackow ha spiegato in una email interna che spiegava come i licenziamenti siano avvenuti in seguito ad un'indagine ha scoperto che gli impiegati erano coinvolti nelle proteste negli uffici di New York e Sunnyvale, in California. Una portavoce di No Tech for Apartheid, il gruppo che ha organizzato le manifestazioni, ha attaccato i licenziamenti definendoli "una ritorsione".  "E' la prova che Google apprezza il suo contratto da 1,2 miliardi di dollari con il governo israeliano genocida più dei suoi stessi lavoratori", si legge in una nota dell'organizzazione. Ieri diversi dipendenti del gigante del tech erano stati arrestati dopo aver organizzato sit-in per protestare contro la fornitura di tecnologie ad Israele. Già a dicembre alcuni dipendenti Google avevano diffuso e-mail interne, manifestato fuori dagli uffici aziendali e organizzato un "die-in" a San Francisco bloccando il traffico di una strada. Agli inizi di marzo Google ha licenziato un dipendente che nel corso di una conferenza a New York ha protestato durante il discorso del massimo dirigente della società in Israele.

Onu, a Gaza è emergenza rifiuti

Nella terribile situazione umanitaria di Gaza fatta di morte, distruzione, mancanza di cibo e cure mediche, c'è anche l'emergenza rifiuti. Più di 1,7 milioni di palestinesi costretti a fuggire dalle loro case nel nord per cercare rifugio al sud, oltre a quelli sfollati in ondate successive nei governatorati meridionali, vivono in tende di fortuna o rifugi temporanei tra mucchi di spazzatura non raccolta, in una situazione che si preannuncia come un'incombente crisi ambientale e di salute pubblica. Il problema della gestione dei rifiuti solidi a Gaza è diventato un'emergenza per la quale sono urgentemente necessarie assistenza e soluzioni. A denunciarlo è il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (Undp) secondo cui se la questione dei rifiuti solidi, compresi i rifiuti sanitari, non viene adeguatamente affrontata e risolta aggraverà le sofferenze della popolazione e avrà implicazioni pesanti per la salute pubblica. I rifiuti, secondo gli esperti, contamineranno i terreni e la falda acquifera poiché gli inquinanti penetrano nel suolo, con conseguenze a lungo termine. L'agenzia dell'Onu rileva come già prima del 7 ottobre Gaza affrontava problemi di gestione dei rifiuti, producendo l'incredibile cifra di 1.700 tonnellate di rifiuti al giorno che venivano riversati in due sole discariche principali. Prima della guerra, 3,9 milioni di tonnellate di rifiuti venivano smaltiti nella discarica principale di Johr Edeek, nel nord del Paese, e i rifiuti accatastati erano alti da 20 a 35 metri dal suolo. La discarica ha funzionato oltre la capacità per anni e i rifiuti venivano spesso bruciati a causa della mancanza di risorse, sollevando crescenti preoccupazioni per gli effetti dannosi per l'ambiente e la salute. Nella Striscia, sottolinea l'Undp,  il numero di veicoli per la raccolta dei rifiuti solidi è diminuito da 112 a 73 tra il 2017 e il 2022 perché la maggior parte di questi mezzi erano obsoleti e di qualità e quantità insufficiente per le esigenze, con un veicolo che serviva 21.000 abitanti e un netturbino che serviva 3.343 abitanti. La guerra ha causato ulteriori danni, paralizzato le infrastrutture vitali per la raccolta dei rifiuti e aggravato una situazione già disastrosa. L'Undp ha dunque messo in campo un'iniziativa per sostenere il Joint Solid Waste Management Services Council (Jsc-Krm) nei governatorati meridionali di Rafah, Khan Younis e Middle Area che prevede la distribuzione di carburante e l'impiego di lavoratori per supervisionare le operazioni di raccolta dei rifiuti. 

L'Iran minaccia di attaccare i siti nucleari israeliani

Teheran ha individuato la posizione dei "centri nucleari" israeliani e sarà pronta a distruggerli nel caso in cui lo Stato ebraico reagisca al recente attacco iraniano contro le strutture militari israeliane, ha affermato il generale Ahmad Haqtalab, comandante dell'unità di difesa e sicurezza nucleare dei pasdaran. "La posizione dei centri nucleari del nemico sionista è stata definita e abbiamo a nostra disposizione le informazioni necessarie su tutti gli obiettivi. In risposta a qualsiasi ipotetica azione che potrebbero intraprendere, saremo pronti a lanciare potenti missili per distruggere questi obiettivi", afferma il generale Haqtalab, scrive l'agenzia di stampa Isna ripresa dalla Tass. 

