Guerra Ucraina, Nord Europa sollecita Paesi Nato a ripristinare leva militare obbligatoria
Norvegia, Danimarca, Lituania, Lettonia, Svezia, Estonia. Tutte hanno potenziato la circoscrizione da quando Mosca ha invaso Kiev. Berlino annuncia la riforma delle forze armate, Londra chiude al servizio obbligatorio ma dice che "l'aumento del reclutamento e il miglioramento della fidelizzazione nei servizi sono una priorità assoluta". E in Italia?
- Mentre la Nato festeggia i suoi 75 anni, compiuti lo scorso 4 aprile, e l’Europa discute di un sistema di difesa collettivo che faccia capo a Bruxelles, nei Paesi del Nord Europa più vicini alla Russia torna – o si espande - la circoscrizione obbligatoria, all'ombra della guerra in Ucraina che non accenna a finire. E si esortano i membri dell’Alleanza più lontani a fare lo stesso
- La Norvegia è solo l’ultimo Paese ad aver annunciato una qualche forma di potenziamento del suo esercito, puntando sull’aumento dei soldati arruolati: attualmente sono 9mila le persone arruolate all’anno, entro il 2036 si vuole raggiungere le 13.600. Prima c’è stata la Danimarca, che il mese scorso ha fatto sapere che estenderà la circoscrizione alle donne e aumenterà la durata del servizio. In foto: il premier norvegese, Jonas Gahr
- La Bbc ricorda poi che anche Lettonia e Svezia hanno ripreso il servizio militare. La Lituania lo aveva già ripristinato tempo fa, dopo l’annessione della Crimea alla Russia di 10 anni fa, primo passo di quella che poi sarebbe diventata la guerra a tutto campo contro l’Ucraina. In foto: il premier svedese Ulf Kristersson
- Intervistata dall'emittente britannica, la premier estone Kaja Kallas ha definito la coscrizione come parte integrante dell'impegno di deterrenza contro la Russia. Per questo ha suggerito di renderla obbligatoria anche in Regno Unito: "Ogni Paese decide per se stesso, siamo tutti democrazie, ma lo consiglio sotto molti aspetti"
- C'è da dire che a Londra la possibilità è remota: il capo dell'esercito britannico è stato già redarguito da Downing Street per aver detto che la Gran Bretagna avrebbe dovuto formare un "esercito cittadino" pronto a combattere in futuro una guerra terrestre
- Un portavoce del ministero della Difesa britannico ha quindi assicurato alla Bbc che "non vi è assolutamente alcun suggerimento di un ritorno alla coscrizione". Questo non significa che il dossier militare non sia tra i più i caldi: il governo britannico afferma che verranno investiti 50 miliardi di sterline nelle sue forze armate nel 2024 per affrontare molteplici minacce - inclusa la guerra in Ucraina - e che "l'aumento del reclutamento e il miglioramento della fidelizzazione nei servizi sono una priorità assoluta"
- Intanto, il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius (in foto), annuncia la ristrutturazione della Bundeswehr, perché le forze armate siano pronte nel caso in cui la situazione diventasse seria, ovvero "in caso di guerra". E chiosa: "Non mi risulta che qui si giochi a Bingo"
- La riforma tedesca prevede innanzitutto l'aumento dei militari effettivamente operativi sul campo, andando a liberarli in parte dai loro compiti amministrativi. Entro il 2031 la Bundeswehr dovrà contare su 203 mila soldati e soldatesse, oggi ne ha 181 mila. A fianco dell'Armata, dell'Aeronautica e della Marina in futuro ci sarà anche il Cir, dedicato alle cyber-operazioni e all'informazione, elevato ufficialmente a ramo delle forze armate
- A Roma per ora non sembra che il servizio militare obbligatorio sia nei piani della politica. “Ha ragione il Capo di Stato Maggiore della Difesa quando dice che le nostre Forze Armate sono assolutamente sottodimensionate. Tuttavia, sono convinto che la risposta non sia la reintroduzione della leva militare ma la costruzione di una consistente riserva militare", ha detto qualche giorno fa il presidente della commissione Difesa della Camera Nino Minardo
- Tutto questo fermento è legato al rapporto sempre più incrinato tra Russia e Nato. Il portavoce del Cremlino Peskov (in foto) dice che "di fatto" le relazioni "sono ormai scivolate al livello di un confronto diretto" visto che "l'Alleanza stessa è già coinvolta nel conflitto in Ucraina e continua l'espansione delle sue infrastrutture militari verso i nostri confini". E in seno alla Nato si continua a spingere sui fondi dei Paesi membri
- Due terzi dei Paesi dell'Alleanza, tra cui l'Italia, non investono quanto raccomandato - seppur in via non vincolante - in difesa, il 2% del Pil. E le richieste di adeguarsi sono sempre più pressanti. La Germania ha ribadito che, dato il suo ruolo particolare nella Nato, sarà all'altezza del compito, su cui ha esitato in passato. L'Estonia chiede a tutti di farlo. "Questo è ciò che dobbiamo fare ora per preservare il nostro modo di vivere, per preservare la pace in Europa", ha detto la premier Kallas