La Nato compie 75 anni: i Paesi membri, la storia e le nuove sfide, tra Putin e Trump
Mentre Mosca prova ad arginare il suo allargamento verso Est, l'Alleanza nata il 4 aprile 1949 torna a operare in ottica di difesa militare collettiva. "Abbiamo vissuto molti momenti difficili ma abbiamo saputo superarli perché ciò che ci unisce è più forte di ciò che ci divide", sintetizza il segretario generale Jens Stoltenberg
- Il 4 aprile di 75 anni fa a Washington veniva firmato il Trattato del Nord Atlantico: nasceva la Nato, che ai tempi raccoglieva 12 Paesi - Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti – e oggi ne conta 32, con il recente ingresso di Finlandia e Svezia. Insieme valgono il 50% del Pil globale
- "Keep the Soviet Union out, the Americans in, and the Germans down". E quindi: “Tenere fuori l'Unione Sovietica, dentro gli americani e a terra i tedeschi”. Con queste parole Lord Hastings Lionel Ismay, il primo segretario generale dell'Alleanza, sintetizzava i motivi della nascita della Nato, organizzazione militare intergovernativa fondata, su spinta americana, dopo il tracollo della Germania di Hitler per porre un argine all'Unione sovietica
- Il cuore della Nato sta nell’articolo 5 del suo trattato istitutivo, che nella prima parte recita: “Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell'America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell'esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva”
- Cuore pulsante dell’organizzazione, nel 1949 come nel 2024, restano sempre gli Stati Uniti, ben più potenti a livello di armi di qualsiasi singolo Stato europeo. Washington provvede al 70% della spesa militare della Nato ed è stata l’unica capitale ad aver mai invocato l’articolo 5, dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001
- Non è stato facile arrivare a compiere 75 anni per la Nato, che – citando il suo segretario generale Jens Stoltenberg, uno dei più longevi di sempre - "ha vissuto molti momenti difficili”, riuscendo però a superarli “perché ciò che ci unisce è più forte di ciò che ci divide"
- Si ricordano ad esempio i dissapori scoppiati più volte in Francia. Basti pensare che il primo quartier generale era basato proprio a Parigi, ma già nel 1965 Charles de Gaulle, per ragioni di sovranità, annunciò il ritiro della Francia dal comando integrato. Il quartier generale Nato traslocò nella periferia di Bruxelles e i vari comandi si sparpagliarono per l'Europa. Tutt'oggi Parigi non partecipa alla filiera di deterrenza nucleare alleata
- La Francia si scontrò spesso con gli Usa. Successe ai tempi della crisi di Suez, nel 1956, quando fece scudo con la Gran Bretagna. Poi di nuovo durante la guerra del Vietnam e ancora alla vigilia dell'invasione dell'Iraq nel 2003, quando ci fu un drammatico scontro al Consiglio di Sicurezza dell'Onu
- Tralasciando le fisiologiche differenze interne scoppiate nel corso degli anni, su un punto c’è sempre stata unione d’intenti: arginare la Russia, specie da quando Putin è salito al potere. Ed è proprio l'allargamento agli ex satelliti dell'Unione Sovietica, dopo la caduta dell'Urss, che ha portato man mano allo scontro con Mosca. Anche perché, dopo l'arrivo della Finlandia, tra Paesi Nato e Federazione russa non c'è più alcun cuscinetto
- Putin parla di mire espansionistiche della Nato sulla base di un disegno imperiale americano, contro le garanzie assicurate a suo tempo da Washington ai vertici dell'Urss di non avanzare a est dopo la caduta del muro di Berlino. L'Occidente replica che l'allargamento della Nato è un processo democratico. Uno dei motivi della guerra lanciata da Mosca contro l'Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022, sarebbero state proprio le mire di Kiev a diventare membro dell'Alleanza
- L'Ucraina aveva tentato, senza successo, di entrare nella Nato già nel 2008. Da allora vive in un limbo, ma diventare il 33esimo membro del club le è precluso finché continuano i combattimenti con Mosca
- L'invasione dell'Ucraina ha però riportato la Nato al centro del mondo: finita la guerra fredda, l'Alleanza non era riuscita a ritagliarsi un posto da protagonista nello scenario geopolitico, operando più che altro come attore chiave in zone di crisi, dalla Jugoslavia all'Afghanistan e alla Libia, perdendo però per strada la sua natura difensiva
- I recenti vertici di Madrid e Vilnius, 2022 e 2023, hanno ricondotto la Nato alla sicurezza collettiva e la deterrenza. Oggi si guarda alla Russia, domani non si sa. E mentre sale il dibattito sulla necessità di un sistema di difesa strutturato tutto interno all'Unione europea, c'è di nuovo chi critica gli equilibri interni all'Alleanza
- In piena campagna elettorale, alla ricerca di un secondo mandato da presidente, Donald Trump ha detto negli scorsi mesi che incoraggerebbe Mosca ad attaccare i Paesi dell'Alleanza che investono nella difesa meno di quanto dovrebbero secondo le linee guida Nato (non vincolanti), cioè il 2% del loro Pil. Tra questi Stati, una ventina, anche l'Italia
- Questi i Paesi Nato: Albania, Belgio, Bulgaria, Canada, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Macedonia del nord, Montenegro, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Slovacchia, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Turchia e Ungheria