Pasdaran: "L'Iran potrebbe rivedere sua dottrina nucleare"

L'Iran potrebbe rivedere la sua "dottrina nucleare" in mezzo alle minacce israeliane, ha detto un alto comandante delle Guardie rivoluzionarie iraniane secondo l'agenzia di stampa semi-ufficiale Tasnim, sollevando preoccupazioni sul programma nucleare di Teheran, che ha sempre affermato essere strettamente per scopi pacifici. "Una revisione della nostra dottrina e politica nucleare, nonché delle  considerazioni precedentemente comunicate, è del tutto possibile", ha detto Ahmad Haghtalab, il comandante responsabile della sicurezza nucleare, secondo Tasnim. Haghtalab ha aggiunto che l'Iran è pronto a "lanciare potenti missili per distruggere obiettivi designati" in Israele, e che se Israele oserà colpire i siti nucleari iraniani, risponderà. Abbiamo il dito sul grilletto", ha ammonito. 

World Press Photo 2024, la foto dell’anno è una donna palestinese con la nipote morta

L’immagine che ha vinto la 67esima edizione del prestigioso premio foto-giornalistico è uno scatto di Mohammed Salem, titolato “A Palestinian Woman Embraces the Body of Her Niece”, che mostra una donna palestinese mentre culla il corpo della nipote di cinque anni nella Striscia di Gaza. La foto è stata scattata il 17 ottobre 2023 all’ospedale Nasser di Khan Younis. GUARDA LA GALLERY

world press photo

La Pietà di Gaza vince il World Press Photo 2024

La fotografia dell'anno del World Press Photo del 2024 è quella del fotografo Mohammed Salem per l'immagine scattata il 17 ottobre 2023 all'ospedale di Nasser di Gaza in cui si vede una donna, Inas Abu Maamar, che abbraccia il corpo senza vita di Saly, sua nipote, di cinque anni, avvolta in un sudario. Lo rende noto sui social il World Press Photo.

Sopravvissuto ai raid, 13enne muore per il lancio di aiuti

Un ragazzo palestinese di 13 anni sopravvissuto ad un attacco aereo israeliano che ha distrutto la casa della sua famiglia a novembre è morto durante un lancio di aiuti alimentari a Gaza. Zein Oroq era rimasto sepolto sotto le macerie dopo il raid dello scorso anno nel quale sono morti 17 membri della sua famiglia allargata. Nonostante le ferite, era riuscito a sopravvivere al raid. La settimana scorsa, durante un lancio di aiuti, Zein è stato colpito alla testa da uno dei pacchi mentre correva nel disperato tentativo di afferrare una lattina di fave, riso o farina. Lo riferisce il Guardian.

Blinken a Kuleba, 'impegno per integrazione euro-atlantica Kiev'

"Importante incontro oggi con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba a Capri. Ho riaffermato l'impegno degli Stati Uniti a sostenere gli obiettivi di integrazione euro-atlantica dell'Ucraina e la sua lotta contro l'aggressione della Russia". Lo scrive su X il Segretario di Stato Usa Antony Blinken dopo l'incontro con l'omologo ucraino a margine del G7 Esteri a Capri. 

Ministero Sanità Hamas, il bilancio dei morti sale a 33.970

Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha dichiarato che almeno 33.970 persone sono state uccise durante gli oltre sei mesi di guerra tra Israele e i militanti palestinesi. Il bilancio comprende almeno 71 morti nelle ultime 24 ore, ha dichiarato il ministero, aggiungendo che 76.770 persone sono state ferite nella Striscia di Gaza dall'inizio della guerra. 

L'Iran minaccia di attaccare i siti nucleari israeliani

L'Iran minaccia di attaccare i siti nucleari israeliani in caso di "aggressione" da parte dello Stato ebraico. Lo annunciano i pasdaran, secondo quanto riferisce la Tass. 

