Israele avrebbe pronto un piano contro le basi nucleari in Iran: F-35 e bombe sui reattori
Senza il supporto degli Stati Uniti ogni controffensiva israeliana in risposta all'attaco iraniano degli scorsi giorni sembra improbabile, ma secondo The Jerusalem Post l'esercito israeliano avrebbe già chiari gli obiettivi da colpire. A partire dai laboratori per l'arricchimento dell'uranio di Fordow e di Natanz
- L’attacco sferrato dall’Iran a Israele nella notte tra il 13 e il 14 aprile con oltre 300 missili, droni e proiettili ha riportato i media internazionali a interrogarsi su quello che potrebbe essere il piano israeliano per rispondere. Un’ipotesi è che si cerchi di colpire direttamente l’arsenale nucleare di Teheran, che – secondo l’intelligence statunitense – sarebbe in grado di produrre almeno tre bombe atomiche, anche se per ora non sembra che ci siano piani concreti a riguardo
- Va detto subito che questa non è la strada più facile da percorrere per dare un segnale all’Iran. Se è vero che sono almeno 15 anni che si parla di operazioni di sabotaggio israeliane alle sedi dove l’Iran lavora con il nucleare, per gli analisti è altrettanto improbabile che Israele si muova in un’operazione su larga scala così delicata senza l’appoggio di altri Paesi. A partire dagli Usa, ma Washington ha già fatto sapere che non sosterrà alcun tipo di contrattacco
- Una mossa simile rischierebbe di portare a conseguenze catastrofiche, traghettando i conflitti in corso in Medio Oriente verso un’escalation da cui sarebbe difficile rientrare. L'Iran ha già avvertito che è pronto "a usare un'arma che non abbiamo mai usato prima". e l’allerta rimane alta: negli scorsi giorni, il Direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (IAEA) Rafael Grossi (in foto) ha detto che “siamo sempre preoccupati” che Israele possa attaccare l’arsenale nucleare iraniano
- A descrivere come un simile piano potrebbe concretizzarsi è The Jerusalem Post. La testata scrive che Israele potrebbe utilizzare quartetti dei suoi jet F-35 per colpire diversi obiettivi sparsi sul territorio della Repubblica Islam d’Iran
- Alcuni aerei potrebbero volare al confine tra Syria e Turchia per poi entrare in Iran, mentre altri passerebbero dall’Arabia Saudita e dal Golfo Persico. L’attacco potrebbe essere simultaneo oppure sferrato a più riprese, proprio come fatto dall’Iran la scorsa settimana
- Gli F-35 avrebbero il compito primario di neutralizzare le difese aeree degli ayatollah. Poi seguirebbero F-15, F-16 e altri F-35 pronti a sganciare, tra le altre cose, anche bombe GBU-72 da oltre 2500 chili, così da penetrare nel terreno e distruggere i siti nucleari: per questo le chiamano le ‘bunker-buster’. Come obiettivi si citano ad esempio i laboratori per l'arricchimento dell'uranio di Fordow e di Natanz
- The Jerusalem Post sottolinea però che il bunker di Fordow ha il suo cuore sepolto a circa 80 metri sottoterra: solo bombe da 14-15 mila chili potrebbero distruggerlo. A produrle sono però gli Usa, che da sempre – anche sotto Trump – si rifiutano di fornirle ad Israele. Un’altra eventualità è che si punti inizialmente non tanto alla distruzione totale delle sedi cruciali ma piuttosto a bloccare le forniture elettriche per l’Iran o a rendere inaccessibili i laboratori
- Un’operazione simile non sarebbe comunque priva di difficoltà: l’Iran potrebbe colpire gli aerei israeliani, oppure i mezzi potrebbero non riuscire a tornare indietro. C’è da dire che in tutti gli attacchi sferrati da Israele tra Libano, Syria e Gaza, si stima che nessun F-35 sia mai andato perduto. Solo a un F-16 sarebbe successo. In foto: un F-15
- Altri siti chiave che l’Idf potrebbe puntare sono l’impianto per la produzione di acqua pesante di Arak, i reattori di ricerca di Bonab, Ramsar e Teheran, la centrale di Bushehr (in foto, realizzata a suo tempo con la cooperazione della Russia e al centro di ricorrenti polemiche su presunte ispezioni internazionali in parte negate) o la miniera d'uranio di Gachin
- E ancora, nel mirino dell'esercito israeliano potrebbero esserci anche l'impianto di conversione di Isfahan e i laboratori di Qom, dedicati all'arricchimento dell'uranio come quelli di Fordow e Natanz