Cnn: "Raid a Rafah, uccisi 8 membri di una famiglia

Nel raid israeliano di ieri sera a Rafah sono morte 8 persone di una stessa famiglia, tra cui 5 bambini. Lo scrive la Cnn online che cita funzionari dell'ospedale. L'attacco aereo è avvenuto nel quartiere di Al-Salam, nella parte meridionale di Rafah. I corpi delle vittime - tutti appartenenti alla famiglia Ayyad, sfollata da Gaza City, nella parte settentrionale dell'enclave - sono stati portati all'ospedale Abu Yousuf Najjar. Tra gli otto morti c'erano cinque bambini, secondo un elenco fornito da un funzionario dell'ospedale

Iran, 'il G7 non prenda misure poco costruttive contro di noi'

L'Iran ha chiesto al G7 di non adottare "misure non costruttive" nei confronti di Teheran per l'attacco contro Israele. "Indubbiamente, l'adozione di decisioni non costruttive nei confronti dell'Iran, e l'accompagnarsi irresponsabile dei Paesi occidentali al regime israeliano riguardo alle sue misure che violano il diritto internazionale incoraggeranno il regime a continuare le sue azioni malvagie e il suo avventurismo, e di conseguenza aggraveranno le tensioni nella regione e nel mondo", ha affermato l'ambasciata iraniana a Londra in un comunicato, come riporta Irna, mentre si sta svolgendo a Capri il vertice dei ministri degli Esteri del G7.

Media, 'Israele ha usato bombe al fosforo nel sud del Libano'

Israele torna a lanciare bombe al fosforo in aree popolate da civili nel sud del Libano, una pratica considerata illegale dal diritto umanitario internazionale: la denuncia odierna giunge dai media libanesi che citano testimoni e fonti locali nella zona di Khiam, nel sud del Libano, dove nella notte l'aviazione israeliana ha sganciato ordigni incendiari "al fosforo bianco". Da ottobre a oggi sono state numerose le circostanze in cui organizzazioni locali e internazionali - tra cui Human Rights Watch - hanno denunciato l'uso di bombe al fosforo in aree civili libanesi e della Striscia di Gaza da parte di Israele. Lo Stato ebraico smentisce simili ricostruzioni. La cittadina di Khiam, non lontano dalla zona del fronte tra Hezbollah e Israele, è stata bersagliata nella notte da sei diversi raid aerei e da cannoneggiamenti dell'artiglieria israeliani. Nei bombardamenti un giovane civile è rimasto ucciso. 

Fonte Usa, 'improbabile attacco fino a fine Pasqua ebraica'

E' improbabile che Israele attacchi l'Iran prima della fine della Pasqua ebraica che comincia lunedì 22 aprile e termina il 29. Lo ha detto una fonte Usa all'emittente Abc, ripresa dai media israeliani. La stessa fonte ha tuttavia aggiunto che "tutto può sempre cambiare". Poi ha sottolineato che i comandanti dei Pasdaran e l'altra leadership iraniana sono ancora in una situazione di allarme elevato, con alcuni nascosti in case sicure e strutture sotterranee. 

Raid di Israele in Libano, ucciso un civile nel sud

Un civile libanese è stato ucciso stamani nel sud del Libano a seguito di raid aerei israeliani contro obiettivi degli Hezbollah nei pressi della località di Khiam, poco distante dalla linea di demarcazione tra i due Paesi. L'agenzia governativa di notizie libanese Nna riferisce che Ahmad Hasan Ahmad è morto in seguito alle ferite riportate dopo che l'abitazione nella quale si trovava è crollata durante i bombardamenti israeliani. In Libano in sei mesi di guerra tra Hezbollah e Israele sono stati uccisi più di 60 civili, secondo i conteggi dei media di Beirut.

L'Iran ha finanziato Hamas con 200 milioni. Le prove sul Times

Durante le operazioni militari a Gaza, l'esercito israeliano ha trovato una serie di lettere indirizzate a Yahya Sinwar, il capo di Hamas nella regione, che rivelano dettagliati flussi di finanziamento da parte dell'Iran al gruppo combattente palestinese. Queste lettere, una delle quali datata 2020 e l'altra del 2021, documentano trasferimenti finanziari significativi, evidenziando la persistente dipendenza di Hamas dai fondi iraniani per le sue operazioni. Lo rivela il Times di Londra, che pubblica anche le lettere. 

Il documento più recente dettaglia i pagamenti effettuati in seguito alla cosiddetta "Operazione Spada di Gerusalemme", con somme che ammontano a decine di milioni di dollari. In particolare, dopo il conflitto del 2021, l'Iran ha trasferito 58 milioni di dollari a Hamas, oltre ad altre somme minori destinate sia all'apparato militare che a quello politico del gruppo. Questi fondi sarebbero stati consegnati in contanti a Beirut da ufficiali della Guardia Repubblicana iraniana e poi trasferiti a Gaza attraverso una rete di cambiavalute.

La lettera più vecchia, al contrario, risale al periodo di un altro conflitto tra Israele e Hamas, tra il 2014 e il 2020, durante il quale sono stati trasferiti un totale di 154 milioni di dollari. Questi fondi erano apparentemente destinati direttamente a figure chiave di Hamas, compreso Sinwar, oltre a finanziare le operazioni militari durante il conflitto. Il ritrovamento di queste lettere fornisce una chiara testimonianza del sostegno continuativo dell'Iran a Hamas, nonostante le numerose dichiarazioni internazionali e le sanzioni. La documentazione suggerisce una relazione intricata e dettagliata tra il gruppo combattente palestinese e i suoi finanziatori in Iran, con implicazioni significative per la stabilità regionale.

G7, Baerbock: "No escalation, ulteriori misure contro Iran"

Il G7 deve rispondere all'attacco "senza precedenti" dell'Iran contro Israele: lo ha sottolineato il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock aggiungendo che, dalla riunione dei ministri degli Esteri del G7, usciranno ulteriori misure nei confronti del regime degli 'ayatollah'. "Stiamo discutendo ulteriori misure qui al G7, perché ovviamente ci deve essere una risposta a questo incidente senza precedenti", ha detto Baerbock che partecipa alla riunione ministeriale del gruppo composto da Canada, Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Giappone e Stati Uniti. Baerbock ha sottolineato che una "escalation" deve essere evitata. 

Hezbollah, 'due nostri combattenti uccisi da Israele'

Gli Hezbollah libanesi hanno annunciato l'uccisione nelle ultime ore di due suoi combattenti in raid israeliani nel sud del Libano, lungo la linea del fronte con lo Stato ebraico. Secondo i comunicati del partito armato libanese, i due combattenti sono stati uccisi a Kfar Kila , località a ridosso della linea di demarcazione tra i due Paesi. Martedì, tre combattenti di Hezbollah erano stati uccisi in raid israeliani nel sud del Libano. Secondo conteggi dei media di Beirut, sono circa 280 i combattenti di Hezbollah uccisi da Israele dall'8 ottobre scorso, data di inizio degli scambi di fuoco tra lo Stato ebraico e il movimento libanese alleato di Iran e di Hamas.

Israele, terrorista dell'Isis arrestato in Cisgiordania

Un presunto terrorista dell'Isis è stato arrestato dalla polizia di frontiera israeliana mentre si preparava a compiere un attacco. In una dichiarazione congiunta della polizia nazionale, della polizia di Gerusalemme e del servizio di intelligence interno (Shin Bet), le autorità hanno spiegato che l'uomo è stato arrestato dopo un'operazione nella città di Beituna, a ovest di Ramallah. All'operazione hanno preso parte anche soldati dell'esercito e dell'aeronautica israeliani. Secondo il Times of Israel l'uomo arrestato è palestinese e ha tentato di fuggire dopo che le forze di sicurezza sono entrate nell'edificio in cui si trovava. E' stato arrestato da un agente sotto copertura mentre cercava di estrarre un'arma. "Si tratta di un combattente dell'Isis che intendeva compiere un attacco nell'immediato futuro ed è stato trasferito per l'interrogatorio allo Shin Bet", hanno spiegato le autorità. 

NYT, Israele ha sottovalutato la gravità della risposta iraniana

I funzionari israeliani hanno mal calcolato la gravità della risposta iraniana all'attacco del 1mo aprile al consolato di Teheran a Damasco in cui sono rimasti uccisi diversi comandanti delle Guardie della Rivoluzione islamica. Lo scrive il New York Times. "Gli israeliani hanno fatto male i calcoli, pensando che l'Iran non avrebbe reagito con forza", si legge nel documento che cita diverse fonti americane. Il giornale afferma che i funzionari Usa si sono arrabbiati per essere stati informati solo pochi minuti prima dell'attacco a Damasco, mentre due fonti israeliane hanno dichiarato al NYT che i piani sono iniziati due mesi prima. 

Ucciso un responsabile di Hamas dell'intelligence militare

L'esercito israeliano ha annunciato di aver ucciso "il terrorista Yussef Rafik Ahmed Shabat, responsabile del Dipartimento delle indagini interne di Hamas a Beit Hanun", nel nord della Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui "Shabat ha servito come ufficiale di sicurezza nell'intelligence militare di Hamas nel Battaglione di Beit Hanun". "La sua eliminazione - ha aggiunto - danneggia in modo significativo il dipartimento delle indagini della organizzazione terroristica". La stessa fonte ha aggiunto che in un raid è stata colpito "un veicolo in cui c'erano dieci terroristi". L'esercito israeliano ha annunciato di "aver ucciso due terroristi di Hezbollah nell'area di Kfarkela" nel sud del Libano. Lo ha fatto sapere il portavoce militare. 

Tajani al G7: "Siamo amici di Israele ma vogliamo de-escalation"

"Oggi affronteremo i temi più delicati all'ordine del giorno con la situazione internazionale che ben conosciamo e con la volontà di svolgere un ruolo di portatori di pace ovunque, con la forza della diplomazia. Discuteremo certamente della questione mediorientale. Siamo amici di Israele, lo sosteniamo ma vogliamo una de-escalation in quell'area e siamo tutti portatori di questa iniziativa di pace". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani nel suo intervento di apertura alla prima sessione del G7 Esteri a Capri. "Dovremo affrontare anche come sanzionare in qualche modo l'Iran per l'attacco con centinaia di missili e droni contro Israele e dovremo affrontare anche la situazione che riguarda il traffico marittimo attraverso Suez e il Mar Rosso", ha aggiunto

Borrell: "Insistere con Israele perché non attacchi Rafah"

"Attaccare Rafah, dove un milione e settecentomila persone sono nelle strade sarebbe una catastrofe umanitaria perché queste persone non avrebbero nessuna possibilità di difendersi. Il presidente Biden e i leader europei sono chiari con Israele, non attaccare Rafan, e bisogna continuare a premere in questa direzione". Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Josep Borrell ai giornalisti al G7 di Capri, rispetto all'ipotesi di un possibile via libera occidentale all'operazione di Rafah in cambio della rinuncia di Israele a un'escalation con l'Iran.

Josep Borrell: "Sanzioni all'Iran? Ci sono, siano più efficienti"

"Il sistema di sanzioni contro le componenti per produrre droni e missili iraniani già esiste. Dobbiamo rivedere questo sistema, allargarlo e renderlo più efficiente": così il capo della diplomazia Ue, Josep Borrell, a proposito delle nuove sanzioni che potrebbero esser emanate contro l'Iran dalla comunità internazionale, dopo l'attacco di sabato scorso del regime a Israele.

Borrell: "Moderazione o le onde d'urto arriveranno in Europa"

"Moderazione" e "nessuna escalation": così il capo della diplomazia Ue, Josep Borrell, si è rivolto a Israele intenzionato a lanciare un attacco di rappresaglia all'Iran. "Non possiamo rispondere sempre con un gradino più in alto. Siamo sull'orlo di una guerra regionale le cui onde d'urto arriveranno nel resto del mondo, in particolare l'Europa".

Josep Borrell, "Non attaccare Rafah sarebbe una catastrofe"

"Non attaccate Rafah sarebbe una catastrofe". L'appello arriva dal capo della diplomazia dell'Ue, Josep Borrell, da Capri, dove oggi parteciperà alla ministeriale Esteri del G7, sotto la presidenza italiana. "A Rafah ci sono 1,7 milioni di persone nelle strade", ha ricordato, "senza alcuna possibilità di difendersi e scappare". "Dobbiamo sostenere Israele (e abbiamo dimostrato che lo facciamo non solo a parole, visto che durante l'attacco iraniano i missili e i droni sono stati abbattuti grazie alle capacità militare di Usa, Francia e Gran Bretagna), ma dobbiamo tenere a mente che dobbiamo risolvere il problema israelo-palestinese tenendo conto anche dei diritti dei palestinesi".

Fonte Usa: improbabile attacco fino a fine Pasqua ebraica

E' improbabile che Israele attacchi l'Iran prima della fine della Pasqua ebraica che comincia lunedì 22 aprile e termina il 29. Lo ha detto una fonte Usa all'emittente Abc, ripresa dai media israeliani. La stessa fonte ha tuttavia aggiunto che "tutto può sempre cambiare". Poi ha sottolineato che i comandanti dei Pasdaran e l'altra leadership iraniana sono ancora in una situazione di allarme elevato, con alcuni nascosti in case sicure e strutture sotterranee. 

Usa concordi su Rafah in cambio attacco limitato a Iran

Una fonte egiziana ha detto al giornale arabo di base a Londra 'Al-Araby Al-Jadeed' che gli Usa hanno concordato con il piano per un'azione militare a Rafah in cambio di un attacco limitato all'Iran. Lo ha riferito Haaretz, ma al momento non ci sono conferme in Israele

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